Titolo:
It has become a nightmare
Genere: Malinconico/ Sentimentale/ Triste
Personaggi: Anko/Danimarca, Nikolai/Norvegia, Stefan/Islanda,
Berwald/Svezia, Tino/Finlandia, Nonno Scandia (Antica Scandinavia)
Rating: Verde, questa è la prima e ultima ff con rating
verde che faccio!
Avvertimenti: One-shot, shonen-ai
-È
finita, Den. Ho deciso di
andarmene.-
-Norge…non
farlo! Resta con me, ti
prego.-
-No, sono stanco di
stare ai tuoi
ordini. Me ne vado!-
-Anche io voglio
andarmene, Den.-
-Ice,
no…vi prego, non fatelo, non
lasciatemi!-
-Addio, Den.-
Danimarca rimase
solo, Islanda e
Norvegia erano scomparsi.
-Danimarca, sei un
disastro, un
fallimento, sei la vergogna di questa famiglia!-
-Nonno! Non dire
così, ti prego!-
-Resterai solo,
come meriti! Non
potrai più causarci problemi!-
-Sve, anche tu?-
-Fratellone, siamo
stanchi di tutto
questo, delle guerre, dei tuoi capricci, delle tue manie. Noi ce ne
andiamo!-
Era rimasto
solo. Intorno a lui solo il vuoto. Il nulla. Silenzio. Buio. La sua
famiglia lo
aveva abbandonato. Anche Nonno Scandia lo aveva rinnegato. Solo, senza
nessuno,
era una nazione finita. Morto. Andato. Non voleva vivere
così, non voleva stare
da solo di nuovo.
Questa volta non ce la poteva fare,
non voleva farcela.
Senza la sua famiglia, senza la
persona che amava, non voleva continuare ad esistere.
Le lacrime gli rigavano il volto,
scendevano silenziose, facendosi strada tra le ciocche bionde,
interrompendo i
lamenti che fuorisiuscivano incontrollati. I singulti che gli
scuotevano il
petto, il dolore lancinante che sentiva nel cuore.
No, non così, non adesso. Non ora
che era felice, che aveva trovato
un
posto nella piccola famiglia dei nordici. Non ora che amava. Non ora
che
credeva in un futuro migliore. Ora che finalmente aveva imparato a
vivere.
“Norge.
Norge, torna indietro. Norge, ti amo, non mi lasciare.”
“È
troppo tardi, Den. Ormai non si può
più.”
“Ma
io ti amo! Norge! Norge!!!”
-Den!
Svegliati, Den!- Norge lo abbracciò stretto, lì
nel letto che condividevano da
tempo.
Danimarca spalancò gli occhi, ancora
prigioniero del suo incubo.
-Norge!- urlò ancora, cercando a
tastoni il compagno.
-Sono qui, sono qui, non me ne vado.
Torna da me, Den, svegliati. -
Anko riprese conoscenza e capì di
trovarsi tra le braccia di Nikolai. Nonostante fosse ormai sveglio, non
riusciva a smettere di piangere.
Norge non lo aveva mai visto in
quelle condizioni. Certo, era un tipo molto emotivo, passava
dall’euforia
all’ira in pochi istanti, ma non si deprimeva facilmente,
neanche dopo una
sconfitta. Era proprio in quel momento che bisognava aver maggiormente
paura di
lui, perché perdere gli infondeva un senso di calma e rabbia
gelida, che lo
portava a pensare con calcolo a come ferire le persone che aveva
intorno.
-Anko, calmati, è passato, smetti
di piangere.- Nikolai per una volta mise da parte
l’indifferenza che provava
verso il mondo intero e si concentrò sul compagno.
Den lo strinse convulsamente a sé,
affondando il volto nel petto del norvegese.
-Giura che non mi lascerai mai, che
se ci saranno problemi proveremo a risolverli, che non sarà
mai troppo tardi!-
Nikolai rimase sbalordito a quelle
parole, che non si sarebbe mai aspettato dal danese. Sapeva di essere
amato,
sapeva che Anko avrebbe fatto qualunque cosa per lui e con lui, ma
quelle
parole così disperate e accorate, erano assolutamente
inaspettate. Non gli
aveva mai dato motivo di credere che se ne sarebbe andato, non di
nuovo. Ormai
erano una famiglia, i secoli delle guerre erano alle spalle,
c’era pace,
equilibrio…era una nuova epoca, dove non c’era
più spazio per i conflitti per
il controllo territoriale.
-Cosa hai sognato di così tremendo?- domandò
dolcemente.
-Ho sognato che rimanevo solo. Te
mi avevi lasciato, Stefan se ne era andato, Sve e Tino mi avevano dato
le
spalle, e il nonno mi aveva rinnegato. Ero solo, come secoli fa.-
Vivide immagini del passato
attraversarono la mente del norvegese. L’immagine di Anko
inginocchiato a
terra, il capo chino, il sangue misto alle lacrime, mentre lui se ne
andava con
Svezia, lo tormentava ormai da secoli. Non riusciva a perdonarsi per
avergli
inflitto una ferita così profonda.
Lo afferrò saldamente per le spalle,
cercando i suoi occhi alla pallida luce della luna.
-Ascoltami bene, sciocco di un
danese. Il nonno ti ha sempre amato, eri e resterai il suo preferito,
anche se
non lo ammetterebbe mai. So quanto ti manca, è lo stesso per
me, ma so anche
che veglia su di noi e ci protegge come faceva quando eravamo piccoli.
Berwald,
se non ti ha già perdonato, si è comunque
lasciato tutto alle spalle grazie a
Tino. E Finlandia…ammetto che non ami troppo la tua
presenza, ma non volterebbe
mai le spalle a un parente, anche se acquisito; vale lo stesso per
Stefan,
anche se lo vedi distaccato, ti vuole un bene dell’anima.
Credimi, conosco mio
fratello.-
Anko si asciugò le lacrime, per
chiedere con voce tremante:
-E tu?-
Nikolai per tutta risposta si chinò
su di lui e lo baciò, quasi con violenza.
-E io ti amo.- disse quando lo
lasciò andare. -Per questo motivo resterò sempre
al tuo fianco.-
Danimarca si coprì il volto con le
mani, nascondendo le lacrime di sollievo e il sorriso che aleggiava
sulle
labbra.
-Adesso torna a dormire, razza di
idiota.- Nikolai si sdraiò nuovamente, dandogli le spalle
per celare il
rossore che gli aveva colorato il viso.
Anko si rimise sotto le coperte e, a
sorpresa, prese il norvegese, stringendoselo addosso. La mano
appoggiata al
petto del compagno gli trasmetteva il calore della pelle e
l’impetuoso battito
del cuore.
Nikolai si portò la mano del danese
alle labbra, posandovi un lieve bacio.
-Buonanotte.- mormorò Anko
incrociando le gambe alle sue.
-Buonanotte.- Nikolai reclinò il
capo sulla spalla di Danimarca e piombò nel sonno.
Anko faticò un po’ a riprendere il
sonno ma, infine, accompagnato dal tepore del corpo che aderiva al suo
e dal
respiro leggero del norvegese, anche lui si addormentò.
E stavolta non ci furono incubi.
FINE
(?)
“Esci dai miei sogni, idiota!”
“Ma dai, Norge! Almeno lo facciamo diventare un bel
sogno!”
Nikolai
gli sferrò un cazzotto.
“Te
lo faccio diventare un incubo!”
Anko lo
afferrò per la vita, tenendolo fermo.
“Io
me ne vado, ma dammi almeno il
bacio dell’arrivederci.”
Nikolai capitolò e si lasciò baciare,
sorprendendosi come ogni volta, della
dolcezza di quelle labbra.
“A
domani.” lo
salutò il danese svanendo.
“Spero
che l’alba arrivi presto.”
Mormorò impercettibilmente Nikolai.
-Ti amo.-
mormorarono entrambi nel sonno, stringendosi senza accorgersene in un
abbraccio
più stretto.
FINE
[Per davvero =)]
Angolino dell'autrice:
Questa
fanfiction l'ho scritta per il decimo compleanno di mia sorella, che
ama tantissimo Danimarca, mentre io ce l'ho proprio in antipatia. Ma
per una volta mi sono sacrificata e l'ho scritta, come regalo per la
mia sorellina.
Danimarca, sappi che continui a starmi antipatico!