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Autore: Lesty    20/07/2011    2 recensioni
Tutti abbiamo degli incubi, e di solito sono solo ricordi assopiti o ferite che non si sono mai rimarginate, che di notte tornano a tormentarci. Quasi a dimostrare che anche i duri soffrono.
Genere: Malinconico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: It has become a nightmare
Genere: Malinconico/ Sentimentale/ Triste
Personaggi: Anko/Danimarca, Nikolai/Norvegia, Stefan/Islanda, Berwald/Svezia, Tino/Finlandia, Nonno Scandia (Antica Scandinavia)
Rating: Verde, questa è la prima e ultima ff con rating verde che faccio!
Avvertimenti: One-shot, shonen-ai



IT HAS BECOME A NIGHTMARE

-È finita, Den. Ho deciso di andarmene.-

-Norge…non farlo! Resta con me, ti prego.-

-No, sono stanco di stare ai tuoi ordini. Me ne vado!-

-Anche io voglio andarmene, Den.-

-Ice, no…vi prego, non fatelo, non lasciatemi!-

-Addio, Den.-

Danimarca rimase solo, Islanda e Norvegia erano scomparsi.

-Danimarca, sei un disastro, un fallimento, sei la vergogna di questa famiglia!-

-Nonno! Non dire così, ti prego!-

-Resterai solo, come meriti! Non potrai più causarci problemi!-

-Sve, anche tu?-

-Fratellone, siamo stanchi di tutto questo, delle guerre, dei tuoi capricci, delle tue manie. Noi ce ne andiamo!-

-Tino -

 
Era rimasto solo. Intorno a lui solo il vuoto. Il nulla. Silenzio. Buio. La sua famiglia lo aveva abbandonato. Anche Nonno Scandia lo aveva rinnegato. Solo, senza nessuno, era una nazione finita. Morto. Andato. Non voleva vivere così, non voleva stare da solo di nuovo.
Questa volta non ce la poteva fare, non voleva farcela.
Senza la sua famiglia, senza la persona che amava, non voleva continuare ad esistere.
Le lacrime gli rigavano il volto, scendevano silenziose, facendosi strada tra le ciocche bionde, interrompendo i lamenti che fuorisiuscivano incontrollati. I singulti che gli scuotevano il petto, il dolore lancinante che sentiva nel cuore.
No, non così, non adesso. Non ora che era felice, che aveva  trovato un posto nella piccola famiglia dei nordici. Non ora che amava. Non ora che credeva in un futuro migliore. Ora che finalmente aveva imparato a vivere.

“Norge. Norge, torna indietro. Norge, ti amo, non mi lasciare.”
“È troppo tardi, Den. Ormai non si può più.”
“Ma io ti amo! Norge! Norge!!!”

 
-Den! Svegliati, Den!- Norge lo abbracciò stretto, lì nel letto che condividevano da tempo.
Danimarca spalancò gli occhi, ancora prigioniero del suo incubo.
-Norge!- urlò ancora, cercando a tastoni il compagno.
-Sono qui, sono qui, non me ne vado. Torna da me, Den, svegliati. -
Anko riprese conoscenza e capì di trovarsi tra le braccia di Nikolai. Nonostante fosse ormai sveglio, non riusciva a smettere di piangere.
Norge non lo aveva mai visto in quelle condizioni. Certo, era un tipo molto emotivo, passava dall’euforia all’ira in pochi istanti, ma non si deprimeva facilmente, neanche dopo una sconfitta. Era proprio in quel momento che bisognava aver maggiormente paura di lui, perché perdere gli infondeva un senso di calma e rabbia gelida, che lo portava a pensare con calcolo a come ferire le persone che aveva intorno.
-Anko, calmati, è passato, smetti di piangere.- Nikolai per una volta mise da parte l’indifferenza che provava verso il mondo intero e si concentrò sul compagno.
Den lo strinse convulsamente a sé, affondando il volto nel petto del norvegese.
-Giura che non mi lascerai mai, che se ci saranno problemi proveremo a risolverli, che non sarà mai troppo tardi!-
Nikolai rimase sbalordito a quelle parole, che non si sarebbe mai aspettato dal danese. Sapeva di essere amato, sapeva che Anko avrebbe fatto qualunque cosa per lui e con lui, ma quelle parole così disperate e accorate, erano assolutamente inaspettate. Non gli aveva mai dato motivo di credere che se ne sarebbe andato, non di nuovo. Ormai erano una famiglia, i secoli delle guerre erano alle spalle, c’era pace, equilibrio…era una nuova epoca, dove non c’era più spazio per i conflitti per il controllo territoriale.
-Cosa hai sognato di così tremendo?- domandò dolcemente.
-Ho sognato che rimanevo solo. Te mi avevi lasciato, Stefan se ne era andato, Sve e Tino mi avevano dato le spalle, e il nonno mi aveva rinnegato. Ero solo, come secoli fa.-
Vivide immagini del passato attraversarono la mente del norvegese. L’immagine di Anko inginocchiato a terra, il capo chino, il sangue misto alle lacrime, mentre lui se ne andava con Svezia, lo tormentava ormai da secoli. Non riusciva a perdonarsi per avergli inflitto una ferita così profonda.
Lo afferrò saldamente per le spalle, cercando i suoi occhi alla pallida luce della luna.
-Ascoltami bene, sciocco di un danese. Il nonno ti ha sempre amato, eri e resterai il suo preferito, anche se non lo ammetterebbe mai. So quanto ti manca, è lo stesso per me, ma so anche che veglia su di noi e ci protegge come faceva quando eravamo piccoli. Berwald, se non ti ha già perdonato, si è comunque lasciato tutto alle spalle grazie a Tino. E Finlandia…ammetto che non ami troppo la tua presenza, ma non volterebbe mai le spalle a un parente, anche se acquisito; vale lo stesso per Stefan, anche se lo vedi distaccato, ti vuole un bene dell’anima. Credimi, conosco mio fratello.-
Anko si asciugò le lacrime, per chiedere con voce tremante:
-E tu?-
Nikolai per tutta risposta si chinò su di lui e lo baciò, quasi con violenza.
-E io ti amo.- disse quando lo lasciò andare. -Per questo motivo resterò sempre al tuo fianco.-
Danimarca si coprì il volto con le mani, nascondendo le lacrime di sollievo e il sorriso che aleggiava sulle labbra.
-Adesso torna a dormire, razza di idiota.- Nikolai si sdraiò nuovamente, dandogli le spalle per celare il rossore che gli aveva colorato il viso.
Anko si rimise sotto le coperte e, a sorpresa, prese il norvegese, stringendoselo addosso. La mano appoggiata al petto del compagno gli trasmetteva il calore della pelle e l’impetuoso battito del cuore.
Nikolai si portò la mano del danese alle labbra, posandovi un lieve bacio.
-Buonanotte.- mormorò Anko incrociando le gambe alle sue.
-Buonanotte.- Nikolai reclinò il capo sulla spalla di Danimarca e piombò nel sonno.
Anko faticò un po’ a riprendere il sonno ma, infine, accompagnato dal tepore del corpo che aderiva al suo e dal respiro leggero del norvegese, anche lui si addormentò.
E stavolta non ci furono incubi.

 

 

FINE

 (?)

 
“Esci dai miei sogni, idiota!”
“Ma dai, Norge! Almeno lo facciamo diventare un bel sogno!”

Nikolai gli sferrò un cazzotto.
“Te lo faccio diventare un incubo!”
Anko lo afferrò per la vita, tenendolo fermo.
“Io me ne vado, ma dammi almeno il bacio dell’arrivederci.”
Nikolai capitolò e si lasciò baciare, sorprendendosi come ogni volta, della dolcezza di quelle labbra.

“A domani.” lo salutò il danese svanendo.
“Spero che l’alba arrivi presto.”  Mormorò impercettibilmente Nikolai.
-Ti amo.- mormorarono entrambi nel sonno, stringendosi senza accorgersene in un abbraccio più stretto.

 

 

   FINE           

                          [Per davvero =)]


Angolino dell'autrice:

Questa fanfiction l'ho scritta per il decimo compleanno di mia sorella, che ama tantissimo Danimarca, mentre io ce l'ho proprio in antipatia. Ma per una volta mi sono sacrificata e l'ho scritta, come regalo per la mia sorellina.
Danimarca, sappi che continui a starmi antipatico!

   
 
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