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Autore: _eco    19/07/2011    3 recensioni
baby!Caroline&baby!Bonnie/Caroline Forbes&Bonnie Bennett presentano...
"Caroline, hai...", le urlò dietro la piccola Bonnie,"…dimenticato qualcosa", terminò in un sussurro, chinandosi per raccogliere il foglio.
Lo ripiegò diverse volte e se lo nascose nella tasca centrale della sua salopette a jeans. Un’altra campanella annunciò l’inizio della nuova lezione, ma a Bonnie non importò. Uscì dalla porta di servizio, quella vetrata, e si ritrovò nel cortile semideserto della scuola. Si rannicchiò su una panchina di pietra e sfilò il foglietto ripiegato dalla sua tasca. Cominciò a correre con lo sguardo, saggiando ogni parola e provando a scorgere cosa si nascondesse sotto le cancellature di Caroline.

Dedicato alla mia Bonnie,
con affetto,
_Lullaby_
Genere: Fluff, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bonnie Bennett, Caroline Forbes
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Dedicato alla mia inseparabile Bonnie.
Questo ed altro per te,
dalla tua Damonuccia…ehm, no.
Facciamo, solo per oggi, dalla tua Caroline.


 

If you ever need a place to run


And when you need a place to run to
For better for worse
I got you”
By I got you, Leona Lewis


 

<< Foglio e penna blu, non rossa, Donovan >>, precisò la professoressa Harris camminando fra il labirinto di banchi e lanciando occhiate furtive agli alunni.
<< Scusi >>, mormorò Matt, divenendo paonazzo in viso.
<< Bene, bambini >>, esclamò la donna, richiamando l’attenzione degli alunni, << tra poco terminerà l’anno scolastico e ho bisogno di prove per giudicarvi al meglio >>.
Tyler Lockwood roteò gli occhi e lasciò cadere rumorosamente la penna sul banco.
<< Un’altra? >>, sbuffò reggendosi la testa con il palmo.
<< Esattamente >>, rispose l’insegnante, impugnando il gessetto e cominciando a scrivere sulla lavagna.
Compito in classe: Tema. Descrivi il tuo/la tua migliore amico/a.
La professoressa si voltò scrollandosi dalle mani la polvere biancastra e appiccicosa. Fissò l’orologio da polso, con il cinturino di pelle bianca e prese posto nella sedia da scrivania.
<< Potete iniziare. Da questo momento avete esattamente due ore >>, annunciò.
Matt lanciò un aereoplanino di carta a Tyler, che lo raccolse al volo e gli fece una linguaccia amichevole per risposta. Era un ovvio messaggio che il piccolo biondo avrebbe descritto lui, e viceversa. Caroline si strinse nelle spalle, facendosi più mingherlina di quanto non lo fosse già, e prese a guardarsi intorno. Elena lanciò un’occhiata complice ad una bambina seduta nel banco accanto al suo e quella le rispose con altrettanta complicità, racchiusa in un sorriso innocente che mise in mostra i denti bianchi e scintillanti a far contrasto con la pelle bruna. Evidentemente, Bonnie avrebbe descritto Elena e viceversa.
Solo quando si accorse che la bambina color cioccolato le aveva rivolto un’occhiata incuriosita, Caroline, distolse lo sguardo e si mise a fissare un punto non ben definito sul banco. Il suo foglio era ancora vuoto, bianco più della neve e la penna giaceva accanto ad esso, chiusa con il cappelletto blu. Chi avrebbe descritto?
Elena, la bella. Bonnie, il maschiaccio. Elena, quella sempre gentile. Bonnie, quella solitaria. Le fissò nuovamente di sottecchi, cercando di non farsi notare. Elena stava mormorando qualcosa alle orecchie dell’altra bambina, e lei era scoppiata a ridere silenziosamente, coprendosi la bocca con le mani.
<< Perché non scrivi? >>, domandò Bonnie, che si era voltata verso di lei già da un bel po’.
Caroline fu scossa da un tremito e ritornò alla realtà.
<< Nemmeno voi scrivete >>, ribatté abbassando lo sguardo.
Bonnie fece per risponderle, ma le parole le morirono in bocca, soprattutto perché l’insegnate la stava guardando quasi a rimproverarla che il suo foglio fosse ancora vuoto.
Caroline strinse la biro e lasciò che le mani scrivessero da sé, senza ascoltare il cervello, la ragione o tutto ciò che sarebbe derivato da quel tema. Tanto nessuno lo avrebbe letto.
Io ho due migliori amiche, ma io non sono la loro migliore amica. Si cercano a vicenda, e io sto sempre in disparte a guardarle, ma voglio bene ad entrambe e so che loro ne vogliono a me. Si chiamano Elena e Bonnie e hanno la mia stessa età.
Elena è un po’ più alta di me ed è molto magra. Ha dei bellissimi capelli castani, lisci, come li vorrei io. E’ sempre gentile con tutti, e chiunque la conosce la definisce una bambina dal cuore d’oro. Elena è tutto ciò che io vorrei essere. Ha una bella famiglia unita, un fratellino giocherellone con cui divertirsi, e tante persone che la adorano. Tutti i maschi vogliono giocare con lei e la preferiscono alle altre. Io e lei siamo amiche dalla prima elementare, da quando abbiamo condiviso la merendina che io avevo dimenticato a casa. Con me si comporta sempre bene, anche se preferisce condividere i suoi segreti con Bonnie. Però studiamo insieme, giochiamo nel suo giardinetto e qualche volta siamo pure andate al mare, noi due. E’ questo quello che fanno le migliori amiche? Se sì, allora qualche volta, io e lei lo siamo per davvero, migliori amiche.
Bonnie è la più piccola di tutte, anche se fa il compleanno a gennaio, prima di me ed Elena. E’ un po’ paffuta, però dice che non le importa molto. Bonnie non è nera, ma ha la pelle color caffelatte e lunghi capelli scuri. I suoi occhi sono grandi e di un verde particolare. A lei piace vestirsi come un maschiaccio, adora le salopette e detesta i capelli sciolti, infatti, li tiene sempre legati in una coda di cavallo. Non le importa cosa pensi la gente di lei, e non gliene è  mai fregato niente. Io e lei litighiamo spesso, come cane e gatto, è così che dice la mia mamma. Però io le voglio tanto bene e divento triste quando ci bisticciamo, anche se è più forte di me farle notare che magari quel colore è meglio di quell’altro che piace a lei. E così finiamo col non parlarci per un intero pomeriggio, poi, però si fa sempre la pace.
Qualche volta facciamo la merenda insieme e parliamo un po’. E’ questo quello che fanno le migliori amiche? Se sì, allora qualche volta, io e lei lo siamo per davvero, migliori amiche.
A chi voglio più bene delle due? Non lo saprei dire, perché forse nessuna delle due è ancora la mia migliore amica. O forse lo è una quando non lo è l’altra. E a me va bene così.
E’ il vantaggio di avere due semplici amiche, e non un’amica del cuore.
 
Caroline Forbes, 26/05/2005

 
Caroline piegò il foglio in due, come la professoressa le aveva insegnato e lasciò la brutta copia – tutto un insieme di scarabocchi e cancellature – sul banco, accanto alla penna.
Ripose la sua bella copia sulla scrivania ordinata e la maestra le rivolse un sorrisetto soddisfatto.
Quando la campanella annunciò la fine delle due ore a disposizione, i bambini strisciarono le sedie sul pavimento e sgusciarono via della classe. Quasi lanciarono i loro temi sulla cattedra per la contentezza di aver finalmente finito. Caroline si fece strada fra il fiume di ragazzini che avevano affollato il corridoio, sino ad arrivare al suo armadietto.
Lo aprì e vi ripose i libri di italiano e il quaderno rosso fuoco. Quando fece per chiudere lo sportello metallico, un viso bruno le si parò davanti. Alcune ciocche scure erano sfuggite all’elastico che Bonnie aveva legato attorno ai capelli. Una bretellina della salopette era saltata via, e s’intravedeva la manica della magliettina arancione.
<< Ciao >>, la salutò Caroline con un cenno della mano.
<< Tu su chi hai scritto il tema? >>, le chiese l’amichetta, come se non aspettasse altro che poterle porre quella domanda.
<< Non ho voglia di parlarne >>, bofonchiò Caroline sbattendo lo sportello dell’armadietto con più violenza di quanta ne avesse voluta. Così dicendo si allontanò, stringendo al petto i libri di matematica.
Un foglietto sgusciò fuori dall’armadietto della bionda e ricadde per terra con eleganti volteggi.
<< Caroline, hai...>>, le urlò dietro la piccola Bonnie, <<…dimenticato qualcosa >>, terminò in un sussurro, chinandosi per raccogliere il foglio.
Lo ripiegò diverse volte e se lo nascose nella tasca centrale della sua salopette a jeans. Un’altra campanella annunciò l’inizio della nuova lezione, ma a Bonnie non importò. Uscì dalla porta di servizio, quella vetrata, e si ritrovò nel cortile semideserto della scuola. Si rannicchiò su una panchina di pietra e sfilò il foglietto ripiegato dalla sua tasca. Cominciò a correre con lo sguardo, saggiando ogni parola e provando a scorgere cosa si nascondesse sotto le cancellature di Caroline.
Ogni tanto ho voglia di dir loro quanto tenga alla nostra amicizia. E fare come nei film, quando le migliori amiche si tengono per mano e si dicono: “ Se mai avrai bisogno di un posto dove correre, io sarò lì ad aspettarti”.
Il piccolo muscolo cardiaco di Bonnie cominciò a galoppare veloce e indomabile. Caroline pensava davvero quelle belle parole? Si domandò perché non le avesse mai dette né a lei, né ad Elena.
<< Bonnie >>, la richiamò il professor Williamson, << ritorna dentro >>.
La bambina annuì e poggiò i piedi per terra, sul prato curato del cortile. Ripose il piccolo tesoro di carta nella tasca e rientrò in classe.
 
Eight years later…
 
<< Senti, Bonnie, so che tu sei una strega e ti rifiuti categoricamente di aiutare un vampiro, figurarsi di esserci amica. Ma sono sempre io, sono Caroline >>, sussurrò fra gli imminenti singhiozzi la ragazza bionda.
Bonnie la fissò impietrita. Aveva ragione: era una strega, e per natura nessuna strega può essere alleata con un vampiro. La fissò di sottecchi, ricominciando a sorseggiare il suo frullato alla fragola. Caroline aveva lucenti boccoli dorati che le scendevano sin sopra le spalle, e poi quei grandi occhi color cobalto che la fissavano impauriti. Di cosa aveva paura? Forse della risposta che Bonnie le avrebbe dato, o forse – ancora peggio – del suo interminabile silenzio. Caroline chinò il capo verso il suo caffè, di cui la tazza era ancora ricolma. Bonnie si ritrovò ad osservare il profilo delicato di quella che era sempre stata la sua amica Caroline.
<< Devo andare >>, borbottò la bionda, trattenendosi a stento dal cominciare a piangere.
Si alzò, lasciando sul tavolo una banconota per il conto e la sua tazza di caffè ancora sana. Bonnie si voltò e osservò la sagoma slanciata dell’amica sparire dietro la parete del Grill, verso la porta. Si alzò, e per la fretta rovesciò il suo frullato sul tavolo.
“Ma sono sempre io, sono Caroline”, quelle parole cominciarono ad avere senso nella mente della strega. Era sempre lei, quella bambina con cui si bisticciava di continuo, ma di cui non avrebbe mai fatto a meno. La ragazza deglutì, accorgendosi che Caroline si era fermata davanti alla porta, stringendo con poca convinzione la maniglia di metallo.
<< Se mai avrai bisogno di un posto dove correre, io sarò lì ad aspettarti >>, recitò Bonnie, ricordando alla perfezione le parole nate e morte in quel vecchio foglio di carta.
Notò che il dorso di Caroline aveva cominciato a tremare, scosso dai sussulti. La ragazza si voltò, aveva gli occhi ridotti a due pozzi azzurri, più colmi di acqua salata che altro.
Senza pensarci due volte, la vampira si fiondò fra le braccia di Bonnie. In quel momento ritornarono Bonnie Bennett, il maschiaccio ribelle, e Caroline Forbes, la principessina altezzosa. La bruna e la bionda. Il cane e il gatto

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_Lullaby_’s space: Bene, bene. Se vi dico che questa volta sono proprio soddisfatta del mio lavoro mi uccidete?
Desidero scrivere una Bonnie/Caroline da quando ho visto la seconda stagione e ho adorato i loro momenti insieme. Da quello in cui Bonnie quasi ammazza Damon per la rabbia che prova nei suoi confronti, e anche nei propri (Damon ha dato il suo sangue a Caroline, sotto l’ordine di Bonnie); a quello dove la piccola streghetta non si rassegna al fatto che Caroline sia una di loro.
Poi nella scena del pigiama party organizzato da Stefan (mmm…avercelo uno così!), mi sono letteralmente sciolta.
Cit. S02E13:
Stefan: Ho portato i rinforzi.
Elena: Facciamo un pigiama party!
Bonnie:E’ da un secolo che non ne facciamo uno.”
Ook, ritorno alla normalità. Mi sono persa a sognare.
Per la canzone che ho scelto…è una lungaaa storia.
Ho cercato dei video Bonnie/Caroline per trovare ispirazione, e ne trovo uno (purtroppo solo uno…in tutti gli altri c’è Elena xD), con questa canzone come sottofondo.
E quando ho ascoltato il ritornello, ho detto: è questa!
Quindi ci ho scritto su ed è venuta fuori sta cosa.
Spero che attiri le vostre recensioni, anche perché in molti tralasciano questo stupendo rapporto di amicizia.
Se non si è capito, questa shot è dedicata a Saruxxa, che ho scherzosamente soprannominato “la mia Bonnie” all’inizio della pagina. Che ti posso dire, se non…Se mai avrai bisogno di un posto dove correre, io sarò lì ad aspettarti? Ma credo che questo, tu lo sappia già.
Alla prossima,
_Lullaby_
P.S=
Non è troppo bella la foto della immagine di presentazione (quella di tutte e due insieme)? Ok, ora mi eclisso per davvero. xD
 
 
 


 

  
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