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Autore: Tsukisama    15/07/2011    1 recensioni
Rolice Ninfadora, sedicenne, decide di andare a lavorare alla Kaiba Corporation per raggiungere il suo scopo... ignara di quello che l'aspetta!
Genere: Generale, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri personaggi, Mokuba Kaiba, Nuovo personaggio, Seto Kaiba
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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AVVERTENZA: La storia è completamente frutto della mia fantasia, molte cose potrebbero non corrispondere a ciò che è realmente possibile. Buona Lettura.

[Se la vita è una sfida, l'accetto.]

Sedici anni. A sedici anni non si è nessuno, per il mondo. Non ancora.

Ma si può dire che hai raggiunto l'età minima per vivere, quella necessaria. Ah, non dimenticate che per quei bifolchi che hanno deciso che cosa sia la vita, essa è solamente una stupida catena di montaggio che deve essere continuata. Per loro, ogni essere umano rappresenta solo un'unità, una microscopica parte di una forza lavoro.

Credo sappiate tutti che, secondo la legge di quasi tutto il pianeta Terra tu, essere umano, maschio o femmina, alto o basso, magro o grasso, intelligente o stupido, a sedici anni puoi far parte di questa catena di montaggio. Tutto qui, ciò che i potenti pensano di quella che era la mia età, allora.

Beh, io a quell'epoca ero la persona più intraprendente che conoscessi. Fra tutte le mie caratteristiche, più o meno normali per una ragazza come me, ce ne era una di cui nessuno riusciva a comprendere l'origine. A sedici anni, io avevo una voglia matta di cominciare a lavorare. Non so se definirlo addirittura sorprendente, ma insolito sì, direi.

Quando a dieci anni si era sviluppato in me questo desiderio, tutti i miei conoscenti credevano che scherzassi, poiché ero soltanto una bambina, e secondo loro non avevo ancora idea di ciò che volevo. Si sbagliavano.

Io avevo cominciato la scuola un po' prima, facendo la primina, ma non è questa la cosa sbalorditiva. Studiando da privatista, a partire dalla prima media, ero riuscita ad andare mostruosamente avanti con i programmi di tutte le materie, facendo dei salti impressionanti; a tal punto che arrivai a diplomarmi a quattordici anni e mezzo. La cosa lasciò di stucco tutti, ma io non finii così in fretta la mia corsa; nel giro di un'anno e mezzo ottenni la mia laurea in ingenieria informatica, anche se fu molto difficile. Il mio impegno non mancava e, nonostante la mia giovanissima età, non potevano non concedermela. Un mese dopo il mio sedicesimo compleanno, infatti, avevo in mano quel bel pezzo di carta.

Starete pensando che sono pazza. Starete dicendo: ma questa qui una vita sociale non ce l'ha ?. Risposta: no, non l'avevo. Ero dell'idea che dopo i sedici anni avrei tranquillamente potuto cominciare ad avere degli amici, a smettere di studiare, eccetera. E' una pazzia, sì. Ma se non l'avessi fatto sarebbe andato tutto in fumo.

A quel punto, le persone che mi stavano attorno non poterono non considerarmi una ragazza matura, e credettero finalmente che il mio sogno era davvero quello di lavorare, quello di essere al centro dell'attenzione generale, quello di essere considerata. Perché sì, il mio scopo nella vita era esattamente questo: essere ritenuta qualcuno. Ma non a quarant'anni, alla cui età la maggior parte degli imprenditori famosi era riuscita a sfondare nel mondo degli affari, se non dopo. No no no no, io volevo riuscire in quest'intento a sedici anni; volevo far capire al mondo che una ragazzina della mia età poteva essere la migliore.

Il teatro perfetto per il mio spettacolo era, e lo avevo sempre saputo, l'isola di Hokkaido, nel nord del Giappone. Un posto abbastanza poco tenuto in considerazione ed altrettanto bello, per questo lo ritenevo il miglior posto da dove cominciare la mia scalata verso il successo.

Ma torniamo un po' indietro, vi andrebbe di capire meglio o qualcosa di più ?

Ad undici anni, quando avevo appena cominciato a preoccuparmi del mio futuro, mi ero seriamente interessata ad un popolare gioco di carte chiamato Duel Monsters. Per me era un utile passatempo, nei brevi periodi nei quali non mi dedicavo allo studio, passavo i minuti a ad esercitarmi con varie strategie di gioco, dalle quali ero non poco affascinata. Mi tenevo sempre informata sull'uscita di nuove carte o dei risultati dei tornei internazionali ai quali non presi mai parte, per mancanza di tempo utile. La mia vita proseguì piuttosto monotonamente da quel momento in poi, tuttavia i miei grandi progressi mi facevano sempre dormire contenta.

Quando ne avevo quattordici, di anni, scoprii un fatto che mi lasciò letteralmente spiazzata. Girovagando in Internet in cerca di novità sul mondo del Duel Monsters, infatti, lessi di un ragazzo giapponese, che di nome faceva Seto Kaiba, che aveva realizzato esattamente ciò che desideravo realizzare io, anticipandomi poi di soli due anni. Lui ne aveva sedici, infatti, ed aveva fondato una sua società, la Kaiba Corporation, produttrice di giochi. Essendo lui inoltre il campione in carica di Duel Monsters, la sua azienda produceva in particolar modo congegni legati a quel gioco. La società di Seto Kaiba era diventata in pochi giorni la più rilevante in Giappone e dintorni, ed era in lizza per il titolo mondiale. A sedici anni, quel ragazzo era divenuto una delle persone più influenti del pianeta, il ragazzo della sua età più ricco e famoso che esistesse, grazie anche al suo titolo di campione.

Man mano che leggevo quell'articolo, il mio astio verso Seto Kaiba cresceva, smisuratamente. Non solo mi aveva soffiato il sogno da sotto al naso, solo per aver avuto la fortuna di nascere due anni prima di me, ma era anche dentro al mondo del mio gioco preferito che vi era riuscito. Non riuscivo prorpio a farmene una ragione, e ci fu un periodo nel quale non mi sentii più tanto unica.

Adesso starete pensando: Bene, si è arresa. La storia finisce così ? Risposta: Eh, no, mi dispiace. 

Ci pensai su molto, mentre mi preparavo al diploma, e conclusi non molto tardi che sarei comunque riuscita ad emergere, non mi sarei fatta rovinare il sogno. Per fortuna, non fui costretta a modificare il luogo dove desideravo andare a lavorare, quando decisi che avrei fatto domanda per entrare alla Kaiba Corporation. Sì, avete capito bene, la notizia che ero stata sorpassata non aveva fatto che amplificare in me la voglia di fare di più, nonché quella di vendicarmi.

Il mio piano era quello di cominciare dal grado più basso che esisteva in quella società per poi arrivare, possibilmente in breve tempo, alla carica di vice-presidente; e successivamente, con tutte le armi di cui disponevo, sbaragliare Seto Kaiba e prendere il suo posto nel mercato internazionale di giochi. Vista così, la cosa avrebbe fatto ancor più scalpore.

Non sono la brava ed innocente ragazza che vi aspettavate di conoscere, vero ? Quando si tratta dei miei obiettivi, infatti, posso diventare anche fin troppo determinata.

Così, dopo essermi laureata, inviai il mio curriculum alla sede centrale della Kaiba Corporation che guarda caso si trovava proprio ad Hokkaido. Ovviamente, venne in brevissimo tempo accettato, con grande stupore da parte di quelli della società. A quel punto, sotto gli sguardi ammiratori dei miei familiari, partii dall'Italia per andare in Giappone con il primo volo, assieme a mio fratello maggiore che mi avebbe fatto da indesiderata balia.

L'unica cosa che avevo in mente allora era di raggiungere i miei scopi; perché nessuno sarebbe riuscito, per come ero fatta, ad intralciarmi la strada ed a mettermi i bastoni fra le ruote, nemmeno un ragazzo snob di soli due anni e due mesi più grande di me e che, ne ero più che certa, non aveva neanche un briciolo della mia testardaggine.

[Se la vita è una sfida, l'accetto.]

  
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