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Autore: _YeongWonhi_    12/07/2011    4 recensioni
Quando odi una persona non puoi farci niente,l’odio è un sentimento che viene pur sempre dal cuore,e a quest’ultimo non si comanda. Nessuno può farmene una colpa. E fin qui niente problemi,a parte la mia ostinazione nei confronti del mio “patrigno” ,più grande di me solo di qualche anno. I problemi si fanno vivi quando l’odio tramuta in amore,un amore impossibile,complicato. Non posso amare il presunto "fidanzato" di mia madre!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Tom Kaulitz
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ciao a tutti!!!! Popolo di EFP,dopo dieci lunghi giorni che non postavo più eccomi tornata!! Vi chiedo scusa se ci ho messo tanto!!! Spero mi perdonerete,e che questo capitolo non vi deluda....Grazie a tutte le mia carissime recensitrici,vi voglio bene ragazzeeeee!!! Ah!! ATTENZIONE: LA FINE SI STA AVVICINANDO INESORABILE,FORSE IL PROSSIMO CAPITOLO SARà QUELLO CONCLUDENTE!! MA NON SONO SICURA!!

BUONA LETTURA!!!!!!!!!!!!!!!!!! Kussen,Alice....

CAPITOLO 17:

Quella sera Bill non era in casa,era andato dalla sua fidanzata. Una ragazza tanto carina e disponibile,ma non riuscivo a spiegarmi come potesse già essere così presa da lui dopo solo un mese,neanche,che si conoscevano. I misteri dell’amore riuscivano sempre a lasciarmi perplessa. Ma l’amore,si sapeva,era un mistero in ogni cosa. Arrivammo a casa dopo qualche minuto di camminata. Io mi svegliai, madida di sudore,eppure non avevo faticato,anzi. La brezza leggera che si innalzava nel cielo mi rinfrescava piacevolmente il volto. Mi strinsi a Tom, aggrappandomi alla sua maglia. Il silenzio dominava,parlando per noi. Lui aprì la porta della casa,posandomi lentamente a terra. Le mie gambe,al contatto con il terreno,fremettero,dovendosi riabituare a muoversi. Così tenni una mano appoggiata su una sua spalla. Mi aiutò ad entrare e mi fece accomodare sul divano,sedendosi accanto a me.

 

-“Eve,come ti senti ora? Hai fame? Vuoi mangiare qualcosa?” mi chiese con premurosità.

 

-“S…sto bene e non voglio mangiare niente. Non ora.” Risposi,ancora tremante. Le sue labbra si avvicinarono con dolcezza all’angolo di un mio occhio,baciandolo delicatamente,come a cancellare il segno delle lacrime secche che si erano raggruppate sopra le mia guance. Al contatto contro la mia pelle,la mia bocca cercò la sua,vogliosa più che mai. Le nostre labbra si cercarono,con sofferenza quasi straziante,fino ad incontrarsi fameliche le une delle altre. Il suo percing premeva contro il mio labbro inferiore,facendomi rabbrividire. D’istinto mi avvinghiai a lui,intrecciando le mie mani dietro la sua nuca,stringendolo a me con più forza possibile,facendo aderire il suo corpo al mio. Ci ritrovammo sdraiati sul divano,bisognosi di sentirsi davvero amati e senza fiato. Mentre il nostro bacio si consumava sotto i nostri occhi,il mio cuore batteva all’unisono con il suo. Le  mani esploravano inesorabili la sua schiena e il suo petto,mentre le sue raggiungevano delicatamente le mie gambe per avvicinarmi di più a sé,quasi con forza. Poi si avvicinò al mio orecchio con il volto.

 

-“Ti amo Evelyn,ti amo come non ho mai amato nessuno.” Me lo sussurrò, permettendo al suo respiro di riversarsi sul mio viso. Poi tornò a baciarmi il collo,e io lasciai ricadere indietro la testa. In poco tempo ci privammo dei vestiti,che si erano rivelati come un ostacolo fastidioso.

 

-“Ti amo anche io!” dissi stringendomi a lui. Poi diventammo una cosa sola,le nostre anime si fondettero insieme,e i nostri cuori batterono al ritmo del nostro amore,come se facessero parte di una persona sola. Fu la mia prima volta,e non fu come me l’aspettavo,e nemmeno come mi descrisse mia madre. In entrambi i casi a prevalere era l’amore. Ma stavolta non era così,a prevalere erano due cose,si,l’amore c’era,ma era presente allo stesso modo anche il dolore. Fu strano, ma bello. Successivamente andammo nella mia camera,e ci addormentammo uniti in un abbraccio. Il giorno dopo credevo di averlo solo sognato,ma cambiai idea quando vidi Tom dormire beato al mio fianco,mentre un suo braccio mi cingeva dolcemente la vita. Sentii la porta di casa aprirsi,così scesi velocemente dal letto,svegliando Tom.

 

-“Scusa,è arrivato tuo fratello.” spiegai,mentre mi rivestivo.

 

-“Chi se ne frega! Tanto lo sa che stiamo insieme.” Disse lui,afferrandomi per i fianchi e facendomi ricadere accanto a lui. “E poi non ci può vedere,la porta è chiusa a chiave.”

 

-“Ma lo sospetterà.” Replicai preoccupata.

 

-“Ma di cosa hai paura?” domandò,tirandosi su con un braccio.

 

-“Non ho paura,ma mi vergogno.” Risposi arrossendo visibilmente. A quelle mie parole mi abbracciò,affondando la testa nei miei capelli.

 

-“La mia piccola timidona.” Disse,sorridendo e baciandomi.

 

-“Il mio piccolo chitarrista.” Sorrisi anche io,ma feci presto a tornare triste.

 

-“Sei ancora turbata per ieri,vero?”

 

-“Si,non riesco a credere di essermi comportata in quel modo.”

 

-“Tranquilla,con me al tuo fianco non succederà più. Come ti ho già detto,ti aiuterò io e insieme ce la faremo.”

 

-“Grazie. In fondo si vive una sola volta,e sono sicura che mia madre e mio padre vogliono vedermi felice. Mentre io mi sto piangendo addosso. Da oggi voglio cambiare,voglio tornare l’Evelyn di un tempo.” Il volto del mio ragazzo si illuminò di una luce quasi accecante. Tirò fuori un sorriso mozzafiato,che non gli avevo mai visto fare,se non a suo fratello nei momenti più intimi tra loro.

 

-“Non puoi immaginare quanto vogliano dire quelle tue parole per me.” disse. Nel frattempo Bill stava camminando lungo il corridoio,e lo sentii sbattere la porta di camera sua. Guardai Tom con sguardo interrogativo.

 

-“Forse ha litigato con Emily.” Rispose,alzando le spalle.

 

-“Vado da lui.” annunciai,rialzandomi e incamminandomi verso la porta.

 

-“E mi lasci solo soletto qui?” sembrava un cane bastonato a cui avevano sottratto l’osso.

 

-“Si.” Ribattei sorridente “E vestiti nel frattempo!”

 

-“Agli ordini capitano. Anche se secondo me sono molto più bello come mamma mi ha fatto.”

 

-“Sta tornando fuori il vecchio Tom?” ero sbigottita. Nell’ultimo mese sia io che lui sembravano dei semplici fantasmi. Ed ora eccoci lì,riuscivamo a sorridere dopo tanto tempo. Doveva esserci lo zampino dei miracoli amorosi,ancora una volta.

 

-“Forse si,ma non in tutto,che sia chiaro. Se prima avevo una decina di ragazze alla settimana,ora non mi servono. Io ho te.” Dopo quella frase mi diressi verso la camera di Bill e bussai debolmente, aspettando che mi facesse entrare. quando sentii la sua voce simulare una specie di “Avanti”,spinsi la porta,entrando nella stanza. Lo trovai disteso a pancia in giù sul letto,con la faccia immersa nel cuscino,tanto che mi chiesi come facesse a respirare. Gli andai vicino e mi sedetti sull’angolo del letto. Lui girò la testa di lato,e quando mi vide spalancò la bocca. Doveva essere uno sconvolgimento veder tornare in vita un fantasma,quindi non lo biasimai.

 

-“È successo qualcosa?” chiesi.

 

-“Mi sono lasciato con Emily.” Sbuffò,senza dimostrare un dispiacere sincero.

 

-“Cosa? E come mai?” ero stupefatta da quella mancanza di sofferenza,credevo si amassero seriamente.

 

-“Non ci amavamo abbastanza,ed eravamo stufi di continuare una storia priva del vero amore.”

 

-“Non mi sembri tanto toccato dalla cosa.”

 

-“Il fatto è che non lo sono proprio,e questo mi preoccupa. Sto diventando privo di emozioni?” mi guardò con quelli occhioni da cucciolo che solo lui sapeva fare. Involontariamente risi.

 

-“Ma no,tranquillo! Se c’è una persona che non può diventare insensibile,quello sei tu!” esclamai,carezzandogli la schiena. Lui sorrise,sollevato. Bastava poco per fargli cambiare idea e convincerlo del contrario.

 

-“Grazie,Eve!” urlò felice,prima di stritolarmi in un abbraccio micidiale.

 

-“Prego.” Replicai io,quando riuscii a respirare di nuovo. “Credo che il mio lavoro qui sia finito. Scendo a preparare la colazione. Te hai già mangiato?”

 

-“No,quindi ti sarei grato se mi preparassi un caffè,per favore.”

 

-“Ma certo,DivaH!” dissi,con tono canzonatorio. Poi mi precipitai in cucina e preparai la colazione. Era tanto che non lo facevo più,e lo feci con piacere. Era ufficiale: Evelyn stava rinascendo!

   
 
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