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Autore: Nico_KiS    19/03/2006    2 recensioni
Che succederebbe se il gruppo
degli Scudi Sacri si fosse diviso? E se i più improbabili ragazzi di tutto il
mondo di bey si trovassero coinvolti con un tenero e piccolo angioletto biondo?
E se il ragazzo più acido e spocchioso del globo si ritrovasse coinvolto con
una persona altrettanto cocciuta e orgogliosa? E se... E se... Se succedesse
qualcosa che non si aspettava nessuno?
Una raccolta di One-shot
scritta da me e da Ria a quattro mani: tutto quello che accadrà ai pers di bey
dopo la 3a stagione ^^... Con sorpresa finale ^o^!
 
[Capitolo 3: You Are My Eyes]
 
[…] Il suo tono si affievolì lievemente:
- Scusa. –
Katia ebbe un sussulto, stupita, Boris che si
scusava?! Con lei?! No, di sicuro stava scherzando… Eppure il suo tono era
dispiaciuto seriamente.

- Aaaah, ma che dico?! – esclamò sbuffando – Mica ho fatto
niente di male! Sei te che sei troppo suscettibile! –

Lei rimase in silenzio, lasciandosi sfuggire un
leggero risolino, ecco, quello era decisamente più da Boris!

 
Genere: Azione, Comico, Commedia, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
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Buongiorno signorine (sembri un pervertito… ndKei – Vuoi finire in una Yaoi

Buongiorno signorine (sembri un pervertito… ndKei – Vuoi finire in una Yaoi? -___-** ndJM) e cari lettori, è il turno del qui presente Jolly a postare un nuovo cappy, abbastanza melenso in certi punti x essere onesti… In altri abbastanza idiota ^^”” (Come voi 2 autori!!! NdTutti_pers - Occhio voi, xkè come vi ho fatto vi posso distruggere +___+ ndJM_cn_sguardo_omicida).

Stavolta ci spostiamo in America e i protagonisti saranno 2: Mariam e Jessie.

Per Lady Kairy, la tua teoria sulla distribuzione dei cap è stata giusta, ma non lo sarà per molto: infatti d’ora in avanti seguiranno ff a volte riguardanti personaggi degli stessi gruppi, altre volte no, la disposizione è fatta in modo da avere un ordine cronologico in funzione di nuove aggiunte di cap. (Sostanzialmente i Saint Shields sn finiti uno di fila all’altro sl x caso ^-^”” ndRia).

Ringraziamenti da me e Ria oltre che a Lady Kairy anche a Lenn Chan e Mao-Chan (Grazieeee x come la pensi, anke 2° me è uguale! Scusa, l’ hai mai visto quando perde contro Kei, prima si arrabbia poi dopo 3 sec. scoppia a piangere sulle ginocchia di Mariam! ndRia – Beato lui… ndJM_Max – Idioti -_____-***! ndRia)

Leggete questo cap e dateci i vostri giudizi, noterete che è un po’ corto, ma compensa il prossimo scritto da Ria.

Noticina, noticinaaaaaaaaa!!!

Sì, sì, giusto!

Allooora, in qsto cap ci sn degli spoiler di Psaico (niente di che) per riassumerla super-brevemente, Mariam è qui fidanzata con Max ^^! (che le fan di Max non mi uccidano né quelle che adorano Mariam e odiano lui please ^^”””… ndRia – La ascoltiamo? No, uccidiamola!!! NdFam_&_odiatrici_di_Max_curiosamente_alleate – Niu @___#!!).

Vabbè, nonostante questo, anche quelle che sono disgustate all’idea se potessero leggere cmq qsto cap ^^, E’ DIVERTENTE XD!

 

 

 

Seduta sul sedile in tessuto blu carta da zucchero Mariam guardava assorta fuori della finestra dell’oblò, scrutando il paesaggio evanescente su cui l’aereo stava volando: ancora un’ora e sarebbe arrivata a New York.

Era passato ormai molto tempo da quando era andata laggiù per sfidare il blader della Tartaruga Nera e sigillarne il Bit-power, quasi due anni, ma erano stati più che sufficienti perché n’accadessero, di cose! Lo scontro coi Bladebrakers, il secondo torneo mondiale, l’unico cui avesse partecipato assieme ai Saint Shields… Poi quella storia degli Psaico… Ad essere sincere Mariam era ben contenta che ultimamente la situazione fosse stata tranquilla. Eppure quello era il primo giorno, dopo tanto tempo, che sul volto della ragazza si leggeva un sorriso allegro e rilassato; probabilmente dipendeva dal fatto che, finalmente, lo avrebbe rivisto.

Ormai l’ultima volta che lei e Max si erano visti era stata quattro mesi prima, alla partenza della mora dall’aeroporto di Tokyo, e da quel momento aveva sentito l’americano solo grazie all’e-mail o al telefono, e solamente ora era riuscita a pagarsi il viaggio per gli State; cosa per nulla semplice, perché al villaggio il Consiglio e molte altre persone non approvavano per nulla che lei partisse, specialmente per andare ad incontrare il proprio ragazzo che, ancor peggio, non era della tribù.

A quel pensiero sussultò appena, le guance velate di un bel rosa acceso, poggiandosi poi sorridente al bracciolo del sedile; sospirò, già… Per una persona come lei, così orgogliosa e testarda, ammettere un sentimento del genere era stata un’impresa degna delle fatiche d’Ercole, ma non si sarebbe mai aspettata di essere corrisposta! Soprappensiero prese il bagaglio a mano da sotto al suo posto, lo girò col davanti verso di se e staccò il moschettone del piccolo portachiavi appeso alla cerniera, cominciando a rigirarselo tra le mani: una tartarughina ed un pesciolino di peluche. Le erano arrivati da parte di Max per il suo compleanno.

 

“E’ davvero scemo… - pensò, sorridendo di cuore – Solo ad uno come lui poteva venire in mente un’idea del genere!”.

 

Rimise i due ninnoli allo zaino e ripose questo al suo posto, senza smettere di sorridere: qualcosa le diceva che sarebbe stato davvero un bel viaggio.

 

- Ho solo un dubbio. – fece, cambiando d’improvviso umore e assumendo un’espressione terribilmente severa – Mi spieghi perché sei voluto venire con me, fratellino?! –

 

Così dicendo voltò la testa e fissò arcigna Jessie, tranquillamente seduto con le braccia conserte dietro la testa, le gambe incrociate sul sedile e un sorriso soddisfatto e un po’ strafottente in viso. La ragazza tirò un sospiro scocciato, appoggiandosi con aria sdegnosa allo schienale.

 

- Non ti capisco proprio! –

 

- Eddai, sorellona! – rispose vispo, mettendosi a sedere composto –Che problema c’è, non posso voler fare un viaggio con te? –

 

- Mi prendi per scema (gocciolone)? – sbuffò stizzita – So benissimo che volevi solo scappare dal villaggio perché non ti appioppassero il compito che volevano dare ad Ozuma! –

 

- Uhm… In parte! – sorrise lui; poi parve incupirsi, sospirando preoccupato – Povero Ozuma, chissà che testa gli staranno facendo adesso quelli del Consiglio! –

 

La ragazza divenne seria, mettendosi a fissare di nuovo il paesaggio: il Consiglio, quello era stato davvero un grosso problema. Forse il principale per cui aveva tentennato tanto per partire.

Non che non volesse, ovvio! Tuttavia lasciare completamente da solo il loro capo, in balia di quei vecchi che avrebbero contestato la sua decisione come avevano a lungo criticato Dunga, andato ad allenarsi per il mondo, la faceva sentire in colpa.

Mariam cercò di scuotersi, doveva fidarsi d’Ozuma, le aveva detto chiaramente che né lei né Jessie dovevano preoccuparsi del Consiglio perché se la sarebbe cavata da solo, anche se neppure le parole decise del ragazzo, quella volta, l’avevano molto rincuorata.

 

- Vabbè – riprese Jessie nuovamente allegro – sono sicuro che se la sta cavando. E poi – guardò la sorella con un sorriso malizioso – l’ hai sentito anche tu, no, quando siamo partiti? “Pensa a divertirti col tuo ragazzo!”. E io non voglio perdermi assolutamente la scena ^^! –

 

Mariam gettò un occhiata gelida al ragazzino, arrossendo sia per le sue parole sia per il ricordo delle prese in giro d’Ozuma, e si girò di scatto verso il finestrino.

 

- Ma guardatela, l’impassibile Mariam! Ti prego, posso farti una foto da portare agli altri ^-^? –

 

- Azzardati e ti cambio i connotati >\\\\\

 

 

 

 

 

Fuori dal gate 48 dell’aeroporto newyorkese Max camminava avanti e indietro con un sorriso sprizzante di gioia, guardandosi attorno frenetico; Michael, lì assieme al biondo e a Rick, si tratteneva a stento dal ridere, mentre il blader del Bisonte di Pietra si spazientiva sempre più.

 

- Insomma, la smetti di passeggiarci davanti?! – sbottò - Sembri un moccioso a cui hanno detto che Natale arriva due mesi prima! –

 

- Eddai, lascialo fare, è divertente ^^! – disse Michael sospirando ilare.

 

- Un tubo! – ribattè seccato – E poi perché siamo dovuti venire anche noi?! –

 

L’americano fece spallucce, sospirando, mentre il compagno incrociò le braccia borbottando.

 

- ECCOLI! Sono loro! –

 

Max indicò due figure farsi avanti tra la folla e salutarli, e senza aspettare un minuto si fiondò letteralmente nel gate bloccando Mariam in un abbraccio stritolante, un sorriso così radioso in viso che pareva far luce, mentre la mora divampò visibilmente.

 

- Oh, non sai come sono contento che tu sia arrivata! – esclamò, gli occhi cerulei che brillavano – It’s wonderful! –

 

Mariam rimase un istante immobile, lasciandosi sfuggire un sorriso, ma poi il suo occhio vigile inquadrò, un po’ distanti da loro, Jessie, Rick e Michael che tentavano invano di non scoppiare a ridere come dei matti; il rossore sulle gote della ragazza si accentuò per la rabbia e lei allontanò un poco Max, che la fissò sorpreso.

 

- Non esagerare… - disse un po’ fredda, riprendendo il suo colore – C’è troppa gente, non mi piace attirare in questo modo l’attenzione. –

 

Il biondino continuò a guardarla, ma poi annuì, anche se il suo tono era un po’ dispiaciuto. Intanto, ripresisi dalle risate, gli altri tre si avvicinarono e, dopo aver salutato anche Jessie, Max si sbrigò a fare le dovute presentazioni, che si rivelarono molto più brevi di quanto Mariam avesse previsto: evidentemente lei e i Saint Shields non erano così sconosciuti ai compagni di squadra del blader della Tartaruga, e lei credeva anche di saperne il motivo.

Poco dopo il gruppetto salì su un pulman del PPB, che li condusse alla sede centrale della squadra americana; Mariam fissò la città che si estendeva dal finestrino per gran parte del tragitto, rapita quasi quanto Jessie: anche se ci era già stata New York era sempre uno spettacolo affascinante.

Una volta arrivati furono accolti all’ingresso nientemeno che dalla professoressa Judy, che scambiò dapprima qualche parola col figlio, mentre Mariam la guardava un po’ curiosa: non c’erano dubbi che fosse la mamma di Max, si assomigliavano moltissimo, ma era una donna decisamente più affascinante di quanto si aspettasse e l’idea, anzi, la fama che aveva come ricercatrice erano elementi che cominciavano ad agitarla un po’.

 

- Tu devi essere Mariam invece, giusto? – le sorrise la donna, dopo che si fu presentata a Jessie; la mora annuì, nascondendo perfettamente il suo nervosismo – Ho sentito molto parlare in te, benvenuta in America. –

 

Le rivolse un sorriso gentile e riprese a parlare con Max, probabilmente per dargli disposizioni circa dove far dormire lei ed il fratello; Mariam la ringraziò dal profondo di non aver tirato in ballo discorsi come “la ragazza di mio figlio” o simili, non aveva bisogno di dare altre motivazioni a quei due stupidi compagni di Max di scoppiare a ridere come ebeti!

 

“Bene! Max, sappi che tua madre ha appena ottenuto 10 punti nella mia classifica della stima!”.

 

- D’accordo. – riprese Judy - Adesso, Max, che ne dici di mostrare la loro camera ai nostri ospiti? Non è propriamente un viaggio breve dal Giappone a qui. –

 

- Effettivamente io sarei un po’ stanca. – disse Mariam laconica – Jessie, tu cosa fai? –

 

- Se non ti spiace, sorellona, io mi farei una visita guidata del centro, così magari… -

 

- Capito, capito. – sospirò rassegnata, prendendogli lo zaino – Vai su, su! –

 

Il ragazzino non se lo fece ripetere e sparì nel corridoio assieme ai due All Stars e alla Professoressa, mentre Mariam e Max si dirigevano dalla parte opposta; la mora si lasciò sfuggire un altro sospiro, sapeva ce sarebbe andata a finire così: suo fratello non era molto vivace, ma trovandosi in vacanza temeva proprio che si sarebbe lasciato decisamente andare.

 

“Ormai conosco i miei polli… (gocciolone) ”.

 

Dopo qualche minuto di cammino i due arrivarono in una delle ali dell’edificio, quella adibita ad alloggio per tutti i blader del PPB che abitavano distante e dormivano direttamente alla sede nei periodi di allenamento. Con sicurezza Max condusse Mariam davanti ad una delle stanze, aprendola con una chiave che sembrava nuova di zecca. Mentre il ragazzo faceva scattare la serratura Mariam fu invasa da una strana agitazione, dovuta al fatto che adesso erano soli: e ora cosa poteva dirgli?

 

- Ecco qui! – sorrise il ragazzo, accendendo la luce. Mariam entrò, guardandosi attorno meravigliata, era una bella stanza doppia, tirata a lucido come uno specchio; Max la seguì, portandosi dietro le due borse – Potete restare qui quanto volete. Tanto è quasi come stare in un albergo ^-^! La stanza ha anche il bagno personale e la chiave, inoltre la mensa del centro è ottima! Parola mia ^^! –

 

Continuò a parlare sistemando i bagagli su di un letto e spiegando altre cose sul centro, senza che Mariam aprisse bocca; stava per uscire per lasciarle il tempo di darsi una rinfrescata, quando notò lo sguardo basso della ragazza e le si avvicinò, preoccupato.

 

- Che cos’ hai? –

 

- … … … Scusa… -

 

- Cosa? –

 

- Era da quattro mesi che non ci vedevamo, eppure io sono stata così fredda…! – in quel preciso istante si stava odiando, non c’era che dire, era davvero una ragazza modello! Quella che ogni fidanzato avrebbe mollato in due giorni!

 

- Lascia stare ^^! – rispose allegro, posandole le mani sulle spalle – La colpa è mia, sono stato troppo espansivo! E non dovevo portarmi appresso Michael e Rick, non sono cattivi, ma dovevo immaginare che ti avrebbero messo in imbarazzo. –

 

- Io non ero in imbarazzo! – ribattè orgogliosa – Mi stavano dando fastidio, con quelle risatine idiote mi ricordavano quel deficiente di Dunga! (Ma ce l’ ha solo con me questa ragazza -___-**? ndDunga – Pare ^^”””… ndJM) –

 

- Eh, eh, d’accordo, scusami. – le sorrise dolcemente – E’ proprio da te ^^! -

 

La ragazza lo fissò un istante, voltando la testa non appena sentì di arrossire; dopo qualche instante, però, si rigirò e gli gettò le braccia al collo, tenendo gli occhi serrati. Diamine, per una volta poteva mettere da parte la sua fierezza, no?! Max rimase un istante sorpreso, poi l’abbracciò anche lui, sorridendo come un bambino.

 

- … Mi… Mi sei mancato… - mormorò – Davvero tanto >\\\

 

- Anche tu… -

 

 

 

 

 

Il mattino successivo il sole cominciò a fare presto capolino dalle finestre del PPB, preannunciando una giornata splendida.

Con attenzione Mariam finì di aggiustarsi l’elegante coda alta, controllando che i lunghi capelli color ebano fossero in ordine; si alzò dalla sedia che aveva portato davanti allo specchio, si sistemò le pieghe della gonna beige e senza far rumore, per non disturbare Jessie, uscì dalla stanza. Il centro era molto silenzioso data l’ora, eppure la città non si era mai fermata e aveva riempito anche la notte dei suoi rumori lontani, segno della sua vita insonne. Neppure Mariam aveva dormito molto nonostante la stanchezza, ma aveva passato ore a rigirarsi nel letto avvolto nel buio. Era insolitamente nervosa, probabilmente perché si trovava in una situazione nuova e, forse, un po’ troppo melensa per i suoi gusti; certamente si sentiva ancora in colpa per come aveva trattato il suo ragazzo dopo quattro mesi di lontananza, ma non era stato neppure lui molto espansivo: anche quando si erano ritrovati da soli, il massimo che aveva fatto era stato ricambiare il suo abbraccio…

 

“Ma cosa sto pensando?! – si bloccò, arrossendo violentemente, si aspettava per caso qualcosa di più? – Ma sono diventata stupida?! Sembro la protagonista di uno shojo manga…!” – Aaaah, basta così!  - si rimproverò sospirando – Devo risentire del fuso orario!… -

 

Un rumore famigliare fermò i suoi passi e i suoi pensieri, facendola avvicinare ad una lunga vetrata che si affacciava su una delle sale per l’allenamento del centro, dove scorse Max, impegnato in una serie d’esercizi col suo Draciel. Mariam sorrise e aprì silenziosamente la porta, cominciando a scendere la scaletta che portava fino al pavimento della stanza, ribassata rispetto al corridoio, avvicinandosi poi all’americano senza far rumore per non deconcentrarlo.

 

- Mariam! – esclamò vedendola – Sei già in piedi? Come mai così mattiniera? –

 

- Potrei farti la stessa domanda… Comunque non riuscivo più a dormire. E tu? ti stai allenando per i prossimi mondiali? –

 

Lui annuì, richiamando il bey.

 

- C’è ancora tempo, in verità, visto che tra la ricostruzione della BBA e quella vicenda con gli Psaico il presidente ha dovuto rinviare a tempo indeterminato la data d’inizio, ma stavolta io e Rick non abbiamo alcuna intenzione di essere sconfitti! –

 

A Mariam scappò un sorriso nel vedere l’espressione del biondino, era sempre il solito, entusiasta e positivo, ma anche combattivo. Max la guardò trattenere una leggera risata e prese a fissarla: era diventata più alta, anche se lui era cresciuto le loro altezze si equivalevano, ormai il viso aveva perso gli ultimi tratti infantili e i capelli si erano allungati un altro po’, incorniciandoglielo perfettamente; il ragazzo rimase immobile qualche secondo, quant’era bella…

 

- Perché mi guardi a quel modo? – sbottò brusca, un po’ impacciata – Sai che non mi piace essere fissata! –

 

- Eh? – sbattè un attimo le palpebre, svegliandosi – N-no, scusa o\\\\o, è… E’ che io… -

 

Lei fece un’espressione minacciosa e gli afferrò con forza una guancia tra due dita, tirandola un po’.

 

- Ahi… (gocciolone) –

 

- Sai che non devi farmi arrabbiare, vero? – sorrise furba – Altrimenti rischi davvero grosso! –

 

Ammiccando lasciò la presa, sbuffando spavalda all’americano; Max si massaggiò leggermente la guancia, sospirando.

 

- Permalosa… -

 

Lei voltò la testa fingendosi offesa, ma la rigirò quasi subito, vedendo che Max la fissava di nuovo; questa volta, però, Mariam non riuscì a distogliere lo sguardo da quei profondi occhi oltremare, neppure quando sentì di cominciare ad arrossire. Sentì il ragazzo cingerle la vita e tirarla a se, baciandola timidamente, quasi temesse che lei lo respingesse; Mariam spalancò gli occhi smeraldo, sorpresa da quel gesto improvviso, ma si lasciò subito andare, cingendogli le spalle.

Quando Max si allontanò Mariam sorrise, sfiorandogli con un dito la guancia.

 

- Sei tutto rosso… sembra che tu abbia ancora più lentiggini. –

 

Lui fece un sorriso forzatissimo.

 

- Sono ridicolo, vero? Scusa, io… - lei fece un cenno di diniego, sorridendo divertita.

 

- Sei carino così. –

 

- Tu di più. –

 

Stavolta fu lei a sentirsi in imbarazzo, girando la testa e borbottando un “finiscila” per mantenere almeno un po’ del suo amor proprio.

 

- Senti… - continuò, portandosi impacciato un braccio dietro la testa – Non è che tu oggi… Sì, insomma, usciresti con me? –

 

Mariam lo fissò con tanto d’occhi, presa in contropiede dalla proposta: a pensarci bene, però, effettivamente loro due non erano mai “usciti assieme”, o perlomeno lui non glielo aveva mai chiesto così esplicitamente; forse quella era un’occasione per farlo.

La ragazza trattenne un sorriso esagerato, guardandolo con la sua solita aria di sufficienza.

 

- Potrei anche dirti di sì. –

 

Gli sorrise più dolce e sul viso di Max comparve l’espressione più felice e sincera che si potesse immaginare. I due si avvicinarono nuovamente, ma un colpo di tosse forzato li fermò: Max sobbalzò allontanandosi imbarazzato, mentre Mariam voltò la testa di scatto verso la scala, irrigidita.

 

- Disturbiamo ragazzi? – sorrise Michael con aria innocente, scendendo i gradini.

 

- Ma nooo, figurati! – sibilò il blader della Tartaruga sarcastico.

 

- A me sembrava il contrario. – ghignò Rick, guadagnandosi così l’odio di Mariam, che lo incenerì con lo sguardo proprio come fece col fratello, in piedi in mezzo ai due americani.

 

- Che stavate progettando sorellona? –

 

- Non credo siano fatti tuoi. – lo rimbeccò acida, incrociando le braccia al petto.

 

- Beh, se volevate uscire – continuò il capitano degli All Starz, avvicinandosi a Max – che aspettiamo? –

 

- Che -___O ?! – esclamarono i due all’unisono.

 

Il blader dell’Aquila sorrise divertito; Max lo guardò confuso e preoccupato, aveva un bruttissimo presentimento.

 

- Andiamo a fare un giro tutti insieme ^^! –

 

 

 

Mezz’ora dopo i cinque si trovarono a gironzolare per le vie di New York, la città che risplendeva ormai completamente della sua frenetica attività.

Mariam era furibonda, quegli idioti avevano proprio deciso di aizzarsela contro! Possibile che fosse così difficile per loro lasciale lei e Max un po’ da soli?! Dal canto suo anche Max era decisamente arrabbiato, Rick e Michael erano sempre come cane e gatto, eppure, da quando avevano scoperto che lui aveva la ragazza, si coalizzavano solo per rompergli le scatole. Il biondo sospirò, lo sapeva che non lo facevano per cattiveria, ma sinceramente adesso stavano esagerando! Eppure per qualche istante aveva sperato che gli “elementi di disturbo” desistessero, visto che Rick non era molto sicuro di andare coi due piccioncini, convinto che si sarebbero comunque appiccicati l’uno all’altra, ma Jessie aveva assicurato che la sorella non si sarebbe mai abbassata a fare una cosa così di fronte ad un pubblico del genere.

E purtroppo aveva ragione, Mariam non riusciva neppure a prendere la mano a Max, sentendosi addosso gli sguardi dei tre stupidi.

Anche così, però, Max l’aveva convinta a vestirsi come se fossero ad un appuntamento solo loro due, abbandonando il suo solito completo rosso e beige: ora aveva addosso una camicetta color crema senza maniche con un nastro a giro vita, una minigonna nera a pieghe squadrate ed un paio di stivaletti neri. (Mammuzza santissimaa… Max ma che regalo ti abbiamo fatto.. *ç* ndJM – Ora lo uccido +____+***! ndRia).

 

“Probabilmente ha qualcosa in mente. – pensava la mora lungo il tragitto – Ma cosa?”.

 

Dopo un po’ arrivarono ad un grosso incrocio, stracolmo di gente; mentre aspettavano il verde del semaforo Max prese a guardarsi attorno, sorrise deciso e afferrò una mano della ragazza avvicinandola a se, facendole segno di tacere alle sue proteste imbarazzate.

 

- Aspetta e vedrai ^^. – le fece l'occhiolino allegro.

 

Il ragazzo prese a passare lo sguardo dagli altri, poco distanti da loro, al semaforo, pronto come sulla linea di partenza ad una gara di corsa; quando spuntò il giallo il suo sorriso divenne più largo.

 

- Stai pronta! – le sussurrò complice.

 

Lei lo guardò un po’ confusa, ma annuì. Appena scattò il verde Max le strinse la mano e schizzò di lato tra la folla, confondendosi tra di essa.

 

- Ti ho invitata ad uscire ed è proprio quello che faremo! – fece entusiasta, svoltando l’angolo di un palazzo – Per niente al mondo rinuncerei ad uscire da solo con te ^-^! –

 

Mariam lo fissò, poi sorrise ed accelerò il passo superandolo.

 

- Allora andiamo ^^! –

 

Nel frattempo i ragazzi si erano accorti che qualcosa non andava: appena Michael capì che i due se l’erano svignata si trascinò dietro Rick, insinuandosi tra la gente; Jessie, invece, per niente abituato a tutta quella confusione, li perse di vista.

Quando riuscì ad uscire dalla calca si guardò attorno, impallidendo come un lenzuolo: era rimasto da solo!

 

- E ora… COME FACCIO?! -

 

 

 

Circa un’ora dopo Jessie si trovò ancora a gironzolare disperato per le strade della Grande Mela, senza riuscire a raccapezzarcisi in alcun modo: possibile che avesse così poco senso dell’orientamento?! E dire che di solito non gli succedeva, ma visto che si era distratto per tutto il tragitto, prendendo in giro la sorella, e non aveva fatto caso alla strada che portava al PPB, non doveva stupirsi se ora non sapeva assolutamente cosa fare.

Il ragazzino stava per cadere nel panico, quando all’improvviso, da dietro un angolo, avvertì il famigliare ronzio di un beyblade. Meccanicamente, quasi per tranquillizzarsi, si avvicinò furtivo, scorgendo un gruppetto di ragazzi fissare curiosi i due blader che si stavano affrontando: uno di loro, un ragazzetto con un baschetto sulle ventitré, sembrava decisamente in difficoltà.

 

- Avanti, vai! – esclamò infervorato l’avversario.

 

- Accidenti… SCHIVALO! -

 

Il bey tentò una manovra evasiva, ma l’altro ragazzino era decisamente più in gamba: con una curva a gomito riacciuffò l’avversario e cominciò a spingerlo verso il bordo; l’altro riuscì per un pelo a fuggire, ma il rivale non lo seguì, restando a ruotare sulla parete quasi verticale del BeyStadium.

 

“Cosa?!”

 

Il ragazzo col basco osservò la scena a bocca aperta.

 

- E’ finita! – esclamò l’altro, mentre il bey si staccava dalla parete quasi stesse saltando – K.M.J.!! -

 

Il Bit-chip del bey brillò per alcuni secondi e nello stesso istante la trottola piombò addosso all’avversario con forza esplosiva, spedendolo fuori campo.

 

- NO! -

 

- Oh sì invece! – replicò l’altro, prendendo il suo bey – YEVVAAAAAAI!!!! -

 

Il vincitore prese a saltellare, ridendo come un matto, poi si passò una mano tra i capelli biondo ossigenato sparati all’insù.

 

- Chi sono, gente, ma chi sono?! Largo al grande COLIN! SONO UN MITO!! – cantilenò, strizzando le sopracciglia nere come il carbone.

 

- Eccolo, l’abbiamo perso… Di nuovo… (gocciolone) – mormorò con un sospiro lo sconfitto.

 

- Piantala un po’, Colin! – lo rimproverò uno dei ragazzi.

 

Quello per risposta fece un sorriso a trentadue denti e si sistemò le polsiere canticchiando; il suo amico sospirò, scatenando le risate generali.

Nel frattempo Jessie, che non si era perso un attimo dello scontro, fissava la scena confuso e sorpreso: quel luccichio… No, era impossibile…

 

- Ehi, tu! – esclamò, avvicinandosi.

 

- Uh? –

 

- Quello di prima… Hai un Bit-power, non è vero? –

 

Tutti fissarono confusi il giapponese, cominciando poi a domandargli cosa stesse blaterando e chiedendosi cosa potesse essere questo Bit-che-cosa di cui parlava; solamente Colin, dopo qualche secondo, gli sorrise come se avesse posto la domanda più ovvia del mondo.

 

- Che sorpresa, allora li vedi pure tu? –

 

- Ehi, Co, ma di che diavolo sta parlando questo moscerino? – chiese brusco un bestione alto almeno due spanne di più di Jessie – Ci capisci qualcosa? -

 

- Tranquilli, ragazzi. – sorrise esageratamente l’ossigenato – Io e lui ci siamo intesi alla perfezione ^^! –

 

I compagni fissarono Colin ancora più confusi, sembrava che proprio nessuno di loro avesse la più pallida idea di cosa fossero le Creature Sacre.

 

- Senti un po’! – esclamò Jessie per richiamare l’attenzione – Voglio che mi affronti. Che cosa ne dici? –

 

Jessie e Colin si fissarono, quest’ultimo con un’espressione sempre più allegra e soddisfatta sulla faccia.

 

- Ci sto! –

 

Senza aspettare ancora i due ragazzini si misero l’uno di fronte all’altro, puntandosi contro i propri bey; il biondo tirò fuori una trottola, la base vermiglia e la parte superiore arancione, su cui brillava inequivocabile l’immagine di un animale. Jessie ne era certo, non si era sbagliato, ma tanto valeva verificare.

 

- In posizione! –

 

Il ragazzino biondo fece un cenno verso un compagno, che partì di malavoglia col conteggio. Al via, Mammut e il bey avversario furono lanciati con rapidità estrema al centro del campo, cominciando a scontrarsi senza preamboli.

 

- Cavolo… Ma gli avete visti?! -

 

- Guarda Colin, è la prima volta che è costretto a restare al centro del campo! -

 

Infatti il bey verde di Jessie non dava tregua all’avversario, continuando a ruotare in cerchio assieme a lui. Colin si lasciò sfuggire un sorriso compiaciuto, era da tanto che non trovava qualcuno che gli tenesse testa!

Anche Jessie cominciava a divertirsi, ma non doveva dimenticarsi il motivo della sfida: in quanto Saint Shield, non poteva permettere che i Bit-power rimanessero in mano di blader immeritevoli, per quanto quel ragazzo gli sembrasse a posto.

 

“Anche se un po’ esagitato… (gocciolone)” – D’accordo, vediamo, quanto ci sai fare: MAMMUT! – al comando lo stemma del beyblade prese a risplendere sotto gli occhi dell’americano, sul cui viso il sorriso si faceva sempre più grande - GREAT ROCK! –

 

- Credi per caso di spaventarmi? – il ghignetto del biondo fu accompagnato da un bagliore del suo Bit-chip, che fece sobbalzare lievemente Jessie, aveva indovinato! – AUSTRALIAN MEMORY! –

 

Di fronte al Mammut, avvolto in una luce colorata, si materializzò un enorme canguro con coda, zampe e testa corazzate di verde e grigio.

 

- K.M.J.! –

 

Il bey fece la stessa cosa dell’incontro precedente: velocissimo e inaspettato arrivò addosso all’avversario come saltando, eseguendo lo stesso movimento a mezz’aria del Bit-power, ma appena i due bey entrarono in collisione, stavolta, furono entrambi sbalzati nelle mani dei proprietari, mentre le Creature Sacre svanivano. Il giapponese sospirò, era stato un incontro lampo, ma da come Colin guardava sorridente lo stemma del bey aveva proprio l’impressione che non ci fossero problemi.

Tutto il gruppo attorno partì in ovazioni e applausi, era tanto che non vedevano uno scontro del genere; anche Colin, mentre Jessie rimetteva a posto il suo Mammut, cominciò a dargli delle pacche sulle spalle ridendo.

 

- Ehi, ma lo sai che sei davvero forte ^-^? Da dove sei sbucato, non ti ho mai visto da queste parti! –

 

- Io… - sentendo quella frase Jessie si bloccò, che stupido! Si era messo a perdere tempo quando doveva ritrovare gli altri!

 

- Che hai? – gli chiese Colin, notando la sua faccia impallidire.

 

- Che idiota che sono! Ecco, per la verità… Insomma, ero in giro con degli amici, però li ho persi di vista e non riesco più a trovarli e… -

 

- Ti sei perso? NO PROBLEM ^^! – disse allegro, facendogli segno di non continuare – Raga, ci vediamo in giro, io ora vado a dare una mano al nostro nuovo amico! –

 

- Ok… -

 

- Tanto fai sempre come vuoi Colin! – sospirò qualcuno.

 

- Grazie ^^! –

 

- Guarda che non era un… Vabbè, lascia perdere (gocciolone), ci vediamo. -

 

- OOOOOOK ^____^! Allora andiamo? – Senza aspettare una risposta il ragazzino afferrò Jessie per un polso e cominciò a trascinarlo verso la strada principale.

 

- In bocca al lupo ragazzino col nostro Colin! – urlò uno dei ragazzi a Jessie – Ne avrai bisogno! -

 

Jessie si voltò un istante senza capire, ma subito lui e Colin si ritrovarono in un’altra strade e il giapponese prese così a camminare con disinvoltura, senza più badare alle parole di quel tipo.

 

- D’accordo, allora, chi dobbiamo cercare? –

 

- Allora, due tizi, uno col cappel… - ma si fermò, riflettendo perfido – Anzi no, loro due lasciamoli perdere. Mi dai una mano a trovare mia sorella? –

 

- Tua sorella? – lo guardò un po’ schifato – Ma giri ancora con tua sorella?! –

 

- No, idiota. – gli rispose gelido senza troppi complimenti – Siamo venuti qui assieme, poi oggi lei usciva col suo ragazzo e volevo un po’ romperle le scatole. –

 

- Che infame! – rise di gusto – Sai che mi sei simpatico? –

 

I due camminarono per un po’, senza incontrare nessuno e per occupare il tempo presero a chiacchierare del più e del meno.

 

- Mi spieghi come mai hai voluto sfidarmi quando hai visto il mio Bit? – gli chiese Colin all’improvviso; Jessie lo guardò un po’, senza cambiare espressione.

 

- Così… -

 

- Non dirmi balle! – rise l’altro alla sua risposta vaga – Non ci credo neanche se mi paghi! –

 

Jessie sospirò, aveva già capito che con quel tipo non avrebbe risolto niente continuando a negare e basta.

 

- Diciamo solo – accennò appena – che il mio compito è controllare che chi abbia un Bit lo tratti bene, tutto qui. – “Mamma come l’ ho fatta facile (gocciolone)…!” (Troppo!! ndSaint_Shields)

 

- Aaaaaaah, tipo “setta segreta” o roba del genere? – chiese candido l’altro, incurante dell’espressione scettica che spuntava sul viso del giapponese – Ecco perché quei vestiti strani, sembri un po’ una ragazza! (Ma dove -___o? ndRia – Ma che sta dicendo? ndJM – Ah, noi nn lo sappiamo, siete voi gli autori -____-“” ndTutti) –

 

- CHE COSA?! – s’infiammò il giapponese fermandosi – Ma ti sei visto tu?! –

 

- Io? – così dicendo scrutò i suoi pantaloncini azzurro-jeans coi tasconi e le sue scarpe bianche con la chiusura alterale a zip, per finire con la sua canotta rossa - Perché scusa? –

 

- Ma dai, quei capelli mezzi bianchi con quelle sopracciglia nere come il carbone, gli occhi castani e la pelle abbronzata?! Sei biondo quanto me! Per di più sparati all’insù, hai preso la scossa stamattina?! –

 

- Ehi, vacci piano! – sibilò fissandolo minaccioso – Nessuno può criticare i miei capelli! –

 

- E allora nessuno può dire che sembro vestito da donna!! –

 

I due si squadrarono in cagnesco per una buona dose di minuti, piantati come due pali in mezzo alla strada (spostatevi che la gente nn passa! ndJM), per poi scoppiare a ridere come due cretini.

 

- AH, AH, AH, Ommamma… Ma lo sai che hai proprio una faccia da stupido?! – mormorò il biondo, tenendosi a stento in piedi.

 

- Eh, eh, eh, senti chi parla! – non c’era che dire, era davvero un tipo assurdo… Però a Jessie stava davvero simpatico.

 

Quando si furono ripresi i due continuarono le ricerche. Parlando, il discorso finì su come e dove Colin avesse ricevuto il suo Bit-power.

 

- Era in un monile regalatomi da un mio amico aborigeno. –

 

- Aborigeno? –

 

- Sì, io sono nato a Sidney. –

 

Il biondo raccontò così delle sue origini Australiane e, divagando poi su tutta la sua vita, cominciò a parlare di come fin da piccolo aveva cominciato a giocare a bey e aveva desiderato pian piano di entrare a far parte della squadra australiana per il mondiale, dalla quale fu però escluso e che non fu più formata a causa della magra figura fatta al torneo precedente; sperò poi di entrare negli All Stars quando si trasferì con la famiglia a New York per il lavoro del padre, ma anche qui il suo sogno fu infranto dai membri del PPB che lo esclusero dall’organizzazione per una serie di motivi che non gli furono spiegati.

 

- Dicevano che sono un “elemento turbolento”… - borbottò a mezza voce – Che esagerazione non trovi? –

 

Jessie evitò di rispondere. Colin continuò a raccontare, dicendo di come alla fine si era ritrovato a combattere per strada con vari ragazzi dei quartieri e a partecipare a piccoli tornei locali.

I due continuavano a parlare del più e del meno, ma, ad un certo punto, Colin si fermò di colpo, riflettendo. Jessie lo fissò un po’ sorpreso.

 

- Che succede? –

 

- … … Senti, ma com’è fatta tua sorella? –

 

Jessie quasi cadde per terra dalla stupidità di quella domanda.

 

- Vorresti dirmi che fin’ora l’ hai cercata senza neanche sapere com’era fatta (gocciolone grosso come la Divina Commedia)?!? –

 

- Beh, tu non me l’ hai detto! – rispose innocente. (Ma è cretino davvero… -____-“” ndAutori)

 

- Perché tu non me l’ hai chiesto, imbecille! Secondo te io ci pensavo?! Lo so com’è fatta mia sorella!!! –

 

Colin tacque di nuovo, sembrava stesse pensando.

 

- … … Senti, il suo ragazzo è di queste parti, giusto? Perché non mi dici come si chiama, magari lo conosco ^^! –

 

- Ci hai pensato solo adesso?! – sbuffò seccato – Ma accidenti…! Ora capisco cosa voleva dire il tuo amico, agisci a scoppio ritardato?! –

 

- Il mio amico? Che ti ha detto? –

 

- Niente, lascia perdere… (gocciolone) – sospirò rassegnato – Comunque è un tipo biondo, con gli occhi azzurri… -

 

- Bello, siamo in America! C’è pieno di tipi così! –

 

- E fammi finire! – ribattè seccato – Insomma, porta sempre una maglietta verde e gialla e dei pantaloni arancioni (a pensarci si veste peggio di te!), si chiama Max Mizu… -

 

- Mizuhara?! – lo fermò prima che finisse – MAX MIZUHARA?!? –

 

- Eh (gocciolone)? – fissò il biondo un po’ spaventato, aveva due occhi spalancati da far paura – Sì… Max Mizuhara… -

 

Colin tacque qualche secondo, senza mutare espressione; poi, come avesse capito quello che Jessie  aveva detto sorrise esaltato, urlando a squarciagola.

 

- TUA SORELLA STA ASSIEME AL MEMBRO MIGLIORE DEGLI ALL STARZ (Andiamoci piano… ndMichael – Ti rode vero ^-^? ndRia_cattiva) E TU NON ME LO DICI?!?! –

 

Jessie rimase rincretinito a fissarlo, decisamente preoccupato.

 

- Non credevo fosse così fondamentale… (gocciolone sempre più grosso) –

 

- Ma se è così è facile ^^! Basta portarti al PPB! – lo afferrò nuovamente per il braccio e cominciò a trascinarselo dietro tutto contento – Ehm, già che ci sei quando arriviamo là non è che ci metti una buona parola per me con quelli del centro? Tanto mi hai visto giocare, sai che sono bravo ^^! –

 

- … … … Di la verità, il tuo scopo era quello fin da quando hai scoperto di Max, giusto (gocciolone)? –

 

- Hmn… Sostanzialmente sì  ^___^! – sorrise angelico.

 

- … … (gocciolone enorme!) Lasciamo perdere… -

 

 

 

 

 

- Ancora non ci credo… MA COME AVETE FATTO A PERDERVELO IN MEZZO A NEW YORK?!? –

 

Mariam se ne stava ritta in piedi nell’ingresso del PPB sgridando Rick e Michael da almeno un quarto d’ora, mentre Max tentava inutilmente di calmarla.

 

- Avanti, non mi sembra così grave (gocciolone). – disse Rick con tono poco convincente.

 

- NON MI SEMBRA COSI’ GRAVE?!? IDIOTA, secondo te mio fratello ci riesce da solo a tornare qui?! – fece un’espressione così furibonda che l’americano stranamente evitò ancora di ribattere.

 

La ragazza continuò a rimproverare i due americani e a pensare a voce alta tra il furente e il disperato camminando lungo tutta la stanza, “la coppia di idioti” (come Mariam continuava a chiamare Rick e Michael) stava in silenzio, mentre Max cercava di calmarla seguendola nei suoi continui spostamenti; ad un certo punto la voce della giapponese fu interrotta da un’esclamazione alle sue spalle.

 

- Eccomi, sono tornato! – affermò allegro spuntando sulla porta.

 

Mariam gli corse incontro e lo abbracciò.

 

- Ero preoccupata… - mormorò, stritolandolo arrabbiata – Non sapevo che fine avevi fatto! –

 

- Non ti preoccupare sorellina sto bene. – la tranquillizzò lui.

 

La ragazza si ricompose e si allontanò dal fratello, gli altri si avvicinarono.

 

- Ma come hai fatto a tornare qui? – gli chiese Michael sistemandosi il berretto.

 

- Mi ha aiutato un amico… - sorrise Jessie indicando verso la porta dalla quale spuntò Colin.

 

- Salve! Mi chiamo Colin… – iniziò brioso –  Oooh, ma è cambiato un sacco qui dentro dall’ultima volta che l’ ho visto… - divagò immediatamente – E voi siete gli All Stars! – esclamò allegro.

 

Il biondino iniziò a guardarsi intorno e a ispezionare ogni angolo della stanza, dopodichè cominciò a girare attorno agli atleti osservandoli da capo a piedi.

 

- Si può sapere chi è questo tipo?! – sbraitò il blader del Bisonte irritato

 

- Dai, calma Rick, è solo un nostro ammiratore. – cercò di tranquillizzarlo Max.

 

- Si può sapere cos’è questa confusione? – sbottò Emily appena arrivata.

 

- Niente, niente, è tornato il fratello di Mariam e si è portato dietro uno strano tipo. –

 

L’americana guardò prima Michael e poi squadrò Colin in ogni minimo dettaglio, sobbalzando alla fine.

 

- Cosa ci fai tu qui?! Mi sembrava di averti fatto capire che non ci serve un tipo esagitato e creatore di disturbi come te! – sbraitò furibonda, riconoscendolo. Colin la guardò un istante per poi sbiancare.

 

- Cavolo…! Ma tu sei quella che mi ha sbattuto fuori alle selezioni della squadra americana! –

 

- Ma allora lo conosci già Emy? – la ragazza però non rispose a Max e continuò a scagliarsi contro l’australiano, che tentava invano di prevalere.

 

- Ehi, guarda che da allora sono diventato molto più forte…! –

 

- Non m’interessa minimamente, per quanto mi riguarda potresti essere più forte del campione del mondo, ma non possiamo tenere in squadra un irresponsabile come te! Ci basta già Rick di testa calda! –

 

- Grazie mille… -____-*** -

 

Il biondo cercò di difendersi con il sostegno di Jessie e ben presto scoppiò un’agitata controversia tra la ragazza e i due amici, che in poco tempo coinvolse tutti i presenti; quel caos attirò la Professoressa Judy che, informata circa la situazione, mise pace tra le parti opposte e, sentendo gli elogi che il blader del Mammut esprimeva sulla tecnica di gioco di Colin, decise di dargli una chance.

 

- Proverai a combattere contro un membro della squadra, se ti dimostrerai un valido avversario potrai entrare a far parte del PPB. – spiegò tranquilla.

 

- Ma Professoressa, per i problemi che io avevo già identificato nella personalità di quel ragazzino…? – protestò evidentemente contrariata.

 

- Oh Emily, non essere troppo severa… - la ammonì – Dopotutto un po’ di allegria in più non guasta di certo. –

 

Dopo questa affermazione Emily non ribatté ulteriormente, ma seguì a testa bassa il gruppo guidato dalla Professoressa fino ad una sala per l’allenamento.

 

- La prova si svolgerà qui. – spiegò la donna indicando lo stadio – Chi vuole sfidare Colin? –

 

Michael si fece avanti baldanzoso e si posizionò di fronte a Colin, Max pronto a fare da arbitro.

Al via, i due blader lanciarono e dopo alcuni veloci scambi di colpi entrambi evocarono i loro bit: l’Aquila e il Canguro, alimentati dalla determinazione dei loro possessori, si davano strenuamente battaglia, allo stesso modo i bey cozzavano tra loro emettendo rumori assordanti.

 

- Ammetto che sei un valido avversario… - sorrise Michael – Ma con me non hai possibilità! –

 

L’americano lanciò uno dei suoi colpi più potenti con l’intenzione di mettere fine all’incontro, ma, in un lampo di luce il bit dell’australiano sembrò scindersi in due e attaccare l’avversario: tutti furono momentaneamente accecati, quando riaprirono gli occhi rimasero stupiti vedendo che il bey di Michael era uscito dal campo mentre l’Australian Memory di Colin girava stabile al centro.

 

- M-ma come è possibile? – domandò scioccato.

 

- Semplice, ti ho battuto. – affermò tranquillo.

 

- Già, il mio amico te le ha date di santa ragione… - infierì Jessie.

 

- Hai davvero una buona tecnica ^^! – gli sorrise allegro Max: “Anche se non sono riuscito a capire cosa sia accaduto al Bit-power”.

 

- Però, nonostante la forza, non eri ben concentrato, vero Michael? – disse severa la Professoressa Judy, senza smettere però di sorridere – Sai bene che nessun blader deve essere sottovalutato! -

 

- A quanto pare Michael, ti dedichi troppo alle ragazze e troppo poco agli allenamenti. – scherzò Rick sogghignando.

 

Tutti risero, tranne l’interessato, ancora stupito: ben presto però l’incontro sembrò essere acqua passata e si venne a creare così un’atmosfera di confidenza e amicizia tale che presero tutti tranquillamente a ridere e scherzare; non che ci fosse molta alternativa, visto il carattere esuberante e trascinante di Colin.

Arrivò, tra conversazioni e risate, l’ora della cena, e l’intero gruppo, compreso Colin che sembrava proprio non avere la minima intenzione di smettere di divertirsi coi ragazzi, si diresse verso la mensa. Dopo un po’, quando la Prof. Judy si era allontanata per svolgere del lavoro arretrato, Rick e Michael poterono cominciare a sbizzarrirsi nelle prese in giro contro Max e “la sua Mariam”, come dicevano di continuo ridacchiando: così il lanciatore del PPB raccontò candidamente che il pomeriggio lui e il compagno erano riusciti a ritrovare e spiare “la tenera coppietta”.

 

- Poi dopo aver preso un gelato i nostri due si sono seduti su una panchina del parco, - fece allegro; Mariam, già furibonda per aver scoperto di essere stata pedinata, si trattenne a stento dal lanciargli in testa il tavolo - noi ovviamente eravamo dietro ai cespugli; ad un certo punto, avendo finito il gelato, la nostra Mariam era un po’ sporca attorno alla boccuccia, allora… - raccontava con tono divertito.

 

- Non osare continuare! – lo minacciò lei, capendo cosa volesse dire.

 

- … Il nostro Signorino Mizuhara ha avuto la brillante idea di… - continuò ignorandola.

 

- Zitto! Non dire altro! – esclamò lei sempre più furente, divampando.

 

Max: - Ha ragione, Michael, dannazione piantala! -

 

- … Diciamo che le ha pulito le labbra a suo modo… - seguitò sogghignando.

 

- Cosa intendi? – chiesero in coro Jessie e Colin trascinati dall’enfasi dell’americano.

 

- Che protendendosi verso di lei le ha tolto il gelato con le propr… - non riuscì a finire.

 

- SMETTILA! – urlò furente e rossa in viso.

 

Tutti scoppiarono a ridere, mentre Mariam ancora imbarazzata e arrabbiata si voltava dalla parte opposta visibilmente offesa; Max, nonostante fosse protagonista del racconto dell’amico, non aprì bocca, era immerso in una riflessione circa l’accaduto: il racconto di Michael era vero, lui aveva pulito le labbra della ragazza baciandola dolcemente, non sapeva di essere spiato, ma anche se lo avesse saputo, l’avrebbe fatto? Nella sua mente aveva già la risposta: Certamente. Sul fatto che fosse un problema dimostrare i propri sentimenti lui non era d’accordo: amava quella ragazza e, ne era certo, se avesse dovuto, non avrebbe esitato a urlare il suo sentimento davanti a tutto il mondo.

Si risvegliò subito dalle sue riflessioni e, dopo aver calmato Mariam, le tese la mano e insieme si diressero verso un posto dove sarebbero potuti stare in pace, senza nessuno che li spiasse.

 

 

Fermandosi con l’ascensore all’ultimo piano, la coppia salì ancora una rampa di scale.

 

- Si può sapere dove mi stai portando? –

 

Il ragazzo non rispose, ma si limitò ad aprire una porta metallica nera e a trascinare la ragazza oltre; Mariam si trovò quindi sul tetto del PPB: non era un posto molto ampio, assomigliava quasi ad un lungo terrazzo, con due lati abbastanza alti e gli altri due più simili ad un parapetto. Max fece un cenno alla sua ragazza col capo, indicando di fronte a se, e Mariam si girò verso la New York notturna: la notte ormai aveva coperto tutta la città con un manto scuro e velato, in netto contrasto con le sagome nere dei grattacieli e le miriadi di luci che nascondevano le stelle.

La mora rimase incantata a fissare il paesaggio, mentre Max le si portò accanto; lei lo sentì trattenere un risolino.

 

- Cosa c’è? –

 

- Niente… Mi è venuto in mente la prima volta che ci siamo incontrati… Ricordo che me ne stavo andando tranquillo per la strada ascoltando la musica, quando tu mi hai sfidato a beyblade. – ridacchiò di nuovo – Ricordo che la prima domanda che mi è passata per la testa era chi fosse quella tipa strana con quel mantello… -

 

- Grazie tante -____-***! – rispose seccata.

 

- Poi ho scoperto le tue intenzioni e quelle degli altri Saint Shields, e sarebbe una bugia se dicessi che non vi ho considerati alla stregua del Team Psykick perché volevate rubarmi la mia Tartaruga. –

 

- Non volevamo rubartela! Volevamo sigillarla per proteggerla!– replicò offesa; lui le fece segno di tranquillizzarsi e riprese.

 

- Lo so, per questo ho cercato di parlarti. –

 

- In che senso? – chiese un po’ confusa.

 

- Ricordi quando sono stato sfidato da quel ragazzino col Bit-power rubato dalla roccia? Quando siamo rimasti intrappolati in quel vecchio edificio abbandonato? –

 

- Certo che me lo ricordo! È un po’ difficile scordarsi del giorno in cui un palazzo rischia di crollarti in testa! – concluse pungente, ridendo.

 

- … Sai, allora… Quando ti ho vista infuriarti a quel modo per cosa stava succedendo a quell’animale sacro, la tua determinazione… E poi quando siamo rimasti bloccati là sotto, che non ti sei persa d’animo… - fece una pausa, sotto lo sguardo indagatore della mora – Insomma, mi avevi colpito.

Ho cominciato a pensare che fossi diversa, che fossi… -

 

- Più simile a te e ai tuoi amici? – lui scosse la testa.

 

- No. Speciale. – la ragazza lo fissò sorpresa – Volevo smetterla con quella battaglia assurda, volevo farti capire che per noi i Bit erano degli alleati… Ma soprattutto volevo rivederti. –

 

Mariam rimase in silenzio, continuando a fissarlo.

 

- Dopo quell’incidente continuai a rimuginare questo pensiero nella testa, ininterrottamente. Quando poi ci siamo sfidati al Luna Park e ci siamo riproposti una sfida in futuro… Allora ero felicissimo! – la guardò con un sorriso da orecchio ad orecchio – Insomma, mi piacevi già ^^. –

 

La ragazza lo guardò alcuni istanti, girando poi la testa di scatto verso il paesaggio sentendosi arrossire un po’.

 

- Avrei voluto dirtelo già in quel momento – continuò, giocherellando con la cinghia dove teneva le custodie di Draciel e del lanciatore – ma non mi sembrava proprio il caso di fronte a tutti gli altri, e poi… -

 

- Poi…? –

 

- … Mi avresti respinto, perché sei orgogliosa. –

 

- Come? –

 

- Beh, non posso dire che sarebbe successo proprio così, avresti semplicemente potuto respingermi perché non ti interessavo neppure un po’, ma quasi sicuramente sì; sei troppo fiera per accettare una cosa del genere.

Anche oggi me lo sarei dovuto ricordare, così avrei fatto tacere i ragazzi. Mi dispiace, loro non sono cattivi e io sono abituato alle loro battutine, ma avrei dovuto pensarci che ti avrebbero fatta arrabbiare. – la ragazza rimase in silenzio.

 

- … … Sì, te lo saresti dovuto ricordare. – brontolò a mezza voce; lui sorrise sospirando.

 

- Scusa… -

 

La ragazza non disse altro; pian piano gli si avvicinò, appoggiando la testa alla sua spalla.

 

- Fa lo stesso. –

 

Continuando a sorridere come un bimbo il ragazzo le poggiò una mano sulla spalla: incredibile, era riuscito a dirle tutto senza farla arrabbiare! Stava migliorando.

Con la mano libera Max le prese il mento, voltandola verso di se, e la baciò. Mariam rimase un istante immobile, ma ben presto si lasciò andare, sorridendo.

 

- Sai già per quanto tempo resterai qui? – le chiese ad un certo punto, appoggiandosi al parapetto; lei vi ci sedette sopra, accavallando con eleganza le gambe.

 

- Non lo so… Per la verità non ho una data precisa. – rispose, poggiando il viso su una mano – A meno che non sorga un inconveniente che richieda un’adunata dei Saint Shields, mio fratello ed io possiamo prenderci tutto il tempo che vogliamo. –

 

Gli sorrise di sottecchi; Max parve riflettere.

 

- Allora potreste anche fermarvi qui per sempre, che ne dici ^^? – ridacchiò.

 

- Ma che cavolate dici, scemo?! – lo rimbrottò seccata; il biondo la fissò.

 

- Guarda che dicevo sul serio ^^. – continuò, un sorriso sornione che non lasciava capire se stesse mentendo o scherzasse. Mariam sospirò.

 

- Sei irrecuperabile, Max… (gocciolone). –

 

 

 

Più tardi i due tornarono di sotto, cercando i ragazzi; e trovarli non fu affatto difficile, data la confusione che stavano facendo. Confusione raddoppiata visto che alla combriccola si erano aggiunti anche Steve ed Eddie.

 

- Sembra vi stiate divertendo (gocciolone)! – sorrise stentatamente Max, entrando nella sala dove il gruppetto si era riunito.

 

- Non c’è male, moccioso. – rispose Rick tranquillo, osservando Colin fare lo stupido sotto lo sghignazzare di Michael ed Eddie – L’amico che si è portato dietro il piccoletto è simpatico, sai Mariam? –

 

- Davvero? – rispose con sufficienza, guardando un po’ confusa Jessie che rideva come un matto.

 

- Ho l’impressione che si stia facendo tardi… - borbottò il biondo, lanciando un’occhiata di sfuggita all’orologio sul muro – Colin, non dovresti tornare a casa tua? –

 

Il ragazzino si sedette a gambe incrociate per terra e fissò l’ora, sbuffando.

 

- Sì, forse hai ragione… Già con quest’orario mia madre mi salterà al collo neanche fosse uno yurlungur(*) assatanato…! -  

 

- Un CHE  -____°””” ?! – fu lo stranito urlo generale.

 

- Niente, niente… diciamo solo che rischierò di essere scuoiato vivo XP. –

 

- Scusa, ma se è così non potevi andartene un pò prima? – gli rimbeccò secca Emily, infastidita dall’atteggiamento facilone di quel biondino; Colin sembrò rifletterci un po’.

 

- Per la verità me l’ero scordato… -

 

Nella sala calò un silenzio di tomba (gocciolone generale XD).

 

- Sei un caso disperato! – sbottò Emily acida.

 

 

Alcuni minuti dopo, comunque, tutto il gruppo era sull’ingresso a salutare Colin.

 

- Allora ci si vede, Jes, ok ^___^? – sorrise dandogli il cinque – Finchè non te ne torni in Giappone verrò a romperti le scatole spesso! –

 

- Io da qui non mi muovo. – ammiccò allegro di rimando.

 

- A presto anche a voi altri! – sorrise irriverente a Mariam e agli All Starz.

 

- Vedi di non combinare troppo casino in giro, moccioso. – lo ammonì ghignando Rick.

 

- Non sono un moccioso e piuttosto pensa per te, bestione! – rise, squadrandolo con aria fintamente minacciosa.

 

- AH, AH avanti, ragazzi! – rise Max, voltandosi poi verso Colin – Guarda che ti aspettiamo, d’accordo? –

 

- Certo XD! -

 

- Sarà meglio per te. – Michael lo puntò col dito con aria di sfida – Non credere che ti lascerò sparire dalla circolazione con una vittoria a tuo carico! –

 

- E tu non sperare ti faccia vincere! – fece un sorriso tronfio che per poco Michael non fu preso dalla tentazione di rompergli il naso; fortunatamente Steve lo trattenne.

 

- Sei forte piccoletto, ma non montarti la testa! – lo seccò Eddie.

 

- Tzs… Piuttosto – riprese Michael calmatosi – Non avevi detto che ti sarebbe piaciuto entrare negli All Starz? –

 

Tutti si girarono a guardare il loro capitano, sorpresi.

 

- Sì… Sì, la trovo una splendida idea! – sorrise Max.

 

- Per me si può fare… - si aggiunse Steve assieme ad Eddie:

 

- Effettivamente sono curioso di vederlo in azione. – Rick mandò uno sbuffo divertito.

 

- E i mocciosi in squadra aumentano… -

 

- EHI!! – Colin incrociò le braccia, ma Rick si limitò a ridere.

 

Michael si voltò verso Emily, che sospirò seccata.

 

- D’accordo, d’accordo, è bravo… Per me si può provare. –

 

Il suo amico sorrise. Lentamente si portò una mano alla visiera del berretto, con aria da grande uomo.

 

- Allora Colin, che ne dici, ti va di entrare nella nostra squadra? –

 

Scesero alcuni istanti di silenzio; poi, sorridendo angelico, il biondino li guardò uno per uno e ammiccò.

 

- No, grazie ^^. –

 

Ci fu in istante di silenzio generale.

 

- EH O_______O? (Autori: EH O______o?) –

 

- Ho cambiato idea; credo proprio che entrerò in squadra con l’unico che fin’ora mi ha messo nei guai col bey, ossia il mio nuovo amico Jessie ^-^! –

 

- EEEEEEH O__________O”””””?!?!?

 

- Tu che ne dici, Jessie ^^? – il giapponese fissò Colin un po’ sconcertato.

 

- Beh, ecco… (gocciolone) Ma ne sei proprio convinto? –

 

- Certo XD! Vabbè, adesso è proprio l’ora che vada! – data una spacca sulla spalla dell’amico saltò con un balzo tutti i gradini dell’ingresso e prese a correre, ridendo e salutandoli con la mano.

Tutti lo fissavano ammutoliti.

 

- Non ci credo… (gocciolone) – mormorò il blader dell’Aquila con la mascella praticamente dai piedi per lo stupore.

 

- Io ve l’avevo detto! – replicò Emily soddisfatta – Quello non ci sta tutto con la testa! –

 

Steve ed Eddie non risposero; Max ostentava un sorriso sforzatissimo.

 

- Ehi… Ma ha proprio detto in squadra con noi? – disse Mariam, ancora intontita – Un Saint Shield? –

 

Jessie guardò un istante la sorella, ed immaginandosi quel pazzo di Colin nei panni di Saint Shield scoppiò a ridere, tenendosi la pancia, e prese anche lui a salutare l’amico urlandogli dietro. Mariam si portò una mano alla fronte disperata.

 

- E io che volevo una vacanza tranquilla…! –

 

- Non so voi, ragazzi, - sospirò Rick prendendo a grattarsi la testa confuso - ma ho come la sensazione che, adesso, non ci libereremo di quel marmocchio tanto presto… (gocciolone). -

 

 

 

 

(*) Rettile folkloristico australiano (notiziola espropriata da Rave ^o^!)

 

 

 

http://img529

Ecco fatto, cosa ve ne pare? Aspettiamo vostri commenti… Qui di seguito le immy finora fatte da me e da Ria.

Eccole, finalmente ho capito come postarle XDDDD!!

Ria…. -____-“””

Ok, ok, scusa Jolly, mi calmo ^^! Cmq eccole, è quasi pronta anche quella di Zinedine, mancano sl alcuni tocchi. I colori sn di Jolly, il disegni miei ^^:

Yuki "doppia versione" con il Ghepardo

Yuki e Ozuma (scene varie... Povero Ozzi ^-^)

la piccola e dolce Marie ^\\^ (Ma cn chi l'abbiamo messa -___-"")

  
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