|. Lucky .|.
by Isha
Orlando arriva a Wellington per la premiére mondiale di ROTK, ma deve anche fare i conti con il passato... con sentimenti che ha tentato di dimenticare per troppo tempo...
Sentimentale/Commedia | Slash | Rating PG - 13 | One Piece
Mae govannen ^_^
Se tutto procede come
penso io, questa dovrebbe essere la mia seconda fic… sempre
che riesca a finire di scriverla.
Questa fic è liberamente
ispirata alla canzone “Lucky” di Bif Naked... ed è stata
largamente influenzata dalle fotuzze della premiere a Wellington
e dalle voci di una fantomatica bionda che appariva nelle
foto assieme ad Orli.
Ovviamente i fatti di questa fiction
sono di mia immaginazione e non conosco le persone qui nominate
(perchèèè???)
Prego le lettrici (e gli eventuali i lettori)
di depositare armi e/o oggetti contundenti negli appositi
armadietti prima di iniziare la lettura, il perché lo scoprirete
dopo poche righe.
Kiss
Isha_ke_si_va_a_nascondere
29/11/2003 Road to Wellington / Strada per Wellington
Sto ritornando nella Terra
di Mezzo dopo almeno un anno. Non avrei mai voluto farlo…
da quando sono partito ho cercato di tagliare i ponti con
gli altri il più possibile… ma PJ mi avrebbe trucidato se
solo avessi accennato a rispondere no. “Non posso permettere
che l’Elfo Legolas non sia presente a questo evento” aveva
detto senza ammettere repliche
Non odio la Nuova Zelanda,
tutt’altro. Il periodo passato a girare LOTR è stato il
più bello di tutta la mia vita. Odio solo il pensiero di
ritrovare ciò che ho perduto per sempre.
Faccio un sospiro… ce
l’avrei fatta. In fondo sono solo tre giorni, e accanto
a me ho il mio amore, la Brutta-Barbie-Bionda… hemmm… (Ele
si affretta a correggere) la mia Kate.
L’ho portata con
me per aiutarmi ad affrontare questa première, perché mi
infonda un po’ di coraggio, ma adesso che ho bisogno della
sua presenza… lei dormi. È crollata poco dopo la nostra
partenza e sta ancora dormendo, sul sedile dell’aereo accanto
al mio, mentre mi poggia dolcemente la testa su una spalla.
Non posso fare a meno
di chiedermi come la accoglieranno gli altri. La mia “fidanzata
ufficiale”. Sicuramente con entusiasmo, ma conoscendo i
soggetti non so quanto tutto questo possa essere un bene…
so cosa potrebbero combinare, soprattutto gli Hobbit. Non
ci avrebbero messo molto a preparare una delle loro scenette,
sputtanandomi per tutta la vita, semplicemente raccontandole
tutte le figure di m. che ho fatto, tutte le cose che le
avrei tenuto nascoste, come per esempio… come per esempio
Viggo.
Ci mancherebbe solo quello. Una bella rivelazione
della mia storia con lui, sempre che qualcuno se ne fosse
mai accorto.
Mi muovo, a disagio e lei si sveglia, cominciando
a stiracchiarsi e a stropicciarsi gli occhi
“Hum… quanto
manca?” mi chiede appena sveglia.
Controllo il mio orologio
“Ancora un paio d’ore”
“Due ore?!?” esclama con una smorfia
“Ancora?”
“Nel caso non te ne fosti accorta, hai dormito
per sei ore di fila… poi stanotte che fai?”
“Indovina?”
mi risponde maliziosa. Poi si sporge verso di me, catturando
le mie labbra in un bacio.
“E tu che hai fatto per tutto
questo tempo?” mi chiede guardandomi, interrogativa.
“Niente
di speciale” le rispondo alzando le spalle e lanciando un’occhiata
al libro che avevo abbandonato nella retina portaoggetti.
In verità ero rimasto a pensare tutto il tempo, ma quelli
erano esclusivamente affari miei.
“E non hai dormito
neanche un po’?” mi chiede di nuovo, premurosa “Mi sa tanto
che allora stanotte non resisti” conclude sussurrandomi
all’orecchio
Non riesco a trattenere una risata “Guarda
che sono collaudato”
“Ah sì? E con chi?”. Si finge gelosa
Io
non rispondo, non mi carpirebbe quel nome nemmeno con le
tenaglie. “Sei troppo curiosa mia cara” è tutto quello che
le dico mentre ho sulle labbra un sorrisetto malizioso.
Quando atterriamo a Wellington
è tardo pomeriggio.
Mi ritrovo immerso nel passato,
è tutto come mi ricordavo… beh a parte qualche piccolo particolare
di 4 metri per 6 che pubblicizza la première di ROTK che
sarà fra due giorni, e varie altre immagini del film di
Peter…
Io e Kate cerchiamo di mescolarci in mezzo alla
folla di gente che arrivava e partiva.
Io indosso un
cappello dei miei, quello che tutti dicono sia orrendo,
mentre lei ha i capelli legati in una semplice coda ed un
paio di occhiali da sole neri.
“Orli… gruppo di ragazze
sospette ad ore 12” mi dice lei facendosi appena sentire,
sopra il brusio dell’aeroporto.
“Ricevuto” rispondo
scherzosamente e, presala per mano, mi metto a correre in
mezzo alla folla, mentre entrambi ridiamo.
“Aspetta,
i bagagli! Dobbiamo andare di la!” mi grida lei fra le risate,
per poi trascinarmi in direzione dei tapis-roulant.
Ancora
ridacchiando, ci fermiamo in un lungo corridoio dove ci
avrebbero riconsegnato le nostre valige.
Mentre Kate
si guarda intorno, sperando di non aver più gente inopportuna
intorno, la mia attenzione viene attratta da un ennesimo
cartellone con le immagini del film… solo che non ho più
pensato a quella scena da quando ho lasciato quello stesso
aeroporto, quando la sola cosa che volevo era dimenticare.
Era
un’immagine di Legolas… e Aragorn, nella notte, entrambi
di profilo.
“Orli…” sento una voce chiamarmi, ma non
la sento veramente. Sono preda dei ricordi. Poi Kate mi
abbraccia dal dietro, cingendomi la vita e segue la direzione
del mio sguardo.
“Aspetta, com’era quella battuta?… ah
si ‘The Eye of the enemy is moving’” dice cercando di imitare
la mia voce.
Intreccio le mie mani con quelle di lei…
ma la mia mente è lontana… forse era grazie alle tenebre…
o forse è il fatto che Viggo era di profilo… ma quella foto
mi ricorda incredibilmente Moria. Ed era proprio mentre
giravamo quelle scene che era iniziato tutto.
23/01/2001 Wounds from the past / Ferite del passato
Eravamo andati a fare
surf. Io, gli Hobbit e Viggo. Beh tutto sommato era stata
una bella giornata, tranne per il fatto che ad un certo
punto Viggo si era preso una tavolata in faccia, causandosi
un bell’occhio nero.
Quando siamo andati a dirlo a Peter
non sapevo più se dispiacermi per quanto era successo o
ridere per le facce che stava facendo il regista mentre
ascoltava com’era successo.
La sera era stata organizzata
un’uscita al pub. Viggo naturalmente non sarebbe andato.
Era poco espansivo in condizioni normali… figurarsi conciato
in quel modo.
Così quando Elija venne a chiedermi se
mi sarei unito a loro per la serata declinai l’offerta,
spiegando ciò che avevo in mente. Dovevo essere stato convincente
perché si limitò ad annuire dicendo “Sono sicuro che gli
farà piacere”
E così, quando gli altri partirono, presi
un paio di confezioni di birra e mi diressi alla roulotte
di Viggo.
Bussai alla porta e quando
lui mi vide rimase sorpreso.
“Orli, che ci fai qui?”
“Mi sento in colpa” dissi senza riuscire a trattenermi
“In
colpa? E per cosa?” chiese lui, facendosi da parte per farmi
entrare
“Per quello che è successo oggi… non avrei mai
dovuto insistere così tanto” dissi mentre lui chiudeva la
porta alle mie spalle
“Orlando!” mi disse, e d’istinto
mi voltai verso di lui “Guarda che tu non mi hai obbligato.
Se non avessi voluto sarei rimasto qui”
Chissà perché
non credevo per niente alle sue parole, ma gli sorrisi,
annuendo.
“Comunque… non potevo lasciarti solo soletto…
quindi ho deciso di restare per farti un po’ di compagnia”
feci una pausa, fissando il tavolo ingombro di carte “A
meno che tu non abbia da fare…”
“No” si affrettò a rispondere
“Stavo solo rimettendo a posto un po’ di carte, tanto per
passare un po’ il tempo”
“Ho portato qualche drink” dissi
sollevando le birre che avevo in mano.
Ci mettemmo a
chiacchierare del più e del meno… di film passati, delle
proposte future, della nostra vita in generale, mentre le
bottiglie vuote per terra aumentavano di numero.
Cominciammo
a parlare del LOTR quando non eravamo più tanto sobri, ma
nemmeno tanto ubriachi da non accorgerci di quello che stava
succedendo. O almeno, io ero in queste condizioni.
Ad
un certo punto Viggo si mise a parlare di Liv.
“Lo sai
che ha chiesto a Peter?” io scossi la testa e lui continuò
“Ha chiesto di tagliare qualche nostro bacio dal copione
(le fan, sentitamente, ringraziano ^_^) perché le da fastidio
la mia barba”
disse lui, passandosi i polpastrelli sulle
guance con espressione pensierosa. Non potei fare a meno
di trattenere una risata “Ma dai, non ci credo… non sarà
mica la fine del mondo…. Tante storie per la barba”
“Che
ne sai tu che effetto fa? Hai mai baciato qualcuno con la
barba?” mi chiese lui, incuriosito
“No…”. Mi maledissi
per un attimo. Avevo risposto troppo velocemente e detta
in questo modo la frase sembrava avere un seguito. Lui lo
notò.
“No… ma?”
“Ma…” mi inumidii le labbra e lo
fissai, con un coraggio che non mi sarei mai aspettato di
avere “Ma non mi dispiacerebbe provare”
“E perché
non lo fai, principe di Bosco Atro?” disse con un’espressione
fin troppo seria
“Mi stai sfidando, sire di Gondor?”
chiesi rispondendogli per le rime
“Non è una sfida Orlando”
continuò guardandomi fisso negli occhi. Capii anch’io. Non
era una sfida, era un invito. Mi sporsi sopra il tavolo
e unii le mie labbra a quelle di lui. Rimanemmo immobili
per alcuni attimi, poi presi a mordicchiargli il labbro
inferiore e a quel punto Viggo rispose al bacio. Le nostre
lingue cominciarono a incontrarsi e a sfiorarsi senza cercare
di dominare l’uno sull’altro.
Viggo mi premette dolcemente
la mano sul collo, attirandomi verso di lui e io sentii
le lacrime di gioia pungermi gli occhi.
Ci separammo
solo quando sentimmo il bisogno di respirare, anche se io
avrei volentieri continuato… ma non potevo lamentarmi. Ero
riuscito a fare ciò che sognavo da tantissimo tempo e non
potevo chiedere altro dal destino. Sapevo che era ora di
andare.
“Beh…” dissi con un sorrisetto “secondo me Liv
si sbaglia”. Ormai non avevo più niente da dire e volevo
evitare di far scendere fra noi un silenzio imbarazzante.
Mi alzai in piedi, facendo per dirigermi alla porta. “Ci
vediamo domani”
Ma anche Viggo si alzò, si avvicinò a
me e mi fece voltare verso di lui “Sai… baci dannatamene
bene, Elf Boy”
Quasi non riuscivo a credere a ciò che
le mie orecchie. Ma poi fu lui a baciarmi, mentre indietreggiava
in direzione della sua camera da letto e mi “costringeva”
a seguirlo attirandomi con baci veloci sulle labbra… anche
se ho l’impressione che non deve aver faticato molto.
Una
volta arrivati, lui si lasciò cadere sul letto, trascinandomi
con se. Caddi sopra di lui e non potei impedirmi di sussurrare
“Ti amo”
Forse stavo esagerando… forse non avrei dovuto
dirlo. Sperai che non mi avesse sentito, ma non era così
“Dillo
di nuovo” mormorò al mio orecchio. Le sue labbra mi sfiorarono
e venni scosso da un brivido.
“Ti amo” gli dissi mentre
gli aprivo i bottoni della camicia “Ti amo” ripetei mentre
gli baciavo le labbra “Ti amo” mentre gli baciavo il collo
“Ti amo” mentre gli accarezzavo la pelle nuda del petto.
Quella notte ci amammo,
profondamente e intensamente. Non avevo mai provato niente
del genere prima di allora. Lo pregai, lo implorai quasi
di prendermi, di farmi completamente suo.
Viggo entrò
in me, con dolcezza. Io tentai di tenere gli occhi aperti
per guardarlo, per imprimere nella mia mente ogni espressione
del suo volto, ma presto non resistetti e li chiusi.
Raggiungemmo
il piacere insieme. Io gridai il suo nome, e lui il mio.
La mattina dopo mi svegliai,
ma rimasi immobile, senza aprire gli occhi. Avevo paura
di svegliarlo, paura di vedere i suoi bellissimi occhi azzurri
pieni di rimorso, dubbio o paura.
Ad un certo punto,
però, mi sentii accarezzare i capelli. Mi voltai verso di
lui, guardandolo.
Si era appoggiato su un gomito e mi
guardava, sorridendo. I capelli erano scompigliati, ma questo
lo rendeva ancora più dolce. Era bellissimo e non riuscendo
a resistere, lo baciai.
Lo amavo, e quella era l’unica
cosa importante. Non mi importava degli altri, della carriera…
era solamente di lui che mi importava.
Quando John mi chiese
dove ero finito la sera precedente gli dissi che ero passato
a fare quattro chiacchiere con Viggo e poi, un po’ alticcio,
mi ero addormentato sul divano… mi ricordo che Viggo faticò
per non scoppiare a ridere… ma riuscì a rimanere impassibile,
e John non si accorse di niente… era troppo occupato a prendermi
in giro.
Scuse simili a quella furono usate molto nei
periodi successivi… a volte da me e a volte da Viggo… e
per quanto ne so io, siamo stati abbastanza cauti da non
farci scoprire da nessuno.
29/11/2003, 16.30 The beginning of the end / L’inizio della fine
“Orli, siamo quasi arrivati”.
Qualcuno mi scuote dolcemente per una spalla. Apro gli occhi
e mi ritrovo in un taxi, diretto verso l’hotel dove avremmo
alloggiato.
“Sì, sono sveglio” mormoro. Kate annuisce
e riprende a guardare dal finestrino, curiosa e mentre io
torno a pensare all’inizio della fine.
Successe qualche giorno
prima della mia partenza da Wellington.
Viggo mi chiamò
nella sua roulotte e io ci andai, senza sospettare nulla.
Cominciai ad avere paura quando vidi la sua espressione.
C’era qualcosa che non andava, qualcosa di sbagliato.
Mi
fece sedere ma lui rimase in piedi, a camminare nervosamente
per la stanza.
“Orlando, io… penso che dovremmo finirla
qui. Quello che c’è stato fra di noi non può avere un futuro”
Teneva gli occhi bassi, non aveva il coraggio di guardarmi,
mentre io non gli toglievo gli occhi di dosso.
“Viggo…”
“Prova
a immaginare cosa succederebbe se venisse fuori una cosa
del genere. Ci hai mai pensato? Beh, io sì… e per quanto
tenga a te non posso rinunciare a tutto il resto.” Portò
i suoi occhi ad incontrare i miei, ma tutto quello che lessi
era una fredda determinazione. Tutto l’amore che c’era per
me era sparito “E pensa anche a te… alla tua carriera” continuò,
ma io non volevo sentire.
Scossi la testa.
“Non voglio.
Io ti amo, non posso lasciarti” Lo amavo, e quella era
l’unica cosa importante. Non mi importava degli altri, della
carriera… era solamente di lui che mi importava.
Forse
avrei dovuto dirglielo… ma lui mi interruppe.
“Orlando…
è finita. È stato solo un bel sogno… ma purtroppo, come
tutti i sogni, è destinato a finire. Credimi, è meglio per
entrambi”
Non una lacrima, non un’altra parola. Me ne
andai, sbattendo la porta. E cercai di evitarlo nei giorni
successivi. La mia partenza, che prima avevo maledetto,
dato che mi portava via dal mio amore, era diventata il
mio spiraglio di luce.
Trovai il coraggio di
richiamarlo un paio di mesi dopo, ma Viggo non rispose mai
ai miei messaggi… e le rare volte che ci siamo incontrati
abbiamo solamente recitato la parte dei buoni amici… in
fondo, siamo attori.
Per moltissimo tempo ho continuato
ad illudermi che il ghiaccio nei suoi occhi era solo finzione,
uno scudo per portarmi ad odiarlo, ma pian piano anche questa
flebile speranza mi ha abbandonato.
Sono stato malissimo.
Continuavo a sentirmi sfruttato e tradito, proprio dalla
persona che avevo amato di più… ed era questa la cosa più
dolorosa.
Poi è arrivata Kate e le cose sono leggermente
migliorate. Forse avevo solo bisogno di qualcun altro da
amare…
Lei si volta verso di
me “Qualcosa non va”
“No, perché?”
“Non era una domanda”
mi risponde fissandomi
Le sorrido. “Tranquilla, sto bene”.
Come posso dirle che ho paura di incontrare Viggo? Come
posso dirle che ho paura di soffrire di nuovo, come ho sofferto
per dimenticare?
Lei sta per rispondere qualcosa ma il
taxi si ferma. Scarichiamo i nostri bagagli ed entriamo
nella hall.
“Orlando!”. Vengo assaltato da Elija, che
mi salta in braccio, come fece alla première di Cannes
“Ciao
Elwood” dico ridendo. Kate è leggermente stupita da quel
saluto singolare.
“Elija, ma non ti vergogni? Ridicolizzarti
in questo modo davanti ad una signorina” lo rimprovera Billy.
“Che
mancanza di eleganza” continua Dom scuotendo la testa,
con fare intellettuale.
I tre ragazzi si presentano a
Kate, poi un inserviente ci porta le chiavi della nostra
stanza e io do l’appuntamento ai ragazzi a più tardi.
“Se
hai voglia di fare quattro chiacchiere ci trovi al salottino
al terzo piano… siamo tutti li” dice Dom mentre io e Kate
andiamo verso gli ascensori.
La stanza che ci è stata
assegnata è molto accogliente. Mi sento subito a mio agio.
“Perché
non andiamo nel salottino pure noi?” chiede lei “Sono curiosa
di conoscere i tuoi amici”
Io alzo le spalle “D’accordo”.
“Prima però devo farmi una doccia” dice Kate quasi parlando
fra se e se.
“Ti aspetto qui” le rispondo. Lei entra
in bagno e quasi immediatamente sento scorrere l’acqua.
Non sapendo cosa fare, getto la valigia in un angolo e mi
butto sul letto. Incrocio le braccia dietro la testa e rimango
a fissare il soffitto.
29/11/03, 19.15 Acting / Recitando
Mi risveglio di soprassalto.
La stanza è completamente buia. Per un attimo non capisco
dove mi trovavo, poi ricordo… Wellington.
Mi alzo dal
letto, con cautela, sentendomi tutto intorpidito. In qualche
modo riesco a rimanere in piedi e decido anch’io di farmi
una doccia veloce, prima di andare a cercare la mia dolce
metà.
“La mia dolce metà” ripeto queste parole, con sarcasmo.
A volte mi chiedo perché questa cattiveria nei suoi confronti.
Circa 10 minuti dopo,
faccio il mio ingresso nel salottino e in un angolo trovo
un gruppo di persone familiari.
“È arrivato l’Elfo” scherza
Karl vedendomi entrare
“Ciao!” dico sorridendo. Mi avvicino
alla poltroncina di Kate e le bacio il collo
“Quante
te ne hanno raccontate?”
“Non fare sempre il sarcastico,
i tuoi amici sono molto simpatici… e poi ho finalmente avuto
l’onore di conoscere il famoso Viggo” risponde lei.
…conoscere
il famoso Viggo… a quelle parole mi blocco. Scorro velocemente
lo sguardo sui presenti e lo vedi… come al solito seduto
un po’ più lontano dagli altri. Mi fissa con uno dei suoi
sorrisetti misteriosi.
Abbandono la mia postazione dietro
la mia ragazza e mi dirigo verso di lui
“Filthy Human!!!”
non c’è che dire… sono combattuto alla grande. Una parte
di me vuole allontanarsi da lui, gridandomi che se mi fossi
avvicinato avrei sofferto di nuovo, ma un’altra parte lo
desidera… e io non riesco a vincere questo sentimento, nemmeno
con la consapevolezza che mi avrebbe abbandonato di nuovo.
Gli
poso una mano sulla spalla… Dio quanto avrei voluto abbracciarlo,
ma non potevo. Mi sforzo a sorridere.
“È una vita che
non ti vedo” dico tentando di sembrare più naturale possibile
“Ho
avuto un sacco di impegni” mi risponde lui, vago. Mi siedo
su una poltroncina accanto a lui, poggiando i gomiti sulle
ginocchia e fissandolo, chiedo “E che hai fatto di bello
per tutto questo tempo?”
“Hey Orli” mi dice Miranda,
interrompendomi. Mi volto verso di lei. “Possiamo rubarti
Kate per un po’? La portiamo un po’ in giro, che dici?”
“Fate
pure” dico. Fortunatamente mi mordo la lingua in tempo prima
di poter aggiungere qualcosa di assolutamente idiota come
“E se non me la riportate è anche meglio” oppure “Tenetela
quanto vi pare”. Miranda, Liv e Kate escono e, mentre io
e Viggo parliamo del più e del meno, anche gli altri abbandonano
il salotto, chi per un impegno, chi per un altro.
“Perché
mi hai sempre evitato?” è questa la domanda che vorrei fare,
ma non ho il coraggio, temo di vedere di nuovo i suoi occhi
azzurri diventare freddi e distanti, così rimaniamo sul
vago, fino a quando lui, senza nessun preavviso mi dice:
“Kate
è una brava ragazza”. Rimango di sasso. Che dovevo dirgli???
Stringo i pugni, fino a conficcarmi le unghie nei palmi,
ma gli sorrido. Che motivo ho di dirgli la verità? È evidente
che non prova nulla per me ed è inutile confessargli i miei
veri sentimenti.
“Lei è tutto per me”. Spero che la mia
recita sia abbastanza convincente. Lui mi sorride a sua
volta, ma c’è qualcosa di triste nei suoi occhi mentre mi
dice “Sono felice per te”. Guarda l’orologio, poi mi dice
“Devo andare, ci vediamo dopo”.
Si alza e esce dalla
stanza, lasciandomi solo…
01/12/2003, 6.30 The end of the games / La fine dei giochi
Non è da me alzarmi a
quest’ora… ma se è per questo potrei dire che non ho nemmeno
dormito questa notte. Sono sulla terrazza della stanza d’albergo,
con addosso solo un paio di pantaloni. Il resto dei miei
abiti è sparso per la stanza. Mi volto e vedo Kate
addormentata sul letto.
“Lei è tutto per me”
I
suoi occhi tristi
“Devo andare, ci vediamo dopo…”
Mi
passo una mano sul volto… Dio quanto sono stato idiota…
perché? Perché gli avevo mentito?
Quella scena mi era
passata davanti agli occhi per tutta la sera, per tutta
la notte… non riuscivo a darmi pace.
A quel punto mi
decido… vado a parlargli. Gli avrei detto tutto. Afferro
al volo la maglietta che è sopra il tavolino e mi dirigo
verso la stanza di Viggo.
“Tu sei pazzo, a quest’ora
dormirà di certo… ma che vuoi fare? Farti cacciare a calci?”
Non
riesco però a fermarmi e così busso alla sua porta.
“Viggo?”
Nessuna
risposta. Busso di nuovo… poi tento di aprire la porta.
Con mia grande sorpresa, la maniglia ruota docile sotto
le mie dita e la porta si spalanca.
La stanza è illuminata
dalla luce del sole, la finestra è aperta ma Viggo non c’è.
Poi
lancio un’occhiata al letto e vedo (la Lola ^_^ -
“ISHAAAAAA”N.d.ML incacchiata nera - Ok, ok,
scherzavo… ci tengo ad arrivare intera a vedere ROTK) un
libro.
Curioso come al solito vado a sbirciare e mi accorgo
che non è un libro, ma un quaderno, uno di quelli con la
copertina di cartone… ed è scritto per una buona metà.
Lo
sfoglio velocemente, senza soffermarmi su niente di particolare,
fino a quando non trovo una foto… e li mi blocco.
La
fisso con gli occhi sgranati… che ci fa questa foto qui?
Mi ricordo quando Viggo l’aveva scattata…
Avevamo passato la notte
in un Hotel, solo io e lui… e quando mi ero svegliato lui
non era più accanto a me.
Feci per alzarmi ma sentii
la sua voce “Non ti muovere e rimettiti com’eri prima”
Solo
in quel momento mi accorsi che c’erano alcuni petali di
rosa sul letto e che Viggo aveva la macchina fotografica
in mano.
“Tu sei tutto pazzo” dissi sorridendo, ma nonostante
ciò feci quello che aveva detto.
Mi distesi di nuovo
e chiusi gli occhi. Dopo qualche istante lo sentii avvicinarsi
a me e sistemare meglio il lenzuolo che mi copriva i fianchi.
Scattò
qualche foto e poi mi si avvicinò di nuovo, baciandomi le
spalle “Buongiorno amore”.
Mi voltai verso di lui e lo
baciai sulle labbra “Non so cosa darei per potermi svegliare
così ogni mattina” gli sussurrai sulle labbra.
“Ah si?
Beh, io penso che potremmo fare di meglio” disse Viggo mentre
faceva scorrere le sue mani lungo i miei fianchi…
Scuoto la testa… no, non
devo pensare a quello che è successo… basta.
Torno a
guardare quella foto. Io con gli occhi chiusi, disteso in
un letto di petali di rosa…
Questa è una cosa che dovrei
chiarire con lui. Perché continua a portarsi dietro una
mia foto quando è stato proprio lui a dirmi che era tutto
finito?
Rimetto la foto fra le pagine del quaderno, e
solo in quel momento mi accorgo che c’è scritto qualcosa
dietro.
“Time passes…
yet thoughts of you do not
I find myself remembering
unexpectedly
Of something you said…
…or did…
…or
wrote.
And I smile…
…even as tears collect on the
corners of my eyes.
And I wonder…
…if you are thinking
of me too…
…and will still remeber us…
… as time passes.”
Rimango come un ebete
a fissare quelle frasi… e solo distrattamente mi accorgo
di un rumore nella stanza. Quando riprendo parzialmente
le mie facoltà mentali mi volto verso la porta, sempre fissando
la foto che ho in mano, ma quando alzo gli occhi vedo Viggo.
Indossa
solo una maglietta e un paio di pantaloncini… è andato a
correre.
Lui fa come per dirmi qualcosa, ma appena capisce
cosa ho in mano si blocca e abbassa lo sguardo.
In compenso
riesco a parlare io “Viggo… tu… tu…” mi avvicino a lui,
a grandi passi “Sei un bastardo” grido sbattendo violentemente
a terra il quaderno “Per tutto questo tempo, mi hai mentito”
Dopo
una lunga pausa lui mi risponde, quasi sottovoce “Ho tentato
di dimenticarti… ho tentato davvero… ma più ti ignoravo,
più ti desideravo e non riuscivo a smettere di pensare a
te. Alla fine ho ceduto… ho ammesso con me stesso quello
che provavo, che provo tuttora nei tuoi confronti.”
Riesce
a trovare il coraggio di guardarmi negli occhi “Avrei voluto
rifarmi una vita, come hai fatto tu, non avrei mai dovuto
dirti queste cose” si china e raccoglie la foto che avevo
gettato a terra.
E io che dovrei fare ora? Non so nemmeno
più come sentirmi… se essere sorpreso per quello che mi
ha detto, arrabbiato per il fatto che mi ha fatto soffrire
da matti per nulla o colpevole per quanto riguarda Kate.
“Scusa,
non avrei dovuto dirti niente…e non ti sto incolpando del
fatto che sei riuscito a guardare avanti”
Lo interrompo
“Viggo. Come fai a dirmi queste cose adesso? Quando mi sento
in colpa da morire per averti raccontato una cazzata su
Kate?”
Lui mi guarda, stupito e io continuo “Certo,
lei è stata importante per me, soprattutto quando mi sono
sentito tradito. È riuscita a farmi sentire amato, e ad
insegnarmi di nuovo ad amare, ma standole a fianco ho capito
anche un’altra cosa. Non era lei che volevo amare… eri tu.
E come posso amare qualcun altro se sento la tua mancanza
ogni giorno di più?”
Alzo una mano. Vorrei sfiorarlo,
ma ho paura che tutto questo non sia reale…e mi blocco
a pochi centimetri dal suo viso. Lui mi sorride, prende
la mia mano e se la appoggia su una guancia. Non so da quanto
ho sognato questo momento
“Perché non mi hai mai detto
niente, danese pazzo?”. Il mio tono non è di rimprovero,
sono troppo felice in questo momento.
“Perché sono un
idiota”. Viggo mi abbraccia e io mi perdo nel suo profumo,
nascondendo il volto contro al suo collo, come facevo una
volta.
Solo che il nostro momento viene bruscamente interrotto.
Il mio cellulare comincia a vibrare. Non sapevo nemmeno
di averlo con me. Dev’essere rimasto per tutta la notte
acceso nelle tasche dei pantaloni… e poi me la prendo quando
dicono che sono distratto. Maledicendo quella chiamata inopportuna
mi allontano da lui.
“Pronto?”. Dall’altra parte neppure
un rumore. Guardo il display del cellulare e vedo solo il
messaggio “Chiamata non risposta”. Premo un paio di tasti
e mi appare il numero chiamante. Kate.
Guardo Viggo.
“Devo parlarle”. Ha capito a chi mi riferisco ed annuisce
mentre io esco, a malincuore, e me ne torno nella nostra
stanza.
Lei si è già alzata. Indossa una camicetta bianca
ed una lunga gonna dello stesso colore (N.d.Isha: SEEEE,
abbiamo miss Purezza…). Va qua e la per la stanza, facendo
finta di sistemare le cose, tanto per sembrare impegnata
in qualcosa.
“Mi hai chiamato?”. Complimenti Orlando
Bloom, hai vinto il premio per la domanda più idiota… non
hai visto il suo numero appena 2 minuti fa? Ok, provo a
rettificare “È successo qualcosa?”
“Orli, ma dov’eri
finito?” dice lei sorridendomi
“Dovevo fare una cosa
importante”.
“Più importante del fatto che mi hai lasciata
svegliarmi da sola in questo posto?” dice col broncio. Ha
voglia di giocare, ma io devo dirle qualcosa di molto serio
e non ho tempo per i suoi scherzi.
Non le rispondo, mi
limito a fissarla, serio, e lei capisce che c’è qualcosa
che non va.“ Orli che succede?”
Ok, coraggio, iniziamo.
“Ti ricordi quando ti ho chiesto di accompagnarmi a questa
première? Mi dicesti che sembravo preoccupato e nervoso
e io ci scherzai sopra… beh, era vero. Ero preoccupato…
ed ero nervoso, sì, perché qui avrei ritrovato la
persona che amo” dissi amo, non a caso… i miei sentimenti
per Viggo non erano cambiati in tutto questo tempo. Non
so se lei si è accorta di quel particolare, ma continuo.
“Non volevo rivederla per il semplice fatto che sapevo che
avrei sofferto. Sono stato mollato un sacco di tempo fa
ma i miei sentimenti per lei non sono cambiati… e ho scoperto
che anche lei mi ama ancora” ogni tre parole che pronunciavo
chiedevo mentalmente scusa a Viggo. Naturalmente quando
dicevo “lei” mi riferivo a “persona”. Non voglio nemmeno
lontanamente che Kate sospettasse a chi mi sto riferendo.
“E
chi sarebbe?” chiede lei con la voce rotta “È Liv, vero?”
(Ok, lo so che è sposata, ma mi serviva cos' per esigenze
di scena ^_^)
“Kate, a che ti servirebbe saperlo?”
“Non
ci posso credere” dice scoppiando in lacrime” dopo tutto
quello che c’è stato fra di noi”
Per poco non scoppio
a ridere e cinicamente chiedo “E cosa ci sarebbe stato fra
di noi? Qualche bacio, alcune serate insieme... mi hai accompagnato
ad un paio di première… e poi? Non ci siamo mai amati veramente.
Non sono mai stato tuo e lo sai. ” faccio una pausa “E ora
permettimi un’altra domanda. Quanto ci hai ricavato TU da
questa storia? La fidanzata di Orlando Bloom… Nessuno conosceva
il tuo nome e ora sei emersa dalla polvere… e nonostante
tutto continui a colpevolizzare me?”
“Non sono io quella
che si sta tirando indietro” dice piangendo
“Ma non sei
nemmeno quella che mi ha amato. Ti credevo una persona diversa
Kate. Non avrei mai creduto che tu potessi essere tanto
meschina. Puntare ai sensi di colpa per ottenere quello
che vuoi. E poi se tu mi avessi amato veramente quello che
vorresti sarebbe la mia felicità, non mi obbligheresti mai
a legarmi ad un destino che non voglio”.
Non un’altra
parola da me, e neppure da lei. Tutto quello che fa è afferrare
la sua borsa e uscire frettolosamente dalla porta. Io rimango
fermo in mezzo alla stanza. Sospiro. E pensare che io l’avevo
amata davvero, mentre lei amava solo il successo che potevo
darle. Non osavo nemmeno pensare a cosa sarebbe successo
se la nostra storia fosse continuata (N.d.Isha Non mi ci
fate pensareeeee).
Per fortuna che si era chiarito tutto…
basta pensare a lei, ormai non faceva più parte della mia
vita… il piccolo posto che si era conquistata nel mio cuore
era di nuovo di Viggo… ed era ora di tornare da lui.
01/12/2003, 8.30 Duties / Doveri
Appena entro nella stanza
mi precipito ad abbracciarlo.
“È andata, è finita… per
fortuna è finita”
Viggo mi accarezza dolcemente i capelli,
poi mi guarda in viso
“Da quanto è che non dormi?”. Mi
sfiora i segni che ho sotto gli occhi.
Io alzo le spalle
“Boh, non so di preciso… ma comunque è a questo che servono
gli occhiali da soleno? Ne ho un paio che fanno proprio…”
non finisco la frase, ma mi tendo verso le labbra di Viggo.
“Quanto
tempo abbiamo?”
“Poco” dice lui, baciandomi le labbra
“Ci verranno a chiamare presto”
“E allora diamoci da
fare” rispondo io, prima di baciarlo appassionatamente.
Mi mancava da morire il suo sapore, le sue mani che mi accarezzavano
la schiena, scendendo verso le natiche.
Io lo stringo
a me, ma a quel punto un vociare dal corridoio attrae la
nostra attenzione
“Siamo in ritardo… eppure gli avevo
detto ai camerieri di svegliare tutti alle otto”
Quello
è Peter, senza ombra di dubbio. Due secondi dopo bussa alla
nostra porta
“Viggo? Sei sveglio? Siamo in ritardissimo
e dobbiamo scendere subito.” Bussa di nuovo “Viggo, ci
sei???”
“Si Peter, ci sono. Un minuto e arrivo” disse
rivolto al regista.
“Bene. Ah, e tanto ci sei, vai a
chiamare pure Orlando”
“Ok”. I passi del regista si allontanano
frettolosamente, mentre io e Vig rimaniamo abbracciati.
“A quanto pare siamo obbligati
a rimandare il nostro incontro… ce la fai a reggere fino
a stasera o crolli addormentato prima”
“Vedrai, caro
il mio ramingo… e poi lo sai che gli Elfi non dormono, vero?”
Scuotendo
la testa si dirige alla porta. “Ci vediamo giù… Elfo” mi
dice con tono provocatorio.
Io rimango ancora un paio
di minuti in quella camera. Noi non avevamo tempo, né spazio
per noi. Sarebbe mai arrivato il nostro momento? Beh… in
fondo bisogna pur tentare, no? E allora quel momento lo
creerò io. Fermamente deciso a portare a termine il mio
scopo, esco da quella stanza.
01/12/2003, 16.30 Hug me/Abbracciami
Dopo una mattinata estenuante,
finalmente un po’ di pace. Sono reduce da una vera e propria
mandria di giornalisti ed è solo grazie al tempestivo intervento
di Peter che mi sono potuto liberare.
Finalmente sono
tornato in camera. Fa uno strano effetto stare da solo dopo
il caos che mi ha accompagnato tutto il giorno.
Tutti
hanno saputo di Kate. Ho confessato io, stamattina, a colazione.
Certo, mi ha fatto piacere sapere che gli altri erano tristi
per ciò… ma ho chiuso la faccenda dicendo che non avevo
voglia di parlare. E in effetti è vero. Non ho voglia di
parlare di come è successo, perché dovrei dare troppe spiegazioni…
Beh,
direi che sono pronto. Lancio un occhiata allo specchio
per controllare il risultato finale.
Stivaletti neri…
pantaloni neri… giacca nera… hum… non è che sto andando
alla première di Matrix? Per fortuna la mia maglia rossa
contribuisce a rendere un po’ più accettabile il mio aspetto
dark. Indosso l’anello, tre o quattro collane (come
di rito), afferro gli occhiali e scendo, per raggiungere
gli altri.
Appena John mi vede si mette a ridere. Lo
fisso, abbastanza contrariato e lui cerca di spiegarmi
“No,
è che…” dice fra le risate “Sembra che tu e Viggo vi siate
messi d’accordo”
In quel momento arriva anche lui e mi
rendo contro che John ha ragione. Viggo si è vestito in
modo molto simile al mio. Un completo grigio scuro e scarpe
nere. Solo la maglia è diversa dato che lui indossa una
camicia azzurra con disegni bianchi.
In quel momento
arriva Liv che mi trascina letteralmente in macchina con
lei, per fare un giro fra la folla.
Devo ammettere che
sono rimasto stupito anch’io. Ci sono un sacco di persone,
molte più di quante avrei mai immaginato. Molti hanno costumi
simili ai nostri, altri hanno orecchie o acconciature da
Elfo…
Dopo che il giro in auto è terminato, io e Liv
scendiamo vicino ad un palco, dove, nel frattempo si erano
radunati anche gli altri. Peter fa una piccola presentazione
per ognuno di noi, dopodiché dobbiamo salire sul palco e
dire qualche parola… beh, che dire. Io, Viggo e Pete siamo
stati i preferiti in assoluto.
A quel punto saremmo dovuti
entrare nella sala ma i tecnici ci informano che hanno bisogno
di una decina di minuti per le ultime messe a punto (proprio
la mattina stessa si erano accorti che avevano alcuni problemi
con l’audio) così ci mettiamo a scattarci foto fra noi e
ci mettiamo in posa per fan e giornalisti.
Mi ritrovo
immortalato un po’ con tutti… quando mi accorgo che non
avevo fatto neppure una foto con Viggo. Lui sta’ scherzando
con Lij, e io mi avvicino a lui, facendo finta di mostrargli
alcune foto della mia macchina digitale
“Comincio
a sospettare che tu mi eviti”
“Lo sai che non è vero”
“Dai,
sto’ scherzando” dico sorridendo “Ma non hai fatto neppure
una foto con me”
“Devi stare attento a ciò che dici,
tessoro…” scherza lui
Io scuoto la testa. Non mi importa,
anche se mi bacia davanti a tutti “Abbracciami”
Lui,
sorridendo, guarda il fotografo, mentre io osservo lui.
Si vede chiaramente che è a disagio e non riesco a trattenere
un sorrisetto sarcastico… ma poi pian piano si rilassa e
io gli passo un braccio attorno al collo, mentre lui mi
cinge la vita
Alcuni fotografi ci invitano
a fare una foto di gruppo. Io e Viggo ci mettiamo all’esterno
e alcuni attimi prima che il fotografo scatti, mi dice:
“Al
diavolo i fotografi… che pensino quello che vogliono” e
mi attira a sé, mentre io gli poso la testa sulla
spalla. Penso di non essere mai stato più felice di oggi…
…anche se la foto più bella che ci hanno scattato, secondo me, è questa.
01/12/2003, 21.30
“Sali da me?”
“E sono
domande da fare, Orli?”
“Hai ragione. Va bè, io intanto
me la filo… tu cerca di far presto ok?”
Viggo mi stringe
brevemente la mano, per poi lasciarmi. Io mi dirigo verso
gli ascensori, lasciandolo in mezzo alla solita folla che
ha infestato la hall.
Appena entro in camera accendo
la TV. Ormai non sopporto più il silenzio.
Entro in bagno
e comincio a spogliarmi, ascoltando distrattamente le notizie
del tg.
Ovviamente la notizia del giorno è stata la manifestazione.
La giornalista descrive l’evento, parla del numero enorme
di partecipanti, ci sono alcuni pezzi delle nostre interviste…
niente che mi interessi più di troppo.
“Che dire? La
première è stata un successo e non ci sono stati incidenti,
a parte un curioso contrattempo di cui è stata protagonista
Kate Bosworth, mentre stava aspettando l’aereo per Los Angeles.
L’attrice è stata bloccata da un gruppo di fan, forse troppo
espansive, che cercavano il fidanzato, il ventiseienne inglese
Orlando Bloom. Ma ora passiamo ad un’altra notizia…”
No,
non possono dare notizie in questo modo… uffa, voglio sapere
che è successo. Esco dal bagno, incuriosito, vagamente consapevole
di avere addosso solamente i pantaloni.
Afferro il telefono
e dopo aver digitato una decina di prefissi diversi, riesco
a connettermi con un numero di Los Angeles.
Uno squillo…
due… tre… avanti Maddy, rispondi!
“Pronto?”
“Madison,
sono Orli. C’è Kate?”
“Che faccia tosta… chiamare dopo
quello che le hai fatto.”
“Maddy, ho bisogno di parlare
con Kate, voglio sapere che le è successo all’aeroporto”
“Mi
spiace, non è qui… aspetta un minuto, hanno suonato il campanello”
La
sento allontanarsi dall’apparecchio e cerco di capire cosa
stia succedendo nella stanza, ma sono
solo rumori confusi
e parole sussurrate.
“Bene, ora che la piattola è stata
allontanata posso parlare liberamente” mi risponde lei appena
ripresa la conetta
“La piattola chi?” chiedo confuso
“Come
‘chi’? La Barbie-Kate” mi risponde lei, con naturalezza
“Maddy…
ma… tu non eri la sua migliore amica”
“Hai detto bene…
ero. Da quando ha cominciato a recitare tratta come pezze
da piedi chiunque non appaia sui giornali… e cosa vuoi che
sia ai suoi occhi una semplice studentessa?”
Io rimango
senza parole, perciò lei continua “Comunque devo dirti che
sei un grande. Non pensavo che avresti mai trovato il coraggio
di mollarla. Quando mi ha raccontato cos’era successo non
so come ho fatto a non scoppiare a ridere di contentezza”.
“Ma
mi spieghi che è successo all’aeroporto? Ho appena sentito
la notizia al TG e ci son rimasto come un idiota.”
“Allora,
mi ha raccontato che mentre stava aspettando l’aereo per
venir qui, un gruppo ragazze si è avvicinato a lei. Kate
era convinta che fossero sue fan in cerca di autografi,
mentre in realtà erano fan tue… e a mio avviso cercavano
un buon modo di farle la pelle.”
Non riesco a trattenermi
dal ridacchiare. Quelle ragazze erano mitiche… le adoravo
anche senza conoscerle.
“Insomma si mettono a parlare
un po’. Kate mi ha raccontato che erano appena arrivate
dall’Italia per partecipare alla Première… quando una ragazza
ha chiesto dov’eri tu allora lei, con gli occhioni lucidi,
stile cartone animato ha raccontato loro il drammatico episodio
della mattina. Tu, insensibile senza cuore, l’hai mollata
per una tua ex…” mi dice fingendo di parlare col magone,
poi riprende a parlare normalmente “Si aspettava chissà
quale reazione da loro. Forse che partissero per picchiare
te… mentre le ragazze si sono messe a saltare di gioia,
e a dire qualcosa su Viggo e di un certo “Wicked Power”.
”
In quel momento Viggo entra nella stanza e mi guarda,
interrogativo. Chissà che ci faccio mezzo nudo al telefono?
Torno a guardare verso la finestra mentre Maddy ricomincia
a parlare.
“Orli? Che hai combinato con Viggo?” Mi chiede
lei, maliziosa “Dai, su, confessa!”
“Ma dai, non mi dire che credi
a queste storie anche tu. Sono tutte gossip… dovresti saperlo,
no? Come dovresti aver capito che la mia fantomatica ex
è stata solo una scusa”
“Davvero? Sai, non ti facevo
così scaltro” dice lei ridendo
“Ah-ah-ah” rispondo io,
sarcastico.
“Dai, sto scherzando. Senti, quando arrivi
a LA perché non facciamo due chiacchiere?”
A quelle parole
sento una voce maschile, dall’altro capo del telefono “Maddy,
chi è al telefono???”
“Dai, sfottiamo Kate insieme…ho
sempre desiderato un alleato in questa battaglia…” poi grida
all’altro “È Orlando”
“Ah, allora salutamelo” risponde
l’uomo
“Il mio ragazzo ipergeloso ti saluta”
“ Saluta
Martin da parte mia. E poi, per me va bene. Magari facciamo
colazione insieme. Ti chiamo io. ”
“Va bene. Ciao”
“Ciao”
Riappendo
e mi volto. Viggo è seduto sulla poltrona e mi osserva,
affascinato. Io mi alzo e mi siedo in braccio a lui, passandogli
le braccia attorno al collo.
“Kate è stata ‘importunata’
da un gruppo di mie fan” gli dico “e quando hanno saputo
che l’ho mollata si sono messe a gioire. A quanto ha detto
la sua migliore amica, hanno detto qualcosa che riguarda
te”
“Ci hanno già scoperto?” mi chiede sorridendo
“Meglio
così.” gli dico baciandolo.
02/12/2003 05.00 Lucky
Ed eccomi di nuovo sveglio
ad orari impossibili. Almeno questa volta il risveglio è
piacevole. Viggo, nel sonno, mi sta abbracciando e
io sono piacevolmente accoccolato contro il suo petto.
Ripenso
a tutto quello che è successo. Non mi sembra quasi possibile
essere qui con te. Avevo quasi accettato il fatto che fra
noi fosse tutto finito. E pensare che tutto questo lo devo
ad una bugia... se non avessi mentito sul fatto di
Kate e non fossi venuto a parlarti ieri mattina, forse a
quest’ora ci sarebbe lei al tuo posto.
Invece ho di nuovo
te, il mio amore e so che niente ci separerà di nuovo.
Mi
sollevo un po’, e riesco a sfiorarti le labbra con
un bacio. In questo momento sei bellissimo... il volto completamente
rilassato, felice. Mi stringi di più a te.
Sorridendo,
mi distendo di nuovo. Forse riesco a dormire un po’
prima che ci sveglino. Mentre chiudo gli occhi non posso
far a meno di pensare che alla fine ‘We are, we are the
lucky ones’
“it was a monday, when
my lover told me,
"never pay the reaper with love
only."
what could i say to you, except, "i
love you."
and "i'd give my life for yours."
i know we are¡ we are
the lucky ones.
i know we are¡ we are the lucky
ones.
i know we are¡ we are the lucky ones, dear.
the first time we made
love, i¡ i wasn't sober.
(and you told me you loved
me over and over!)
how could i ever love another, when
i miss you every day¡
remember the time we made
love in the roses?
(and you took my picture in all sorts
of poses!)
how could i ever get over you, when i'd give
my life for yours.
i know we are... we are
the lucky ones.
i know we are... we are the lucky ones.
i know we are... we are the lucky ones.
i know we
are¡ we are the lucky ones, dear.
my dear, It's time to
say i thank god for you.
i thank god for you in each
and every single way.
and, i know... i know.. i know..
i know...
it's time to let you know. time to let you
know. time to let you know.
time to sit here and say:
i know we are... we are the lucky ones.
i know we
are... we are the lucky ones.
i know we are... we are
the lucky ones.
i know we are¡ we are the lucky ones,
dear.
we are the lucky ones, dear...”
THE END
Ufff,
finito....
ok, si, me ne rendo conto, il finale è una
minchiata pazzesca... ma sono entrata in crisi bloccata
completamente...
Chiedo scusa per frasi sconclusionate
o con tempi verbali sbagliati... ma ho cambiato te mpo di
narrazione almeno tre volte, (ebbene si, sono la decisione
personalizzata ^_^)
Allura? Cheddite? Mi perdonate
per aver fatto partecipare la Brutta Barbie Bionda??? Dai,
su, è quasi Natale... (Isha_ke_si_arrampica_sugli_specchi)
^_^
Cmq, sperando che possa essere gradita, questa fic
la dedico a tutte le Mellyn e alle Wicked girls, augurando
un bellissimo Natale
Un grandissssimo
kiss
Isha-Ele