Anime & Manga > Axis Powers Hetalia
Ricorda la storia  |      
Autore: Marsie Sinclair    15/07/2011    4 recensioni
C’erano molte cose che Arthur detestava degli Stati Uniti, a parte "... ovviamente la loro personificazione, ma potevano essere riassunte in una parola: troppo. Gente troppo esuberante, strade troppo lunghe, spazi troppo ampi, e la lista sarebbe continuata all’infinito … se solo non avesse fatto tanto caldo …"
Il caldo da alla testa, vero Artie?
-Alla Magnifica Aerith come regalo di maturità-
Genere: Commedia, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: America/Alfred F. Jones, Inghilterra/Arthur Kirkland
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
TWA(versione completa)

To The West Again

La vecchia canzone risuonava quasi fastidiosa nel silenzio più totale, gracchiante e stonata come solo le cose fuori posto sanno essere. Dire che faceva molto caldo era un eufemismo e la baracca di lamiere in cui lui e il suo compagno si erano momentaneamente accampati fintanto che il camion su cui viaggiavano fosse stato riparato era un forno.

 Del resto era ovvio ad agosto nel bel mezzo del deserto ma non per questo meno insopportabile.

C’erano molte cose che Arthur detestava degli Stati Uniti, a parte ovviamente la loro personificazione, ma potevano essere riassunte in una parola: troppo. Gente troppo esuberante, strade troppo lunghe, spazi troppo ampi, e la lista sarebbe continuata all’infinito … se solo non avesse fatto tanto caldo …

 

“63 pecore”

Arthur non aveva chiuso occhio per tutta la notte e ora, disteso alla bene e meglio sulla scomodissima panca di legno tentava – inutilmente- di prendere sonno. Anche contando le pecore.

“… 64 pecore”

Un metodo ridicolo, infantile che invece di rilassarlo gli dava ancor più sui nervi

“65 pecore!!”gridò quasi, irritato oltre ogni misura da quella calma irreale –

La porta già mezza scardinata si aprì all’improvviso sbattendo contro il muro scrostato  e un giovane dai corti capelli biondo oro corse fuori, per poi tuffarsi senza una spiegazione nel laghetto artificiale a pochi passi dalla baracca.

L’inglese si domandò irritato dove diavolo il suo compagno trovasse tanta energia: lui si sentiva molle come un gelato sciolto e quello invece aveva abbastanza forza ed entusiasmo per andarsene a giocare con l’acqua! Che cosa fastidiosa!

Se era per quello America era sempre stato fastidiosamente esuberante, sempre con quello stupido sorriso di plastica stampato in volto; avrebbe dovuto farci l’abitudine da un bel pezzo ormai. Invece continuava a porsi domande su domande, a fare ragionamenti che non portavano da nessuna parte -   

“Inghilterra!”

Fece finta di non sentire, coprendosi gli occhi per non restare abbagliato dalla luce troppo intensa e soprattutto per far capire all’altro di non voler essere disturbato.

È fantastico! Perché non vieni anche tu?”

Tutta fatica sprecata, ovviamente: pretendere che quel grandissimo casinista comprendesse il concetto di lasciare in pace il prossimo era praticamente impossibile, tanto valeva aspettarsi una nevicata in quel preciso istante! Ma rassegnarsi all’inevitabile non era mai stato il suo forte: non si diventa l’Impero più grande di tutti i tempi lasciando perdere quando le cose si fanno difficili! Aveva vinto due guerre mondiali, governato i mari per secoli: non poteva, santissimo cielo, darla vinta ad uno stupido bambino troppo cresciuto che –

“INGHILTERRA!”

Ancora! La cosa stava diventando estremamente seccante: adesso si sarebbe alzato e glie ne avrebbe dette quattro … no, un attimo, Arthur Kirkland aveva una certa dignità da difendere! Non sia mai che un gentleman del suo livello si abbassi a strillare come una ragazzina isterica anche se, a dirla tutta, non era certo la prima volta che America gli faceva perdere le staffe … No, non stavolta!

Riprese a contare mentalmente le pecore questa volta per mantenersi ragionevolmente calmo

“376 pecore” nella sua mente le povere creature finivano una dopo l’altra giù da una ripida scogliera “377 pecore!!”

“EHY!!”

L’idiota aveva pensato bene di svegliarlo picchiettandogli – non troppo delicatamente- una bottiglietta di vetro sulla fronte; l’ex impero emise una specie di squittio mezzo sorpreso e mezzo indignato per il brusco ritorno alla realtà.

“Cosa fai? Mi ignori?”

Ovvio che sì.

“Pensare che mi sono pure sforzato di portarti una bibita fresca”

Ah, ecco che stava combinando in fondo al lago … ma chi diavolo glie l’aveva chiesto!

Arthur si alzò con ostentata lentezza lanciando un’ occhiataccia acida al nuovo arrivato, tanto per mettere in chiaro che non era il modo di svegliare la gente quello … anche se lui non stava esattamente dormendo, ma non era quello il punto: il punto era che faceva caldo e il clima così lo rendeva – molto- più irritabile del solito.

“Non è nel mio carattere parlare quando sono così intontito” ergo non ti rispondo per non mandarti al diavolo, non era certo un concetto complicato da capire. Lasciamo perdere…     

“America” chiamò dopo qualche secondo di silenzio”Perché si è rotto il motore?” non era una domanda molto intelligente detta così ma, sinceramente, non gli era venuto in mente migliore di formulare i pensieri che da quando era rimasto bloccato in mezzo al nulla cosmico gli ronzavano in testa come moschini impedendogli di trovare pace.

“Ma è stata una fortuna in fondo, no? In fondo è successo in un posto dove c’è un locale in ferie”

Cielo, che fortuna! Progettare per mesi la vacanza perfetta per poi finire ad arrostire in mezzo al deserto come stramaledette lucertole in compagnia di un ottimista patologico capace di divertirsi anche durante la fine del mondo … qualcuno lassù ci stava prendendo gusto a fargli perdere la pazienza!

“Però c’è un numero troppo alto di incidenti in questo posto, non trovi?”      

 Ma che meraviglia! Ecco che ricomincia con le teorie folli sugli alieni che fanno rompere apposta i motori per poi rapire la gente! No, decisamente non era dell’umore giusto per sopportare i vaneggiamenti di quel casinista.

“Spero che mi sveglierò presto scoprendo che è solo un sogno.” sentenziò l’inglese con cupa determinazione: una situazione tanto assurda non poteva essere reale. Assolutamente no.

“Ma non è possibile!”

E chi lo dice? Lo sanno tutti che per svegliarti da un sogno devi addormentarti nel sogno stesso! Detto così in parole povere non ha molto senso, ma messo in pratica funzionava eccome.

Si lasciò letteralmente cadere sulle ginocchia del proprio stupito compagno d’avventura che, non aspettandosi quel gesto, gridò quasi spaventato il nome dell’altro.

“Stai zitto!” ringhiò contrariato l’inglese, cercando di ignorare la crescente irritazione

Ho caldo.

Ecco un’ altra considerazione poco intelligente: in piena estate, in mezzo al deserto era più che ovvio … comunque fastidioso, molto fastidioso a dire il vero …

Mi fa anche male la testa …

No, non la sopportava proprio quella calura innaturale, sembrava di stare dentro un forno … adesso sapeva come si sentivano gli scones quando venivano bruciacchiati … e non era affatto una bella sensazione! Gli faceva perdere la ragione, era tutto confuso e impossibile …

Mi sembra tutto così secco … il cielo, il pavimento, perfino i suoni …

Come se tutto il mondo avesse sete.

Quella baracca sembrava fatta apposta per tenere le persone isolate, come in una bolla

Mi sembra di essere caduto in un’illusione in cui ci siamo solo io e America …

Già, una strana illusione … come se al mondo non esistessero altri all’infuori di Arthur Kirkland e Alfred F. Jones … non sapeva se voleva starci o no in quella specie di mondo artificiale: da una parte la prospettiva di restare da solo con la propria ex colonia ex quasi nemico ora più o meno innamorato  era dannatamente allettante, dall’altra sapeva che non poteva essere vero. O almeno non poteva durare.

Perché diavolo … ho deciso di innamorarmi proprio di lui?

Eh, bella domanda: perché? Un caso forse, o il destino o semplicemente doveva andare così … i poli opposti non possono stare troppo lontani, dopo tutto. E cosa poteva esserci di più opposto di loro? Decidere di innamorarsi poi … che pensiero senza senso!

Ho sete

Ovvio con quel caldo insopportabile e, a proposito di ovvietà, sarebbe tornato utile schiodare il fondoschiena da quella maledetta panca e andarsi a prendere qualcosa di fresco prima di appassire miseramente.

Una lucente gocciolina d’acqua scivolò lenta e piacevole come la carezza di un amante lungo la guancia bollente di Arthur, lasciandosi dietro una scia di strani pensieri nella mente provata dell’ ex impero

È bagnato

Già, la gocciolina dispettosa era caduta dal corpo ancora fradicio di America, per la precisione da quel bizzarro ciuffo dorato che, a dispetto di tutto, se ne stava sull’attenti simile all’antenna di un pesce abissale. In effetti Alfred aveva qualcosa di quelle creature nel modo in cui attirava gli altri, Nazioni o umani poco importava, con miraggi e promesse per poi inglobarle senza pietà; brillava allettante ed irresistibile come un fuoco fatuo, scintillava come il più prezioso dei gioielli. E pensare che quella gemma un tempo brillava solo per lui … aveva stretto tra le mani quella piccola stella, tanto fragile che bastava un minimo di forza in più per spegnerla irrimediabilmente, ma poi la stellina era cresciuta in fretta – troppo in fretta- fino a diventare una potente supernova, un sole torrido come quello che illuminava quella landa dimenticata da Dio …

Ho sete

Sta gocciolando

Ormai Arthur aveva smesso di ragionare razionalmente da un pezzo: l’istinto e la sete avevano preso il sopravvento guidando il suo corpo verso la più vicina fonte di umidità.

America. Le labbra di America.

Chissà se oltre ad essere lucide come caramelle, avevano lo stesso dolce irresistibile sapore?

Il mio cuore …

Anche il mio cuore –

 

Ma cosa diavolo gli era preso?! Che diavolo andava pensando?! Santissimo cielo, aveva quasi baciato America! Si era comportato come un pazzo invasato e assatanato … e per giunta nei suoi confronti! Maledizione!

“Per caso tu … l’hai fatto per invitarmi?”

Dannato idiota d’uno yankee! Non ha capito niente come al solito! Maledetto egoista col quoziente intellettivo di uno scaldabagno! Accidenti a lui, accidenti a tutto!!

Indignato e imbarazzato oltre ogni dire, Arthur cacciò uno dei suoi famigerati urli isterici che facevano rabbrividire le banshee, per poi andarsene, fumante di rabbia, a sfogare le proprie ire sul vero responsabile di tutto quel maledetto casino: il malefico camion che aveva deciso di tirare le cuoia nel bel mezzo del nulla cosmico.

 

“INGHILTERRA! CHE SUCCEDE?!”

“Gli ho dato un calcio con tutta la mia forza e ora funziona.”

“Dopo ti devo chiedere un paio di cosette …”

“Bene. Torniamo a Washington D.C. adesso.”

“… Okay.”

 

In effetti c’erano sì un paio di faccende da mettere in chiaro, ma prima era molto meglio tornare alla normalità.     

     

 

The End

 

S' CORNER

Buonasera o per meglio dire buonanotte a tutti!

Ho letteralmente buttato l'anima in questa cosa, ci ho impiegato mesi tra esami e tutto, ma alla fine ci siamo! E' finita, grazie al cielo!

Questa è la strasposizione più o meno letterale della doujin "To The West Again" di Akka Pink.

Dedico questa storia alla Magnifica AERITH che mi ha trasmesso il virus della fangirl e che mi ha aiutata a farlo prosperare per bene. Questa è per te , socia, perchè diavolo se te lo meriti!

Bacioni & Biscotti

See ya soon

S.

 

    

  

  
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Axis Powers Hetalia / Vai alla pagina dell'autore: Marsie Sinclair