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Autore: Jules_Black    14/07/2011    3 recensioni
"- Spiegami almeno perché lo fai.
La voce di Mary la raggiunge e lei si ferma.
-E non rispondermi “perché lo amo”. Non è una commedia romantica a lieto fine questa, Sa’! – strilla ancora Mary, avvolta nel suo cinismo proverbiale."

Buona lettura.
Jules
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Requiem per l’amore

 

Sara ha fatto le quattro, questa notte. Perde un paio di minuti cercando di inserire correttamente la chiave nella toppa e poi, finalmente, riesce ad entrare. Capisce subito che Mary non sta dormendo; lo capisce dall’odore pungente del fumo che si è espanso nell’aria e dalla musica di sottofondo proveniente dalla camera attigua. Non si stupisce del fatto che Mary sia ancora sveglia, per quanto la sessione estiva degli esami la stia sfiancando. Lei la aspetta sempre, l’ha sempre aspettata. La trova seduta sulla vecchia sedia a dondolo, le gambe stese sul quel pouf a forma di pallone da calcio che hanno scelto insieme anni fa, non appena la decisione di vivere insieme durante gli anni dell’università si era fatta definitiva. Mary sta fumando – non sarà né la prima né l’ultima delle sue sigarette- come sempre, quando è profondamente nervosa.

- Welcome back, Sara! Come è andata la serata?

Mary non ha mezzi termini- non ne ha avuti mai. Tira giù le gambe dal pouf e la fissa con un’espressione strana, intensa. Sara si dilegua con poche parole, non sostenendo il suo sguardo indagatore.

- Bene, bene… Sono molto stanca!- risponde velocemente, cercando di evitare una conversazione che potrebbe rivelarsi sgradevole. Mary alza un sopracciglio e si allunga verso il posacenere. Poi, con lentezza calcolata, si volta verso di lei. Un po’ di cenere cade sul tappeto rosso.

- Sei andata a letto con Giorgio, vero?

La domanda la colpisce in pieno e fa il grave errore di abbassare la testa, vergognandosi.

- Come lo hai capito?- sussurra, sempre rivolta al pavimento.

- Hai lo sguardo languido tipico di quando ti ecciti davanti a Colin Firth!- sibila Mary, scuotendo la testa.

- Io non mi eccito davanti a Colin Firth!- strilla Sara, cercando di difendersi dalle accuse dell’amica.

- L’ultima volta che abbiamo visto Bridget Jones stavi per avere un orgasmo virtuale durante la scena del bacio finale…- spiega sicura Mary, alzandosi e scrollandosi di dosso della cenere. Sara non risponde e così capisce di aver fatto centro- ancora.

- Solo perché tu non credi nell’amore, non vuol dire…- attacca Sara dopo un po’, sentendosi messa con le spalle al muro.

- Sa’, la predica potresti anche risparmiartela! Sai benissimo come la penso.

Le parole di Mary sono lapidarie, ciniche.

- Mary! Non dovrei essere io a spiegarti che la vita senza amore è come una torta senza panna!

- Questa l’hai trovata nei Baci Perugina, vero?- chiede tagliente lei, avvicinandosi allo stereo ed accovacciandosi davanti ad esso.

- Il cinismo non ti porterà da nessuna parte, Mary. Non si può pensare di rimanere per sempre sola.

- E tu non puoi continuare a pensare che Giorgio, se continui ad andarci a letto, un giorno ti amerà!- urla lei, i compact disk che le cadono dalle mani e si disperdono sul pavimento. Gli occhi di Sara si riempiono di lacrime, la bocca rossiccia di parole offensive.

- E tu non puoi credere invece che la vita che fai sia davvero vita. Sei piatta, vuota.

Sara sputa la sua sentenza e si avvia verso il breve corridoio che conduce alle camere da letto.

- Spiegami almeno perché lo fai.

La voce di Mary la raggiunge e lei si ferma.

-E non rispondermi “perché lo amo”. Non è una commedia romantica a lieto fine questa, Sa’! – strilla ancora Mary, avvolta nel suo cinismo proverbiale.

- Tu vivi in un mondo a parte, Mary. Credi di sapere tutto dall’alto delle tue convinzioni “alla Dottor House” e poi scoppi a piangere davanti a tutte le boiate romantiche di Canale 5.

Sara questa sera non sembra avere freni. Non ha mai parlato così- non a Mary, almeno. Implacabile, continua.

- Il mondo reale non è quello dei tuoi “Topolino” che nascondi sotto il letto, dove il massimo che si vede è un cuore tra Paperino e Paperina! Hai un cuore censurato, Mary!- urla Sara, le lacrime che quasi traboccano dagli occhi cerulei.

- Reinterpretazione alla Mary: la vita senza amore è come un funerale senza lacrime. Va meglio così?

Mary ride della sua stessa ironia e tira fuori un’altra sigaretta.

- Smettila di fumare…- mormora Sara, l’istinto di benevolenza più forte della rabbia.

- Sa’, abbiamo una vita intera per fare i medici!- risponde lei e fa scattare l’accendino. Sara scuote la testa.

- Comunque devo dirti una cosa…- mormora ancora Sara, cercando di sfiorarle il braccio. Mary si ritrae e si volta verso la grande finestra.

- Cosa? Che morirò in un palazzo lugubre con le tende di velluto rosso alle finestre, sola come un cane? Uno a zero per te, Sa’.

- Mi trasferisco da Giorgio.

La sigaretta cade a terra, sul parquet. Mary inizia a ridere sguaiatamente.

- Dieci a zero per me, Sa’. Buona vita!- urla, al suo indirizzo e si avvia verso la sua camera, sbattendo furiosamente la porta. Sara rimane a fissarla, incurante delle lacrime che le rigano il viso. Davvero Mary l’ha sbattuta fuori dalla sua vita così? Si avvia verso la piccola cucina, il volto di Marilin Monroe che la fissa sensuale da una schiera di fotografie colorate appese sulla parete. Prende una tazza- poi due- e prende un po’ di latte dal frigorifero. Cioccolata calda anti-depressiva a giugno.

- Se vuoi un incremento della produzione dei tuoi stupidi ormoni della felicità, non serve la cioccolata. Basta mandare a quel paese Giorgio!

Mary è ricomparsa sulla soglia della piccola cucina, in pigiama.

- Mary, sono le cinque e domani hai un esame! A letto, su…

- Sa’, fanculo!

E si accende un’altra sigaretta. Ispira con forza- magari il fumo le bucherà i polmoni prima del previsto.

- Undici a zero per te- mormora la ragazza e versa la cioccolata nelle tazze; le poggia entrambe sul tavolo. Mary la prende e si siede, accoccolandosi nella sua canottiera nera.

- Al tuo esame?

- A Giorgio?

I loro sguardi si incontrano, Sara sa che sta giocando l’ultima battaglia.

- Alle nostre vite, Mary! Alla tua morte solitaria e alle mie frasi idiote!

Le tazze scricchiolano l’una contro l’altra. I loro scheletri, scricchiolano anch’essi. Le ossa di Sara contro quelle di Mary. L’amore di Sara contro il dolore di Mary.

   
 
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