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Autore: _hurricane    17/07/2011    9 recensioni
“Sarà fantastico, è già tutto organizzato! Una settimana alle Hawaii in un Resort a 4 stelle, sono riuscito a trovare un’imperdibile offerta last minute per due persone! Non è perfetto?”
“Wow Kurt, sei incredibile!” rispose Blaine con uno dei suoi mega-sorrisi che riuscivano ad illuminare anche la stanza più buia, quelli di cui Kurt si innamorava ogni volta, ancora e ancora.

[vincitrice del contest "One-shot dell'estate" indetto da EFP]
Genere: Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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“Sarà fantastico, è già tutto organizzato! Una settimana alle Hawaii in un Resort a 4 stelle, sono riuscito a trovare un’imperdibile offerta last minute per due persone! Non è perfetto?”

“Wow Kurt, sei incredibile!” rispose Blaine con uno dei suoi mega-sorrisi che riuscivano ad illuminare anche la stanza più buia, quelli di cui Kurt si innamorava ogni volta, ancora e ancora.

Erano seduti sul divano del suo salotto, il condizionatore messo ad una temperatura quasi da Polo Nord per sopravvivere al caldo infernale del luglio di Lima.

Kurt continuava a sfogliare con aria esaltata deplians, brochures e riviste di agenzie di viaggi, tutte rigorosamente riempite di post-it e piene di orecchie per tenere a mente le offerte e le mete migliori. Ci aveva passato su un pomeriggio intero, ed era così orgoglioso di mostrare a Blaine ciò che era riuscito a fare da poter stare a stento seduto composto.

Blaine si protese verso di lui e catturò il suo mento con due dita. Kurt improvvisamente smise di saltellare sul posto, e lo fissò con i suoi profondissimi occhi azzurri. C’era soltanto un’altra cosa che amava più del sorriso di Blaine: i suoi occhi. Più precisamente, i suoi occhi quando lo guardava in quel modo.

Sono tuo, e tu sei mio. Non lo vedi? Non lo vedi che ci apparteniamo? gli dicevano quei due occhi color nocciola quando fissavano intensamente i suoi.

“Sarà bello poter passare tutto quel tempo da soli io e te” dissero invece le sue labbra, prima di incontrare quelle di Kurt.

Di certo non era il loro primo bacio, ma era come se lo fosse.

Lo stesso Kurt si sorprendeva di volta in volta nel sentire ancora le farfalle nello stomaco, in quel breve attimo in cui il viso di Blaine si protendeva verso il suo e all’improvviso tutto il resto perdeva importanza. Il cuore gli si fermava per un secondo nel petto, così come il respiro, per poi iniziare a battere all’impazzata, rimettendo in circolo il sangue che molto probabilmente raggiungeva tutto il suo corpo tranne il cervello.

Perché quando Blaine baciava Kurt, Kurt non riusciva neanche a pensare. Dimenticava quello che stava dicendo, o quello che aveva avuto intenzione di dire, e quando il bacio avveniva subito dopo una discussione dimenticava perché stessero litigando.

Dimenticava tutti i baci precedenti perché quello nuovo era sempre migliore.

Dimenticava che profumo Blaine avesse, o la sensazione delle sue mani sulla sua pelle, così che si sorprendeva ogni volta che li riscopriva da capo.

E in quel momento, quando se ne accorgeva, cambiava tutto. Tornava all’improvviso alla realtà, come colpito da un secchio d’acqua fredda durante il sonno, ma ciò non significava che riuscisse nuovamente a pensare. Kurt riusciva solo a sentire.

Sentire la morbidezza delle labbra di Blaine, il loro movimento fluido e delicato sulle sue che poi si faceva sempre più insistente.

La lingua di Blaine che incontrava la sua come in una danza febbrile.

Le mani di Blaine sul suo viso, che poi si spostavano avide verso i suoi capelli per tenerli stretti tra le dita.

Le sue mani che afferravano Blaine per la maglietta.

I loro respiri sempre più irregolari, quasi fusi uno dentro l’altro.

In quel bacio in particolare, sul divano bianco del suo salotto, Kurt sentì il petto nudo di Blaine contro il suo e solo in quel momento si rese conto di avergli sfilato la canottiera, e che lui aveva fatto lo stesso. E ora, non si sa come, Kurt era a cavalcioni su di lui e non riusciva a fare altro che baciarlo e muovere il bacino allo stesso tempo, le mani dietro la nuca strette tra i suoi ricci neri.

Blaine lo teneva per i fianchi, con le dita quasi conficcate nella sua pelle, e Kurt sentiva anche quello, sentiva quel lieve, impercettibile dolore ed era il dolore più bello che avesse mai provato, perchè era come se le mani dell’altro non fossero mai abbastanza. Nonostante non facessero altro che spaziare su ogni singolo centimetro del suo corpo, era come se l’unico modo per sapere che erano lì fosse sentirle dentro, anche se con quel pizzico di dolore.

“E pensare che la vacanza non è ancora iniziata!” disse Blaine ad un certo punto, mentre Kurt era intento a baciargli il collo succhiando la pelle in più punti.

Perché Blaine, non si sa come, riusciva a parlare e formulare frasi di senso compiuto persino quando facevano l’amore, e Kurt si era sempre domandato come facesse. Non che la cosa lo irritasse, ma proprio non si capacitava del fatto che il sangue di Blaine raggiungesse correttamente il suo cervello a differenza del suo.

Non sapeva che, molto più semplicemente, Blaine non riusciva a farne a meno. Ogni secondo, ogni momento, era quello giusto per dire a Kurt cosa pensasse di ciò che stavano facendo. Era come se ogni pensiero non condiviso con lui gli facesse male, pulsando dentro la sua testa per il desiderio di essere espresso a tutti i costi. Sentiva una connessione con Kurt, così profonda e viscerale da impedirgli di tacere quando gli voleva dire che lo amava, o che lo desiderava, a qualsiasi ora del giorno e della notte.

Erano ormai impossibili da contare le volte in cui lo aveva fatto visibilmente arrossire al centro commerciale, o al parco, sussurrandogli all’orecchio cose poco caste soltanto perché sentiva il bisogno insopprimibile di dirgliele. Puntualmente Kurt gli dava uno schiaffo sulla spalla, o lo guardava a bocca aperta, e quel suo pudore apparente lo faceva impazzire.

Tutto di Kurt lo faceva impazzire.

Il modo dapprima incerto e poi deciso con cui scendeva la mano lungo i suoi addominali fino alla cerniera dei jeans, come in quel momento.

Il modo in cui li slacciava, di solito con qualche impaccio, per poi infilare la mano dentro i suoi boxer, come in quel momento.

“Forse così la smetterai di parlare” gli sussurrò Kurt all’orecchio, mentre iniziava a muovere la mano su e giù.

“Forse” rispose Blaine, prima di perdere lentamente la sua salda lucidità e capacità di espressione verbale.

 



Kurt distese il telo da mare sulla sua sdraio di plastica bianca, prima di stendersi a sua volta e iniziare a passare la crema solare protezione 50 sulla sua pelle bianchissima.

“Sembri pronto per essere impanato come una cotoletta” disse Blaine, disteso sulla sdraio a pochi passi dalla sua, le mani incrociate dietro la testa e gli occhiali da sole alzati sulla fronte.

“Sempre meglio che prendere un’ustione di terzo grado!” rispose Kurt stizzito, continuando a spalmarsi la crema bianca sul petto, le spalle e il viso.

“Adorabile” disse semplicemente Blaine di rimando, prima di abbassarsi gli occhiali sul naso e chiudere gli occhi, godendosi il sole caldo dell’estate che non faceva altro che rendere la sua carnagione ancora più scura.

Kurt gli lanciò un sorrisetto – di cui Blaine non si accorse – e una volta conclusa l’operazione si girò verso il tavolino di vimini che si trovava accanto alla sua sdraio, con sopra due bicchieri da cocktail con tanto di ombrellini.

“Brindiamo!” disse in tono trionfante mentre ne porgeva uno a Blaine.

“A cosa?” rispose lui, mettendosi a sedere e prendendo il bicchiere.

“A noi, qui, da soli, senza genitori in giro!”

“Ammettilo, hai risparmiato i soldi per far partire i tuoi soltanto per poter restare da solo con me. Come sei egoista!” disse Blaine con un sorriso di scherno, alzando il bicchiere per incontrare quello che aveva in mano Kurt, a mezz’aria.

Lui lo guardò con finta severità, poi rise. I bicchieri si scontrarono mentre i due dicevano in coro “Cin cin!” prima di brindare e bere un sorso.

Rimasero a prendere il sole per un’oretta sul prato inglese del giardino di Kurt, senza il bisogno di immaginare acque cristalline e sabbia bianca sotto i loro piedi.

Quella era la loro vacanza, ed era perfetta così.

 

   
 
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