Anime & Manga > Kuroshitsuji/Black Butler
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Autore: SilentWings    19/07/2011    2 recensioni
Nonostante il mondo di Ciel Phantomhive sembri avvolto da una cortina nera, c'è ancora spazio per un po' di colore.
Serie di 7 fanfiction ispirate dai colori dell'iride. Principalmente POV di Ciel
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Buonasera! ^_^ scusate se mi presento solo ora, ma non sono molto abile col pc, e non capivo dove inserire una piccola presentazione nella prima fanfiction che ho postato. Scusate, sono giusto un po' imbranata >.< allooooora. Fanfiction su kuroshitsuji. Divisa in 7 parti. Ho cercato di scrivere sempre secondo il punto di vista di Ciel, tranne in un capitolo che posterò successivamente, in cui non ho potuto farlo... capirete perchè! Mi raccomando, recensite, datemi dritte, consigli, e anche i commenti acidi sono ben accetti, pur di migliorare! ^W^ E soprattutto... divertitevi!!! (scusateee mi sono dilungata) via al primo capitolo!!


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Faceva freddo. Ero inzuppato di pioggia.
Quel vicolo che puzzava di morte, sangue e del mio stesso vomito, era decisamente troppo buio per i miei gusti.
Jack the Ripper, alias Grell Sutcliff, era stato inghiottito dalla notte, trascinato via a forza da William T. Spears, e portato immediatamente all'ufficio di invio degli Shinigami.
Stringevo il vestito della donna che era stata come una seconda madre per me. Rosso. Rosso come il sangue che imbrattava il suo bel viso dai lineamenti delicati e incrostava i suoi capelli dal colore dei fiori di liquirizia.
Morta. Angelina Durless, conosciuta come Madame Red, era morta. Giaceva fredda ed esangue sotto le mie mani, distesa sull'acciottolato sporco. Dopo tutto il dolore che aveva sopportato in vita, finalmente il velo nero della morte, aveva trascinato via tutti gli affanni dalla sua mente e da davanti ai suoi occhi.
Il sangue, che da sempre e in ogni cultura era considerato simbolo di forza e vita, ora macchiava la sua pelle nivea e il suo abito elegante, dando alla scena che mi si presentava davanti un aspetto ancora più macabro.
-Signorino....
Sentii una mano guantata accarezzarmi una guancia.
-Signorino... rientriamo alla town house, o vi prenderete un malanno, qui al freddo.
Guardai Sebastian con aria stanca. Lui mi sorrise, e io fissai i suoi occhi. Rossi. L'unico rosso che ancora era rimasto vivo in quel vicolo degli orrori.
Strappai un pezzo di tessuto dalla veste di Madame e me lo infilai nel taschino della camicia, vicino al cuore.
Sussurrai piano accarezzandole il bel viso -Ora riposa in pace... zia Angelina.
Con le mani sporche di sangue, rientrammo a casa. Imbrattati del colore che da sempre era stato la nemesi e nel contempo la passione della donna che, sul punto di uccidermi, aveva scelto di seguire il cuore e lasciarmi vivere.
  
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