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Autore: allegretto    14/07/2011    5 recensioni
La routine quotidiana di Jensen e Jared viene sconvolta dai continui incubi di Jared. Jensen indaga....
Genere: Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jared Padalecki, Jensen Ackles
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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INCUBI

 

Jensen lentamente passò dal sonno profondo alle semicoscienza, perchè qualcosa lo aveva destato dai profondi meandri del suo sonno. Si accigliò e lentamente aprì gli occhi, sbattendo le palpebre un paio di volte per cercare di non addormentarsi di nuovo.

Quello che lo aveva svegliato divenne chiaro quando sentì abbaiare Sadie fuori dalla sua porta. Si stropicciò gli occhi e guardò la sveglia: 3.41 di mattina. Sospirò e uscì dal letto, chiedendosi cosa stesse succedendo. Jared l'aveva fatta uscire prima di andare a dormire e quindi era impossibile che dovesse fare pipì.

Aprì la porta e si inginocchiò. “Ehi, piccola, cosa succede?”, chiese con la voce impastata dal sonno. Lei abbaiò di nuovo, meno forte di prima, poi gli afferrò con la bocca un lembo dei pantaloni del pigiama, tirandolo leggermente. Successivamente lo lasciò andare e si diresse verso le scale.

Jensen si accigliò ma la seguì comunque, facendo in modo di essere il più silenzioso possibile così da non svegliare Jared, anche se non capiva come non si fosse destato con il baccano che aveva fatto Sadie. Lei si fermò fuori dalla camera da letto di Jared e il cipiglio di Jensen si fece ancora più profondo.

Si fermò anche lui. Lei si sedette e lo guardò, mugolando, come se si aspettasse che lui aprisse la porta. Lui rimase fermo come un palo, indeciso sul da farsi e soprattutto su cosa voleva che lui facesse. Stava proprio pensando di tornarsene a letto quando sentì dei mugolii provenire dalla stanza. Immediatamente preoccupato, si irrigidì. Una serie di 'No' raggiunse le sue orecchie.

Il suo amico stava facendo un brutto sogno. Scioccato, guardò giù Sadie. Lei sapeva. Jared diceva sempre che era un cane intelligente ma cavolo...

Lei alzò la testa, la inclinò e con il muso gli diede un colpo alla gamba.

Ok, ok adesso lo sveglio!”, esclamò. Poi mise la mano sulla maniglia della porta. La stanza era particolarmente illuminata dalla luce della luna. Jared era avvolto dal lenzuolo, i capelli attaccati alla fronte e gocce di sudore gliela imperlavano. Jensen camminò fino al letto ancora insicuro su come svegliare Jared. Sapeva per esperienza che destare qualcuno durante un incubo poteva essere spiacevole.

Sua sorella, una volta, lo aveva colpito tanto forte che era caduto a terra, slogandosi una spalla.

No, per favore, no!”, esclamò Jared con voce supplichevole.

Jensen mise una mano sulle spalle di Jared. “Jay, hey, svegliati!”, disse, a voce alta che rimbombò in quella stanza così silenziosa.

La testa di Jared si spostò verso il lato dove aveva sentito la voce e disse qualcosa di incoerente, segno dell'angoscia che ancora lo attanagliava.

Jared!”, gridò più forte, scrollandolo un po' di più.

Gli occhi di Jared si aprirono di colpo e si sedette dritto sul letto, respirando affannosamente, il lenzuolo cadde sul suo grembo. Il suo sguardo era fissato sul viso di Jensen.

Jensen?”, chiese, suonando sollevato, ma anche confuso.

Stavi facendo un incubo”, Jensen spiegò.

C'era un'espressione ossessionata negli occhi di Jared e stava tremando. 'Doveva essere stato un brutto incubo', pensò Jensen.

Jared si passò una mano sul viso e poi tra i capelli tirandoseli indietro.

Ho urlato?”

Sadie è venuta a svegliarmi”, Jensen spiegò.

Le sopracciglie di Jared si inarcarono. “Sadie?”

Si, stava abbaiando alla mia porta e poi mi ha quasi trascinato su per le scale fino alla tua stanza”

Uao”, fu l'unica cosa che Jared riuscì a dire.

E già! Vuoi parlare di quello che stavi sognando o vuoi che ti vada a prendere qualcosa di caldo giù in cucina?”, Jensen chiese, sentendosi un po' a disagio, non sapendo bene cosa dovesse fare.

No...non mi ricordo nulla”, Jared mormorò guardando ovunque tranne Jensen.

Grazie. Torna pure a dormire. Non mi serve niente. Grazie”, aggiunse poi, sbadigliando.

Ok, notte”, disse Jensen, allontanandosi dal letto e uscendo fuori e chiudendo la porta dietro di sé.

L'atteggiamento di Jared era stato molto strano quando gli aveva chiesto sull'incubo; era come se se lo ricordasse benissimo e in qualche modo lui c'entrasse. Fece spallucce e pensò di essere diventato paranoico e tornò nella sua camera. Lasciò la porta della sua camera aperta solo nel caso ci fosse stato un altro incubo.

La notte successiva trovò Sadie fuori dalla sua porta, di nuovo ad abbaiare. Questa volta si era svegliato subito al primo guaito, quasi come se se lo fosse aspettato. Nella fretta di scendere dal letto rimase impigliato nel lenzuolo e cadde lungo disteso a terra con un gran fracasso. Mormorando bestemmie impronunciabili, si alzò in piedi. Aprì la porta e si lanciò su per le scale con Sadie alle calcagna.

Questa volta Jensen non esitò a entrare. Jared si rigirava nel letto senza pace, incastrato nelle lenzuola e mormorando parole incomprensibili. C'era, però, una nota di panico nella sua voce.

Jared!”

L'unica sua reazione fu un più forte gemito e continuò con i lamenti e i continui cambiamenti di posizione. Questo era anche peggio della notte prima. Poggiò un ginocchio sul letto e afferrò le spalle di Jared con entrambe le mani.

Jar-”, il nome fu troncato a metà quando un pugno si abbattè sulla sua faccia. Lasciò andare le spalle di Jared e si massaggiò la mascella con una mano.

'Ok. Meglio non toccare!', pensò Jensen,

Jared, svegliati!”, urlò più forte, dando un calcio al letto.

Uguale come la notte precendente Jared si svegliò. Jensen tolse velocemente la mano dalla sua faccia, non volendolo preoccupare più di quello che era già. Gli occhi di Jared fissi di lui e Jensen lo guardò con circospezione.

Un altro incubo?”, chiese Jared, incerto.

Jensen annuì. “Ancora non te lo ricordi?”, chiese sembrando un po' scettico.

Jared lasciò cadere le mani in grembo e scrollò la testa.

Bene allora buona notte”.

Jensen lasciò la camera, la mascella dolorante. Sarebbe stato un problema il giorno dopo ma per quel momento voleva solo tornare a dormire, sebbene la preoccupazione lo tenne sveglio per un altra ora.

Jensen si fiondò in cucina alle sei del mattina, maledicendo l'intero cast di Supernatural.

Buongiorno, pigrone”, Jared, disse sghignazzando, girandosi verso di lui.

Ho...oh mio dio...”

Jared si alzò in piedi e si avvicinò a Jensen finchè le sue mani non furono sul viso dell'altro.

Jensen lo guardò infastidito. “Cosa...?”

L'ho fatto io quello?”, Jared chiese inorridito.

Jensen stava per chiedere quale era il problema quando ricordò il pugno. Giusto, si era dimenticato di quello. C'era poco da negare. Jared spalancò la bocca per la sorpresa, sfiorando con le dita il livido.

Le ragazze del trucco mi uccideranno”, Jared disse con una risatina nervosa.

Probabilmente”, Jensen replicò sorridendo.

Mi dis...”

Jared, è tutto a posto”, Jensen lo interruppe. “Non dire niente”, aggiunse poi, lanciando un'occhiata di avvertimento quando Jared aprì la bocca per la seconda volta.

Jared annuì e si allontanò da Jensen, il quale si rilassò considerevolmente. Si sentiva a disagio attorno a Jared! Chissà perchè? Ed è per questo che si sentiva impacciato...

Jared gli passò una tazza di caffè fumante e Jensen la accettò con gratitudine. Si sedette e lasciò che l'aroma di caffè lo avvolgesse e lo calmasse. Sospirò poi e ne prese un sorso.

Mi dispiace”, Jared sbottò all'improvviso mentre lui stava bevendo.

Jensen roteò gli occhi. “Ti senti meglio ora che lo hai detto?”, chiese poi.

Jared annuì e accennò a un sorriso.

Jared. È tutto a posto?”, Jensen rispose, sinceramente, guardando Jared.

Colpa mischiata a un qualcosa di simile a dispiacere e tristezza comparve per un attimo negli occhi di Jared scomparendo subito dopo così velocemente che Jensen non fu sicuro di averlo davvero visto.

Vado a farmi la doccia!”, esclamò Jared, lasciando un Jensen pensieroso seduto al tavolo della cucina. Perchè aveva sempre l'impressione che qualcosa stesse dando fastidio a Jared? Forse ricordava l'incubo ma che ancora non si spiegava perchè lui agisse così in modo strano attorno a lui.

Finì di bere il caffè e andò a vestirsi cercando di scrollarsi da dosso quella sensazione in modo da affrontare quella lunga giornata di lavoro, resa complicata dal pugno involontario di Jared.

Tre notti dopo e Jensen cercava di svegliare di nuovo Jared. Non c'era stato bisogno di essere svegliato da Sadie. Diavolo, non era neanche andato a dormire, sapendo quando l'incubo avrebbe colpito.

Avevano avuto due giorni liberi e li avevano passati quasi sempre in casa, stanchi morti per fare qualsiasi cosa e Jared, spaventato a morte dal fare anche un semplice pisolino, aveva passato tutto il giorno a ciondolare a destra e a sinistra, innervosendo Jensen. Sembrava la trasposizione nella realtà della prima serie di Supernatural!

Jensen era estremamente stanco, nervoso e irascibile. Fino sul set era stato scortese con tutti. Al ritorno, il lunedì successivo avrebbe dovuto scusarsi con tutti e comprare dei regalini alle assistenti e alle ragazze del trucco!

Dopo averlo svegliato per l'ennesima volta, Jensen si sedette sul letto di Jared, si stropicciò gli occhi ed esclamò: “Jay, fai un favore a entrambi e racconta cosa stai sognando. Magari ti aiuta!”

Te l'ho detto. Non mi ricordo nulla, quando mi sveglio”, Jared replicò.

Jay, non mentirmi!”

E' solo uno stupido incubo!”, Jared mornorò.

'Bè, almeno aveva ammesso che lui se lo ricordava', pensò Jensen.

Ovviamente non da quando ci tiene entrambi svegli!”, Jensen ribattè, stancamente.

Io non ti ho mai chiesto di svegliarmi ogni notte, Jensen!”, Jared sbottò.

In circostanze normali, Jensen sarebbe stato calmo e avrebbe ragionato con lui ma gli occhi gli bruciavano, il suo corpo gli doleva e non era nell'umore adatto per l'aggressività di Jared.

Ok. Allora sai cosa? Arrangiati!”, Jensen si alzò di scatto dal letto e uscì di corsa dalla stanza, quasi sbattendo la porta; andò giù per le scale ed entrando nella sua stanza, chiuse la porta con un calcio.

'Fanculo! Se Jared non ne voleva parlare, peggio per lui. Sto per andare a dormire e scordare tutto!', pensò Jensen, mentre si spogliava e indossava il pigiama.

Si infilò in letto. Si mise nella sua posizione preferita, a pancia in sotto e la testa sprofondata nel cuscino. Cercò di rilassarsi. Il suo corpo ne aveva proprio bisogno ma la sua mente ancora fluttuava tra dubbi e preoccupazioni.

Dannazione!”, esclamò poi, dando un pugno al cuscino. Pensò che non era un suo problema. Jared era adulto e poteva benissimo affrontare da solo quella faccenda. Ciò, però, non lo fermava dal preoccuparsi.

Si girò sulla schiena e guardò il soffitto. Era passato il momento in cui il sonno lo avvolgeva con le sue spirali....

'Stupido Jared con il suo stupido incubo!', pensò Jensen, sedendosi sul letto, 'Magari un po' di latte caldo mi potrebbe aiutare', riflettè, alzandosi in piedi.

Fu sorpreso di trovare Jared seduto sul divano con una tazza di latte caldo in mano. Non lo aveva neanche sentito scendere.

Jared si girò e la sua espressione triste da cane bastonato, fece a Jensen scattare il senso di colpa per aver alzato la voce e fatto la sceneggiata, a tal punto che gli avrebbe chiesto scusa anche in ginocchio. Odiava quell'espressione perchè non riusciva a resistergli. Ancora dopo quattro anni, lui non era in grado di opporsi. Era patetico, veramente!

Mi dispiace, Jensen. Ti racconterò tutto!”

Lasciami prendere un bicchiere di latte caldo, prima”

Jared indicò qualcosa sul tavolino davanti a sé e sorrise timidamente.

'Giusto. Jared poteva leggergli nella mente, lo aveva dimenticato!', pensò, mentre afferrava il bicchiere e si sedeva sul divano accanto a Jared.

Ricordi quella scena dove Dean sta per andare all'Inferno e poi lui che grida e chiama Sam?”, spiegà Jared.

Jensen sbuffò. “Si, cavolo, sono stato male tutto il giorno. Prima tutta la preparazione per fare gli effetti speciali poi per interpretarla ho dovuto pensare che fosse morto qualcuno a me caro!”, esclamò Jensen, dopo aver bevuto un sorso di latte. Anche se aveva più che altro pensato a Jared e a come si fosse sentito se lui improvvisamente fosse morto.

Bene, continuo ad avere incubi su quella scena”, Jared confessò.

Jay, perchè non me l'hai detto prima?”

Pensavo che prima o poi finissero”, disse, scrollando le spalle.

Così tu hai gli incubi su Dean all'Inferno?”, Jensen chiese, cercando di trattenere la risata che gli stava salendo in gola. Riuscì a fare un sorrisino anche se sembrava una brutta cosa visto come stava Jared in quel momento.

Non esattamente”, Jared replicò, muovendo nervosamente le sue dita attorno alla tazza.

Incubi su Sam, allora?”, Jensen suggerì.

No”

Visto che Jared non diceva altro, Jensen continuò a tirare a indovinare,

Su di te?”

Jared scuotè la testa.

Qualcuno della tua famiglia?”

Un altro scuotimento di testa.

Ok. Aiutami un po', su!”, esclamò, Jensen, esasperato.

Eranosudite”, disse tutto d'un fiato Jared.

Le parole impiegarono qualche secondo per essere assimilate. “Io?”

Jensen si sentì stranamente lusingato che Jared potesse essere spaventato dal fatto che lui potesse morire e restare da solo.

Si. Andavi all'Inferno e non c'era niente che potevo fare per salvarti e quando trovavo qualcosa non riuscivo a raggiungerti o non ti trovavo. Ti vedevo mentre venivi torturato e gridavi il mio nome e io non potevo neanche toccarti per darti conforto”, Jared confessò con voce tremolante e Jensen realizzò che dovevano essere stati piuttosto dettagliati come incubi se riducevano Jared in quel modo...

Jensen si avvicinò e colpì la spalla di Jared con la propria. “Ehi, sono qui, Jared. Non vado da nessuna parte”.

Jared lo guardò con gli occhi inondati di lacrime e sofferenza. Jensen sentì qualcosa di doloroso che gli attanagliava lo stomaco ed ebbe l'impulso di tirarlo verso di sé e di abbracciarlo forte.

Certo loro si abbracciavano spesso ma, di solito, era Jared che li iniziava ed era sempre lui quello che lo toccava ma in pratica avvinghiava tutti per natura.

Jensen non lo era e così era sempre insicuro su quello che c'era da fare in quei casi.

Come ho detto è abbastanza ridicolo”, Jared disse, sorridendo debolmente. Era un sorriso così falso che non ingannò Jensen neanche per un secondo. L'imbarazzo era chiaro nella sua voce.

E' normale essere spaventati dagli incubi, soprattutto da quelli ricorrenti”, Jensen disse, pacato.

Finì il suo latte che ormai era diventato freddo e si allungò per posare il bicchiere sul tavolo.

Jared lo guardò con intensità e quando Jensen si risedette sul divano, distolse lo sguardo.

Dovremmo andare a dormire. Mi dispiace di averti svegliato di nuovo!”, Jared disse, alzandosi in piedi e dirigendosi verso la porta.

Jared, dai, non fare così”, Jensen esclamò con tono lamentoso.

Cosa?”

Tagliarmi fuori. Possiamo ancora parlarne”, Jensen rispose, pensando poi che fosse impossibile che Jared non volesse parlare di ciò, o comunque si rifiutasse di parlare di alcunchè. Non aveva mai avuto vergogna di niente e loro due si raccontavano qualsiasi cosa.

Quei sogni mi hanno realmente spaventato, Jensen. Non perchè c'eri tu nell'Inferno, so che ciò non accadrà mai ma perchè la possibilità di perderti è reale, per me”

Jensen rimase basito.

Non è che io possa morire improvvisamente e non ho intenzione di andare da nessuna parte, Jared!”, esclamò dopo alcuni istanti di stordimento.

Puoi essere messo sotto da un camion o cadere sul set ma non è questo il problema....”, esclamò Jared, sovrapensiero.

Ok. Allora?”, chiese Jensen, non capendo dove volesse andare a parare il suo amico. Quella conversazione iniziava a essere troppo confusa per il suo cervello mezzo addormentato. Sperava che Jared iniziasse a spiegarsi meglio perchè non c'era modo che lui riuscisse a connettere meglio.

Noi siamo a metà della quarta stagione e non sappiamo ancora se ci sarà il rinnovo. Sono terrorizzato da quello che accadrà dopo”

La bocca di Jensen si aprì a formare una O silenziosa e improvvisamente tutto fu chiaro.

Jared, guardami”, Jensen ordinò gentilmente e si avvicinò a lui, aspettando che il suo amico si girasse a guardarlo.

Jensen sospirò sollevato quando ciò avvenne. Poi, ancora, lui non era uno che rifiutava i momenti emotivi, quando questi si presentavano ma in quel momento si sentiva più tipo 'mamma chioccia'. Dean sarebbe stato orgoglioso di lui. Inghiottì pesantemente. Nelle situazioni così complicate lui era incapace di esternare qualsiasi sentimento e di solito ne rifuggiva ma Jared in quel momento aveva bisogno di rassicurazioni e lui era l'unico che gliele poteva dare.

Non so cosa accadrà”, Jensen iniziò anche se si rendeva conto che non era il massimo dell'intervento. “ma tu sarai sempre il mio migliore amico e ciò non cambierà mai. Anche se non ci vedremo per giorni, ci potremo sentire per telefono o via messaggio. Tu non puoi eliminare un'amicizia come la nostra. E comunque, se non mi sentirai per più di un giorno potrai venire a bussare alla mia porta!”

Jared rise. “Probabilmente. Sono ridicolo, vero?”

Jay, se dici un'altra parola, ti prendo a calci!”, Jensen lo ammonì, picchiando un dito sul torace di Jared, ghignando.

Jared alzò le mani in segno di resa e sorrise, sereno questa volta.

Il sorriso di Jensen si trasformò in qualcosa di dolce e tenero e prima di riuscire a pensare, attirò Jared in un abbraccio. Le braccia di Jared si strinsero attorno a lui in un istante. Il calore del corpo di Jared era confortante e poteva sentire che si stava rilassando come mai gli era successo in vita sua. Realizzò in quel momento che non era affetto da incubi notturni ma la separazione futura era motivo di preoccupazione anche per lui e quel sentimento non gli era del tutto chiaro. Decise che quel momento di intimità era finito e cominciò a spingere via Jared per liberarsi dalla morsa 'jarediana'. L'altro però non era della sua stessa opinione. Jensen non era sicuro se fosse una buona o cattiva cosa che Jared non volesse lasciarlo andare. La stretta che lo legava alla vita di Jared era forte, compatta. Alzò, allora il viso verso Jared e quello che vide nello sguardo dell'altro gli bloccò completamente il respiro.

Il viso di Jared era a pochi centimetri dal suo e poteva sentire il suo respiro sulla sua faccia. Un leggero brivido gli percorse tutta la schiena quando gli occhi di Jared lo fissarono intensamente in un modo che non era consono a un amico ma a qualcosa d'altro.... Nervosamente si leccò le labbra aride. Il momento sembrò durare in eterno sebbene non erano trascorsi più di un paio di secondi finchè Jared non si abbassò e accostò le sue labbra a quelle di Jensen. Era solo un un soffice, quasi inconsistente sfiorare di labbra ma ciò bastò a Jensen per sentire una scossa violenta ripercuotersi per tutto il suo corpo.

Jared lo spinse via delicatamente cercando però il suo sguardo. Jensen si sentì come se quella separazione fosse il preludio a quella più radicale. Non capendo più nulla, afferrò il braccio di Jared e lo tirò verso di sé. Non trovando ostacoli, si ritrovarono di nuovo abbracciati.

Una parte del suo cervello gli stava dicendo che era una cattiva idea e che quel passo sarebbe stato problematico se non addirittura deleterio ma lasciò che quei pensieri scorressero veloci su di lui fino a scomparire del tutto quando la lingua di Jared passò sul suo labbro inferiore e si insinuò veloce nella sua bocca, dove Jensen non oppose nessun ostacolo. Il mondo di fermò e quell'istante durò un'eternità.

Poi come era tutto cominciato, finì. Jared si scostò da lui, Aveva le guance in fiamme e lo sguardo fisso al pavimento. Biascicò qualcosa riguardante il fatto che doveva andare a dormire e sparì in un lampo su per le scale, lasciando un Jensen incerto, impacciato e conscio che quel momento aveva cambiato la loro storia. Per sempre. Forse il primo tentativo poteva esser scambiato per un momento di debolezza o di eccessivo bisogno di tranquillizzare l'altro. Il momento successivo era stato una presa di coscienza. Avrebbero dovuto parlarne di quell'improvviso cambio di rotta ma era troppo tardi. Il sonno, la stanchezza, le emozioni di quella notte ebbero la meglio e a Jensen non rimase altro che andarsene a dormire.

Parecchie ore dopo Jensen si svegliò con il sole che inondava la sua camera segno che ormai la mattina era passata e si stava avvicinando il pomeriggio. Si stiracchiò, esalando un sospiro di contentezza. Adorava quelle mattine dove non c'era quella malefica sveglia che trillava seguita cinque minuti dopo dal cellulare che esplodeva con la suoneria degli AC/DC per ricordargli che doveva alzarsi. L'unica cosa che amava era trovare Jared in cucina in procinto di uscire per andare a correre con i suoi cani che lo salutava chiamandolo con i nomignoli più strani che potesse inventare un adulto di ventisette anni!

Jared....giusto....Jared!

Moriva dalla voglia di vederlo ma avrebbe preferito non farlo. Avrebbero dovuto chiarire la situazione ma aveva paura che gli dicesse che era stato un momento di debolezza e che era tutto a posto e che ciò non sarebbe mai più accaduto. La parte razionale del suo cervello gli diceva che così doveva andare. Era un uomo adulto, con una carriera importante, un futuro luminoso, una fidanzata e una famiglia che lo adorava. Perchè buttare via tutto?

Non fu sorpreso di trovare Jared seduto in soggiorno completamente vestito e seduto su una poltrona a leggere.

Buon giorno!”, esclamò con una vocina timida.

Jared alzò lo sguardo dal libro che stava leggendo e sorrise con calore. “E' quasi l'una, marmotta!”

Bene, ma nel momento in cui io mi alzo è ancora mattina”, Jensen esclamò sbadigliando, dirigendosi verso la cucina.

Jared roteò gli occhi, divertito.

Jensen si versò una tazza di caffè e tornò in soggiorno. “Da quanto sei alzato?”, chiese sedendosi sul divano.

Abbastanza per essere uscito con i cani ed essere andato a fare la spesa”, Jared rispose, ironico.

Jensen, dopo aver sorseggiato un po' del suo caffè, si voltò verso Jared e chiese sorpreso: “Hai fatto la spesa? Senza la lista? Cosa hai preso?”

Hey! Sono in grado di comprare senza la tua lista, mamma talpa!”

Hmpf”, gorgogliò Jensen, pensando a tutte le caramelle e dolciumi che aveva potuto comprare in sua assenza.

Ho guardato cosa mancava e l'ho comprata. D'altronde anche tu fai così. Latte, succo d'arancia, cereali, barrette, sapone per la lavastoviglie, sapone per la lavatrice, riso e carne per i cani e....carta per il gabinetto!”, esclamò Jared, elencando tutto quello che aveva comprato.

Neanche una caramella o un sacchetto di M&M?”, chiese scettico Jensen.

Quelli erano scontati...”, esclamò Jared, alzandosi in piedi.

Ah, ecco. Va bè, vado a fare colazione!”, esclamò Jensen, alzandosi in piedi anche lui.

Direi più il pranzo....magari!”

Da quando io mi alzo, quella è la colazione...”

Jensen si accorse che Jared si era avvicinato a lui. “Questa conversazione vorrei farla anche tra dieci anni. Sei d'accordo?”, chiese Jared, mettendogli le mani sulle spalle e guardandolo direttamente negli occhi.

Jay....”, esclamò Jensen, incerto.

Rispondi si o no! Per il resto troveremo una soluzione!”

Jensen lo guardò fisso negli occhi e trovò quello che cercava. Quello che gli era stato intorno per tutti quegli anni. Quel sentimento così profondo, così unico che li legava in modo indissolubile.

Si”, rispose poi deciso, avvicinandosi a lui e sancendo quel momento con l'atto più naturale del mondo tra due innamorati. Un bacio!

  
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