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Autore: SassyUnicorn    20/07/2011    13 recensioni
[Songfic: Summertime]
" - Questa canzone ti piace.- disse dopo Gerard sentendo quello che arrivava dal palco. Si era completamente dimenticato di dov’era, di suo fratello e delle persone che incuranti gli davano le spalle.
- Non mi interessa. Tutto è rumore adesso.- rispose Frank spingendo la nuca di Gerard verso il suo viso e unendo quelle labbra tanto sognate con le sue. Un lieve bacio. - E solo tu fermi il rumore. Solo tu.- detto questo Frank tornò a baciare Gerard perdendosi tra le sue braccia e incontrando la sua lingua chissà dove nell’aldilà."
Frank e Gerard si erano separati per cose sciocche e futili, cose che avevano reso entrambi deboli senza l'aiuto dell'altro. Un incontro casuale fa riaffiorare i sentimenti celati in questi due anni di lontananza. Rancore sovrastato dall'amore..
Genere: Malinconico, Sentimentale, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Coppie: Frank/Gerard
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Si sa, i festival ci sono sempre nel giorni più caldi dell'estate. Come se fosse già tutto programmato per vendere acqua, senza tappi. Gerard odia il caldo soffocante e le folle che ti spingono senza alcun ritegno. Le odia e Mikey lo sa. Ma Mikey ama gli Iron Maiden e, bhè, Gerard lo sa. Per questo si trovava lì, in uno dei tanti festival estivi nel New Jersey, con il fratello che senza di lui non poteva andare.
In realtà non vedeva il fratello da un po‘, Gerard era seduto, con due piedi in una scarpa, circondato da una decina di persone in uno dei pochi spazi circondato dall'ombra. Mikey doveva essere già nella folla. Lui se la sa cavare, pensa Gerard.
La musica non gli dispiaceva così aveva deciso di trovarsi un posto tranquillo e ascoltare il tutto da lontano. Il posto tranquillo, ovviamente, non c'era ma l'acustica del posto era fantastica. Così si accese una sigaretta, cercando di mandare il fumo verso l'alto e non in faccia ai suoi "vicini", per non pensare all'afa crescente. La brezza del mare, praticamente di fianco al palco, forse si èpersa pensascherzosamente Gerard. Sarebbe andato a bagnarsi almeno i piedi ma era tutto recintato per evitare che qualche ubriaco andasse ad annegare.
 
Folla, afa, sudore e musica a palla. Frank stava per impazzire ma continuava a pogare, a pogare come un dannato su note di canzoni che non conosceva. Ancora qualche ora e avrebbe goduto come al suo primo concerto degli Iron Maiden. Si scontrò contro un biondino occhialuto, mingherlino ma saltava anche lui come un dannato con il viso in estasi. Di sicuro al suo primo festival, pensò Frank. Ma la musica cambiò e la folla pure, il biondino era sparito. No, non poteva essere il biondino sfigato che incontrava il biblioteca giù a Belleville. E se era lui c’era di sicuro anche il fratello, lo strano di paese.
 
Gerard si alzò per sgranchirsi le gambe, il sole era fermo da circa due ore. Le due ore più soffocanti di sempre. Dopotutto erano le tre del pomeriggio.
Gerard voleva chiedere in giro per che ora erano previsti gli Iron Maiden, ma sapeva che non l’avrebbe mai fatto. Già lo stare buttato come un salame tra gente sconosciuta per lui era un grande sforzo. Gerard non ama la folla, si, ma di sconosciuti. Quelle mani che ti toccano per andare avanti, mani che hanno toccato chissà quale robaccia. E poi c’è da dire che nemmeno con i “conoscenti” è un grande chiacchierone. Fare amicizia è superfluo, pensa Gerard, tutti ti tradiscono prima o poi.
Notò dei bagni chimici, si doveva proprio andare a bere e poi a pisciare.
 
Al contrario delle sue supposizioni arrivare -almeno- in seconda fila non era stato troppo difficile. Si, almeno tremila persone lo avevano maledetto ma non gliene fotteva un cazzo. Era lì per loro e li avrebbe visti da vicino, cazzo. Così spingendo e istigando tutti a pogare, Frank si è ritrovato in seconda fila in attesa della sua band preferita che a momenti sarebbe salita sul palco. Tutta la folla era sovraeccitata chi più chi meno adorava i Maiden.
Anche se eranole cinque del pomeriggio si acceserodi colpo delle luci blu, poi rosse, poi verdi e poi di nuovo blu. Iniziòa suonare una batteria e Frank, e il resto della folla, iniziòa saltare, ad urlare e a cantare ogni singola parola dei testi che Dickinson, il cantante, cantava. El Dorado, Coming Home , Mother of Mercy…
 
 
Dopo un ora e mezza di musica Frank era davvero spompato. Aveva dato il massimo. Il sudore gli colava dalla fronte. Era meglio trovare una delle tante fontanelle per darsi una rinfrescata. Cercò di farsi spazio tra la folla che aspettava il prossimo gruppo. C’era davvero poco aria tra tutta quella gente. Arrivato alla fine della massa respirò a pieni polmoni. Respirò l’aria di festival, l’aria che sa di birra, sudore e sole. Poi qui c’era anche il mare vicino. Frank avrebbe tanto voluto andare a buttarsi in mare. La transenna era lontana dal mare, era sicuro che se avrebbe scavalcato, una volta in acqua, nessuno lo avrebbe notato.
Passò per uno degli stand e si comprò una birra ghiacciata con gli ultimi soldi che gli erano rimasti. Aveva comprato alcuni dischi in vinile al padre e, ovviamente, una maglia del suo gruppo preferito. Era tutto nello zaino, peccato che lo zaino era perso chissà dove, ma ora Frank non voleva pensarci. Domani lo avrebbe trovato, come aveva fatto sempre.
Si avvicinò alla transenna. Il sole era ancora forte quindi tutti lo avrebbero notato. La transenna però non era affollata. Nemmeno una decina di persone, eppure lì l’aria era più fresca e la visuale del palco non era pessima.
Gli arrivò del fumo in faccia e gli venne una voglia tremenda di sigarette, che erano nello zaino. Si guardò intorno e notò una chioma scompigliata nera, il tipo era appoggiato alla ringhiera e fissava il mare, come se non gliene fregasse nulla del palco, della musica e di tutto.
Frank aveva voglia del mare come Gerard. Gerard fissava il mare, Frank fissava Gerard - o meglio, la sua nuca. Poi Gerard si voltò e incontrò gli occhi di Frank che si voltò immediatamente riconoscendo Gerard e le sue iridi verdi. Non voleva parlare con Gerard, era storia chiusa. Eppure i suoi occhi erano così attraenti, lo sarebbero stati sempre anche dopo il male che si erano fatti con i suoi, castani. Quegli occhi si erano guardati, si erano spogliati ed avevano fatto l’amore più volte. Poi avevano pianto dicendosi addio, lacrime segrete che mai l’altro avrebbe visto. Lacrime amare che lasciano un solco pesante sulla guancia.
Così Frank non voleva più voltarsi, non poteva più godere - si fa per dire. - del fumo passivo di Gerard. Doveva andare, allontanarsi ma proprio non ci riusciva, il fresco e il poco d’ombra che alcuni alberi procuravano erano troppo piacevoli e i piedi di Frank non ne volevano sapere di muoversi. Così restarono lì, come due sconosciuti. Il realtà Gerard non aveva riconosciuto Frank. Non si vedevano da due anni e Frank era cambiato molto, aveva tagliato i capelli e si era alzato - se pur di poco. Poi c’erano i tatuaggi, Gerard aveva accarezzato quella pelle quando ancora l’inchiostro non l’aveva sporcata. Però lo guardava, se ne stava voltato verso il palco cercando di non cadere a terra, gli tremavano le gambe dalla stanchezza ogni tanto. Guardava le sue braccia scritte. Notò un "Loyalty * Honesty * Respect" sul braccio sinistro. C’erano alcune stelle e un sole cinese, o Gerard crede che si chiami così, che prendeva il gomito e i raggi attraversavano il braccio.
Il ragazzo si mosse e appoggiò un braccio, quello sinistro che Gerard stava osservando, al fianco. Gerard notò, con una fitta al cuore, che il ragazzo aveva tatuato un cuore rotto, non ancora diviso, ma rotto. Riconobbe subito quel disegno. Era il disegno che lui stesso disegnò sul polso di Frank all’altezza delle vene. Era quello e c’avrebbe giurato. Quindi Gerard riconobbe Frank mentre Frank si sentiva la schiena trafitta da mille pugnali, sapeva che Gerard lo stava osservando.

Quando Gerard dovette lasciare la città per frequentare il corso d’arte stava con Frank e ci stava anche bene. Si lasciarono per la lontananza, per non sentirsi legati e anche perché erano due fottuti coglioni. Gerard non ritornò più a Belleville, non prima di quest’anno. Era cambiato, era più cupo e introverso. “Lo strano di paese” per l’appunto.
Frank non l’aveva più rivisto ma sapeva che era in città. Si era informato su di lui, frequentava la biblioteca con Mikey, che era -come tutti- all’oscuro dell’amore tra Frank e Gerard. Aveva capito dai racconti di Mikey che Gerard era tornato perché era depresso, era stanco di New York ed era stanco di tutto. Gerard non usciva mai e per questo non rivide mai Frank. Ma i suoi pensieri andavano spesso a lui. Andavano a lui quando andava in macchina, quella dove si baciavano di nascosto. Andavano a lui quando passava davanti al Liceo, dove si erano conosciuti. Andavano a lui quando andava in stanza dei suoi genitori, dove avevano fatto l’amore per la prima volta. E andavano a lui quando si avvicinava alla stazione ferroviaria, dove Gerard aveva detto a Frank che sarebbe dovuto partire e dove il loro amore si era spezzato, o meglio i loro cuori. Perché il loro amore non si spezzerà mai.

Gerard fece per allontanarsi. No, non voleva parlare a Frank. E se per qualche maledizione divina quello si sarebbe girato Gerard non avrebbe saputo cosa dire, o fare. Fece qualche passo e si fermò, si voltò verso Frank. Verso quel passato tanto bello. Perché si, lui ora era un punto nero nel mondo. Anzi per lui il mondo era un punto nero. Tutto nero, tranne quelle due gocce castane che Frank portava come occhi. Era tutto nero da quando era salito su quel treno. Per Gerard vivere così era come vivere in una parata nera verso la morte. Così guardò Frank e inizio di nuovo a camminare, a correre verso di Lui. Gli afferrò un braccio costringendolo a girarsi.
Avrebbe voluto urlare il suo nome e abbracciarlo fino a soffocarlo per poi uccidersi anche lui e passare una vita all’inferno insieme a lui.
         - Frank.- ma sussurrò.
Frank rimase fermo, dentro di se pensava a cosa fare. In quel momento era intasato. Come quelle porte dei cartoni animati, dove mille cosini vogliono uscire tutti insieme e poi restano bloccati. Parlare, piangere o baciarlo. Restò fermo.
         - Frank.- Gerard stava per lasciarlo, per arrendersi al fatto che magari ora Frank nemmeno lo ricordava.
         - Gerard.- Frank parlò facendo brillare gli occhi a Gerard. - Che ci fai qui?-
         - Mikey.. Tu.Tu come stai?-  a Gerard tremava la voce. La sua mano era ancora stretta sul braccio di Frank e quel contatto era magnificoper entrambi.
         - Bene.- Frank rispose senza emozioni. Aveva mille domande da vomitargli addosso. Come - Perché non mi hai cercato?- Gerard si ammutolì. - Sei ancora senza parole Gerard Way? Pensavo che fossi andato via per crescere. Invece sei ancora lo stesso.- Frank spinse via la mano di Gerard spezzando quel piccolo contatto. Era troppo ferito per permettere un ritorno così.. A caso.
         - Mi avresti aperto la tua porta?- chiese Gerard dopo un po’. - Se io ti fossi venuto a cercare dico.- Frank fece una smorfia che Gerard riconobbe. Quella smorfia che Frank faceva sempre quando lui gli faceva una domanda difficile.
         - Non lo so.- ammise Frank. Gerard pensò che Frank in confronto a lui era davvero cresciuto.
         - Non voglio rientrare nella tua vita. Solo.. Resta qui. Ora.- la voce di Gerard era più una predica.
         - Non mi porterai mai con te quando si spegneranno le luci, vero?- la voce di Frank era acida.
         - E portarci dietro tutte queste ossa rotte? Sono stateore, giorni,anni d’inferno.- Gerard non voleva darsi una speranza, né darla a Frank. Gerard è instabile, Gerard è quello che va in bagno a demolirsi pensando a Frank. Ma questo Frank non l’avrebbe mai dovuto sapere.
         - Le mie non sono rotte.- Frank mentì. Gerard a quelle parole si pietrificò. Frank si maledisse.
         - Sono.. Sono contento per te. Allora io.. È stato un piacere.- Gerard gli aveva detto arrivederci. Eppure era ancora fermò lì, di fronte a Frank.
         - Gerard.. Tu sei andato via.-
         - Lo so.-
         - Non te lo perdonerò mai.- Frank non sapeva nemmeno perché stava facendo del male a Gerard. Dopo tutto non se lo meritava, non meritava altro dolore. Frank sapeva che non era colpa di Gerard e sapeva anche che ora era sottoterra. Gerard restava sempre lì.
         - Io ora sono qui.- Gerard sussurrava ma la sua voce era coperta dalla musica, appena iniziata. Frank non lo aveva sentito, si era voltato a vedere quale band ci fosse sul palco e Gerard si aggrappò alla transenna scavalcandola e fottendosene di farsi vedere. Frank si voltò sentendo il rumore dei sassi provocati da Gerard che camminava verso la spiaggia. Cercò di chiamarlo ma la musica era troppo forte. Scavalcò anche lui.
         - Dove credi di andare? Vai via di nuovo senza neanche salutare.- Frank non voleva, davvero, buttare quel veleno su Gerard eppure erano le uniche cose che il suo cervello gli diceva di dire.
         - Frank, smettila. Grazie per il veleno. Lo conserverò, giuro. Lo porterò con me in questa vita di merda.- Gerard alzò un po’ la voce. Era irritato dal comportamento di Frank.
         - Ehy.. Scusa.- sussurro Frank arrendendosi al fatto che ogni parola di Gerard gli portava dolore. Perché se la sua vita era una merda in parte era colpa sua. Lui non lo aveva fermato ma Gerard se ne era fregato. Così la vedeva Frank.  - Io.. Non dovrei parlare così ma cazzo Gee. Cazzo. - Frank non trovava le parole.
         - Ti sei tatuato il cuore.- mentre Frank gesticolava Gerard l’aveva rivisto. Frank si guardò il polso con un mezzo sorriso.
         - Si. - Frank non sapeva che aggiungere. Aveva ricalcato quel cuore con il pennarello ogni singolo giorno. Poi mise da parte i soldi e se lo tatuò. Il suo primo tatuaggio. Un disegno di Gerard. Frank ricordò che anche lui aveva cercato di farlo sul polso di Gerard. Gli prese un polso e restò di ghiaccio. Gerard ritirò subito il polso e incrociò le braccia al petto. Odianon avere le maniche lunghe, ecco un’altra cosa che odia Gerard.
         - Gee.. - Frank era ancora scosso. Il polso di Gerard era.. Distrutto.
         - Ho paura degli aghi. Se no l’avrei tatuato.-  Affermò Gerard con le braccia ben strette al petto e le mani che stringevano la maglia, era nervoso. Frank lo guardò con aria da madre preoccupata. Sul polso di Gerard c’era una cicatrice. Per l’esattezza c’era quella cicatrice. Quel cuore mal fatto dalle mani di Frank. E mal ricalcato con una lametta, o dio solo sa cosa. Gerard lo voleva, voleva morire con qualcosa di suo sulla pelle. Così ci provò. Frank si avvicinò a Gerard e lo abbracciò. Gerard rimase immobile, preso alla sprovvista. Mai si sarebbe aspettato questo gesto. Frank lo strinse come a volersi accertare che era davvero lì, vivo e caldo.
         - Avevo paura. - ammise Frank e Gerard capì subito che si riferiva ad un discorso spezzato due anni fa, l’uscire allo scoperto. - E solo quando ti ho perso ho capito che.. Era meglio morire. Ogni santo giorno cerco di rimettere insieme i pezzi ma la gente mi butta giù. E sai perché mi lascio buttare giù? Perché non ci sei tu. Non c’eri tu. E senza di te sono e sarò sempre un pezzo di gelatina.- a Gerard quelle parole entrarono, piano, nel cuore facendo fare crack a quelle pietre che ormai lo contornavano. - Mi sono buttato nella musica perché nessuno sa fermare il rumore che c’è dentro me. Rumore di disperazione. Gerard ci siamo distrutti. Ed è ridicolo che certe cose arrivino a diciotto anni, anzi a sedici. Mi sento come una donna vissuta!- scherzò Frank. Si stava sciogliendo e questo lo notò anche Gerard che allento la stretta delle braccia al petto. E rise insieme a Frank. Da quanto Gerard non si faceva una risata? Troppo.
         - Sei sempre lo stesso.- rise Gerard. Ci fu un lungo momento di silenzio, quel silenzio imbarazzante. Quello dove gli occhi si cercano ma sono troppo fifoni da trovarsi.
         - Vieni qui..- sussurrò Frank afferrando il braccio di Gerard per poi abbracciarlo di nuovo. Questa volta Gerard strinse Frank, lo strinse e Frank si appoggiò al suo petto come faceva sempre. Ritrovò su quel petto quel calore che tanto gli era mancato. Quel calore che lo faceva sentire a casa e ora, si sentiva a casa.
         - Questa canzone ti piace.- disse dopo Gerard sentendo quello che arrivava dal palco. Si era completamente dimenticato di dov’era, di suo fratello e delle persone che incuranti gli davano le spalle.
         - Non mi interessa. Tutto è rumore adesso.- rispose Frank spingendo la nuca di Gerard verso il suo viso e unendo quelle labbra tanto sognate con le sue. Un lieve bacio. - E solo tu fermi il rumore. Solo tu.- detto questo Frank tornò a baciare Gerard perdendosi tra le sue braccia e incontrando la sua lingua chissà dove nell’aldilà.
Si guardarono intorno. Ed entrambi pensarono al mare. Si guardarono e riunirono le labbra per un altro veloce bacio. E corsero verso destra, dove vari magazzini separavano il palco dal mare. Nessuno li avrebbe visti.
Si spogliarono ed in biancheria si infilarono nell’acqua calma. La frescura dell’acqua non fece nessun effetto ai due che avevano dimenticato di poter provare caldo o altro oltre al desiderio di avere l’altro per sempre.
Gerard da sott’acqua cercò Frank, gli occhi bruciavano per il sale ma quel piccolo dolore era niente in confronto allo spettacolo di Frank che era un po‘ più avanti a lui. Frank è bello anche in acqua, pensa Gerard. Forse non è tutto perso e forse le ferite si possono ricucire, pensa Gerard.
Gerard raggiunse presto Frank, dopo tutto le sue gambe sono più lunghe. Lo raggiunse e insieme riemersero. Erano poco distanti in quell’acqua che brilla per il sole.
Iniziarono a girare, restando distanti. Girarono e si gododettero ognuno la bellezza dell’altro, poi Frank accorciò le distanze. Lasciò prendere poco fiato a Gerard e lo spinse giù insieme a lui. Solo allora unì di nuovo le sue labbra con quelle di Gerard e piano riemersero. Dannato galleggiare, pensa Frank. Le labbra di Gerard sono ancora più buone con il sale, pensa Frank che non vuole staccarsi da quei petali di rosa e da quella lingua calda che ormai conosce bene la sua.
Le gambe di Gerard toccarono le pietre sul fondale, erano arrivati a riva. Frank continuava a stare a cavalcioni su di lui tenendogli il viso pieno di goccioline. Spostò delicatamente alcune ciocche nere dalla fronte di Gerard e baciò quel naso a punta. Gerard lo strinse di più a se con un braccio in vita e l'erezione di Frank si scontrò con quella di Gerard.
Seguirono attimi riempiti da sguardi. Sguardi che significavano di tutto. Perdono, rancore, eccitazione, speranza e amore. Si, quell’amore tenuto nascosto per troppo tempo. Quello che li aveva portati a dividersi. Quello che ora portava Frank a togliere delicatamente i boxer neri di Gerard. E a lasciar fare lo stesso con i suoi all’altro.
Frank si strusciò di più a Gerard che gemette piano. La sensazione che gli recava l’acqua era meravigliosa. Anche se era da tanto che Frank non toccava Gerard si ricordava benissimo cosa lo faceva impazzire così portò la sua mano sul membro di Gerard iniziando, con un movimento lento, a strofinare la punta facendo gemere Gerard ad ogni più piccolo movimento.
         -Anche se questa volta resti io ti aspetterò per sempre.- soffiò Frank -O fino a quando il mio cuore non esploderà.-  aggiunse prima di prendere il membro di Gerard nella sua bocca e lasciandolo godere sotto i suoi tocchi. Ora non erano più in acqua ed erano incuranti del fatto che a pochi metri c’erano almeno tremila persone. Frank continuò il suo gioco fino a quando Gerard non scoppiò, nella sua bocca. Frank assaporò il sapore di Gerard, gli era mancato.
         -Scrivitelo dove vuoi, sulle braccia,- iniziò Gerard ansimando ma Frank lo bloccò per aggiungere -Sulle braccia l’ho già scritto.- risero entrambi e si baciarono di nuovo. Si baciarono con passione, ma questa volta il bacio aveva un sapore diverso, un sapore simile alla vittoria. Un sapore buono che entrambi provarono e che di sicuro non dimenticheranno mai.
         -Ma io.. Ti amo.- Gerard finì la frase interrotta da Frank appena le loro labbra si staccarono. Poi Gerard invertì le posizioni e senza lasciar parlare Frank gli chiuse le labbra con le sue mentre questa volta era lui ad occuparsi di Frank. Circondò il suo membro con la mano iniziando una danza decisa, Gerard ricordava bene i gusti di Frank. Gerard continuava e Frank gemeva sulla sua bocca. Scavando nelle sue viscere Frank trovò la forza di posare una mano sul petto di Gee spingendolo appena per far staccare le loro labbra.
         -No, ti prego. Scopami.- Frank sapeva che stava per venire e voleva che questo accadesse con Gerard dentro di se, come avveniva sempre.
Il sole bruciava sulla loro pelle ma i due erano come in una bolla di vetro. Lontani da rumori, luci, persone, pietre e alberi. Lontani da tutto, rifugiati nel loro mondo.
Gerard lasciò andare il membro di Frank, gli allargò delicatamente le gambe e se le cinse in vita, Frank si aggrappò alle spalle di Gerard appena lui lo penetrò. Era un dolore che non provava da tanto, quel dolore che poi diventa piacere ma che rimane comunque un dolore all’inizio. Gerard iniziò a muovere i fianchi dando velocità ai movimenti. Come già detto Gerard sapeva cosa piaceva a Frank. Frank, passato il dolore, iniziò ad accompagnare le spinte con il bacino.
Spinte, gemiti e nomi urlati al vento. Il piacere arrivò per entrambi.
Frank conficcò le unghie nella schiena di Gerard e questo, uscendo da Frank, si accasciò sul suo corpo ed entrambi si bearono del piacere appena provato e dell’acqua fresca che stava bagnando i loro piedi.
         -Posso scappare via con te?.- sussurrò Frank accarezzando i capelli ancora bagnati di Gerard.
         -Tu puoi scappare via con me ogni volta che vuoi.- rispose Gerard alzando il viso dal petto di Frank per puntare le sue iridi verdi nel mare nocciola che erano quelle di Frank.
A Frank, a quelle parole, brillarono gli occhi e Gerard, delicatamente, unì le loro labbra e questo era un bacio diverso, diverso da quello provato prima e diverso dai precedenti. Un bacio che solo Frank e Gerard sanno di cosa sa. Un bacio che solo due amanti sanno provare. Un bacio che lega tutto. Passato, presente e futuro.


Alle prime luci dell’alba Frank e Gerard, che avevano passato il resto del giorno e la notte a fare l’amore su quella spiaggia, si svegliarono e si rivestirono. Dolci baci e poi si lasciarono. Frank andò a trovare il suo zaino e Gerard suo fratello. Tutti tornarono a casa. Gerard e Mikey in macchina e Frank in treno. Belleville li accolse dopo alcune ore di viaggio. Frank arrivo a casa un ora dopo di loro. Svuotò il suo zaino e si fece una doccia. Gerard si fece una doccia e riempì uno zaino. Frank riprese il suo zaino e lo riempì con robe nuove. Il padre dormiva, gli svuotò il portafogli con una fitta al cuore. Gli diede un bacio sulla fronte cercando di non svegliarlo ma questo si svegliò appena Frank si chiuse alle spalle, munite di zaino, la porta di casa. Quasicontemporaneamente la madredi Gerard e il padre di Frank lessero i biglietti scritti velocemente dai rispettivi figli.

         “Ho deciso di seguire l’amore e il mio amore ha deciso di seguire me. Ho preso io i tuoi              
soldi, perdonami. Mi sono fatto troppo male lasciandolo andare una volta e non lo rifarò
         mai più. Ti voglio bene,
                                                                                                                               Gerard|Frank.“

 

La madre di Gerard ci mise un po’ a capire per poi scoppiare a piangere aggrappata alla cornetta del telefono. Gerard non le rispose.
Il papà di Frank sorrise ripensando a lui e a sue moglie Linda, defunta anni prima. Anche loro erano scappati da un mondo sbagliato per loro. Era contento, da un lato, che il figlio non si fosse arreso alle difficoltà così se ne stava sulla poltrona riascoltando in vinile, uno di quelli che gli aveva portato il figlio, la canzone che aveva dedicato a Linda nel loro viaggio, la stessa che ora Frank e Gerard si ritrovavano a cantare in macchina, verso un futuro migliore.
 
 

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Salve a tutte qui parla Ann.
Sto per inserire questa one-shot nel contest “one-shot dell’estate” quindi un commento sarebbe utile e gradito
Poi bhò scegliere la canzone Summertime non è stato molto originale per una one-shot dell’estate ma è stato un flash mentre ripensavo al Sonisphere e poi il testo si adattava alla mia idea iniziale, spero che i chiari riferimenti al testo siano visibili e graditi.
Ringrazio Terexina che mi ha betato, much love sista!
 
Bye, Ann.


AAAH HO VINTO! *D*
 

Ringrazio tutte le buone anime che hanno votato per la mia storia (:
   
 
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