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Autore: pikkola_dany_93    19/07/2011    0 recensioni
Era il 7 settembre del 2OO9, quando vidi Nicola per la prima volta.
Era il 1O settembre del 2OO9, quando me ne innamorai perdutamente.
Oggi sono ancora innamorata di lui, come il primo giorno. Forse di più.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 2.
Il cuore in festa.
 

Non vedo Nicola da lunedì, il giorno che mi ha invitata alla festa di stasera.
Sono un po’ preoccupata. Non l’ho visto nemmeno in giro.
Ho deciso: se non viene a scuola nemmeno stamattina chiederò a Francesca che fine abbia fatto suo cugino.
Francy si è rivelata l’opposto di come l’avevo immaginata.
E’ simpaticissima e molto gentile, e in questi giorni abbiamo passato gli intervalli insieme.
Le ho confessato l’antipatia che provavo inizialmente nei suoi confronti, e lei mi ha risposto che sta antipatica a tutti quelli che non la conoscono. Per un attimo mi sono sentita sollevata.
Adora fare fotografie; credo che in questi quattro giorni me ne abbia fatte almeno una cinquantina.
E’ molto estroversa e dice tutto quello che pensa.

Amy ed Em hanno deciso di entrare alla seconda ora; io non ho molta voglia di starmene in giro.
Salgo le scale e… rieccomi faccia a faccia col pavimento.
‘Ma hai fatto un abbonamento speciale con le cadute?’ mi domanda.
Dimmi che non è lui, dimmi che non è lui… cazzo! E’ lui.
‘Non è possibile! Non sono mai caduta in vita mia. Mai! Nemmeno quando ho imparato a camminare la prima volta. E ora, sono due volte che ti vedo e due volte che cado!’
‘Alt!’ mi interrompe, come se volesse difendersi. ‘Sono due volte che cadi, e due volte che mi vedi’ mi corregge. In effetti lo vedo sempre dopo che cado. ‘Si vede che dobbiamo incontrarci così’ ride.
‘Senti, preferire non incontrarti proprio. Sono stata benissimo questi quattro giorni senza vederti’ mento.
‘Mi mancava la tua dolcezza’ sorride ancora.
‘Come mai sei mancato in questi giorni?’ cambio discorso.
‘Sono stato in vacanza con i miei’ ride.
Ed io che mi ero preoccupata. Che stupida.
‘Entriamo alla seconda?’ mi propone.
Penso ad Amy ed Em; le avevo ‘abbandonate’ per entrare alla prima. Ma non si può dire no al sorriso meraviglioso e a agli occhi dolci di Nick.
Perciò accetto.

Usciamo e mentre attraversiamo il cortile della scuola, raccoglie una rosa dal cespuglio.
‘Questa è per lei, miss simpatia’ me la porge.
‘Odio le rose’ del resto, non potevo essere simpatica proprio ora.
‘Odi le rose? Sei la prima ragazza che me lo dice’ alza un sopracciglio.
‘Ho… una mia teoria’ sussuro.
‘Racconta, abbiamo un’ora di tempo’
‘Sono belle. Ma hanno le spine. Quindi in un certo senso tradiscono. I girasoli invece sono più belli, e sono così, come li vedi. Guardano in faccia il sole, senza aver paura’ racconto.
Mi guarda, sembra davvero interessato. E annuisce dandomi ragione.
‘Allora, tu sei un girasole’ mi dice. Lo guardo, non capendo. ‘Sei bella, e non hai paura di niente’ continua.
‘Non è vero che non ho paura di nulla, sono solo un po’ fredda a volte’  spiego.
‘Sai, a volte le persone più fredde sono quelle che in realtà sono più sensibili e più affettuose’ mi sfiora il naso con l’indice. Sento le mie guance che si colorano di rosso. Ha ragione; io sono una ragazza molto affettuosa e molto sensibile.
Mi offre la colazione, mentre parliamo un po’ di tutto. Come due persone che si conoscono da una vita e che si rivedono dopo tanto tempo.
Lui mi fa sentire a mio agio. Ed è strano, perché di solito io sono molto diffidente. Ma con lui sto bene.
‘Avevo ragione, non sei così antipatica come pensavo’ mi confessa.
‘Pensavi che io fossi antipatica?’
‘Lo sembri. Ma basta conoscerti un pochino di più. Basta fare una semplice chiacchierata per cambiare idea’
Sorrido.
‘Lo vedi? Quando sorridi sei più bella’
Divento rossa. ‘Tentativo di fare un complimento, fallito’ commento, imitando una vocina robotica.
‘E vabbé, riuscirò a farti innamorare di me prima o poi’ scherza.
‘E’ una minaccia?’  rido
‘E’ una promessa!’ ride anche lui.

Torniamo a scuola e la mattinata passa velocemente.
Amy ed Em non se la sono presa per il fatto che io sia entrata alla seconda, anzi, mi hanno detto che ho fatto bene.
Il pomeriggio decido di andarmene in spiaggia. Mi piace osservare il mare mentre lascio scorrere un po’ di sabbia tra le dita.
Mi fa sentire tranquilla, mi rilassa.
Osservo le piccole onde infrangersi contro uno scoglio.
E’ così bello il mare. Amo immergermi sott’acqua, d’estate. Per un attimo non penso a nulla.
E’ come se ci fosse un altro mondo, là sotto. Un mondo calmo e silenzioso.
Tiro via le scarpe e inizio a passeggiare sulla riva del mare. L’acqua è fredda. Mi piace.
Quasi non mi accorgo dell’ora che si è fatta. Meglio tornare a casa, se non voglio fare tardi stasera.
 
Siderno, nel periodo estivo sembra un altro mondo.
Tutte le persone che di solito si vedono solo il sabato sera, durante l’estate le vedi tutti i giorni, a qualsiasi ora. Se passeggi sul corso puoi ammirare gli splendidi negozi, pieni di vestiti firmati. Sembra “Reggio Calabria” in miniatura, come diceva Em. Certo, Reggio è grande il triplo.
Ma Siderno, più degli altri paesi di questa zona, è pieno di gente che passeggia o se ne sta seduta al Tentazioni o all’Helios, i due bar più ‘in’.
La sera invece sono i pub a riempirsi di ragazzi in cerca di divertimento.
L’YMCA è il lido più frequentato. Di giorno è un posto tranquillo per coloro che desiderano affittarsi un ombrellone e starsene sulla spiaggia nel periodo estivo, o semplicemente bersi un caffè; di sera si trasforma in una mini discoteca.
Siamo sull’entrata, e un grosso omone ci chiede i biglietti.
Mi viene la tachicardia nel pensare che ho lasciato il mio biglietto a casa.
‘Hai dimenticato il tuo?’ mi domanda Em. Annuisco. ‘Devo averlo messo nei pantaloni, quando me l’ha dato Nick’ cerco di ricordare.
‘Sei amica di Nick?’ mi domanda l’omone.
‘Sì, sono una sua compagna’ preciso. Credo di aver appena trovato il modo per entrare.
Infatti, mi fa entrare senza problemi.
L’interno del lido è addobbato in stile hollywoodiano. Mi piace. Molti ragazzi portano gli occhiali da sole, come le rockstar, anche se è sera.
Altri hanno pailette sui vestiti.
Io ho un semplice vestitino nero, e delle scarpe col tacco odiose.

Intravedo Nick in lontananza. Amelia mi spinge per andare a salutarlo. Le sorrido e ci vado.
‘Ehi ciao!’ urlo, anche se la musica copre la mia voce.
‘Sei venuta!’ esclama.
‘Già, senza invito, ma ce l’ho fatta!’ rido.
‘E come hai fatto ad entrare senza invito?’
‘Mi è bastato dire che sono Alessandra Gervasi’ mento. Lui mi guarda, alzando un sopracciglio ed io scoppio a ridere e sputo la verità.
Poi un ragazzo si avvicina a lui e gli sussurra una cosa all’orecchio. Nick cambia espressione e annuisce.
‘Scusami, devo andare un attimo fuori. Ci sono i soliti guastafeste che litigano e devo andare a calmare le acque’ mi da una pacca affettuosa sulla testa.
Mi volto verso Amelia; è con Fabio. Stanno parlando. Meglio lasciarli ‘soli’.
Em è con Chris e non voglio fare la terza in comodo. Vado da Francy che mi saluta affettuosamente, esclamando un ‘Sei venuta!’. Balliamo tutta la sera insieme.
Mi piacciono le feste. Amo la musica a palla, ballare senza pensare a niente e nessuno.
‘Sandrì!’ è Em che mi chiama. ‘Sandrì, Fabio si è sentito male. Nulla di grave ma ha bevuto troppo e gli gira la testa. Ora lo riaccompagniamo a casa. Due minuti e torniamo’ mi bacia sulla guancia.
Poi decido di uscire a prendere un po’ d’aria e vado sul lungomare.
Ho una scarpa in mano (visto che la fortuna mi vuole bene,e mentre ballavo mi si è rotto il tacco) e l’altra al piede. Cerco una panchina per sedermi e toglierla ma sono tutte occupate da ragazzi che mi guardano come se non avessero mai visto una ragazza.
Mi agito. Forse non sarei dovuta uscire da sola. Ormai è troppo tardi, c’è una fila enorme per rientrare.
Inizio a camminare velocemente, a testa basta, quando sbatto contro qualcuno.

‘Sei tu!’ Ha il solito tempismo perfetto. Sto iniziando a pensare che il destino voglia che ogni volta sia lui a ‘salvarmi’.
‘E da quando sei felice di vedermi?’ mi domanda. In effetti è la prima volta che glielo dimostro.
‘Da adesso’ lo abbraccio. Poi stacco l’abbraccio e noto il suo imbarazzo. Guarda i miei piedi e la scarpa che ho in mano.
‘Di solito non cammino scalza. Ma si è rotta!’ spiego.
‘Ti accompagno a casa?’ mi domanda.
‘No, sto aspettando Em ed Amy’
‘Non penso che si offenderanno! Chiamale’ mi da il suo telefono.
Ma preferisco mandare un messaggio con il mio ad entrambe. Conoscendo Em, non risponde ai numeri estranei, mentre Amy legge solo i messaggi.
Poi Nick mi accompagna alla macchina. Salgo e mi allaccio la cintura.
Lui scoppia a ridere. ‘Hai paura?’ mi domanda.
‘No, ma sono abituata a metterla. Fallo anche tu’ sembra quasi che la mia richiesta sia una supplica. Mi ascolta.
 ‘Comunque non sembri di qua, hai un accento strano’ mi dice.
Ok, mi ha sgamata.  ‘Mi sono trasferita qui da un annetto. Prima abitavo a Milano. Sono nata lì. Venivo qui solo d’estate, in vacanza. E avevo più amici qui’
‘Ah, ecco! E’ carino l’accento da milanese’ ride.
‘Lo odio’ replico.
Arrivati davanti casa mia, lo saluto con un lungo bacio sulla guancia e lo ringrazio.
Così, entro in casa e salgo in camera. Mi cambio e mi infilo sotto le lenzuola  e ripenso alla serata meravigliosa che ho appena passato..
Poi, il display del mio cellulare si illumina. Lo prendo.

«Ehy Girasole! 
L’unica cintura che metto di solito è quella per i pantaloni.
Comunque mi sono divertito con te.»
-    Numero sconosciuto
 
Il cuore mi batte a mille. Non mi aspettavo un suo messaggio. Mi ci vuole un po’ per trovare la giusta risposta. Cerco di non essere troppo sdolcinata.
 
«Bhè, d’ora in avanti quando mi dovrai riaccompagnare, sarai obbligato a metterti la cintura anche mentre guidi. Comunque anche io mi sono divertita.»
-    Sandrì.
 
Intanto memorizzo il suo numero. Metto via il cellulare, quando il display si illumina un’altra volta.
 
«Allora non sono proprio antipatico, se ti sei divertita anche tu.
Dolce notte, Ale.»
-    Nick.
 
Vorrei rispondergli male, ma non mi da più tanto fastidio da quando è lui a chiamarmi così. Poi credo di essermi addormentata. Con un dolce sorriso sulle labbra e il cellulare tra le mani.
 
 
 
 
 
 
  
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