Uno spazio libero
Guardavo fisso la sua foto come se non lo vedessi da un’intera esistenza e cercassi, invano, di imprimere nella mia mente ogni singolo tratto del suo viso e così riversare il dolore della sua assenza colmando i ricordi col suo dolce sorriso, come se di lui non mi restasse altro .
Erano ormai quasi tre anni che lo conoscevo, desideravo ardentemente il suo amore, il suo volto incolume tra le mie mani e il suo corpo nudo aggrovigliato tra le lenzuola di seta nera … che dolci ricordi pervadevano la mia anima.
Il suono chiassoso del telefono sfumò i miei pensieri e li sbatté al suolo della triste realtà informandomi che Susan, mia moglie, mi chiamava per ricordarmi che quella sera sarei dovuto tornare presto a casa … avevamo ospiti a cena … non mi andava e forse, non sarei rincasato per niente.
Mi passavo ansimante le mani tra i capelli e attendevo con ansia che lui apparisse da quella porta e mi stringesse forte a sé come solo quell’uomo sapeva fare … restai lì l’intera notte, lì dove lui mi aveva lasciato, lì a comprimere lo stomaco nelle ginocchia … lacrime mi attraversavano il viso, volevo solo che ogni cosa tornasse al suo posto. Che ogni tassello ritrovasse il suo spazio libero e che io ritrovassi il mio.
Non so cosa mi diede la forza di non piangere più, cosa trattenne quelle atroci lacrime e mi consegnò la forza di dire “Ce la puoi fare”, mai avrei creduto di amare così intensamente un uomo e sentirmi vuoto senza il suo volto nei miei occhi.
Jude uscì quella sera dalla mia vita con la stessa velocità in cui ci entrò, mai l’avrei creduto … mi lasciò con solo queste parole “Non posso più stare con te e viverti all’ombra, è finita!” .
Ora sono passati sei mesi da quella sera e il mio cuore soffre per i postumi di quell’agonia, vorrei raccontarvi che tutto è andato bene, che il nostro amore ha ritrovato il suo angolo in paradiso, ma non è così … vorrei tanto lo fosse.
Mi dirigo sulla via della mia esistenza con dentro un vuoto incolmabile … mi perdo e non so dove andare per ritrovare la strada, vorrei dirgli tante cose ma non saprei da quali cominciare, ansimerei solo se vedessi il suo viso … bello come un raggio di sole in pieno inverno.
Tazza di caffè fumante, solito posto, solita ora...
Sereno mi siedo su di una panchina e guardo sorridente i bambini che giocano nel parco, come li amo, sono così gioiosi … una mano mi sfiora -che bella sensazione, un viso mi sorride -che dolcezza.
-Jude guarda quel bambino.
-Robert andiamo, è ora. *s’incupisce*
Siamo arrivati, Jude è seduto accanto a me, sta per ritornare a casa dopo tre mesi in California. E’ tornato ed io l’ho accolto come se non fosse mai accaduto nulla, ma è giunta l’ora di tornare alla realtà … la sua assenza mi strazierà anima e corpo.
Mi guarda ma il suo sguardo sembra assente, poi mi abbraccia marcando il suo mento nella mia spalla, lo sento entrarmi dentro.
- A presto Rob.
- Salirai su quell’aereo ma resterai qui con me, tu non potrai mai lasciarmi perché sei l’unica parte di me che amo.
- I Love you so much honey!
Mi bacia sulla fronte, poi mi accarezza il viso e mi lascia con i suoi occhi indelebili nei miei.
-Addio Judsie - pronuncio quasi senza fiato- addio per sempre! Ti amo!
Desideroil mio spazio libero, quello spazio dove incastrarmi quasi fossi un pezzo di puzzle che non riesce a trovare il suo “compagno”, ognuno di noi ha bisogno del suo spazio accanto a qualcuno e io forse l’ho perso per sempre!