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Autore: DreamOn    14/07/2011    3 recensioni
questa è in assoluto la mia wemma preferita! (lo so.. lo dico ogni volta..) ed è quello che la mia folle mente si è immaginata come finale ideale per la 2x22! la scena wemma di quella puntata è stata eliminata, e spero vivamente si rifacciano per la terza stagione, nel frattempo ecco come mi sono immaginata la "scena tagliata" un po' fuori dagli schemi? troppo sdolcinata?
ditemelo nelle recensioni
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Will Schuester
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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My Life Wuold Suck Without You

 

Ed ora in diretta da Radio Ohio, la vostra radio nazionale, Kelly Clarkson!!!- annunciò il deejay- Kelly, vuoi dire qualcosa hai tuoi fan?-chiese porgendole il microfono.

Salve ragazzi! Certo che vi voglio dire una cosa! Dovete sapere che... "my life wuold suck without you"!-la cantante sorrise e passò il microfono al deejay.

Approposito di My life would suck without you, che ne dici di dedicarcela?-chiese il ragazzo, sulla trentina, moro, con una pallidissima pelle ed occhi scuri.

Certo!-rispose allegra l'ex principessina d'america.

Signori e signori, Kelly Clarckson, con la su My Life Wuold Suck Without You!-annunciò il ragazzo.

 

Guess this means you're sorry
You're standing at my door
Guess this means you take back
All you said before
Like how much you wanted
Anyone but me
Said you'd never come back
But here you are again


'Cause we belong together now, yeah
Forever united here somehow, yeah
You got a piece of me
And honestly,
My life (my life) would suck (would suck) without you

Maybe I was stupid for telling you goodbye
Maybe I was wrong for tryin' to pick a fight
I know that I've got issues
But you're pretty messed up too
Either way, I found out I'm nothing without you

'Cause we belong together now, yeah
Forever united here somehow, yeah
You got a piece of me
And honestly,
My life (my life) would suck (would suck) without you

Being with you
Is so disfunctional
I really shouldn't miss you
But I can’t let you go
Oh yeah

'Cause we belong together now, yeah
Forever united here somehow, yeah
You got a piece of me
And honestly,
My life (my life) would suck (would suck) without you

'Cause we belong together now, yeah
Forever united here somehow, yeah
You got a piece of me
And honestly,
My life (my life) would suck (would suck) without you


Will Schuester chiuse la radio non appena cominciò la canzone.

Era lunedì, erano appena tornati dalla sconfitta delle nazionali, da New York, e la sua mente era già stata pervasa da Emma.

Sempre lei, nei suoi pensieri.

Ed ora.. ecco quella canzone, la canzone che lo aveva convinto a baciarla.

Che fosse troppo doloroso ascoltarla di nuovo?

Si.

Will l'aveva persa, e non era giusto tutto questo masochismo.

Eppure.. quella canzone, così perfetta, così vera, sarebbe stata l'ideale, per rompere quella sottile linea di confine che si era formata tra di loro, ma la domanda era, ne sarebbe stato capace Will? Di rompere quella fottuta linea?

Tutto stava a lui.

Era disposto a rischiare?

Parcheggiò al McKinley la sua macchina, dalla qualità discutibile, e si diresse verso la porta d'ingresso.

Non aveva ancora digerito la sconfitta, ed il fatto che Finn avesse baciato Rachel sul palco, ma l'importante era essere arrivati su quel palco no?

Si, e poi l'anno prossimo avrebbero vinto, se lo sentiva.

Comunque dodicesimi su cinquanta non era male no?

Doveva essere fiero dei suoi ragazzi.

Si, doveva.

Varcò la soglia di quel liceo, come d'altronde faceva ogni giorni da quindici anni.

Ma la consapevolezza che da li a poco avrebbe incontrato la sua Emma, lo fece sorridere.

In fondo non era poi così male varcare la stessa soglia ogni giorno, se ad aspettarti c'erano due enormi occhioni marroni ed un sorriso a trentadue denti, fatta eccezione per "la linea di confine".

Will entrò nel suo ufficio ed appoggiò la tracolla per terra, accanto alla scrivania.

Si sedette sulla sua sedia e vide davanti a se un biglietto.

Era un foglio A4 piegato in due, riusciva a riconoscere il profumo della persona che lo aveva scritto, sapeva esattamente di chi si trattasse.

Aprì senza esitare il biglietto, notando quanto accuratamente fosse piegato, al centro della pagina era scritto in modo perfettamente ordinato:

 

Ciao Will!

Mi dispiace ma oggi non ci sarò a scuola,

temo che riusciremo a vederci solo domani.

Ma non ti preoccupare, domani mi potrai raccontare

tutto quello che è successo a New York, ho sentito che

ne sono successe di belle!

Se ti chiedi perché oggi non ci sarò, sappi che è perché

devo andare dall'avvocato, con Carl,

a firmare il documento che ufficializzerà il divorzio.

Essi, da oggi sarà ufficiale!

Detto questo,

Ciao, passa una buona giornata,

Emma

 

Will fece un sorriso simile a quello che aveva fatto dai tre ai dodici anni, il giorno di Natale.

Finalmente anche Emma sarebbe tornata ad essere single.

Fissò per un altro paio di minuti quel foglietto.

Che bella scrittura che aveva.

Ordinata, senza errori.

Perfetta.

Come d'altronde si sarebbe aspettato da lei!

Non gli aveva mai scritto niente, quindi decise di conservare quel biglietto.

Si, era infantile, stupido... ma a lui non importava.

L'unica cosa che gli importava veramente era che non vedeva l'ora di vederla.

Aveva deciso, avrebbe compiuto il primo passo.

Era arrivato il momento di farlo, sopratutto perché non poteva permettersi di lasciarla andare un'altra volta, ora che era single.

Lei era sua, e questo lo sapeva ed era pronto a tutto per riprendersela.

Chiuse il bigliettino cercando di mantenere le stesse piegature con cui lo aveva ripiegato lei, per non rovinarlo, e se le infilò in tasca.

Sicuramente era stata li quella mattina, prima che arrivasse lui, perché riusciva a sentire il suo profumo nella stanza.

Adorava quel profumo.

Dolce, come lei.

Chiuse gli occhi un momento massaggiandosi con i pollici le tempie, per capire cosa poteva fare, per renderla sua.

Cercò di sforzarsi, voleva fare qualcosa di passionale, incredibile, che l'avrebbe sconvolta.

Ma cosa poteva fare?

My life would suck without you” lo aveva ispirato quella mattina, nonostante avesse ascoltato solo i primi accordi.

Poi gli venne un idea.

 

* * *

Martedì mattina. Emma era felice perché finalmente dopo una settimana e mezzo avrebbe rivisto Will.

Era incredibile, ma aveva veramente atteso con foga quel giorno.

Il giorno prima aveva divorziato, possibile che non fosse minimamente triste?

Ma a lei non importava... anzi, era meglio così.

Entrò al McKinley sorridente, salutando un paio di ragazzi che quel giorno avevano prenotato una consulenza da lei.

Appena prima di entrare nel suo ufficio, scorse qualcosa di insolito nella sua scrivania, attraverso le vetrate che dividevano la stanza dal corridoio.

Ma a per colpa della poca nitidezza causata dalla luce che filtrava dalle veneziane delle finestre, non riuscì a capire cos'era, fino a quando non entrò.

Era un mazzo di rose rosse.

Posizionato con cura sulla sua scrivania, vuota.

Tra dei rametti, da cui erano state tolte tutte le spine, vide una busta bianca, con scritto "per Emma" sul retro.

Se la rigirò per le mani un paio di volte, emozionata.

Aveva le farfalle allo stomaco quando l'aprì.

Identificò subito chi l'aveva scritta, conosceva benissimo la sua calligrafia, nonostante non le avesse mai scritto niente.

 

Vai in auditorium

Will

 

Sorrise e rilesse altre due volte quel biglietto.

Prima le rose, e poi questo?

Cos'aveva in mente?

Dedicarle una canzone?

Perché proprio in auditorium?

Gli angoli della sua bocca si alzarono formando un enorme sorriso, che le impedì di tornare in se.

Stava arrossendo, e le si era formato un nodo in gola.

Prese il mazzo di rose in mano, e ne annusò una.

Amava quel profumo, che nonostante fosse considerato inodore o sgradevole, a lei piaceva.

Sopratutto perché misto a qual profumo, c'era il profumo di Will.

Appoggiò le rose dove le aveva trovate, ed uscì un po' agitata dal suo ufficio, diretta in auditorium.

L'auditorium le era sempre piaciuto, così grande e buio, le dava l'idea di essere un posto sicuro.

Entrò e rimase delusa dal non vedere nessuno, ma la sua attenzione fu subito catturata da una busta nella scrivania di Will.

Scese le larghe scale della stanza ed entrò nella fila in cui c'era la scrivania.

Quando si trovò davanti ad essa, vide un'altra lettera.

Come in quella del suo ufficio, dietro c'era scritto "per Emma".

Aveva le mani che le tremavano, e tutta quell'agitazione la stava facendo morire di caldo.

Prese esitante la busta, e fece un respiro profondo prima di aprirla.

Si sedette su una poltrona della fila in cui era, e fissò la busta per qualche istante.

Poi l'aprì, prima la curiosità la divorasse.

 

Cara Emma,

non trovi assurdo che abbia iniziato una lettera così?

Anzi, non trovi assurdo che ti abbia scritto una lettera?

Comunque, se sei qui significa che hai visto le rose nel tuo ufficio, ti sono piaciute?

Le ho comprate questa mattina, quando ho organizzato tutto questo!

Probabilmente ti chiederai se sono pazzo o cosa, ma la risposta è che si, lo sono.

Di te.

Ti ho scritto perché non ce la farei mai a dirtelo in faccia,

sono troppo codardo, ma spero che ciò non ti deluda.

Quindi direi di cominciare...

Cosa? ti chiederai.

Tutto,

tutto ciò che credo dovresti sapere.

Sai, ieri mattina ero in macchina con la radio accesa e in una stazione

era ospite Kelly Clarckson, e parlando dei suoi fan ha deciso di dedicargli una sua canzone.

My life would suck without you..

forse non lo sai ma, quando due anni fa ti ho baciata per la prima volta, l'ho fatto perché

quella canzone mi aveva fatto capire quello che provavo per te.

Erano stati i ragazzi a cantarla, per dirmi quanto tenevano a me, ma io non avevo potuto

fare a meno di dedicarla a te.

Così, dopo aver spento la radio, prima di mettermi a piangere come una bambina per quel testo,

sono entrato a scuola ed ho trovato il tuo biglietto sulla mia scrivania.

Non posso evitare di dirti che quel biglietto mi ha riempito di felicità.

Sarò egoista, ma lo ammetto, non potevi dirmi niente di più bello.

Dopo aver letto e riletto quel biglietto, me lo sono infilato in tasca, e mi sono messo a pensare a te.

A noi.

A quanto odiassi me stesso perché era tutto finito.

Ho sbagliato, ho sbagliato tutto.

Ti ho fatta soffrire, e mi dispiace tanto.

E più ci penso più mi sento un idiota per averti lasciata andare.

Come ho potuto essere così?

Mi sono reso conto che tu sei l'unica donna che io abbia veramente mai amato,

e credimi, non ho mai amato Terri.

Credevo fosse così, perché era stata la mia prima e unica ragazza, non avevo mai

capito cosa volesse dire amare veramente.

Poi sei arrivata tu.

Con i tuoi occhioni dolci, il tuo sorriso così buono e sincero,

la tua cascata di capelli rossi.

I tuoi buffi modi di fare, che mi hanno sempre fatto impazzire.

E poi è arrivata quella canzone.

My life would suck without you..

niente di più vero, di quel titolo.

Ma poi tutto è finito, per colpa della mia stupidità

del mio egoismo.

Non ti ho capita, non ti ho accettata, non ti ho amata per

ciò che eri.

Ti ho tradita.

E ho ricevuto la mia penitenza.

E me la sono meritata.

Ho sofferto come dovevo, nel vederti con Carl,

e non esito a dirti che il solo nome mi fa rabbrividire.

Poi, quando credevo di averti dimenticata, e di essere pronto a

voltare pagina, è arrivata Holly.

Lei...

credevo che con lei si sarebbero sistemate le cose,

tu stavi con Carl ed io con lei.

Credevo di essere felice.

Ma quando mi ha lasciato...

Lo ha fatto per te.

Per noi.

Perché anche lei crede in noi.

Me lo ha detto, e mi ha anche detto che era grazie a lei se

tu e Carl vi eravate mollati.

Io all'inizio non capivo, poi quel giorno, a pranzo ne abbiamo parlato, ricordi?

È stato in quel momento che ho capito quanto fossi vulnerabile,

sensibile.

è stato in quel momento che ho capito di non averti mai dimenticata veramente!

Ed ora eccomi qui, tornato da poco da New York, a piangermi addosso.

A farmi sempre la stessa domanda che ormai gira per la mia testa cocciuta

da un paio d'anni:"come ho potuto essere così idiota?"

la verità e che se è successo, è perché abbiamo fatto le cose troppo in fretta.

Siamo stati troppo veloci, non eravamo pronti, tutti e due.

Ma ora.. ti dirò che penso, credo di essere pronto.

Non lo so se anche tu lo sei.

Hai divorziato ieri.

E non voglio commettere gli stessi errori.

Ma voglio stare con te.

Voglio che tu sia mia, ed io tuo.

Voglio un futuro, con te.

Voglio amarti come non ho potuto fare due anni fa.

Sta a te scegliere se assecondare la mia richiesta.

La mia richiesta idiota, infantile, egoistica,

un po' come me d'altronde.

Spero di non essermi messo in ridicolo con questa lettera, e se non dovessi

accettarla, non credo riuscirei più a guardarti in faccia senza vergognarmene profondamente.

A questo punto, credo di aver detto tutto,

a parte una cosa.

Una cosa che ti ho già detto, e che spero un giorno tu dirai a me.

Emma, io ti amo! Amo te, solo te,

solo ed unicamente te!

Come nessuno ha mai amato una donna.

Come mai io non ho amato.

Sei il motivo per cui varco la fottuta porta di questo noiosissimo liceo,

che vedo ogni giorno da quando ho 15 anni.

Quindi si, ecco come concluderò la mia lettera, così schifosamente sdolcinata:

ti amo Emma

Will

 

Emma stava piangendo, era commossa da quella lettera.

Non immaginava che Will pensasse questo, di loro.

Mentre leggeva si era portata più volte una mano alla bocca, per evitare di singhiozzare.

Delle lacrime, amare lacrime, stavano rigando il suo bel viso.

Si era sentita amata, come non mai.

Un nodo alla gola, la vista offuscata dalle lacrime, un forte mal di pancia di emozione.

Ecco cosa provava.

Le sue sottili dita, così curate e precise, tremavano ed avevano stropicciato il lato con cui teneva la lettera.

Sorrise, cercando di cominciare a respirare di nuovo.

Mentre leggeva era così presa da quelle parole, da essersi più volte dimenticata di espirare.

Rilesse altre due volte quella lettera.

Non aveva mai dimenticato Will.

Come lui non aveva mai dimenticato lei.

E quella lettera... così sincera e vera, le aveva fatto capire

quanto fossero importanti.

Loro due.

Insieme.

Si alzò lentamente, senza staccare gli occhi dalla lettera, che aveva sporcato

con qualche lacrima, odiava se stessa per averla bagnata.

Ma per fortuna la richiuse e la mise nella busta, prima che fosse troppo tardi.

Uscì dall'auditorium correndo, doveva trovare Will.

Tremava ancora, e continuava a piangere.

 

* * *

 

Quindi il verbo trabajar significa... Puckerman?-chiese Will, indicando con un dito il verbo che aveva scritto sulla lavagna.

Will!-disse Emma, che era appena arrivata, era sulla soglia della porta, e ancora piangeva.

Aveva la lettera in mano, e guardava Will.

Ragazzi, devo uscire un attimo, Noah, quando torno, voglio sapere cosa vuol dire quel verbo, e voglio che mi fai una frase con quel verbo coniugato!-disse con tono tremolante uscendo dall'aula, assieme ed Emma.

Ciao..-disse impacciato.

Ciao..-balbettò lei, sospirando.

Will notò che aveva il viso bagnato, le era leggermente colato il mascara, ed aveva ancora gli occhi un po' rossi.

L'hai letta..-disse, indicando con un cenno la lettera che teneva con mano tremolante, senza guardarla negli occhi.

si...-rispose; costringendolo con lo sguardo a guardarla.

E cosa ne pensi?-chiese dopo aver fatto un respiro affannato, alzando lo sguardo verso di lei.

Emma sorrise, mentre altre lacrime cominciarono a rigarle il viso.- è bellissima...-disse.

Will sorrise, non sapendo cosa dire, era imbarazzato, a malapena riusciva a guardarla.

e.. mi ha fatto capire molte cose, che non riuscivo a spiegarmi, ho pianto come una bambina per tutto il tempo, e credo di averla anche un po' bagnata, e prometto che odierò me stessa per il resto della mia vita se non si riuscirà più a leggerla, ma credo di si. Will..- disse, tutto d'un fiato, attirando la sua attenzione, lui cercò di farsi forza e provò a guardarla negli occhi.- nessuno mi ha mai detto delle cose del genere, mi hai fatta sentire... la donna più felice del mondo! E lo sono, sopratutto perché.. si, la mia risposta è si!-Will sorrise, mentre anche i suoi occhi si fecero lucidi.

Emma si alzò sulle punte, nonostante portasse i tacchi, mise una mano sul suo petto, e lo baciò.

Lui le mise una mano sul fianco per attirarla a se.

E fu come la prima volta.

Loro, soli, nel corridoio, ad esprimere quanto si amavano, e quanto di desiderassero.

Mancava solo una cosa a completare il momento perfetto.

Eh si Will.. ti amo!-sussurrò lei, a qualche millimetro dalle sue labbra, guardando quegli occhi tra il verde ed il marrone.

Lui sorrise avvicinandosi di più a lei, in modo che potessero baciarsi, di nuovo.

Possibile che fossero stati così stupidi?

Arrivati a tal punto da creare una "linea di confine"?

Quando si ha paura, paura di dire la verità, spesso ci si ritrova a peggiorare la situazione, a renderla di un'assurdità palese.

Era passati due anni da quando si erano baciati la prima volta, eppure quel bacio bastò a riportarli indietro, a far capire ad entrambi che non fosse troppo tardi per loro due.

Non era ancora stata messa la parola "fine", perché la parola “fine” stessa sapeva che per loro non era finita.

Si amavano, e quando ci si ama, niente e nessuno può impedirti di essere te stesso e dire tutto ciò che provi, alla persona che ami.

Will lo aveva fatto, due anni prima lo aveva fatto Emma.

Ora erano pari!

E niente avrebbe più interferito tra di loro.

Erano solo loro due.

Loro due ed il resto del mondo.

Ma l'unica cosa che gli importava era la loro felicità, insieme.

La vera cosa importante.

 

 

 

 

 

 

 

   
 
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