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Autore: Coderra97    15/07/2011    3 recensioni
E se Miroku, cuoco dalle doti sopraffine, finisse a lavorare in un ristorante, al cui vertice di gestione c' è niente meno che Sango?
E cosa potrebbe succede se si mettessero a capo di un corso di cucina, al quale partecipano anche quel riccone stramaledettamente misterioso di Inu Yasha e la dolce crocerossina Kagome?
Ne vedrete delle belle! :)
Genere: Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Inuyasha, Miroku, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Nell'istante in cui i suoi grandi occhi cobalto si aprirono, la luce chiara e calda del sole lo risvegliò completamente. Si girò e vedendo il volto di quella ragazza coperto dai suoi lunghi capelli biondi, si chiese chi fosse. Ah, già, la biondina che aveva abbordato la notte prima in uno dei tanti locali notturni.  Non ricordava il suo nome, però.

Dopo un caffè macchiato, si rinfilò camicia e pantaloni, si sistemò la sciarpa intorno al collo e lasciò un post-it alla ragazza ancora dormiente.

 

E' stato bello

                Miroku

Si accertò che nella borsa ci fosse tutto e uscì piano dalla porta dell'appartamento. Ancora un po’ assonnato avviò la sua moto e prese la via di casa.

Prima di rientrare controllò la posta: una cartolina di Inu Yasha dalle Fiji, la bolletta della luce, alcuni dépliant... Niente che in fondo potesse interessargli granché. D'altronde Inuyasha era già tornato dalle sue vacanze con la sua ragazza, gli aveva già fatto vedere molte foto, e si sa, le cartoline ci mettono una vita ad arrivare. Decise che per quella sera avrebbe semplicemente organizzato una cenetta col suo migliore amico e quella Kikyo.

Digitò il numero e aspettò pazientemente la risposta. Si diedero appuntamento per le otto di quella sera. Come al solito decise un menù composto solo da prelibatezze, del resto lui era un asso in cucina e adorava preparare portate da leccarsi i baffi.

Si preparò per andare a fare la spesa: mise una felpa verde bosco con un logo ricamato sul petto, dei semplici jeans used sostenuti da una cintura color camoscio e scarpe da tennis bianche. Sistemò il suo solito codino e inforcò degli occhiali da sole neri che gli donavano molto.

Comprò quel poco necessario per quella sera e ne approfittò per passare in tintoria a ritirare qualche camicia e un giacchino. Anche l'enoteca era una delle sue mete: lì scelse un rosso d'annata e si avviò soddisfatto a casa.

Fece una doccia e si vestì in fretta con bermuda e t-shirt casalinghi, ottimi per cucinare. Infilò anche il grembiule da cucina e si mise all'opera: erano appena le cinque del pomeriggio, ma sapeva che quelle pietanze avevano bisogno di un po’ di tempo.

In perfetto orario, i piatti furono pronti da servire in una bella tavola imbandita, dove al centro splendeva in tutta la sua bellezza una composizione floreale dai toni dell'arancio e dell'avorio. Anche lui era perfetto, con camicia azzurrina fresca di tintoria e jeans scuri, il codino sistemato e il viso liscio, senza un filo di barba.

Inuyasha arrivò con qualche minuto di anticipo, non meno bello dell'amico nel suo completo bordeaux, accompagnato dalla bella Kikyo avvolta in un tubino fasciato nero abbinato alle scarpe, un po’ troppo alte, i capelli avvolti in uno chignon e al collo una lussuosa collana di perle. Miroku la trovava una bella donna, ma non ne era affascinato, sia perché era la fidanzata del suo migliore amico, sia perché non si fidava di lei: la vedeva come una ragazza attratta solo dal denaro, a cui non importava niente di Inuyasha. Il suo passato, poi, confermava l'opinione di Miroku: era stata definita spesso una "donna dai facili costumi", a volte ingiustamente, ne era sicuro, ma era certo anche che la maggior parte delle volte le accuse fossero fondate.

La serata trascorse comunque piacevolmente fra chiacchiere, risate e qualche sigaretta. Si salutarono e il moro scelse, per quella notte, una bella dormita al posto del solito giro fra night club. L'indomani avrebbe ricevuto una telefonata che avrebbe indirettamente cambiato la sua vita.

$$$

Per Inuyasha invece quella sera fu piuttosto movimentata fin dal ritorno a casa, grazie al nuovo baby doll rosso fiammante che Kikyo non aveva esitato a togliersi. Trovava qualcosa, in quella aspirante giornalista, di diverso rispetto alle altre donne. Era considerato un donnaiolo come il suo amico -con la differenza che lui cambiava fidanzate come le mutande mentre Miroku optava invece per un solo rapporto con ciascuna- e con il suo fisico mozzafiato molte ragazze cadevano ai suoi piedi. Ma per un lungo periodo quella particolare ragazza aveva rifiutato continuamente le sue avances e lui amava quel suo resistergli con determinazione, celata da una fragilità di circostanza. La sua bellezza, poi, era decisamente singolare: i suoi capelli lunghi, folti, neri come la notte scura e tenebrosa, incorniciavano alla perfezione il volto pallido e delicato. Dal colorito venivano evidenziati sia gli occhi, due pozze profonde color cioccolato, sia la bocca carnosa e bella, dai toni color magenta del suo velo di trucco. Il suo corpo era straordinariamente grazioso: magra, forse un pò troppo, la pelle candida senza imperfezioni, il seno proporzionato e armonioso, le gambe lunghe e affusolate. Con quel fisico riceveva spesso complimenti e offerte di lavoro come modella che puntualmente rifiutava perché sognava una grande carriera nel giornalismo.

Dopo un intenso amplesso, i due amanti, stremati, si addormentarono l'uno tra le braccia dell’altra. La notte durò a lungo e i tre la trascorsero a dormire beatamente.

Il giorno successivo fu impegnativo sia per Inuyasha, che si alzò di buon'ora per sbrigare diverse commissioni, sia per Miroku che, avvisato per telefono dell’invito che i suoi genitori gli avevano fatto per raggiungerli a casa loro, attraversò con la sua fidata moto e qualche polpetta casalinghe, la distanza che lo divideva dalla tenuta paterna.

- Tuo padre…- Disse con un sospiro la mamma, una bella donna sulla cinquantina dai capelli neri e i segni del tempo sul viso.

- Hey! Insomma non è stata del tutto colpa mia! - Ribatté l'altro genitore cercando di difendersi dalle accuse della moglie; era un bell'uomo, anche lui sui cinquanta, brizzolato e dagli occhi blu: gli stessi del figlio.

-Mi volete dire che succede? - Disse Miroku mantenendosi calmo nonostante si stesse già innervosendo.

Allora i genitori gli raccontarono dell'improvvisa e violenta bancarotta che li aveva colpiti e delle loro ricchezze che erano state decimate. Ovviamente continuavano a vivere in maniera più che dignitosa essendo una famiglia piuttosto benestante. Il risultato del discorso fu però che se Miroku avesse voluto continuare a stare nella città dove abitava, avrebbe dovuto trovare un lavoro al più presto.

Il moro rimase attonito davanti alla notizia e Inuyasha non fu da meno più tardi.

-Puoi venire a stare da me, se vuoi-

-No, non c'è bisogno, troverò presto un lavoro, e poi io ho le mie "abitudini" notturne e tu hai Kikyo, non voglio essere un peso e neanche perdere la mia autonomia... Piuttosto, non avresti qualche aggancio?-

-Ma certo! Conta pure su di me- E facendo l'occhiolino, Inuyasha prese il cellulare e iniziò a cercare contatti, diretti e non.

Per distrarsi dall'accaduto optarono per un drink nel locale vicino alla casa del mezzo demone. Bevendo e scherzando, presto si scordarono dei recenti problemi. Si erano fatte appena le undici di sera e quindi prenotarono un tavolo da biliardo invitando alcuni conoscenti a una partita.

Il tempo trascorse velocemente e al momento di andare Miroku, salutato l'amico fraterno, salì in groppa alla sua moto per la solita caccia notturna. Aveva voglia di divertirsi un pò. Era un vero amante della lussuria, lo sapeva bene, ed era consapevole del fatto che il divertimento non stesse solo nell’atto fisico ma anche nella seduzione e nel corteggiamento preliminare di una donna.

Quella notte cadde ai suoi piedi una ragazza poco più giovane di lui, aveva i capelli palesemente tinti di un rosso smorto ma in compenso i suoi occhi sembravano piccole perle di ghiaccio, e aveva un corpo niente male, per nulla nascosto da un vestiario succinto e seducente. Al ragazzo bastò poco per capire che fosse una facile. E infatti come al solito il giorno seguente lasciò la casa della ragazza di buona mattina, con passo felpato, lasciando il suo caratteristico post-it, e si ridiresse verso il suo appartamento. Davanti al portone ad aspettarlo c'era Inuyasha, più mattiniero di lui, con quella sottospecie di polpo che si ritrovava al posto della fidanzata, o almeno questo era il punto di vista di Miroku. Gli dava sui nervi perché quando voleva trascorrere un pò di tempo solo col suo migliore amico c'era sempre lei in mezzo; infatti la serata del giorno prima era stata non solo l'unica senza di lei, ma anche la più bella che avessero passato da quando Kikyo e Inuyasha erano fidanzati. Ma che ci poteva fare, Inuyasha la amava e per lui contava di più la felicità dell'amico.

-Ho due notizie da darti, una buona e una... buonissima!- Disse euforico Inuyasha -Quella buona è che sei ufficialmente invitato al matrimonio del mio fratellone Sesshomaru con Kagura!-

-Alla buon'ora! Finalmente si sono decisi quei due... birbantelli... E l'altra?-.

La risposta lo lasciò piacevolmente sorpreso, Inuyasha infatti gli aveva procurato due colloqui di lavoro. Il primo riguardava un'azienda televisiva, il secondo un ristorante a cinque stelle. Ovviamente entrambe le proposte lo resero entusiasta, ma il lavoro come chef lo incuriosì maggiormente.

Prima dei colloqui si doveva impegnare per essere al meglio durante il matrimonio, con così tante ragazze single fra gli invitati... Così rientrato a casa aprì l'armadio e ne tolse tre abiti: il primo era super elegante, modello tait con cilindro annesso, ma quando lo aveva messo? Mai, lo aveva comprato per gioco e da più di un anno era rimasto dentro l'armadio. Decise che ci sarebbe rimasto ancora. Tra gli ultimi due, un gessato grigio mélange e uno smoking blu notte, scelse quest'ultimo. Sotto la giacca -rigorosamente in pendant col pantalone- abbinò una camicia bianca modello tre bottoni. Per finire una bellissima cravatta di pura seta, regalo di suo padre, di un colore azzurro pallido. Non era un modaiolo ma sapeva di dover essere sempre perfetto per attirare gli sguardi femminili. Una volta pronta la mìse, si preparò un bagno caldo, prese un caffè macchiato e s’immerse dentro la vasca. Non voleva più pensare a nulla: la bancarotta, Kikyo, i colloqui, il matrimonio... In quel momento c'erano solo lui e l'acqua. Per una buona mezz'ora rimase dentro quella meraviglia di schiuma e sali profumati, con qualche candela qua e là che rendeva l'atmosfera rilassante.

Dopo quel bagno rigenerante, accese il computer per scegliere via web il regalo di nozze dei due sposini.

   
 
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