“ti amo” “non è vero ma grazie”. Ogni notte sognava queste parole , faceva sogni angoscianti e si risvegliava puntualmente sudata fradicia scoprendosi ad ansimare. Erano ormai passati 4 mesi e 18 giorni da quando la sua vita era irrimediabilmente cambiata, non solo perché orami non era più l’unica cacciatrice, ma soprattutto perché il suo amore era morto, per di più era morto pensando che lei non lo amava, non si sarebbe mai perdonata per questo.
Erano le 3:45, la notte era nera e in cielo un piccolo quarto di luna si faceva spazio tra le nuvole, da tanto tempo non riusciva più a dormire, da quando prima della battaglia finale contro il primo si era addormentata tra le braccia di spike…spike, il ripetere nella sua mente il suo nome gli dava ancora uno strano effetto, un sussulto, spesso si era ritrovata a pensarlo, e si era accorta di contare ogni singolo giorno della loro lontananza. Quando lei era stata riportata in vita spike l’aveva accolta con un amore immutato e le aveva detto precisamente quanto tempo era passato dalla sua morte, in quel momento non avrebbe mai pensato che lo stesso sarebbe accaduto a lei, non immaginava che potesse continuare a contare i giorni dalla morte di spike sperando che prima o poi sarebbe riapparso e con il suo sorriso un  po’ strafottente gli avesse detto di stare tranquilla e che ci sarebbe stato lui da quel momento in poi.
Da quando Sunnydale era stata rasa al suolo Buffy e gli altri avevano deciso di trasferirsi in una città tranquilla dove avrebbero potuto iniziare una nuova vita e dove Dawn  avrebbe trascorso il resto della sua adolescenza normalmente, senza più demoni o vampiri di cui doversi occupare, così avevano deciso di trasferirsi in una città vicino a Los Angeles per arrivare in tempo in caso la bocca dell’inferno avesse creato problemi, ma abbastanza lontano per tenersi fuori da problemi demoniaci.
Il sole entrava dalle finestre della camera di buffy che era riuscita appena a riprendere sonno, non era proprio giornata. Arresasi ormai all’impossibilità di dormire decise di scendere e preparare la colazione per gli altri per poi andare alla caffetteria dove era stata assunta, il lavoro non era male e aveva conosciuto qualcuno con cui aveva stretto un buon rapporto, tutto sommato apparentemente poteva andare peggio, ma nonostante tutto dentro di lei la solitudine la dilaniava e il senso di perdita di quel amore così infinitamente importante per lei le stracciava il cuore.
Distolse subito i sui pensieri da quel argomento appena sentì il rumore di passi che scendevano le scale, si concentrò ancora di più sulle frittelle che stava preparando quando willow entrò nella cucina.
“Ciao Buffy….che sonno…senti non è che abbiamo disturbato questa notte…sai…ieri abbiamo festeggiato i 4 mesi e allora…”  “Buffy?”
“mm??oh no, non ti preoccupare…”
“Buffy sembri strana ultimamente, sei sicura di stare bene?, lo so che è stato difficile per te…dopo quello che è ..successo…, ma se posso fare qualcosa per te…”
“Sono solo un pò stanca, potresti accompagnare tu a scuola Dawn ?vorrei dormire un pò oggi”
“Certo.. vai pure ci penso io..”
Tutti ormai erano andati via, rimaneva solo lei in quella casa, continuava a pensare a lui, come aveva potuto Willow pensare di capire quello che provava…nessuno poteva perché non solo era morto l’amore della sua vita ma lui non credeva che lei lo amasse, e lei non aveva detto niente per contraddirlo, niente…non sapeva neanche lei  il  perché, l’aveva trattato malissimo, l’aveva usato e aveva sempre fatto di tutto per ferirlo solo per il suo egoismo, si ricordava ancora quando gli diceva che era solo un’animale, una cosa o un ripiego, quanto avrà sofferto, eppure era sempre stato li con lei per aiutarla e lei…che aveva fatto per lui? Niente! Perché non gli aveva detto che lo amava, perché era stata così stupida da non accorgersi dei suoi sentimenti?Ora era tutto inutile niente avrebbe potuto cambiare la realtà, avrebbe voluto sfogarsi con qualcuno ma non poteva dire a nessuno quello che provava nessuno avrebbe capito, avrebbe potuto parlarne con Giles quando sarebbe ritornato da Londra, ma subito questa idea fu scartata, sapeva cosa pensava Giles di Spike e seppure con il suo sacrificio era cambiato qualcosa era sicura che non avrebbe capito.
Dopo avere dormito qualche ora e sbrigato delle faccende a casa, decise di uscire a fare due passi prima che tutti gli altri tornassero per non dover dare spiegazioni, così iniziò a camminare, il pomeriggio ormai si stava trasformando in sera e il profumo degli alberi tipico delle notti d’inverno si iniziò a fare sentire, quanto avrebbe voluto condividere con lui tutto questo, avrebbe fatto di tutto.
I suoi pensieri furono interrotti improvvisamente da un urlo proveniente dal cimitero si precipitò allora per capire cosa stesse succedendo e quando si ritrovò di fronte ad un vampiro il suo animo da guerriera che ormai era assopito si risvegliò e, dopo aver incitato ad andare via la ragazza da cui aveva sentito l’urlo, iniziò a rincorrere il vampiro che approfittando del suo momento di distrazione era scappato. Stava  ormai correndo da 20 minuti e il vampiro non sembrava voler arrendersi, era arrivata ormai in una parte della città che non aveva mai visto prima, il cielo ormai era completamente scuro e la luna piena illuminava la sua corsa come a volerle indicare il cammino da seguire per raggiungere ciò che voleva, anche se lei non sapeva ancora cosa sarebbe successo.