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Autore: ladyElric23    21/07/2011    7 recensioni
Lui.
Gira tutto intorno a lui, ancora adesso che se ne è andato.
È sempre stato così.
Lui. Robert.
Incontrato per caso in un pomeriggio piovoso.
Lui, che è stato il centro del mio mondo per mesi e mesi.
Lui, che ho trattato come l’ultimo tra gli ultimi, facendo finta che non mi importasse, ferendolo per gioco.
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Al solito, dovrei postare i nuovi capitoli di Nightmare (ne ho tre pronti, fate voi .-.), ma  sto vivendo il mio periodo One-shot xD mai scritte così tante in vita mia.

Comunque, ci tengo a precisare che questa storia è stata ispirata da una conversazione che ho avuto ieri sera con la mia amica harderbetterfasterstronger, a cui la dedico. Questo per dirti che c’è speranza.

Non è un granchè, anzi, è proprio una cosa pessima, io vi ho avvertiti. E’ un esperimento. Ho voluto scrivere con uno stile abbastanza lontano dal mio: non ci sono dialoghi (che invece nelle mie storie sono come il prezzemolo), le frasi sono corte, ci sono molte pause. Questo perché volevo dare l’idea della disperazione del protagonista, del suo rammarico, della sua solitudine. Probabilmente non ci sono riuscita, ma l’idea era quella xD

Avvertimento: è OOC. Jude è uno stronzo, e Rob… beh, non so come descriverlo .-. xD vanno all’università, quindi sono giovani, a voi immaginare l’età precisa. Ah, ovviamente è una AU, ma questo era ovvio u.u

E’ una song fic, in quanto sono presenti anche delle frasi della canzone ““””3333232222”””2222California King Bed” di Rihanna. Personalmente vi direi di ascoltarla durante la lettura, se vi piace come genere, altrimenti non succede niente, lo giuro XD

DISCLAIMER: ma quanto gli adoro! Dunqueeeee…. Rob e Jude non mi appartengono, non si amano, non vanno a letto insieme (certo…), e non sono omosessuali (ahahahahah!). Non mi appartiene nemmeno Rihanna, né la sua canzone. Peccato, avrebbe ingentemente aumentato le mie finanze xD

E ora, vi auguro una buona lettura.

 

 

California King Bed

 

 

Lui.

Gira tutto intorno a lui, ancora adesso che se ne è andato.

È sempre stato così.

Lui. Robert.

Incontrato per caso in un pomeriggio piovoso, in copisteria.

Lui, che è stato il centro del mio mondo per mesi e mesi.

Lui, che ho trattato come l’ultimo tra gli ultimi, facendo finta che non mi importasse, ferendolo per gioco.

Mi è piaciuto sin da subito, dal primo sguardo; sono rimasto folgorato da quei capelli disordinati e da quegli occhi grandi, nonostante fosse vestito davvero male, con maglietta e pantaloni sgualciti, probabilmente stanco per le lezioni che aveva seguito.  Non mi sono fatto problemi ad attaccare bottone e a chiedergli il numero di telefono, sono uno che prende al volo l’occasione.

Stranamente me l’ha dato.

L’ho chiamato il giorno seguente, invitandolo a berci qualcosa insieme dopo cena.

Quella sera era bello.

Lui è bello. Più di quanto può anche solo immaginare.

E nonostante me ne fossi accorto da subito non gliel’ho mai detto.

Questa mia indifferenza è una delle cose che mi ha rinfacciato prima di andarsene.

Mi ha attratto da subito, come una calamita, infatti mi è bastato il tempo di una birra per sapere che volevo averlo. Lo desideravo, e non facevo niente per nasconderlo.

Lo baciai subito, senza dare troppa importanza a questo gesto, cogliendolo di sorpresa; credo fosse intimorito dal mio carattere deciso, dal prendermi sempre quello che voglio, ma non mi rifiutò.  Gli piacevo anche io.

All’uscita del locale gli chiesi se era uno di quei ragazzi che si concedono al primo appuntamento.  Il suo sguardo probabilmente non lo scorderò mai: un misto perfetto di sorpresa ed imbarazzo.

Ai miei occhi Robert appariva come una persona pura, dolce e leale. Volevo avvelenarlo con le mie tenebre.

Alla fine mi rispose di no, e io, non sorpreso, feci finta di essere sollevato. Gli dissi che non sopportavo la facilità con cui i nostri coetanei finivano a letto insieme, e insistetti per accompagnarlo a casa, dicendogli che non era sicuro che tornasse a piedi. Non lo era davvero.

Salimmo sulla mia moto, e gli cedetti il casco, ricevendo in cambio un sorriso dolce. Solo il primo di tanti altri.

Dolce.

Lui è così, lo è sempre stato.

E probabilmente sempre lo sarà, con qualcuno che però non sono io.

Robert viveva nel campus universitario all’epoca, ed è inutile dire che nel breve tragitto fino alla sua porta lo trascinai nel mio abisso di voglie e perdizioni.

Finimmo a letto insieme, e mi sorpresi nel realizzare che quello che credevo un angelo aveva in realtà le ali spezzate. Non era poi così docile ed inesperto come mi aspettavo.

Mi è piaciuta sin da subito questa sua differenza tra come appare e come è davvero; dolce e docile all’apparenza, ma che sa tirare fuori gli artigli al momento giusto, per prendersi quello che vuole.

E quello che voleva in quel momento probabilmente ero io.

Mi piaceva quella situazione. Mi piaceva che mi desiderasse.

Il giorno dopo lo richiamai, e fu sorpreso di risentirmi. Sorpreso ma felice.

Iniziammo ad uscire, e lui si innamorò di me, fin da subito. Me lo confessò una volta, in lacrime, e io fui soltanto capace di portarlo a casa mia. Non gli dissi niente per rassicurarlo, non lo trattai come meritava. Ero un gran bastardo all’epoca. Non mi importava.

Lui per me non era niente: un bel corpo da usare, un cuore da spezzare per ego e sfizio, un’altra tacca sulla mia cintura. Mi ero ripromesso di lasciarlo quando mi fosse venuto a noia.

Non lo feci.

Fu lui ad andarsene, alla fine.

Gli chiesi di diventare il mio ragazzo in un fresco pomeriggio di metà aprile,e quando accettò, quando lo abbracciai, mi resi conto che stava tremando. Rise felice, stringendomi, dicendo che credeva che non glielo avrei mai chiesto.

Adoravo lasciarlo senza parole, riuscire a farlo divertire ed emozionare.

Ero felice quando lui era felice.  Anche per le piccole cose, le più insignificanti.

Avevo lui, e questo mi bastava.

Avevo completamente perso la testa.

Lo amavo.

Lo amo tutt’ora, con la speranza di poterlo riavere, ma so che c’è qualcun altro ad avvolgerlo in un abbraccio quando ha freddo, a vedersi rivolgere quei suoi meravigliosi sorrisi.

La mia speranza, il poter essere nuovamente felice, con lui, se mai vorrà darmi un’altra possibilità.

Siamo stati insieme quasi un anno, e adesso posso dire di essermi comportato da vero bastardo.

L’ho tradito, innumerevoli volte. La maggior parte senza che lo venisse a sapere, per lo più in discoteca, dove lui non veniva mai a causa del suo odio per la musica house, le altre volte invece ho fatto in modo che si sentisse lui stesso colpevole. È stato anche fin troppo facile. Gli dicevo che era colpa sua se cercavo attenzione altrove, che lui non mi bastava, che non riusciva a soddisfarmi, che meritavo di meglio.

E lui ci credeva.

Robert non ha mai avuto molta stima di se stesso. Si sentiva sempre inappropriato, in ogni situazione.

Tutte le volte, matematicamente, invece di urlarmi contro, insultarmi, picchiarmi, come invece avrebbe dovuto fare, scoppiava a piangere. Piangeva e cercava di andarsene. E io lo rincorrevo, e quando lo raggiungevo mi diceva di sentirsi ferito, tradito, ma che al tempo stesso non voleva perdermi. Mi faceva promettere che non sarebbe più successo, ma ovviamente succedeva. Sistematicamente. Ancora e ancora.

Proprio quando stavo per rinunciare a noi due
Tu ti sei voltato e mi hai abbracciato un’ultima volta
Che mi ha fatto sentire meglio

 

 

Mi ha urlato contro solo una volta, ma subito dopo siamo finiti sul pavimento a  fare l’amore. Perché davvero il maggior difetto di Robert è l’incoerenza.

 

 Siamo lontani 10.000 miglia

 

 

La cosa peggiore è che io ero pazzo di gelosia.

Mi innervosivo anche solo a vederlo parlare con qualcuno. Volevo che fosse soltanto mio, mentre io potevo divertirmi con chi volevo.

Ed è stato così per mesi, prima che facessi quella stronzata.

Ci eravamo dati appuntamento al solito locale, con tutti i nostri amici, i miei amici, e quando sono arrivato, in ritardo a causa del traffico, l’ho trovato al bancone , a parlare con un ragazzo che non avevo mai visto prima. Ragazzo che palesemente gli faceva gli occhi dolci, che Robert sembrava apprezzare, a giudicare dai sorrisi che gli rivolgeva.

Stavano flirtando. Nel modo più palese possibile.

Sono rimasto un po’ a guardare, ma quando quella testa di cazzo si è avvicinato, sussurrandogli qualcosa all’orecchio, non c’ho visto più.

Robert era mio, non si doveva neanche permettere di guardarlo!

Feci una scenata, minacciando quel tizio di mettergli le mani addosso, trascinando Robert fuori.

Ero fuori di me dalla rabbia.

Cominciai a ricoprirlo di insulti, per strada, davanti a tutti. Gli dissi che non  ingannava nessuno con quei suoi occhioni, perché in realtà era la peggiore delle puttane, che doveva ringraziare di avere accanto un ragazzo  come me, e non andare a provarci col primo frocio che incontrava.

Lo stavo ferendo, ed era quello che volevo.

Non riuscì ad intenerirmi neanche la sua espressione ferita, né il respiro che gli si spezzò.

Quando provò a rispondermi gli tirai uno schiaffo, talmente forte da fargli voltare la testa.

Fu la prima ed unica volta che lo picchiai.

Non doveva rispondermi, non mi interessavano le sue scuse! Lui era nel torto e io nel giusto!

Sapevo che non era vero, che aveva ragione ad arrabbiarsi, ma non riuscivo a smettere perché lui era mio, me lo aveva sempre ripetuto.

Avevo paura di perderlo.

Aveva gli occhi lucidi, ma si sforzò di non piangere, almeno davanti a me.

Non questa volta, mi disse.

Era giunto al limite, al punto di rottura, non era più disposto a sopportare.

A sopportarmi.

Non abbassò la testa quella volta. Mi disse tutto, tutto quello che si era tenuto dentro per mesi, sputando le parole come fossero veleno, con il solo intento di farmi male. Lo stesso male che io avevo fatto a lui, perpetuandolo nel tempo.

Ci riuscì.

Mi disse che per mesi ero riuscito a farlo sentire insignificante e inadatto, che aveva sopportato solo perché mi amava. Ma l’amore non compensava più tutto il male che gli facevo.

Aveva vissuto nella mia ombra per quasi un anno, permettendomi di fare tutto, nella speranza di vedermi cambiare, ma adesso non riusciva più a sopportare. Non poteva.

E ogni parola, ogni frase che mi arrivava alle orecchie sembrava volermi distruggere.

Fui io a piangere quella volta.

Lo rincorsi, implorandolo di non lasciarmi, ma lui si dimostrò più forte.

Probabilmente lo era sempre stato, in quelle sue debolezze.

Prese un bel respiro, stringendosi nelle spalle, serrando i pugni, poi si voltò e mi trafisse con lo sguardo, dicendo che non voleva più saperne di me.

Non voleva più vedermi, o sentirmi.

Dovevo stargli alla larga.

Mi disperai su quel marciapiede, tra la gente che passava e che sembrava non vedermi, mentre lui iniziava a correre, probabilmente tornando a casa.

L’unica cosa che mi fece mantenere un briciolo di dignità fu la sciocca convinzione che se ne sarebbe pentito, che mi avrebbe chiamato il giorno seguente  pregandomi di perdonarlo.

Non lo fece.

Per quasi un mese cercai di parlargli, senza riuscirci; non si faceva trovare in casa, e non rispondeva alle mie telefonate.

Insistetti.

Cambiò numero.

E dopo un po’ venni a sapere dalla sua migliore amica che era tornato a casa dai suoi genitori, in attesa degli esami finali.

Non l’ho più visto da quella sera. Sono passati quattro mesi.

 E nonostante tutto, nonostante la mia ferita  non si sia ancora rimarginata, non posso dargli torto per aver fatto quella scelta.

Sono stato uno stronzo.

Non meritava di essere trattato in quel modo, lui, che voleva soltanto qualcuno che lo amasse senza riserve, senza sotterfugi e bugie.

E forse è proprio questa la mia punizione per essermene fregato dei suoi sentimenti: amare l’unica persona che di me non vuole più saperne.

 

 

Allora come mai quando allungo le dita

Sembra che ci sia più di una semplice distanza tra di noi?

 

 

 

 

È la vigilia di un nevoso natale, come non lo si vedeva da anni, quando lo rivedo per la prima volta.

Di mesi ne sono passati otto.

E non mi è passata, non l’ho dimenticato. Non ancora. Probabilmente non mi passerà mai.

Lo amo. Il fatto che abbia smesso di cercarlo non vuol dire il contrario, ma solo che mi sono arreso all’evidenza di non far più parte della sua vita. Anche se ammetto che in me un po’ di masochistica speranza c’è sempre.

Sto camminando per la via dei negozi della città, solo, preso dagli acquisti dell’ultimo minuto, quando lo vedo uscire tutto sorridente da uno starbucks, con un bicchiere di quella che credo sia cioccolata calda in mano. Ricordo che ne andava matto.

Lo guardo, senza che lui si accorga di me, e mentre lo osservo, avvolto nel suo cappotto blu e i jeans chiari, sto davvero pensando di andare a scusarmi. Di gettare via il mio stupido orgoglio per lui, solo per lui, proprio come l’ultima volta.

Sono cambiato, ho capito i miei errori. So che potrebbe funzionare adesso, mi prenderei cura di lui, lo amerei in maniera incondizionata, e non guarderei nessun’altro.

Ho appena mosso un passo quando sono costretto a fermarmi, quando lui viene raggiunto da un ragazzo alto, carino ma niente di speciale,  che gli avvolge una morbida sciarpa intorno al collo, posandogli poi un bacio sulle labbra.

Mentre gli riserva quelle piccole attenzioni che lui ha sempre voluto e che io non sono mai stato in grado di dargli.

Gli cinge le spalle con un braccio e iniziano a camminare nella mia direzione, mentre Robert, a testa bassa, si porta il bicchierone alle labbra.

Guardami.

Maledizione, Robert, guardami!

Finalmente alza lo sguardo, e incontra il mio, ormai a pochi passi di distanza.

Sembra sorpreso di vedermi, ma non dice niente. Non si ferma, non mi saluta, si limita a stirare le labbra in un sorriso triste, di cortesia, per poi riabbassare la testa, continuando a camminare a fianco di quello che probabilmente è il suo nuovo ragazzo.

Quello che ha preso il mio posto.

Sento un’improvvisa fitta al petto,  e il respiro mi si spezza.

Non tornerà, ed è solo colpa mia.

Gli ho fatto troppo male.

Lo stesso dolore che sto provando io adesso, e che mi riga il viso sotto forma di lacrime.

Chissà, forse… forse è davvero giusto così.

Che sia felice, almeno per una volta, dopo tutto il male che gli ho fatto. Senza di me.

E forse è questo pensiero che fa più male.

Asciugatami un’ultima lacrima riprendo a camminare, guardando il cielo scuro per calmarmi, in ritardo per le mie commissioni, nella direzione opposta alla sua. Sono però costretto a fermarmi dopo poco passi, quando il mio cellulare inizia a vibrarmi in tasca.

Un messaggio. Da un numero sconosciuto.

“Buon Natale, Jude.      ~Rob~”

Mi volto di scatto nella sua direzione, incontrando il suo sguardo, nonostante tutte le persone che ci passano vicino.

Ha il cellulare in mano, e mi sembra stia abbozzando un sorriso imbarazzato mentre accenna un saluto con la mano libera.

Ricambio il saluto, gli occhi che mi bruciano nuovamente, e subito dopo lo vedo raggiungere il suo ragazzo nel negozio.

Ancora una volta si è dimostrato molto più forte di me.

Ha avuto il coraggio di fare quello che io avevo solo pensato. Parlarmi, seppur indirettamente.

E ammetto che mi sento il cuore molto più leggero.

Sta a me essere forte adesso, dimostrare quello che valgo, quanto sono cambiato in questi mesi.

Mi impegnerò per riconquistarlo, e non farò gli stessi sbagli.

Non voglio perderlo, non questa volta.

 

 

Sono così confuso, vorrei chiederti se mi ami

Ma non voglio sembrare così debole

 

 

 

 

 

FINE

 

Finale aperto, anche questa volta.

Si, non mi piace dare un finale definitivo alla storia perché mi piace che ognuno di voi lo immagini come vuole. Riuscirà Jude a farsi perdonare? Oppure no? Io ho una mia opinione, ma sicuramente sarà diversa da quella di molti di voi.

E’ una cavolata questa fic, lo so. Non prendetevela, è solo che ero tragicamente ispirata a causa di una bella conversazione con Better, e quindi ho dovuto scrivere qualcosa. Si, il fatto che questo qualcosa sia indecente è un altro discorso, ok? xD

Purtroppo io sono stata nella posizione di Robert, quindi è stato abbastanza liberatorio scriverla xD

Credo di non avere niente da dire, tutte le scuse le ho già fatte in precedenza, quindi è ok xD risponderò alle vostre magnifiche recensioni alla mia precedente shot tra oggi e domani, giurin giurello! :D *inserire pazzia qui* xD

Buona serata a tutteeee!! *se ne va via canticchiando*

 

   
 
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