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Autore: Mushroom    20/07/2011    7 recensioni
"Era come… come se lei si trovasse nel posto sbagliato.
Peggio. Come se si trovasse con la persona sbagliata."
Kate, Josh, una cena e una telefonata.
Genere: Commedia, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Disagio

Josh era quel genere di persona che si trascurava.  
Semplicemente, trovava più semplice prendersi cura degli altri che di se stesso.
Era un’inclinazione un po’ strana, lo sapeva. Una specie di deviazione professionale, che lo portava a dare poca importanza a ciò che lo riguardava.
Vita. Casa. Relazioni.
Tutto ciò di diverso dall’ambito professionale.
Per questo aveva pensato che la Detective Kate Beckett, così bella, così sicura di sé, così autosufficiente, fosse la donna giusta per lui.
Non aveva esitato, perché non era un tipo esitante.
Forse solo assente.
Josh sorrise, osservando il Menù. Era davvero troppo tempo che non usciva fuori a cena, che non vedeva New York, che non passava del tempo con Kate.
Gli era mancata.
L’osservò di sottecchi, leggendo il menù. La donna sorrideva tra sé e sé, avvolta dal suo personalissimo alone impenetrabile. La vide portarsi una ciocca di capelli dietro l’orecchio, stringersi nella sedia, mordersi il labbro inferiore.
Sembrava a disagio.
No, non sembrava – era a disagio.
Inutile negarlo, non era la prima volta che capitava.
Durante le loro uscite, ogni volta, c’era sempre quel particolare, quel dettaglio che Josh – forse per orgoglio maschile, forse per evidenza – non poteva fare a meno di notare.
Poteva essere il sorriso, a volte troppo tirato; l’aria assente, che di quando in quando la trasportava in altri luoghi; la reticenza nei suoi confronti.
Kate Beckett era una donna sicura, non reticente.
Ed era sempre così, come se aspettasse qualcosa.
Per questo, talvolta, Josh si era dato dell’idiota. Del paranoico.
Avendo entrambi lavori molto impegnativi e dagli orari poco flessibili, aveva pensato che si sarebbe trovato a suo agio con la Detective – avevano qualcosa in comune, come essere spesso in contatto con la morte. Poi quel qualcosa in comune si era trasformato in una relazione.
Eppure c’era qualcosa che non andava.
Forse davvero non riusciva a godersi una serata libera. Forse doveva semplicemente lavorare meno. Come se ne fosse capace, pensò. Ecco un’altra cosa che li avvicinava.
Sì, paranoico. Eppure sentiva che c’era qualcosa di scorretto.
Era come… come se lei si trovasse nel posto sbagliato.
Peggio. Come se si trovasse con la persona sbagliata.
Solo una sensazione. Sicuramente.
La vide sorridere e inclinare la testa, quasi le fosse passato per la testa un ricordo o un pensiero molto divertente. Certo, a meno che il menù non offrisse – oltre ai vini di trecento dollari – anche barzellette a pie di pagina.
<< Qualcosa di divertente tra i crostacei? >> domandò. Lei alzò lo sguardo, e fece segno di no col capo.
<< No, no, solo un vecchio ricordo >> dichiarò, voltando pagina << Un’idiozia riportata alla mente dalla crostata di mele >>
<< Oh, davvero? >>
Kate fece per articolare una parola, ma fu interrotta dal suono del cellulare. Si incupì per un secondo, poi lo tirò fuori dalla borsetta. Aggrottò le sopracciglia e rispose, sistemandosi un ciuffo di capelli dietro l’orecchio << Beckett >> rispose. Rimase un attimo in ascolto, attenta, poi sospirò << Capito. Arrivo. >>
Chiuse la chiamata e lo guardò, lanciando altro un sospiro << Mi spiace, Josh. So che è da tanto che non usciamo, ma… diciamo che gli assassini non si prendono la briga di controllare la mia agenda  >> dopodiché lanciò un altro sguardo al telefono.
Selezionò una chiamata rapida e accostò l’apparecchio all’orecchio.
Qualche secondo dopo, l’interlocutore parve rispondere.
Il dottore osservò la scena con un misto di divertimento e sconcerto.
Katherine tamburellò un dito sul tavolo << No, Castle, non ti ho chiamato perché mi mancavi >>
Si fermò un attimo, alzando un sopracciglio. D’un tratto la sua espressione mutò, imporporandosi leggermente. Iniziò a muoversi sulla sedia, spostando il peso da una parte all’altra del proprio corpo.
Smise di tamburellare, per prendere a rigirare la tovaglia tra due dita.
Josh non l’aveva mai vista così. Era abituato all’altra facciata della Detective, quella solida e pragmatica.
Sembrava arrabbiata e a disagio allo stesso tempo.
Sì, a disagio, ma non quel genere di imbarazzo che provava con lui. Era un disagio diverso, giusto. Il disagio di una donna davanti a un uomo. << Oh, stai zitto. Abbiamo un caso >> sibilò, alzandosi. Portò una mano sul ricevitore, allontanandoselo dal volto.
<< Mi spiace, Josh >> disse di nuovo.
Si girò dall’altra parte e marciò verso l’uscita, ancora al telefono.
E Josh si rese conto che, con quello stupido telefono in mano e il passo fermo, Kate Beckett sembrava molto più a suo agio che in qualsiasi momento passato con lui.

_____

Note: Josh è uno di quei personaggi che non sopporto. Non lo posso patire, davvero, e non soltanto perchè sta con Kate (anche se questo aiuta a sbatterlo nel frangente dei "personaggi odiosi"). Uno dei motivi principali di tale astio è che non compare praticamente mai e non ha nessun tipo di caratterizzazione, se non appena accennata. Insomma, sembra quasi che Beckett non abbia una relazione. 
Così, un po' per masochismo e un po' per follia, ho scritto questa Flasfic. L'intenzione era dare un po' di carattere a Josh ma.... ehm, non è semplicissimo lavorare con un personaggio così XD o forse è fuori dalle mie capacità. 
La cosa della crostata di mele... beh, da poco ho rivisto il primo episodio e non ho resistito XD sono idiota, lo so.
Ora vado ^^ arrivederci e grazie per la lettura.
 

   
 
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