“Finirà
mai questa pioggia?”
Lucy
sbuffò sonoramente lasciandosi andare sul bancone della
gilda nella solita posizione, braccia distese e guancia sul piano di
legno.
D’improvviso il suo sguardo fu attratto da Mirajane che
nonostante il tempo
impietoso si preparava a uscire in compagnia di Elfman. Sentendola
riferire a
Cana che la sua meta era la chiesa, Lucy si rivolse a Levi per
conoscerne il
motivo.
“Ah,
è per quello”.
“Si
avvicina l’anniversario della morte di Lisanna”,
intervenne Cana distogliendo la sua attenzione dal barile che stringeva
fra le
braccia.
“Lisanna?”.
“La
sorella minore di Mira ed Elfman”, si affrettò a
spiegare
Levi. “E’ morta in un incidente durante un lavoro,
due anni fa. Quando l’anniversario
si avvicina, iniziano ad andare in chiesa”.
Cana
tornò a guardare Lucy. “Ora che ci
penso… tu mi ricordi
vagamente Lisanna”, disse mentre sul viso della maga degli
Spiriti Stellari si
dipingeva un’espressione di puro stupore.
“Davvero?”.
“Anche
perché stai sempre con Natsu”, aggiunse Levi con
un
sorriso.
Lucy si
voltò, scorgendo il Dragon Slayer addormentato in un
angolo: russava sonoramente, a bocca aperta, eppure… non
avrebbe saputo dirlo,
Natsu era semplicemente Natsu; e lei lo trovava irresistibile.
Stupendosi dei
suoi stessi pensieri, si costrinse a sorridere, in modo da
dissimularli, ma non
ottenne niente più che una smorfia malinconica.
“Mmh…
quindi qualche tempo fa Natsu aveva una
ragazza…”[1].
Ancora pioggia.
Un giorno
diverso. Un giorno felice per la gilda di Fairy
Tail.
Eppure, qualcuno
non riusciva proprio a gioire. Lucy aveva
visto Lisanna tornare come un fantasma dal regno dei morti,
l’aveva vista
abbracciare Natsu come lei non aveva mai saputo fare.
Raramente
c’era stato contatto fisico tra loro e mai nel modo
che avrebbe voluto. A Edoras lo aveva abbracciato ma solo per
trattenere la sua
furia; lo aveva tenuto fra le braccia quando lo aveva ritrovato
incosciente,
privato del suo potere da quelle maledette rocce e aveva pronunciato il
suo
nome con un filo di voce, temendo che gli fosse portato via.
Ascoltò
senza fiatare il racconto di Lisanna che spiegava ai
suoi nakama come non fosse affatto morta, e seguì il gruppo
fino al cimitero
dove Mira ed Elfman piangevano su quella che credevano fosse la tomba
della
loro sorellina. Riuscì a sorridere e commuoversi persino
assistendo al
ricongiungersi dei tre fratelli ma quando fu il momento di tornare alla
gilda
si defilò, sostenendo di essere troppo stanca per
festeggiare.
Si
incamminò a testa china verso la sua casetta, non potendo
così notare l’espressione indecifrabile di Natsu;
stringendosi sulle spalle il
mantello che proprio lui le aveva dato per ripararsi dalla pioggia,
lasciò che questa
le bagnasse il viso e che le sue lacrime si confondessero con quelle
del cielo.
Lucy non era una
sciocca. Non osava sperare che fosse tutto
come prima, lei sapeva che non era
più così. Natsu non le avrebbe più
chiesto di partire in missione con lui e
Happy, avevano di nuovo Lisanna con loro.
Cominciò
a correre, tentando di mettere più distanza
possibile tra sé e il Dragon Slayer, e giunta a casa si
preoccupò di chiudere
accuratamente ogni possibile ingresso; lui aveva sempre trovato il modo
di
entrare ma dopo i primi tempi era lei a lasciare appositamente aperte
le finestre.
D’ora in poi, gli avrebbe sbarrato la strada, e non era al
suo appartamento che
pensava; non avrebbe permesso ai gesti affettuosi che lui sapeva
compiere di
farsi ulteriore strada nel suo cuore. Tra lei e Natsu finiva
così, prima ancora
di cominciare, prima di darsi una possibilità.
Tirò
le tende e si infilò a letto, rannicchiandosi sotto quel
piumone che tante volte aveva dovuto condividere con lui, imponendosi
di
pensare che la cosa la infastidisse; in realtà, le piaceva
guardare Natsu dormire,
quando non doveva preoccuparsi di essere scoperta mentre lo osservava e
ne
imparava i lineamenti addolciti dal riposo.
Un’ombra
alla finestra attirò la sua attenzione. Anche senza
vederlo sapeva trattarsi proprio di Natsu, avrebbe riconosciuto la sua
sagoma
fra mille. Lo vide alzare un braccio e per un attimo temette che
volesse
sfondare il vetro per chiederle spiegazioni del suo comportamento;
tutto ciò
che fece fu poggiare il palmo aperto contro la superficie bagnata e
nonostante
la pioggia continuasse a cadere incessante, Lucy lo sentì
chiaramente
pronunciare il suo nome.
“Lucy?
Lucy, lo so che ci sei… ti chiedo scusa per qualsiasi
cosa abbia fatto… io ci provo a capirlo ma proprio non lo
so… andiamo, vieni
alla gilda adesso?”.
Lucy si mise
seduta sul letto, stringendo il pesante piumone
fra le mani; la tentazione di aprire la finestra e seguire Natsu era
forte… ma
aveva promesso a se stessa, nessun’altra
possibilità. Era sicura che lui fosse
sincero e proprio quello era il problema.
Natsu non capiva
quanto lei lo amasse già. Non capiva quanto
le facesse male sapere che lui soffrisse ancora per la scomparsa di
Lisanna. E
dannazione, non capiva quanto Lucy odiasse l’espressione di
pura estasi che gli
si era dipinta in volto quando l’aveva rivista, viva.
“Lucy!”.
Adesso c’era una sfumatura nervosa nel suo tono di
voce. “Apri! Non me ne vado altrimenti!”.
Lucy
sussultò fissando ostinatamente le coperte. Nonostante
sentisse
le lacrime pungerle fastidiosamente gli occhi, aprì le tende
di scatto,
trovandosi faccia a faccia con Natsu, solo un sottile strato di vetro a
dividerli.
Natsu era a dir
poco confuso. Aveva capito che Lucy dovesse
avercela con lui per qualcosa ma non immaginava che fosse tanto
furiosa. Pensò
che forse era di nuovo malata: aveva il viso arrossato e gli occhi
lucidi come
quando non aveva potuto partecipare all’Hanami di Magnolia e
lui aveva
sradicato l’intero ciliegio arcobaleno perché
potesse vederlo. La vide aprire
le ante senza smettere di fissarlo negli occhi e per qualche motivo si
sentì a
disagio.
“Allora,
cosa c’è?!”.
Quella domanda
così diretta, pronunciata con un tono di voce che
definire infastidito sarebbe stato poco, lo fece quasi indietreggiare.
Doveva
essere molto malata se reagiva così.
“Lucy,
stai di nuovo male?”.
“Male?
Ma che stai dicendo, io sto benissimo!”.
Quasi a voler
sottolineare le sue stesse parole, Lucy si alzò
e compì alcuni passi nella stanza, dando le spalle a Natsu
che ne approfittò
per saltare dentro. Voltandosi verso di lui, lo ritrovò
troppo vicino per restargli
indifferente.
“T-ti
ho detto che sto bene, puoi anche tornare alla gilda
adesso”.
Riuscì
a dire, affrettandosi a distogliere lo sguardo da
quegli occhi così intensi. Il cuore prese a martellarle
furiosamente nel petto
quando sentì la mano di Natsu sulla guancia costringerla a
voltarsi nuovamente.
“Devi
dirmi cosa ho fatto per farti arrabbiare perchè io da
solo non lo capisco… è da quando sei scappata via
che ci penso ma è inutile… tu
lo dici sempre che non sono molto intelligente”.
Era leggermente
arrossito nel pronunciare quelle parole e
Lucy non riuscì più a sciogliere lo sguardo dal
suo.
“Non
sono arrabbiata con te”.
Disse
scostandogli una ciocca di capelli bagnata dal viso, e
non era mai stata tanto sincera; Natsu si comportava secondo la sua
indole,
arrabbiarsi con lui sarebbe stato del tutto inutile e soprattutto
ingiusto. Non
capiva di averla ferita, era semplicemente felice del ritorno di
Lisanna e non
lo si poteva certo biasimare per questo.
“Allora
sei arrabbiata perchè Lisanna è
tornata”, disse lui,
spiazzandola completamente: non faceva che ripetergli quanto fosse
idiota ma a
volte mostrava un’acutezza disarmante. “Ma non
devi, Lucy. Siamo tutti amici a
Fairy Tail e noi tre possiamo esserlo, il nonnetto dice sempre che tre
è il
numero perfetto… o qualcosa del genere”.
Lucy sorrise
appena all’espressione dubbiosa che aveva
curvato le labbra di Natsu in un leggero broncio.
“A
volte è così Natsu. Altre basta essere in due per
essere
felici”.
“Non
capisco Lucy… come marito e moglie?”.
Lei si
portò le mani al viso, quasi a voler nascondere
l’improvviso rossore che le aveva tinto le guance.
“B-beh…
più o meno…”.
Natsu
posò le mani sulle sue, attirandola più vicino a
sé.
“Oppure come me e te. Natsu e Lucy. Non siamo felici quando
partiamo per un
lavoro insieme?”[2].
Lucy
restò ammutolita, gli occhi sbarrati fissi in quelli di
Natsu; che stesse sognando? Le stava davvero dicendo di essere felice
con lei?
Forse che in un contorto modo tutto suo le stesse confessando di
ricambiare i
suoi sentimenti?
“Lu…
forse non è in questo modo che lo immaginavi ma ti sto
dicendo che… che ti… insomma, sarebbe meglio che
dicessi qualcosa anche tu!”.
Lei si mosse
finalmente, liberandosi della stretta di Natsu
per potergli stringere le braccia al collo.
“Anch’io
ti amo Salamander”, sussurrò a un soffio dal suo
orecchio mentre lui le cingeva la vita, stringendosela contro.
Lucy
rabbrividì, stupendosi di quanto potesse essere caldo il
corpo di Natsu nonostante fosse zuppo di pioggia. Rialzò il
capo, sfiorandogli
il viso con una leggera carezza e disegnò le sue labbra con
le dita; lui la
colse di sorpresa, baciandole prima i polpastrelli e azzerando poi la
distanza
tra le loro bocche, coinvolgendola in un bacio che sapeva poco di
solitudine e
tantissimo di loro due. Si separarono soltanto quando il bisogno
d’aria li
costrinse a guardarsi negli occhi, il fiato corto ma felici. Natsu
sorrise, i
canini appuntiti in bella vista.
“Hai
proprio ragione Lu… tre non è il numero
perfetto”.
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Uhm…
è la prima volta che scrivo in questo fandom e confesso
di essere un po’ in imbarazzo ^///^
Non so da dove
sia uscita questa cosa, non so nemmeno se
abbia una forma compiuta ma è il finale che avrei voluto al
capitolo 199… lo so
che Fairy Tail è uno shonen ma lo era anche
Rave ed è terminato con tanto di
matrimonio, perciò non smetterò mai di sperare
nel risvolto romantico u.ù
La NatsuXLucy
è la mia coppia preferita in assoluto, li trovo
perfetti assieme e non potevo non scrivere nulla :P
Ditemi cosa ne
pensate, sono ben accette anche le critiche,
purchè siano costruttive ;)
Notine:
[1] In effetti
la prima parte è quasi esclusivamente un
riassunto delle prime pagine del capitolo 168, perdonatemi ma mi
serviva come
introduzione ^^”
[2] Lo so che in
genere c’è Happy con loro ma includerlo
avrebbe rovinato la mia fic numerologica XD
Se siete
arrivati fin qui, grazie per aver letto (_ _)