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Autore: ClaireAnn_M    18/07/2011    1 recensioni
Questa qua è per te, che non ti puoi spegnere,
non hai mai avuto tempo - devi troppo vivere.
E' per te, questa qua, per la tua golosità;
ti strofini contro il mondo, tanto il mondo non ti avrà.
Perché sei viva, viva, così come sei:
quanta vita hai contagiato, quanta vita brucerai.

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Storia riveduta, corretta e ripostata in un momento di ispirazione.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Alla mia Rossa. Dove sarei senza di te?

 
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Preludio.

«Perché sei viva, viva, così come sei:
quanta vita hai contagiato, quanta vita brucerai.»
Luciano Ligabue.
 
«Lu…Ehi, Lux!».
Lux distolse finalmente lo sguardo dal bicchiere che aveva in mano e prestò attenzione alla scena che la piccola, fastidiosa biondina accanto a lei - Gin, per gli amici - le stava insistentemente indicando con un cenno del capo.
«Guarda! Pare che la nuova vittima di Marco arrivi direttamente dall’asilo! E… stanno venendo a salutarci».
Una smorfia poco elegante increspò le labbra di Lux per un attimo, poi la ragazza svuotò d’un sorso il suo bicchiere e, ravviandosi i lunghi capelli bruni con un gesto nervoso, si stampò un falso sorrisetto in viso.
«Scema!», il sopraccitato ragazzo che abbordava le bambine dell’asilo, Marco, aveva l’abitudine di apostrofarla sempre con nomignoli molto dolci. «Ma che cazzo stai facendo? Butta questa cosa, forza!»
La cosa era una sigaretta alla vaniglia, e Marco ci combatteva contro da almeno un anno, cioè da quando Lux aveva iniziato a fumare.
«Lasciala perdere», commentò Gin scoccando un bacio sulla guancia al ragazzo. «Ormai le mie amiche sono senza speranza».
«Grazie, migliore amica». Mormorò Lux fra i denti, «E ciao anche a te».
«Mie Divine, questa è Alessia Marino. Lux, mi stupisce che tu non la conosca. Che fine ha fatto l’accoglienza degli anziani verso le matricole?»
Ecco perché la stronzetta aveva una faccia conosciuta, pensò Lux, era nel suo corso.
«Stai in Quarta A?», chiese sorridendo.
Lei annuì, restando sulle sue. «Piacere, Lucilla Sforza! E questa, » aggiunse indicando Gin, «E’ Ginevra Parisi.»
«Marco, a proposito di Divine, hai per caso intravisto da qualche parte Giulia, Rossella o Arianna?». Ginevra diventava parecchio irritabile quando qualcuno spariva con il suo cellulare, e da quando Rossella della Valle - una delle Divine, appunto - gliel’aveva chiesto in prestito per poi eclissarsi con un’altra Divina, Arianna Diana, la ragazza non aveva fatto altro che scrutare la sala con apprensione.
Il soprannome Divine, per loro cinque - Lucilla, Ginevra, Rossella, Arianna e Giulia Abate - risaliva ai tempi del quarto ginnasio, quando la loro amicizia era appena agli inizi e la loro stupidità alle stelle. Era nato per scherzo, durante la loro prima sbronza, ed era stato mantenuto poi per affetto.
«Uhm... Giulia era con Andrea Ferri dietro uno dei separé. Ross e Ari non ho idea di dove siano».
Qualche convenevole – da cui la piccola Alessia si teneva debitamente fuori - e qualche altro bicchiere di champagne - bevuto da Lux - dopo, i due si allontanarono.
«Dio, sembra sua figlia!», commentò Gin acida, mentre Lucilla si limitava ad accendersi l’ennesima sigaretta della serata. «Sì ma sul serio Lux, non dovresti fumare così tanto!» l’altra scrollò lievemente le spalle, facendola desistere dall’idea di imbastire una paternale sul pericolo di fumare dieci sigarette in due ore.
Uno dei motivi per cui Lux amava il Glitter, il bar dove trascorrevano ogni venerdì sera, erano le decine di ventole che tappezzavano l’ampia sala per fumatori, permettendole così di non dover uscire fuori, al freddo, per concedersi una sigaretta.
«Oh! Sia ringraziato il cielo!», esclamò la bruna divertita divertita quando vide Arianna e Rossella avvicinarsi. «Non avete idea di chi abbiamo appena conosciuto!».
 

-

Beh, sì, è la seconda volta che provo a pubblicare questa storia. Nata come pure esercizio stilistico - senza, quindi, prestare troppa attenzione allo sviluppo della trama in sé - mi ero decisa ad abbandonarla. Almeno, finchè non ho ricevuto pesanti minacc… ehm, incoraggiamenti da una mia cara amica - e Musa, in questo caso. Quindi, per un momento di creatività, congiunzioni astrali e grazie a mio fratello che è gentilmente sceso di casa al posto mio per comprarmi le sigarette, l’ho ripresa in mano e ho deciso di darle una chance. Ahah.

  
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