Film > Howl's moving castle
Ricorda la storia  |      
Autore: Marge    12/07/2011    6 recensioni
Piccolo squarcio su una Sophie dodicenne intenta a soddisfare le aspettative che il padre e Fanny hanno su di lei. Per fortuna ci pensa Lettie, sorella minore e ribelle, a lanciarle il giusto incantesimo.
Rigorosamente Movieverse. La fanfic può essere letta come una storia a sé stante, ed è perfettamente fruibile da chiunque abbia visto il film; tuttavia, nella mia testolina fa parte della saga nata dalla mia fanfic “Flowers Wall”.
Il titolo ha un suo perché (indizio: la colonna sonora del film!)
Genere: Fantasy, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Sophie
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Flowers Wall'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
THE GIRL WHO WANTED TO SACRIFICE HERSELF




Note dell'autore Questa fanfic può essere letta come una storia a sé stante, ed è perfettamente fruibile da chiunque abbia visto il film; tuttavia, nella mia testolina fa parte della saga nata dalla mia fanfic Flowers Wall.



La bambina dai riccioli biondi si appropriò con testardaggine dell’ultima pastarella rimasta sul vassoio argentato, stringendola tra le manine paffute cercando, con poco risultato, di non versarne fuori l’intero contenuto in crema.
“Lettie! Metti subito giù quel dolce! Ne hai già mangiati tre!” la redarguì subito la voce di Fanny, sua madre. Il padre, al capo del tavolo, rise sotto i baffi.
Sophie guardò con desiderio il dolce tra le mani della sorella: anche lei ne aveva già mangiati tre, ma quell’ultimo era veramente invitante, così gonfio di farcitura, e dorato in cima. Lettie, dal canto suo, non ascoltò la madre e diede una prima, timida leccata alla crema che le stava scivolando tra le dita. Fanny crollò il capo, mormorando tra sé e sé che quella bambina sarebbe diventata grassa come la signora Fort, che era la panettiera del negozio all’angolo, ed era la donna più ampia ed enorme che Sophie avesse mai visto in vita sua.
“Almeno, dividilo con tua sorella” aggiunse infine Fanny, con tono nuovamente autoritario. Lettie smise di leccare per guardare di sottecchi Sophie.
“Non importa, non mi va” si affrettò a dire quest’ultima. Imbarazzata dalle tre paia di occhi puntate su di lei interrogative, si alzò in fretta e cominciò ad impilare i piatti l’uno sull’altro, a testa bassa. Perché mai aveva rifiutato quel dolce?
Lo voleva. Se fosse stata impertinente come la sorella minore, l’avrebbe afferrato per prima, custodendolo subito come un tesoro prezioso.
Dal basso dei suoi dodici anni, Sophie conosceva perfettamente il motivo della sua inerzia: lei era la sorella maggiore. Lei avrebbe dovuto essere seria, responsabile, affidabile. Da lei ci si aspettava che esaudisse ogni minimo desiderio dei genitori, e che non li deludesse; se avesse afferrato il dolce senza chiederne il permesso, e senza preventivamente dividerlo in due esatte metà, Fanny non sarebbe stata così condiscendente, né suo padre avrebbe riso sotto i baffi.
Sophie Hatter, sei la figlia maggiore. Devi dare il buon esempio.
“Hai finito di studiare?” le chiese suo padre. Sophie lo guardò interrogativo senza rispondere.
“Avrei bisogno di una mano con alcune decorazioni, in laboratorio. Una delle ragazze è ammalata ed abbiamo molto lavoro arretrato, e tua madre ha da fare in casa. Puoi venire tu?”
Sophie annuì istantaneamente; avrebbe dovuto ancora leggere alcuni capitoli del libro di storia, ma l’avrebbe senz’altro fatto più tardi, magari dopo cena, nella sua stanza; non voleva assolutamente rifiutare la richiesta del padre.

A metà pomeriggio Lettie venne a trovarla nel laboratorio del negozio di cappelli; tra le mani portava una bella mela verde, lucidata e senza imperfezioni. Gliela porse senza dire una parola, e quando Sophie fece cadere il lavoro in grembo per mangiarla, si issò su uno sgabello e si appollaiò lì in cima, trovandosi più in alto della sorella.
“Sei proprio una stupida” cominciò la bambina. Sophie deglutì facendo una smorfia.
“Perché non dici semplicemente di no, quando hai altro da fare?”
“Papà ha bisogno di una mano” spiegò semplicemente, ma con un tono che le uscì fin troppo mesto. “E devo imparare il mestiere, un giorno questo negozio sarà nostro.”
“Io non cucirò cappelli per il resto della mia vita!” proclamò Lettie decisa. La sorella sobbalzò e la guardò in tralice.
“Non è questo che voglio!”
“E cosa vorresti, sentiamo?”
La bimba di nove anni soltanto sorrise guardando le travi del soffitto: “Non so. Qualcos’altro. Non ho ancora deciso.”
Sophie ridacchiò: “Vedrai, alla fine cucirai cappelli anche tu.”
Lettie balzò in piedi e le puntò un dito contro: “Hai finito di mangiare la mela?”
L’altra annuì, sbalordita.
“Bene, sappi che era una mela incantata! Ho fatto una magia, ed ora una maledizione cadrà su di te!”
“Ma sei impazzita?”
“Sophie Hatter, io, Lettie Hatter, tua sorella, ti maledico e ti ingiungo di cambiare mestiere! Predico che un giorno andrai via di qui, vivrai una bellissima avventura, e la smetterai di sacrificarti continuamente a fare ciò che non ti piace, solo perché sei la figlia maggiore!”
La bambina aveva assunto un’espressione concentrata ed un tono pomposo. Sophie scoppiò a ridere: “Lettie, sei veramente uscita di senno! Ma come ti viene in mente una cosa del genere?”
“Libera di non credermi. Ma avverrà. Fred mi ha assicurato che l’incantesimo funziona.”
Fred era un bambino solitamente ricoperto di fango da capo a piedi che abitava in una stradina parallela alla loro, compagni di giochi preferito da Lettie.
“Perfetto. Aspetterò quel momento, allora. Per ora, ti ringrazio della mela e ti invito ad andartene, visto che ho ancora tantissimo lavoro da sbrigare, e dopo cena devo terminare di studiare.”
La sorella minore sbuffò, si sistemò i riccioli dorati ed uscì dal bugigattolo.
Rimasta sola, Sophie non poté fare a meno di interrogarsi. Era davvero così evidente il suo sacrificio giornaliero? A volte non le pesava; le bastava un sorriso del padre, ad andare avanti senza ripensamenti.
Provò a chiedersi cosa avrebbe desiderato per se stessa se non fosse stata la figlia maggiore, quale mestiere avrebbe scelto, quale vita.
L’infinita ampiezza di opportunità che le si spalancò davanti fu tale da farle girare la testa. Dovette posare nuovamente il cappellino e l’ago, e serrare gli occhi per non permettere, neanche per un momento, al suo cuore di credere veramente di avere la possibilità di fare altro. Il vuoto di certezze sul futuro attorno alla sua mente si manifestò come una vertigine, così dolorosa ma desiderabile da rischiare di farla andare oltre, con i sogni. Si impedì di procedere. Se avesse cominciato ad immaginare una vita diversa, quella le sarebbe diventata improvvisamente insofferente, ed invece doveva, per andare avanti, mantenere stabilità e tranquillità. Avrebbe reso orgoglioso suo padre; e Lettie, se lei avesse assunto su di sé l’onere di mandare avanti il negozio, sarebbe stata libera di scegliere cosa più desiderava, e sarebbe stata felice. Le sarebbe bastato quello.
Terminò i cappellini e li espose in ordine sul bancone; poco dopo giunse suo padre.
“Buon lavoro, Sophie” commentò con un sorriso pacato. “Sei brava, in questo lavoro. Vedrai, sarà la tua fortuna.”
Insieme chiusero il negozio e si avviarono verso casa. Mentre attraversavano il cortile che separava l’attività dall’abitazione, Sophie gli prese la mano, ed era grande, salda e calda.
No, non sarebbe andata da nessuna parte, non avrebbe lasciato il negozio.
L’avventura preannunciata da Lettie non si sarebbe mai avverata, così non avrebbe corso il rischio di riaprire la porta proibita dei desideri, come era accaduto quel pomeriggio; nessun dubbio l’avrebbe più distolta. Era un piccolo sacrificio, ma valeva, forse, il sorriso di suo padre.



~ Il SECONDO posto *_* Sono veramente esterrefatta e colpita; questa fanfic mi piace, ma non mi aspettavo il podio, forse perché ho creduto –a torto- che ci si aspettasse un super-sacrificio con tanto di sangue e lacrimoni; il mio è un sacrificio piccolo, forse banale, ma fondamentale per una bambina di soli dodici anni. Ringrazio ancora Tifa_Lockheart90 ed il suo contest :)
  
Leggi le 6 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Howl's moving castle / Vai alla pagina dell'autore: Marge