Io questo maldipancia lo odio proprio. Non c’è niente da fare, è quello che odio di più fra tutti. Si, perché c’è quello da stress, quello da malattia, quello da influenza, quello da agitazione, quello da indigestione e poi c’è il tuo, il più strano con tutte quelle farfalle azzurre che svolazzano ovunque. È il più strano e quello che ti sconquassa di più. Io questo maldipancia lo odio proprio.

Mi succede ogni volta che ti vedo, la sera, mentre sono qui a fissare il soffitto bianco della camera. È bianco panna che smorza un po’ rispetto al bianco bianco, quello color latte.
Respiro di diaframma, lo alzo e lo abbasso. Inspiro con il naso, espiro con la bocca. Inspiro ed espiro. Inspiro ed espiro per calmarmi, ma non ci riesco.

E allora ripenso.

Quelli sono stati i tre giorni tra i più belli della mia vita. Ancora me lo ricordo quel viaggio in macchina, lo ricordo vivido davanti ai miei occhi, come se fossi lì anche io, seduta sui sedili dell’automobile.
Ero sera ed ero stanca e quasi giocando appoggio la testa sulla tua spalla; scatti subito e il tuo braccio mi cinge. Mi sdraio, poggio la testa sul tuo petto e mi accarezzi dandomi ogni tanto qualche leggero bacio sulla testa.
È che ti odio per questo, per come riesci a distruggermi con un gesto solo. Per come mi annienti. Per come mi deludi.
È che ti amo, per quello che fai, per come sei, per quello che mi lasci dentro, per ogni singolo frammento di te, che in poco tempo è entrato dentro di me e per questo maldipancia, insistente e fastidioso.

È che io questo maldipancia lo odio proprio.