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Autore: kumiko095    21/07/2011    4 recensioni
Dopotutto Feliciano voleva solo essere abbracciato e consolato.
Oggi ho ascoltato le tue urla per tutta la mattina, ho rotto la mia tazza e ti ho fatto ferire, sono uscito con una bufera di neve, la pasta del supermercato era scaduta, sono quasi stato derubato, ho affrontato un temporale e sono caduto nel fango, ho rotto le buste della spesa e ho dimenticato le chiavi di casa e in più ho messo da lavare anche i miei vestiti puliti…so di essere inutile e so che questa è una giornataccia…ma in fondo io…- (...) -volevo solo essere consolato,quindi baciami e abbracciami ok?!
(...) –Hai imparato a dire “Ti amo” in tutte quelle lingue…per me?!-
Feliciano annuì –Ora è il tuo turno Lud!!!-
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nord Italia/Feliciano Vargas
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Ti amo,Ich Liebe Dich
 
Dopotutto Feliciano voleva solo essere abbracciato e consolato.
 
Camminava veloce per le vie di Berlino.
La testa bassa, china a guardare dove metteva i piedi.
La sciarpa avvolta intorno al collo le cui estremità ondeggiavano nell’aria.
Il completo blu coperto da un cappotto nero e spento, gli stivali neri affondati nella neve.
La città era fredda e spenta quella sera e i pochi passanti correvano per tornare velocemente al calduccio delle loro case. L’italiano pensò che fosse un giorno orribile.
E dire che tutto questo era cominciato quando Ludwig si era arrabbiato ritrovandoselo a dormire nel suo stesso letto. Ma se quella scena si ripeteva tutte le mattine!
Sceso a fare colazione tutto imbronciato,  l’Italia aveva rotto la sua tazza preferita e si era messo a piangere.
Ludwig aveva raccolto i cocci e imprecando perchè si era ferito, aveva spedito Feliciano a fare la spesa (benché fuori infuriasse una tempesta di neve).
Ora pioveva a dirotto.
Feliciano correva, i capelli appiccicati alla fronte, le buste colme di roba varia che lo appesantivano.
A pochi passi dalla casa di Germania, inciampò e cadde rovinosamente con la faccia nel fango.
Si rialzò a fatica e cercò di non mettersi a piangere e continuò a camminare, con la pioggia che gli impiastricciava il viso più del dovuto.
Quando riuscì a fermarsi sotto la pensilina di casa, scoprì di aver dimenticato le chiavi e imprecò.
Un tuono lo fece sussultare.
-LUD!!!!LUD!!!!!- urlò, nella speranza di poter essere sentito -LUD!!!!LUD APRI QUESTA MALEDETTA PORTA,PER PIACERE!!!-
Era sul punto di scoppiare in lacrime.
Appena sentì la serratura girare e la porta aprirsi successe l’irreparabile.
Plaf!Spataplash!!!
Feliciano sentì il peso delle buste farsi più leggero e abbassò lo sguardo. In quel momento maledisse mentalmente il tedesco che aveva prodotto quelle buste di plastica così scadenti.
Tutto quello che aveva comprato era per terra. Nelle sue mani non era rimasto altro che la plastica sfondata.
Si accinse a raccogliere il tutto, mettendo le cose più piccole nelle tasche.
Ludwig lo guardava scioccato.
Non sapeva se quella scena dovesse farlo incazzare o ridere. Eppure quel Feliciano impiastricciato di fango, bagnato di acqua che cercava di raccogliere quello che ricadeva dalle sue stesse braccia, mentre piangeva disperatamente aveva un qualcosa di tenero.
L’Italia si voltò verso la Germania, che nel frattempo si era inginocchiata ad aiutarlo. –Lu…lu…lud!!!-singhiozzò tra le lacrime.
Dopo che Ludwig ebbe portato tutta la spesa in cucina, facendo aspettare all’entrata Feliciano perchè “troppo sudicio”, tornò appunto da questo e facendolo sedere sullo zerbino lo aiutò a togliersi gli abiti bagnati.
Per prima cosa gli tolse la sciarpa bagnata come se fosse stata nella lavatrice. Poi fu il turno del cappotto che era diventato pesante come un mattone tanto l’acqua che aveva preso.
Delicatamente gli slacciò gli stivali e tolse quelli e poi le calze.
Passò poi alla giacca e ai pantaloni blu e infine si ritrovò a slacciargli la camicia nera.
- Feliciano, sei uno stupido!- sospirò –Stava già nevicando, perchè non ti sei preso un ombrello?!-
-L’ombrello ce l’avevo, ma non una terza mano per tenerlo!- piagnucolò quell’altro, incrociando le braccia dopo che Germania gli ebbe tolto anche la camicia.
I boxer sembravano l’unica cosa asciutta rimasta.
Ludwig si alzò e prese tutti i vestiti bagnati li mise nel porta biancheria.
-Alzati di lì e vatti a cambiare!-sbraitò.
-No!-rispose l’italiano, starnutendo poi tre volte di seguito.
- Feliciano,non essere infantile!Sei tutto bagnato e te ne stai li seduto senza uno straccio di vestito addosso!Ti beccherai l’influenza!-
-No!- si imbronciò di nuovo l’altro, e scoppiò a piangere un’altra volta.
A quel punto Ludwig lo dovette prendere in braccio e portarlo alla camera da letto per farlo cambiare.
Feliciano sorrideva tutto contento, stretto a lui.
Si accoccolò meglio, poggiando il mento sull’incavo della spalla destra del biondo.
-Ve, Lud, dopo prepariamo la pasta?!- chiese.
-Tutto quello che vuoi!Basta che non piangi più per favore!!!-
L’Italia sorrise, o meglio, tornò a sorridere.
Ludwig lo posò delicatamente sul letto mentre prendeva qualcosa da fargli indossare.
-Ma che diamine!- imprecò, aprendo l’armadio –Italia, perchè sono spariti tutti i tuoi vestiti?!-
L’italiano si sporse dal letto per controllare –Gli ho messi da lavare- disse, ricordandosi.
-Anche quelli puliti?!-
Feliciano annuì –Posso mettere i tuoi vestiti, no?!- si alzò dal letto e scelse una camicia bianca e un paio di pantaloni verdi, simili a quelli che indossa Ludwig.
Infilò i pantaloni, troppo lunghi e la camicia, abbottonandola male.
-Aspetta,faccio io- Germania si inginocchiò davanti a lui e gli abbottonò la camicia fino al petto, quando le mani di Feliciano fermarono le sue.
-Lo senti, come batte forte?!- chiese Feliciano,riferendosi al suo cuore.
-Eh?!-Lud rimase basito da quella domanda.
-Rispondi- disse ancora.
-S…si-Ludwig distolse lo sguardo, imbarazzato.
 Feliciano lo lasciò finire di abbottonargli la camicia –è per te-rise- Ogni volta che mi sei vicino il mio cuore sussulta,Lud…perchè?!-
- Italia che stai…dicendo?!- Ludwig alzò lo sguardo e vide ancora una volta gli occhi di Feliciano sul punto di piangere. Dapprima pensò che solo lui riuscisse a piangere tante volte in una giornata, ma poi vide qualcosa di diverso in quelle lacrime.
-Oggi è stata una giornata terribile, Lud…-disse, con il tono della voce alterato –Io volevo solo…volevo solo restare con te…-
Allungò le braccia per abbracciarlo ma Ludwig si ritrasse, accorgendosi però che Feliciano tremava.
-Volevo solo…dormire con te, fare la spesa con te, ridere con te ma…-le parole gli si fermarono in gola. Deglutì rumorosamente e continuò – So di essere inutile. So di essere inutile in guerra, come alleato e so di non saper neanche abbottonarmi una camicia da solo…ma io te lo ripeto ogni giorno e tu ti ostini a non sentire…-
Germania deglutì. Ma quello era davvero il suo Feliciano?! Un momento, da quando era il suo ?!
-Oggi ho ascoltato le tue urla per tutta la mattina, ho rotto la mia tazza e ti ho fatto ferire, sono uscito con una bufera di neve, la pasta del supermercato era scaduta, sono quasi stato derubato, ho affrontato un temporale e sono caduto nel fango, ho rotto le buste della spesa e ho dimenticato le chiavi di casa e in più ho messo da lavare anche i miei vestiti puliti…so di essere inutile e so che questa è una giornataccia…ma in fondo io…-scivolò piano dal letto e si inginocchiò,posando la testa sul petto di Ludwig –volevo solo essere consolato,quindi baciami e abbracciami ok?!- afferrò le braccia di Ludwig e le strinse intorno al suo esile corpo.
-Feliciano…non credi di star esagerando?!-chiese la Germania, alzandogli la testa per poterlo guardare negli occhi.
-Oggi sono andato dai fratelloni Antonio e Francis, da Kiku, da Alfred e da Arthur e anche dal mio fratellone Romano (ma solo perchè se no si offendeva è.é)e ho chiesto loro di dirmi come si dice una cosa nelle loro lingue,vuoi sapere cosa?!-
Ludwig annuì,preoccupato.
-Io e Romano diremmo:Ti Amo, Antonio direbbe:Te quiero, Kiku: Ai Shiteru, Francis:Je t’aime, Alfred e Arthur:I love you, e tu diresti:Ich Liebe Dich!-
Italia sorrise- Domani andrò a chiedere anche gli altri come si dice nella loro lingua e un giorno Lud ti potrò dire ti amo in tutte le lingue del mondo!!!-
Ludwig arrossì come un peperone –Hai imparato a dire “Ti amo” in tutte quelle lingue…per me?!-
Feliciano annuì –Ora è il tuo turno Lud!!!-
Il tedesco abbassò lo sguardo –Ich Liebe Dich…-disse, con la pronuncia esatta.
-Ich Liebe Dich!-cercò di ripetere Feliciano, sbagliando di nuovo la pronuncia-Ti amo Lud,te lo dirò ogni giorno!-
Posò delicatamente le labbra su quelle dell’altro, in un piccolo e casto bacio che però lo fece diventare di un rosso pomodoro che avrebbe fatto invidia anche ad Antonio.
-Ti amo, perciò non mi mandare più a fare la spesa,ok?!- chiese infine, l’italiano, accocolandosi sul petto della Germania.
-Mh- rispose l’altro, incapace di dire qualcosa.
Feliciano pensò ridendo che quella giornata non era poi così male.
 
Dopotutto Feliciano voleva solo essere abbracciato e consolato. Si, ma non da qualcuno a caso, ma dalla persona che amava.
 
-Ich Liebe Dich!-disse finalmente, nella pronuncia esatta.


***

 

mmmh...cosa dire?!volevo scrivere qualcosa su Hetalia ed è uscita questa cosa qua...
perdonatemi ma è la mia prima fanfiction su questa serie e in particolare io Adoro la coppia GerIta, quindi spero che sia di vostro gradimento...
Come è uscita fuori questa storia?! volevo scrivere di un giornata No di Feliciano ma volevo anche renderla sentimentale, quindi avevo pensato di dividerla in due capitoli ma poi ci ho ripensato ed è uscita li sopra tutta striminsita :(... credo che scriverò qualcos'altro su questi due,chissà^^il tempo vede e provvede!!!Se vi fa piacere lasciatemi una recensione!!!So che è scritta malissimo quindi le critiche sono bene accette!!!!!!!!!
kissuuuuu
kumiko095

  
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