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Autore: Lesty    18/07/2011    2 recensioni
C'è chi va in chiesa per pregare, chi per nascondersi, chi per chiedere aiuto. E c'è chi lo fa per ricercare un cuore ormai andato in frantumi.
E poi c'è Leslie, un altro bastardo senza cuore.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: America/Alfred F. Jones, Francia/Francis Bonnefoy, Nuovo personaggio, Spagna/Antonio Fernandez Carriedo
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Capitolo 1 - Saint Louis Cathedral

Titolo: Solo un altro bastardo senza cuore
Genere: Introspettivo/ Malinconico
Personaggi: Leslie/OC! New Orleans, Francis/Francia, Antonio/Spagna, Alfred/USA
Rating: Arancione
Avvertimenti: Incompiuta/Yaoi
Note: Leslie è il mio OC dedicato a New Orleans, potete trovarlo su Facebook sotto al nome di Leslie ‘NewOrleans’ Le Noir.




CAPITOLO 1 - SAINT LOUIS CATHEDRAL


Si era svegliato al tramonto, come suo solito, abitudine presa dal suo amico di Rue Royale.
Era bello, Leslie, bello e senza cuore.
Alto, snello, quasi troppo magro, con i capelli castani mossi e legati in un codino, che andavano a ricadere negli occhi dello stesso colore. Pallido, con la pelle talmente diafana da lasciar intravedere il reticolo delle vene.
Giovane e disilluso, diciannove anni appena dimostrati, secoli reali che invece gli pesavano sulle spalle.
Già, quel ragazzo tanto affascinante era una nazione; rappresentava la Lousiana, New Orleans in particolare.
Malizioso, languido, amante del sesso, non amava nessuno oltre a se stesso, e la sua terra. E Kaitlyne, se proprio voleva essere sincero, ma era praticamente sua sorella.
Aveva dimenticato il significato della parola “amore”.
Cos’era, in fondo, se non una parola?
Quando mai qualcuno lo aveva amato? Se lo erano conteso, lo avevano preso e lasciato, venduto e comprato. Antonio e Francis, poi Alfred, avevano giocato al mercante in fiera per ottenere lui.

Francis, l’unico nome che riuscisse a dargli una scossa.

Leslie non amava, era un dato di fatto, ma gli piaceva fare sesso, ed era molto bravo in questo. Non faceva distinzioni tra uomini e donne, per lui contava solo la passione sfrenata del momento.

Passava da un letto all’altro con estrema facilità, lasciando di sé solo un’impercettibile traccia. Un istante rubato, una notte di fuoco…brevi e fugaci momenti di piacere.
Raramente frequentava le persone con le quali andava a letto. Se lo faceva, metteva in chiaro sin da subito che per lui era sesso, e niente più.
Non lo si poteva di certo accusare di essere scorretto, prendeva quello che poteva e se ne andava, ma era sempre sincero sulle sue intenzioni.
In molti lo odiavano, ma nessuno poteva fare a meno di restarne ammaliato.
Leslie stesso si ammirava compiaciuto allo specchio, osservando con ostentata meraviglia i particolari riflessi della sua immagine perfetta.
Si amava, e si bastava.
Viveva alla giornata, alzandosi verso le cinque di sera per accogliere i turisti nel Quartiere Francese, e staccava alle otto, godendosi poi la nottata.
Si aggirava tra il Garden District, dove abitava in una splendida villa francese, e il Vieux Carré, spingendosi immancabilmente nel quartiere di Storyville, la zona a luci rosse, e sul lungo fiume.
Poi, dopo la mezzanotte, capitava spesso che si recasse a visitare i cimiteri. Per lui erano sempre aperti. Portava i fiori alle persone che avevano portato splendore e celebrità alla sua città, e lasciava sempre qualcosa per le vittime delle tragedie naturali che troppo spesso si abbattevano su quella terra.
Durante queste visite, cercava di distrarsi cantando qualche canzone. Ma finiva sempre con l’andarsene con l’amaro in bocca.
Incapace di starsene completamente solo, dopo queste visite passava sempre in Rue Royale dal suo amico dai lunghi capelli biondi e gli occhi violetti. In fondo, tra immortali riuscivano a darsi conforto.
Leslie non aveva paura dei vampiri che si erano stabiliti a New Orleans, come non temeva le streghe che continuavano a prosperare, come avevano sempre fatto in Louisiana. Non temeva nemmeno gli studiosi del paranormale, per i quali aveva anche lavorato per un certo periodo.
Ormai era diventato amico con quelle creature sovrannaturali che si nutrivano dei criminali della Down Town, quelle creature ammalianti e immutabili. Ruotavano tutti intorno al vampiro che era arrivato a New Orleans nell’ultimo decennio del 1700.
Si divertiva, con lui. Parlavano a lungo, almeno finché non giungeva l’alba, parlavano ma sempre con la malizia comune ad entrambi. E non c’era notte che terminasse senza che il vampiro non lo lasciasse nudo nel suo letto, con il corpo coperto di morsi che si sarebbero rimarginati nell’arco di poche ore.
All’alba si chiudeva la porta dell’appartamento alle spalle, e rientrava sbadigliando a casa sua, dove avrebbe poi dormito per recuperare le energie.
O se ne andava su un battello sul Mississippi a sonnecchiare in mezzo ai turisti.
Quello che non faceva mai, era fermarsi a pensare. Ricordare, rimpiangere, sarebbe stato la fine. Non poteva permettersi di crollare. Non sarebbe stato da lui. Non poteva soffrire, se non aveva un cuore.
Il suo cuore lo aveva gettato in pasto agli alligatori dei bayou nel 1803, quando Francia lo aveva venduto ad America.

Lo aveva sempre perdonato, anche quando era stato venduto a Spagna, ma quell’ultimo tradimento aveva segnato la fine dei loro rapporti. Eppure…eppure Leslie non lo odiava per quello che gli aveva fatto, provava anzi uno strano senso di nostalgia solo nel pronunciare una frase in francese.  Che fosse quello l’amore che aveva cercato di annegare nelle paludi della Louisiana, e nell’alcol dei locali di Storyvile?
Ci pensava, a volte, mentre teneva un altro corpo premuto sotto al suo, mentre nell’atto estremo dell’orgasmo arrivava a possedere se non l’anima, almeno il corpo dell’amante occasionale.

Stava sempre sopra, Leslie, non era mai passivo.
Lo era stato solo un paio di volte con Antonio, ma si era sempre preso la sua rivincita.
Solo con Francis, si era lasciato sottomettere. Perché? Perché ai tempi era giovane, inesperto. Innamorato. Talmente innamorato che avrebbe esaudito qualunque desiderio del francese.
Ma ormai era passato. E il passato, si sa, non ritorna mai più.

-Non ci credo che tu non sia mai stato innamorato in tutta la tua vita!- lo derideva il vampiro biondo.
-Non siamo mica tutti come te, sciocchi sentimentali che perdono la testa per il primo giovanotto che passa.-
Il vampiro se ne risentiva, e tirava su un broncio interminabile.

Leslie lo lasciava sempre in mezzo a una crisi di cattivo umore, che poi gli aveva causato lui, e si ritirava nella cattedrale di Saint Louis, il miglior souvenir che gli avesse lasciato Antonio.
E lì, sebbene la sua religione fosse piuttosto ingarbugliata, tra divinità voodoo e santi cristiani, pregava chissà chi, che Francis continuasse a vivere felice, lontano da lui.
Poi usciva, facendosi il segno della croce e rivolgendo una preghiera a Papa Legba, e tornava ad essere il bastardo senza cuore che tutti conoscevano.

   
 
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