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Autore: Gokki    14/07/2011    3 recensioni
Non aveva mai conosciuto nessuno di così insistente, doveva ammetterlo. Ma il modo in cui lo seccava era... piacevole. C'erano cose che solo quel ragazzo costantemente allegro gli faceva provare, e quelle “cose” si potevano definire sentimenti.
[1880]
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[Regalo per la mia UMi.]
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Kyoya Hibari, Takeshi Yamamoto
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I'll give you my heart, Takeshi Yamamoto.




Rigirava il pacchetto azzurro tra le mani, tentato di buttarlo via e farla finita lì. Non era mai stato un tipo da fare stupidi regali di compleanno, in verità non aveva mai fatto nessun regalo. Ma l'erbivoro di turno, Takeshi Yamamoto, gli aveva puntualmente fatto presente che di lì a poco ci sarebbe stato il suo compleanno.
Non aveva mai conosciuto nessuno di così insistente, doveva ammetterlo. Ma il modo in cui lo seccava era... piacevole. C'erano cose che solo quel ragazzo costantemente allegro gli faceva provare, e quelle “cose” si potevano definire sentimenti. Aveva sempre definito i sentimenti una debolezza, la debolezza per eccellenza di un qualsiasi essere umano, per questo si era allontanato da tutti e si era creato uno scudo. Non voleva essere debole e non lo sarebbe stato per nessuno, con nessuno. Eppure non poteva fare a meno di ritrovarsi a pensare a quel sorriso radioso e quella sua risata cristallina quando era sul tetto della scuola, ogni volta che chiudeva gli occhi. A volte gli capitava di sentire un senso di disgusto per se stesso, per quei sentimenti che erano nati dentro di lui e tutto quello che si erano portati dietro.
Si ricordava bene ciò che era successo un paio di mesi prima, era un ricordo indelebile, e come avrebbe potuto cancellare un bacio? Impossibile anche per uno come lui. Col tempo quel ragazzo era diventato un punto debole, il punto debole. In un certo senso poteva anche definirsi il suo punto di forza. Dimostrava che anche Kyouya era un essere umano e aveva sentimenti come tutti gli altri.
Ad un certo punto aveva sentito dei passi, si era eclissato così tanto da non sentire la porta aprirsi? Si era girato pronto a mordere a morte il primo mal capitato ma si era trovato davanti il festeggiato. Tutte le minacce a cui aveva pensato si erano volatilizzate, lasciando il posto a silenzio e un gran senso di fastidio.
« Yo, Kyouya! » aveva urlato Takeshi salutandolo con la mano e sorridendogli dolce.
Quello stupido erbivoro si era preso il vizio di chiamarlo per nome, almeno non usava qualche stupido soprannome come Kukabase, ma il tutto era abbastanza fastidioso. Nessuno si permetteva di chiamarlo per nome, nessuno ad eccezione di lui e gli faceva venire un gran nervoso. Non lo definiva speciale, per niente, semplicemente lo reggeva un po' più di quanto reggesse gli altri erbivori.
« Non chiamarmi per nome. » disse secco, senza nascondere il tono irritato.
L'altro gli rispose con una risata sincera, inclinò la testa e per qualche secondo gli comparve un'espressione curiosa.
« E' un regalo, quello che hai in mano? » non riuscì a nascondere l'emozione nella voce.
Kyouya lo guardò in silenzio, strinse la presa sulla scatoletta azzurra e fece due passi verso di lui. Avrebbe potuto inventarsi una scusa ed allontanarsi, dire che glielo aveva dato qualche ragazza, dire che non erano affari suoi, ma questa avrebbe dimostrato che non aveva il coraggio di fargli capire che aveva pensato a lui. Non era abituato a pressioni di quel genere, pensare che era abituato a cose ben peggiori.
Gli lanciò la scatoletta azzurra, Takeshi la prese al volo e la fissò qualche istante quasi atterrito dal suo regalo.
« E'... per me? » la voce gli uscì quasi come un sussurro, non poteva credere di aver ricevuto un regalo dal ragazzo più temuto di Namimori.
Kyouya, dal canto suo, lo avrebbe volentieri morso a morte a quel punto ma si limitò ad annuire.
« Kyouya... io... » Takeshi chiuse gli occhi e scoppiò a ridere.
Ora era davvero indignato della sua reazione, lo avrebbe pestato fino a sentire il rumore delle ossa spezzarsi, il cranio frantumarsi e le budella spappolarsi, se ne sarebbe sceso dal tetto della scuola tutto sporco dal suo sangue. Ma appena fece un passo Takeshi smise di ridere e lo guardò con un'espressione dolce e rilassata, gli sorrise.
« Vedi Kyo, il mio compleanno è stato una settimana fa! » gli sorrise e si avvicinò a lui, alzando una mano per accarezzargli la guancia.
Kyouya sgranò gli occhi. Aveva osato chiamarlo “Kyo” e il suo compleanno era stato una settimana fa. Le due notizie girarono nella testa del ragazzo ed esplosero, gli allontanò la mano e lo prese per la camicia, avvicinandoselo. Odiava essere più basso di lui.
Appoggiò le proprie labbra alle sue, infilandovi la lingua e cercando quella del ragazzo, stringendo con forza la camicia bianca. Notò compiaciuto la sorpresa dell'altro e ne approfittò per mordergli il labbro inferiore.
L'aveva fatto impazzire quel “Kyo” e lo odiava di più per questo.
Quando si staccarono Takeshi aveva un sorriso ebete sul viso e quasi piangeva dalla commozione del gesto.
« Mi è piaciuto come regalo di consolazione! » ma prima che potesse ridere, Kyouya gli diede un leggero pugno sul mento, girandosi ed allontanandosi.
Nessuno dei due parlò per qualche minuto. Takeshi aveva quasi paura ad aprire il regalo, magari era tutto un orribile scherzo architettato da Kyouya, ma a pensarci bene, non era il tipo da fare scherzare su certe cose. Non scherzava proprio, ad essere sinceri. La sua mente aveva iniziato a farsi dei viaggi mentali, pensando a quale sorta di regalo potesse esserci dentro. Non sapeva cosa pensare. Quando lo aprì rimase a bocca aperta, nessuno gli aveva mai regalato niente del genere. Nessuno. E per qualche secondo rimase in silenzio a fissare la scatola azzurra. Questo non se lo aspettava di sicuro.
« Ma... Ma... Ma è vuoto! » rise leggermente imbarazzato e gli mostrò il pacchetto vuoto, magari sei era dimenticato di mettere il regalo dentro la scatola.
« Cosa ti aspettavi, Yamamoto Takeshi? » era forse un ghigno, quello sulla faccia di Kyouya?
« B-Beh, un regalo! » a quella ovvia affermazione, il Guardiano della Nuvola, si leccò le labbra con lentezza.
« Il tuo regalo, sono io. » a questo punto Takeshi pensò che quella fosse una minaccia bella e buona.
Ma chi poteva dirlo?






Congratulations dude, you're alive.
Auguri UMi! <3 avrei voluto scrivere qualcosa di più figo e potente per il tuo compleanno ma mi è uscita questa schifezza, come vedi. Mi dispiace! Ma sappi che l'ho scritta per te. Si dice che sia il pensiero che  conta, no? Questo mi salva.
Ti amo.
Se qualcuno vuole sputarmi contro le sue critiche è libero di farlo, accetto volentieri qualche recensione.
   
 
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