Ottobre 1990.Il vento fischiante scuoteva le ormai secche e gialle foglie degli alberi gettandole con dolce violenza al suolo.
Le nuvole cariche d'acqua e il cielo gigio non promettevano nulla di buono e ,insieme alla solitudine di quel viale,rendevano
l'ambiente triste e inquieto.Dafne trovava che quel paesaggio rispecchiasse a pieno il suo umore.Il mondo le era totalmente
crollato addosso facendola cadere e non permettendole di farle trovare un modo per rialzarsi.Tirò fuori la mano destra dal
cappotto nero e strofinò con essa il suo viso stanco e sciupato ma che fino a poco tempo fa era rosso e invaso dalle lacrime.
Come era potuto accedere tutto ciò? Perchè proprio a lei poi?Queste sono le domande che giravano vorticosamente nella mente
della diciassettenne mentre le raffioravano i ricordi di quei mesi trascorsi come in un sogno:il concerto,l'incontro al parco,
il taxi,la pasticceria ,il cinema,il molo. E poi quella notte,la fatidica notte: la sua immensa e ricca casa,il letto soffice
e profumato,la leggera penombra.Gli aveva regalato la sua verginità.Un'altra lacrima le scese lungo il volto ma non si
preoccupò di raccoglierla.In lontananza vide lui. I capelli neri gli scendevano sulle spalle,il volto candido e angelico
pareva illuminato da una strana luce,gli occhi scuri che cercavano di capire cosa stava succedendo anche se la bocca aveva
la forma di un mezzo sorriso.Dafne gli si piazzò davanti dopo altri passi lenti e morbidi.

-Ciao- disse il riccio
-Ciao Michael-rispose in saluto la ragazza
Un silenzio piombò tra loro e nessuno dei due sapeva se lasciar che l'altro riprendesse il discrorso.
-Io devo...devo parlarti di una cosa-disse infine Dafne
-è tutto ok?- fece Michael notando l'aria affranta della ragazza.
-Sono nella merda-
La ragazzala buttò lì,fissando per un attimo negli occhi Michael e in seguito abbassando il viso.
-Cosa vuol dire?-chiese il moro confuso.
-Non so come dirtelo...è una settimana che mi gira la testa e ho la nausea...-
-Magari hai la febbre alta...perchè sei uscita con questo freddo?potevi chimar...-iniziò il ragazzo gentilmente e con tono
leggermente preoccupato.
-No. Non è febbre...-disse secca Dafne
Il ragazzo ci pensò un attimo e la fissò implorandola con lo sguardo di non dirgli che era "quella" cosa.
-Oggi ero sola a casa e ...-la voce della rossa si fece tremolante e rotta da un imminente pianto-...e ho deciso di fare un
test di gravidanza e ...- prese il suo viso tra le mani e si abbandonò al completo pianto lasciando il seguito della frase
all'ovvio.
-Oh no...- Michael fissò il vuoto e strinse la ragazza in un forte abbraccio.Non riusciva a crederci.Con la mano sinistra le
accarezzò i capelli come per consolarla e lei gettò al collo del moro le braccia.Il silenzio della zona veniva rotto solo dai
singhiozzi della giovane che non faceva altro che domandarsi cosa sarebbe successo ora.Come lo avrebbe detto ai suoi genitori?
Come avrebbe fatto con la scuola? e con le amiche?Cosa avrebbe raccontato a chi la troverà ingrassata?è rimasta incinta da un
ragazzo di 15 anni più grande di lei.E dove avrebbe trovato solo il tempo necessario per occuparsi del futuro neonato?Lei è
solo una teenager.
La sua vita poteva letteralmente andare a quel paese.
-Io ...io sono scioccato- disse il moro con voce flebile.
-Pensa io...-disse Dafne staccandosi dal corpo di Michael.
-Cosa facciamo adesso?-
-Non ne ho idea...voglio morire-
-Non dire così Dafne...possiamo,dobbiamo farcela-fece il cantante.
-E come? Mi mancano ancora due anni di liceo e probabilmente non mi diplomerò mai,la mia famiglia mi caccerà di casa!Perderò
tutte le amicizie...Ho solo diciassette anni diamine!-le lacrime continuavano imperterrite a scendere sul volto della giovane.
Michael la riabbracciò e si strinsero di nuovo in un tenero ma carico di ricordi,pensieri e domande abbraccio.
-Ho paura- disse la ragazza dopo circa cinque minuti di immacolato silenzio.
-Lo so amore,ma è successo e io ti aiuterò a superare tutto ciò.-
Tutta l'illusione di quella favola dolce e ingenua era sparita,rotta in frantumi.Adesso rimaneva solo da chiedersi come avrebbero
affrontato il futuro.