“Ci sono due regole. Regola numero uno:  morti non servite a niente!”

L’assalto. Tutto si ferma. I fucili. Tacciono, innocui. Tutto è un sogno.

“No, Mike, cosa hai bevuto stavolta?”  Giusto, la morte è l’alcolico più forte che esista.

“Non ti rendi conto? Sei ferito. Ferito! Che cazzo di sostituto sei? Ferito!”

Pochi attimi di silenzio. Le bombe cadono intorno a me, alla mia squadra. Sei il sergente, cazzo. Un po’ di amor proprio! Maledizione, perché si accalcano intorno a me? Tornate a sparare! Non dovete lasciare le posizioni! Se lasciate che i crucchi si avvicinino…!

-E’ ferito! Dixon è ferito!-

Cazzo Guzzo, ti riesco a sentire, non urlare così forte! Ah, maledizione, è inutile che mi tasti la ferita, ho ancora quel minimo di sensibilità che mi fa provare dolore.

“Stai scherzando Dixon? Tu non senti un CAZZO! Tu stai morendo! Dovevi prendere il mio posto, e guidare la squadra. E ti sei fatto colpire? Dico, perché cazzo hanno creato le trincee? Cosa ti ho insegnato io?!”

-Mai esporsi troppo, Frank, mai esporsi troppo…-

 Guzzo, piantala di improvvisarti medico. Tu non sei un medico. Sei un tecnico. Hai riparato quella carcassa di radio in un attimo, ma non sei un medico.

-L’hanno colpito. In pieno petto! Non so che fare!-

Visto?  

-Qualcuno chiami un medico! Il nostro sergente è ferito!-

Ci si mette anche Nichols. No, cazzo, no! Tornate ai posti di combattimento! Per un ferito non potete compromettere una guerra! Cazzo morirete tutti!

“Non sei nessuno! Cosa mi avevi promesso? Dixon!”

 -Mike! Mike!-

Guzzo, piantala di urlare. Ti sento, ancora. Ma non so per quanto.

-Mike, non ci lasciare! Tu sei il nostro comandante! Senza di te siamo perduti!-

Ho un filo di voce. Sì, finalmente un filo di voce. Seppellito sotto i gas e la polvere di sparo. In gola. Cristo, non ho la forza nemmeno di disgustarmi.

-Guzzo, io non sono il comandante. Frank è il comandante…lui…-

-McCullin è morto, Mike! Tra le tue braccia per giunta. Ricordi?!-

…Frank…è morto?

Certo che è morto. Mike, che testa di cazzo sei! Mi ha chiesto di guidare la squadra alla vittoria, di uccidere i crucchi e…che altro?

“Di’ a Guzzo…di andare al diavolo!”

 -Mike! Mike! Cazzo parlami! Di’ qualcosa!-

-Salvatore…il sergente mi ha detto di dirti…-

-Cosa Mike?-

-Di andare al diavolo!-

Sorride. Di gusto. O forse commosso. Frank non gli è mai andato a genio. Mai.

Coraggio, un momento di serietà. Ora che il mio cervello me lo permette. Riesco ancora a conservare un pizzico di ragione. Ecco, ci siamo. Ecco una cosa importante da dire.

Quando stai per morire, ogni cosa sfugge, vola via. Mi sembra di tendere le mani verso il vuoto, aprendole e chiudendole, come tenaglie. Però ecco. Un pensiero. Sparato nella mia mente.

-Di’ alla squadra di rimettersi in posizione. Carica il tuo fucile e spara. E non permettere che altri vengano colpiti….-

-Mike…sei stato un ottimo sergente…-

Certe parole ti rimettono al mondo. Ti danno una forza sconfinata, che gli altri non potrebbero immaginare neanche. Nessuno ha idea di quali legami si formino nelle trincee, sospesi tra la vita e la morte. Si cerca sempre di apprezzare i compagni di squadra, perché saranno gli ultimi occhi di cui incontreremo lo sguardo.

Mai prima di adesso, mi sono sentito più vivo.

“Regola numero due: tanto che differenza fa? State tutti per morire”

Abbiamo provato entrambi il significato di guerra, di sacrificio sui nostri corpi, sergente. Ogni soldato è destinato a morire. In un modo o nell’altro. Però, sai Frank, penso che con le nuove reclute bisognerebbe essere più ottimisti!