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Autore: Werewolf1991    18/07/2011    4 recensioni
Una guerriera. Un bambino.Ed un momento apparentemente insignificante che in realtà cambierà tutto.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Un attimo di Umanità
 


Cammino per la strada semi-deserta di un’altra città infestata dagli yoma. Ormai la mia vita si riduce a pochi gesti. Camminare. Uccidere. Riposare. È sempre la stessa storia. Sono avvolta da un vuoto che rischia di giorno in giorno di soffocarmi. Mi spingo oltre la piccola folla di persone che si accalcano per vedermi. Le sento bisbigliare insulti alle mie spalle, ma nessuno di questi riesce a penetrare in me. Mi concentro. Lui è vicino. Lo sento. Cerco con lo sguardo un segno che mi dica dove colpire.

I miei occhi percorrono la folla con la stessa concentrazione e frenesia di un cacciatore in cerca di preda. Mi sembra quasi di sentire il suo respiro. Il mio sguardo si posa su un uomo all’apparenza sulla trentina.Il suo volto dapprima spaventato cambia e assume un'aria di sfida . Le sue iridi cambiano forma e colore. È lui. Si avvicina a me con aria sicura e indifferente.

La mia mano corre all’elsa della mia spada, e l’afferra con decisione. Questa spada è la parte più importante di me. Ne condivido il nome ed il destino. Come questa lama bellissima e letale io sono portatrice di morte, dolore e sofferenza. I miei occhi argentati si fissano in quelli del mio avversario.

Lui emette un forte ruggito, poi il suo corpo cambia fino ad assumere le fattezze mostruose alle quali ormai sono abituata. La gente intorno a me comincia a urlare e correre via. Ma ormai niente ha più importanza. Siamo solo io e lui. Si lancia all’attacco, protendendo le unghie per ferirmi. Lo scanso ad una velocità invisibile ad occhio umano. Quello ruggisce ancora, contrariato e si getta addosso a me. Io lo evito e conficco la mia spada nel suo braccio, troncandoglielo di netto. Sgorga sangue color viola che si spande tutto intorno. Lui emette un urlo di dolore e sorpresa poi mi fissa. Il suo sguardo trasuda rabbia. Io non mi lascio impressionare e rimango impassibile. Lui attacca di nuovo, cerco di affondare la spada nel suo petto per farla finita ma lui mi schiva e atterra dietro di me. Lo vedo guardarsi intorno frenetico come se cercasse qualcosa. Forse un posto in cui nascondersi o una via di fuga. Non importa, non ha speranze.

Poi si blocca e sembra concentrarsi su un punto davanti a sé. Io mi avvicino per finirlo ma lui si gira verso di me. Quello che vedo mi fa bloccare all’istante. Il vigliacco cercava uno scudo per difendersi. Ha un bambino in braccio, lo tiene stretto a sé. Credevo che fossero fuggiti tutti. Cerco di non far trasparire la mia sorpresa e la mia rabbia per il gesto vigliacco di quel mostro, ma non posso impedirmi di provare quelle emozioni.

Il bambino resta immobile. Lo guardo. Avrà all’incirca 8 anni. L’età che avevo io quando la mia vita fu distrutta. Ma non ho tempo per pensare a questo. Ciò che conta ora è eliminare lo yoma, nient’altro. Quello ghigna trionfante sicuro della sua vittoria. Io resto impassibile. Allora lui con voce cavernosa mi provoca

- Strega, che fai? Non combatti più? Sai, in fondo devo ringraziarti. Se tu non fossi arrivata non avrei potuto prendere questo bel bocconcino. – fissa il bambino con aria famelica. Lui sembra sfidarlo con lo sguardo. Mi stupisco di questo. Poi lo yoma riprende a parlare

- Non vedo l’ora di affondare i denti nella sua carne, di poter succhiare il suo sangue. Assaporerò le sue budella con soddisfazione. Prima lo scuoierò, poi lo farò a pezzi, e comincerò ad assaggiare le sue dita. Le ripulirò di ogni fibra, poi rosicchierò le ossa e mangierò tutto il midollo. Poi farò lo stesso con i suoi organi. Lascerò per ultimo il cuore. È la parte che preferisco.- emette una risata gutturale al dire questo. Il bambino ancora non cede ma io posso vedere chiaramente il terrore ed il disgusto nei suoi occhi. Lo yoma tira fuori la lingua e lecca il collo del bambino. Poi la rimette in bocca e lo assapora soddisfatto. Lo annusa.- Il suo odore è quanto di più inebriante ci possa essere al mondo.- mi dice, senza staccare gli occhi di dosso al piccolo. Poi si gira verso di me e dice- Strega, non hai intenzione di fermarmi?- mi guarda con un ghigno di soddisfazione. Ma io non replico.

Poi mi allontano da lì con uno scatto repentino. Lo yoma rimane stordito e sbatte le palpebre confuso. Ha ancora quell’espressione quando la sua testa si stacca dal collo e cade a terra producendo un suono disgustoso. La mia lama, impregnata del suo sangue, scintilla sul corpo senza testa del mostro, che cade a terra versandolo. Lo stesso che si è sparso poco prima come uno zampillo dalla sua gola. Il bambino cade a terra con lui. Si rialza a fatica. Io pulisco la spada e la rinfodero.  Mi volto e comincio a camminare. Sono ormai all’uscita della città. Ho già avvertito i cittadini che la ricompensa andrà data all’uomo vestito di nero che verrà più tardi. Sento ancora mormorii spaventati. Non m’importa. Ritorno alla mia vita vuota.

Poi sento dei passi leggeri avvicinarsi, mi fermo e mi volto. È il bambino. Non dice niente. Si limita a guardarmi. Quegli occhi innocenti mi squadrano silenziosi come se stessero scavando nella mia anima. Comunicano innocenza. La stessa che io non ho più. Ci guardiamo in silenzio per un minuto. Non sembra essere spaventato dai miei occhi d’argento. Poi si avvicina ancora e, prima che io possa fare qualcosa , mi abbraccia e appoggia la sua piccola testa sul mio stomaco. Non mi muovo. Quell’abbraccio mi procura una strana sensazione. Sento come un forte calore che si espande dentro di me, dolcemente ma allo stesso tempo prepotentemente. Lascio che questo sentimento m’invada. So che non dovrei, ma lo faccio ugualmente. Poco dopo il contatto finisce. Il bambino si allontana un po’, mi prende la mano. Il calore torna a farsi strada in me. Vedo nei suoi occhi infantili gratitudine. Inclina leggermente il capo in un gesto di silenzioso ringraziamento. Lo imito. Poi lui lascia la mano e si allontana verso i suoi genitori che lo aspettano a braccia aperte. Si volta per un momento a guardarmi, poi va dai suoi.

Io mi giro e riprendo la marcia, torno alla mia vita vuota, ma sono solo apparentemente intoccata. In superfice non si vede, ma nel profondo del mio essere c’è qualcosa di intenso e piacevole. Dopo anni di tormenti e sofferenze qualcosa è cambiato. Anche se la mia vita continuerà  sempre  uguale, giorno dopo giorno, in me niente sarà più come prima. Perché quel bambino senza saperlo o forse consapevolmente, nel suo essere bambino mi ha donato l’unica cosa che mi mancasse. Mi ha donato in un semplice gesto, qualcosa di essenziale. Qualcosa che renderà meno cupi i miei giorni. Un attimo di umanità. 

 
 
 

 
 
Sperò che questa storia sia di vostro gradimento. È solo una piccola idea che mi è venuta ma spero di averla fatta bene. Ringrazio tutti quelli che la leggeranno e se vorranno lasciarmi una recensione, faranno molto felice la persona che l’ha scritta.              
  
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