LIKE A TAIL FOR ME
AND
YOU
Lui era lì. Suonava il piano. Lo aveva sentito
suonare un sacco di volte per lei. Lei danzava e lui suonava. Lui suonava e lei
danzava. Arabesque. Pliè. Lei volava sulle punte come le dita di lui volavano
sui tasti del pianoforte. Lei adorava ascoltare la musica di lui. Lui adorava
guardarla mentre danzava. Era la combinazione perfetta. Ma cantare. Non lo
aveva mai sentito cantare. E cantare e suonare contemporaneamente. Era assurdo.
Era qualcosa che lui non avrebbe mai potuto fare secondo il parere di lei.
Eppure lo faceva. Lo stava facendo proprio davanti ai suoi occhi.
Ora vi
racconto una storia che
Farete
fatica a credere
Perché parla
di una principessa e di un cavaliere che
In sella al
suo cavallo bianco, entrò nel bosco
Alla ricerca
di un sentimento che tutti
Chiamavano amore.
La sua voce tocco il suo cuore. Gli occhi le
si erano annebbiati a causa delle lacrime. Mentre cantava la guardava senza
badare ai tasti che premeva con le sue dita da pianista. Una prima giravolta di
lei.
prese un
sentiero che portava
a una
cascata dove l’aria
era pura
come il cuore di quella
fanciulla
che cantava e se ne stava coi conigli
e i
pappagalli verdi e gialli come
i petali di
quei fiori che portava tra i capelli.
Lei si avvicinò al piano sentendo il suo corpo
fremere al suono di quella voce così delicata eppure così decisa. Lui se ne
accorse. Era felice. Felice che qualcuno apprezzasse la sua voce. Lo avevano sempre
preso un po’ in giro da bambino perché suonava il piano, quindi si sentiva a
disagio a esibirsi davanti ad altre persone. Aveva paura del giudizio degli
altri. Ma lei era diversa. Lo accettava per ciò che era e non la persona che
voleva mostrare agli occhi degli altri.
Il cavaliere
scese dal suo cavallo bianco
E piano
piano le si avvicinò
La guardò
per un secondo, poi le sorrise,
e poi pian
piano iniziò a dirle
queste dolci
parole.
Le dedicava a lei. Inconsapevolmente le
dedicava a lei. Lei sembrava recepire che ciò che stava dicendo erano i suoi
sentimenti. Parole sincere che sarebbero rimaste per sempre nel suo cuore.
Continuava a danzare. I piedi le facevano male a causa delle punte. Sopportava
il dolore. Lo faceva per lui. Sapeva che lo avrebbe reso felice. Girava. Girava
ancora e ancora. Si sedette sulla coda del piano per poter ascoltare il
ritornello della canzone. Voleva assaporare ogni verso. Voleva che quel momento
restasse sempre impresso nel suo cuore.
Vorrei
essere il raggio di sole che
Ogni giorno
ti viene a svegliare per
Farti
respirare
Farti vivere
di me;
Vorrei
essere la prima stella che
Ogni sera
vedi brillare perché
Così i tuoi
occhi sanno che ti guardo e che sono sempre con te;
vorrei
essere lo specchiò che ti parla
e che a ogni
tua domanda ti risponda che al mondo tu sei sempre la più bella.
Sentì quelle parole e un brivido le percosse
la schiena. Era felice che qualcuno si fosse accorta di lei. Non aveva mai
avuto corteggiatori. Dava sempre la colpa al suo fisico da bambina. Spalle
troppo piccole. Fianchi troppo stretti. Seno troppo piccolo… diciamo
inesistente. Un dubbio la affliggeva. Cosa lo aveva spinto a innamorarsi di
lei? Di certo non per il suo corpo. E allora perché?
La principessa
lo guardò senza dire parole
Gli si
lasciò cadere tra le sue braccia,
il cavaliere
la portò con sé sul suo cavallo bianco
e seguendo
il vento le cantava intanto questa dolce canzone.
Nel frattempo lei gli si era seduta accanto,
alla sua destra. Lui per prendere le note più alte delle sette scale con la
mano destra, le passò il braccio sul collo, per poi tornare alle note delle
scale centrali facendo in modo che il suo braccio la stringesse forte, molto
forte affinchè sapesse che l’avrebbe protetta per sempre, qualsiasi cosa fosse
successa. Lei si abbandonò al suo tocco. Lui era felice di avere la donna che
amava tra le sue braccia. Adorava tutto di lei. Ogni volta si perdeva nei suoi
occhi di smeraldo. Il profumo dei suoi capelli. Oddio, quello lo faceva
impazzire. Gli faceva perdere il senno. Ma ancor di più il suono della sua voce
che pronunciava il suo nome. Lei si scostò. Continuò a danzare. Ancora il
ritornello.
Vorrei
essere il raggio di sole che
Ogni giorno
ti viene a svegliare per
Farti
respirare
Farti vivere
di me;
Vorrei
essere la prima stella che
Ogni sera
vedi brillare perché
Così i tuoi
occhi sanno che ti guardo e che sono sempre con te;
vorrei
essere lo specchiò che ti parla
e che a ogni
tua domanda ti risponda che al mondo tu sei sempre la più bella.
Lei era salita sul piano. Danzava lì ora. Era
leggera. Non avrebbe mai potuto romperlo. Non ci sarebbe riuscita neanche
volendo. Slanciò la gamba in avanti verso l’alto. Quasi come un calcio che non
era un calcio. Il ginocchio le arrivò al mento. Era bravissima. Una postura
perfetta. Un bel piede. Tendini lunghi. Avrebbe fatto invidia alla Zakarhova.
Ma non era questo a renderla bellissima ai suoi occhi cremisi. Era la bellezza
che sprigionava quando danzava. Non riusciva a staccarle gli occhi di dosso,
proprio come un marinaio non riesce a distogliere lo sguardo da una sirena che
canta. Ecco, era come una sirena. Si muoveva sinuosa sulle punte come una
sirena si muove sinuosa in acqua. I capelli le ricadevano in morbide ciocche
dorate sulle spalle. Scese dalla coda del piano. Ancora il ritornello.
Vorrei
essere il raggio di sole che
Ogni giorno
ti viene a svegliare per
Farti
respirare
Farti vivere
di me;
Vorrei
essere la prima stella che
Ogni sera
vedi brillare perché
Così i tuoi
occhi sanno che ti guardo e che sono sempre con te;
vorrei
essere lo specchiò che ti parla
e che a ogni
tua domanda ti risponda che al mondo tu sei …
Continuò a danzare. Lui era esterrefatto.
L’aveva vista altre volte danzare, ma così mai. Lo aveva sorpreso. Ancora una
volta. Danzava ancora. Si fermò. Gli andò vicino. Si inginocchiò alle sue
spalle sullo sgabello e col le sue esili braccia cinse dolcemente il collo di
lui. Avvicinò il volto ai capelli di lui. Profumavano di cocco. Lo adorava. Lui
sentì un brivido percorrergli la schiena. Era felice ma agitato. Continuò a
cantare …sempre la
più bella.
Gli ultimi vocalizzi della canzone li
cantarono all’unisono :
na na na na na na na na.