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Autore: _blackapple    13/07/2011    5 recensioni
“Penso davvero che vi stiate arrabbiando per niente, Arthur” Storia in cui Merlin salva la vita di Arthur per l'ennesima volta. Arthur però non è affatto contento. Oneshot, TRADUZIONE.
Genere: Comico, Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Merlino, Principe Artù
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Over-reactions and awkward situations

 
 
“Penso davvero che vi stiate arrabbiando per niente, Arthur” disse Merlin, con ammirevole noncuranza, mentre lui e il principe camminavano attraverso la foresta, come in un giorno qualsiasi tra principe e servitore.
L’unica differenza era che Arthur stava tenendo una distanza davvero irragionevole ed eccessiva tra lui e il giovane mago, precedendolo di molti metri – una distanza abbastanza ampia perché Merlin dovesse urlare per farsi sentire da lui, ma non così enorme da far sì che Merlin perdesse le sue tracce – e per giunta il principe stava letteralmente fumando di rabbia. Cosa che di per sé non era una gran novità.

Quella che in effetti era una novità, era il fatto che sia Arthur che Merlin fossero bagnati da capo a piedi e  stessero grondando acqua sporca mista ad erbacce e dio solo sa cos’altro.
Arthur non sembrava per nulla contento.
Merlin, da parte sua, alternava momenti di divertimento ad altri di noia più totale, a volte sorrideva tra sé e sé e a volte sospirava esasperato. Alla fin fine, a ben vedere, la situazione non era del tutto tragica e disastrosa: la giornata era calda e piacevolmente tiepida e di conseguenza Merlin si sentiva decisamente sollevato alla prospettiva di non dover congelare a morte durante le poche ore di camminata che li separavano da Camelot.
“Aaaaarthuuur?” Merlin tentò ancora, alzando leggermente la voce – non ci pensava nemmeno a tenere il passo con quel mulo del principe. Non con le scarpe così fradice e pesanti. -
Il giovane mago sospirò per l’ennesima volta, “Non pensate di star esagerando giusto un tantino a reagire così?”
Questo sì che catturò l’attenzione di Arthur. Il principe si bloccò, voltandosi di scatto verso il suo servitore
– che aveva pensato bene fosse meglio fermarsi ad un’adeguata distanza di sicurezza – e gli scoccò un’occhiata furiosa, ignorando del tutto le condizioni improponibili in cui si trovava, soprattutto quelle dei suoi capelli, arruffati e bagnati.
“Non sto esagerando a reagire così, perché non c’è proprioniente per cui io debba reagire!”
Merlin alzò gli occhi al cielo “Vedete? Lo state facendo di nuovo. State reagendo in un modo esagerato.”
Arthur diede rapidamente le spalle al mago, sbraitandogli parole molto poco carine mentre ricominciava a camminare. Parole che verranno qui in questa storia appropriatamente sostituite con “Levati dalle palle!”
Al che Merlin non poté trattenersi dal ribattere e approfittarne per sbeffeggiarlo “Su, su Arhur” lo rimproverò ironicamente, continuando a seguirlo attraverso la foresta, ma sempre mantenendosi ad un’adeguata distanza di sicurezza. “Questo linguaggio proprio non si addice ad un principe e-”
 “Giuro su Dio, Merlin, che ti prenderò per quello stupido fazzoletto che hai intorno al collo e ti trascinerò attraverso il bosco, se non chiudi il becco!
Merlin ignorò l’interruzione e continuò a prenderlo in giro con voce cantilenante, passandosi una mano attraverso i capelli bagnati. “–e se Gwen lo sapesse, beh…” Non riuscì a trattenere un ghigno quando Arthur si bloccò di nuovo, inchiodato sul posto all’udire il nome di Guinevere, ghigno che vacillò leggermente quando il principe ruotò sui talloni per fronteggiarlo e avanzò di qualche pericolosissimo passo in direzione del mago.
“Non azzardarti” sputò Arthur attraverso i denti serrati “a menzionare  nulla di tutto questo a Gwen”. Puntò un dito accusatore verso Merlin, abbassando leggermente la voce “O finirai in pasto ai cani, posso assicurartelo”
Merlin sbatté le palpebre una volta. Due volte. “Ok” disse alla fine, con la voce di un’ottava superiore al normale, ancora sorridendo ma ora tentando con grandi difficoltà di nasconderlo,
“Nemmeno una parola. Nada. Niet.” E finse di cucirsi le labbra.
Arthur osservò con sguardo gelido il giovane mago per ancora qualche secondo, prima di sospirare frustrato e girarsi senza una parola; sembrava non si fosse asciugato per nulla al sole ed era ancora furioso come non mai. Merlin immaginò che gli abiti pesanti e umidi del principe, soprattutto l’armatura che indossava sempre, non fossero il massimo della comodità per una camminata ed era proprio in giorni come quelli che egli era ben contento di indossare i suoi abiti sottili e logori, poiché si asciugavano molto più velocemente.
Camminarono in silenzio per un po’; Merlin si sentiva stranamente a suo agio ed impacciato nello stesso tempo. Impacciato perché Arthur si comportava da impacciato. Molto impacciato. Come un bambino.
Un bambino impacciato, testardo e idiota, per la precisione.
Tutta quella situazione era stata divertente e comica all’inizio: guardare l’espressione di Arthur cambiare dalla confusione alla consapevolezza, dall’incredulità al disgusto più totale, aveva probabilmente regalato a Merlin i tre secondi più divertenti della sua vita. Ma ora cominciava a diventare leggermente più irritante e noioso.
Così, nel tentativo di scacciare un po’ della noia, Merlin decise di provare a ravvivare un po’ la conversazione.
“ Il tempo è stato davvero buono ultimamente, no?”  Chiacchiere sul tempo. Perfetto.
“Gaius l’altro giorno diceva che le piante di Belladonna saranno presto nella stagione della raccolta…”  lasciò la voce spegnersi lentamente, ricordando che Gaius in effetti aveva bisogno di rifornirsi di alcune erbe e che sicuramente avrebbe mandato lui a vagare per la foresta.
Di fronte a lui, non più così lontano come prima, Arthur rise. Non era però una risata divertita; ma più sarcastica, derisoria e presuntuosa.
“Fiori, Merlin? Davvero, sei una proprio una donnicciola.”
Merlin si accigliò e lo guardò male. Beh, guardò male il retro della sua testa, in realtà, poiché stavano ancora camminando e Arthur stava ancora fingendo di non considerarlo, ma comunque sia lo guardò male. Si morse la lingua per non rispondere come suo solito chiamandolo “asino idiota” e per trattenersi dallo spiegargli che la Belladonna era una pianta, nonostante sembrasse un fiore. Era un’erba… in incognito.
E dunque invece di ribattere acidamente sorrise tra sé e sé “Beh, Arthur, penso che tutto sommato…”
Merlin avrebbe avuto tutte le intenzioni di finire la frase, se solo Arthur non avesse improvvisamente lanciato qualcosa di largo ed appuntito in direzione della sua testa (una roccia forse?), mancandolo giusto per un soffio.
E mentre sobbalzava e indietreggiava leggermente, Merlin non poté trattenersi dal sospirare nella sua testa, considerando che anche quando era lui stesso a trasportare l’equipaggiamento per la caccia (o quello che ne era rimasto), Arthur era tuttavia ancora il più pericoloso e minaccioso dei due.
Arthur, da parte sua, lo stava guardando dal punto dove si era fermato, lanciandogli occhiate che avrebbe potuto uccidere un esercito di non-morti. “Chiudi il becco, Merlin!”
“Non ho detto niente! ” protestò quello con un tono canzonatorio, ancora sorridendo leggermente.
“Sta zitto e basta”
I due uomini si fronteggiarono. Arthur ancora con quello sguardo truce sul viso – ad un certo punto Merlin pensò che lo avrebbe trapassato da parte a parte con quell’occhiata – e Merlin ancora con quel sorriso. Però stava effettivamente svanendo, sostituito dalla stanchezza mentale. Nonostante Merlin amasse le loro piccole baruffe, questa stava diventando davvero stancante…
Finalmente, dopo un altro sospiro, questa volta di sconfitta, Merlin ruppe il silenzio
“Lo sapete vero Arthur che la respirazione bocca a bocca non è… beh… non è niente? Se non l’avessi praticata, voi sareste annegato!” disse con un tono molto colloquiale, come se non potesse essere più ovvio. Il fatto che fossero entrambi ancora umidi (soprattutto Arthur) avrebbe dovuto essere sufficiente per spiegarlo a quel mulo del principe.
L’occhiataccia di Arthur si fece soltanto più minacciosa, nonostante ora sembrasse anche disgustato “Ovviamente lo so. Semplicemente  è stato disgustoso” distolse lo sguardo dal giovane mago, come se non potesse nemmeno più guardarlo (il che era sia buffo che offensivo per Merlin)
Merlin represse una risata e al suo posto indossò un’espressione esageratamente offesa.
“Mi sento insultato”
Arthur non si curò nemmeno di guardarlo “Bene”
“Non pensavo fosse stato così male, dopotutto”
“Sai che ti dico? Sarebbe stato meglio annegare, Merlin”

Una pausa.  “Sapete che è stata sostanzialmente colpa vostra, vero?”
Ora Arthur sì che lo stava guardando, con gli occhi spalancati e pieni di rabbia “Cosa?”
Il mago scrollò le spalle “Beh, se non foste caduto da quel ponte…”
“Non ho fatto nulla del genere” Lo interruppe Arthur quasi urlando “è crollato sotto ai miei piedi!”
Merlin ruotò gli occhi al cielo. “Bene, allora. Se voi non foste così grasso..”
“MERLIN!”
“…il ponte non sarebbe crollato, voi non avreste fatto un volo di tre metri fin nel fiume – dopo essere svenuto per aver sbattuto sui resti di pietra del ponte, per la precisione – e io non avrei dovuto saltare in acqua per salvare il vostro regale deretano..”
“Dovrei metterti alla gogna per questo!” urlò il principe, davvero ad un passo dall’essere fuori di sé. Lui era il principe e nessuno doveva permettersi di parlargli in quel modo.
Merlin rispose sarcasticamente, ma senza divertimento stavolta, incrociando le braccia sul petto
“Per cosa? Per avervi salvato la vita?”
Silenzio.
“…”
“…”
Arthur improvvisamente trovò gli alberi davvero molto interessanti, mentre si schiariva la gola con fare casuale e scostava alcune ciocche di capelli umidi da davanti agli occhi “A proposito di quello…” cominciò maldestramente, “um… grazie”
Dopo un breve momento di sorpresa, Merlin sorrise “…di niente” disse, genuinamente felice per il ringraziamento, sebbene fosse stato riluttante e maldestro. “Visto? Era così difficile?”
Arthur si voltò “Sta’ zitto” disse infine prima di ricominciare a camminare, ma non più con quell’andatura arrabbiata che aveva tenuto fino a quel momento e così questa volta Merlin riuscì a raggiungerlo. Camminava sempre dietro di lui, ma ad una distanza normale – come tra padrone e servitore o amico – invece che ad una distanza decisamente di sicurezza.
E nonostante fossero zuppi, stanchi e, nel caso di Arthur, doloranti a causa di un bernoccolo sul retro della testa, il viaggio di ritorno verso Camelot fu ragionevolmente quieto e tranquillo.
“Spero che tu sappia che se osi anche solo menzionare un’altra volta quello che è successo oggi, io ti…”
“Mi darete in pasto ai cani, lo so, Arthur, lo so”

 
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Tre giorni più tardi, Gwaine venne a sapere tutta la storia da Merlin.
(Merlin giurò che fu una svista)
E apparentemente Gwaine non era affatto capace di mantenere un segreto e di conseguenza pensò bene di stuzzicare Arthur.
Qualche ora più tardi sia Merlin che Gwaine furono gettati nei sotterranei e non furono lasciati uscire finché ad Arthur non sbollì la rabbia.
 
Gwaine, però, pensò che ne era davvero valsa la pena. 













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Traduzione della fanfiction di Justine Themis che potete trovare qui:  LINK Tutte le recensioni saranno tradotte in inglese e inviate all'autrice (: 
   
 
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