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Autore: BakaMakaInu    22/07/2011    4 recensioni
Lei volava sulle punte come le dita di lui volavano sui tasti del pianoforte. Soul suona. Va bene. Soul canta. Che cosa? Maka balla. Ma che diamine succede?
diciamo che ho esagerato con questa ff. La mia prima ff, recensite please!
Genere: Fluff, Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Maka Albarn, Soul Eater Evans | Coppie: Soul/Maka
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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like a tail for me and you

LIKE A TAIL FOR ME AND YOU

Lui era lì. Suonava il piano. Lo aveva sentito suonare un sacco di volte per lei. Lei danzava e lui suonava. Lui suonava e lei danzava. Arabesque. Pliè. Lei volava sulle punte come le dita di lui volavano sui tasti del pianoforte. Lei adorava ascoltare la musica di lui. Lui adorava guardarla mentre danzava. Era la combinazione perfetta. Ma cantare. Non lo aveva mai sentito cantare. E cantare e suonare contemporaneamente. Era assurdo. Era qualcosa che lui non avrebbe mai potuto fare secondo il parere di lei. Eppure lo faceva. Lo stava facendo proprio davanti ai suoi occhi.

Ora vi racconto una storia che

Farete fatica a credere

Perché parla di una principessa e di un cavaliere che

In sella al suo cavallo bianco, entrò nel bosco

Alla ricerca di un sentimento che tutti

Chiamavano amore.

La sua voce tocco il suo cuore. Gli occhi le si erano annebbiati a causa delle lacrime. Mentre cantava la guardava senza badare ai tasti che premeva con le sue dita da pianista. Una prima giravolta di lei.

prese un sentiero che portava

a una cascata dove l’aria

era pura come il cuore di quella

fanciulla che cantava e se ne stava coi conigli

e i pappagalli verdi e gialli come

i petali di quei fiori che portava tra i capelli.

Lei si avvicinò al piano sentendo il suo corpo fremere al suono di quella voce così delicata eppure così decisa. Lui se ne accorse. Era felice. Felice che qualcuno apprezzasse la sua voce. Lo avevano sempre preso un po’ in giro da bambino perché suonava il piano, quindi si sentiva a disagio a esibirsi davanti ad altre persone. Aveva paura del giudizio degli altri. Ma lei era diversa. Lo accettava per ciò che era e non la persona che voleva mostrare agli occhi degli altri.

Il cavaliere scese dal suo cavallo bianco

E piano piano le si avvicinò

La guardò per un secondo, poi le sorrise,

e poi pian piano iniziò a dirle

queste dolci parole.

Le dedicava a lei. Inconsapevolmente le dedicava a lei. Lei sembrava recepire che ciò che stava dicendo erano i suoi sentimenti. Parole sincere che sarebbero rimaste per sempre nel suo cuore. Continuava a danzare. I piedi le facevano male a causa delle punte. Sopportava il dolore. Lo faceva per lui. Sapeva che lo avrebbe reso felice. Girava. Girava ancora e ancora. Si sedette sulla coda del piano per poter ascoltare il ritornello della canzone. Voleva assaporare ogni verso. Voleva che quel momento restasse sempre impresso nel suo cuore.

Vorrei essere il raggio di sole che

Ogni giorno ti viene a svegliare per

Farti respirare

Farti vivere di me;

Vorrei essere la prima stella che

Ogni sera vedi brillare perché

Così i tuoi occhi sanno che ti guardo e che sono sempre con te;

vorrei essere lo specchiò che ti parla

e che a ogni tua domanda ti risponda che al mondo tu sei sempre la più bella.

Sentì quelle parole e un brivido le percosse la schiena. Era felice che qualcuno si fosse accorta di lei. Non aveva mai avuto corteggiatori. Dava sempre la colpa al suo fisico da bambina. Spalle troppo piccole. Fianchi troppo stretti. Seno troppo piccolo… diciamo inesistente. Un dubbio la affliggeva. Cosa lo aveva spinto a innamorarsi di lei? Di certo non per il suo corpo. E allora perché?

La principessa lo guardò senza dire parole

Gli si lasciò cadere tra le sue braccia,

il cavaliere la portò con sé sul suo cavallo bianco

e seguendo il vento le cantava intanto questa dolce canzone.

Nel frattempo lei gli si era seduta accanto, alla sua destra. Lui per prendere le note più alte delle sette scale con la mano destra, le passò il braccio sul collo, per poi tornare alle note delle scale centrali facendo in modo che il suo braccio la stringesse forte, molto forte affinchè sapesse che l’avrebbe protetta per sempre, qualsiasi cosa fosse successa. Lei si abbandonò al suo tocco. Lui era felice di avere la donna che amava tra le sue braccia. Adorava tutto di lei. Ogni volta si perdeva nei suoi occhi di smeraldo. Il profumo dei suoi capelli. Oddio, quello lo faceva impazzire. Gli faceva perdere il senno. Ma ancor di più il suono della sua voce che pronunciava il suo nome. Lei si scostò. Continuò a danzare. Ancora il ritornello.

Vorrei essere il raggio di sole che

Ogni giorno ti viene a svegliare per

Farti respirare

Farti vivere di me;

Vorrei essere la prima stella che

Ogni sera vedi brillare perché

Così i tuoi occhi sanno che ti guardo e che sono sempre con te;

vorrei essere lo specchiò che ti parla

e che a ogni tua domanda ti risponda che al mondo tu sei sempre la più bella.

Lei era salita sul piano. Danzava lì ora. Era leggera. Non avrebbe mai potuto romperlo. Non ci sarebbe riuscita neanche volendo. Slanciò la gamba in avanti verso l’alto. Quasi come un calcio che non era un calcio. Il ginocchio le arrivò al mento. Era bravissima. Una postura perfetta. Un bel piede. Tendini lunghi. Avrebbe fatto invidia alla Zakarhova. Ma non era questo a renderla bellissima ai suoi occhi cremisi. Era la bellezza che sprigionava quando danzava. Non riusciva a staccarle gli occhi di dosso, proprio come un marinaio non riesce a distogliere lo sguardo da una sirena che canta. Ecco, era come una sirena. Si muoveva sinuosa sulle punte come una sirena si muove sinuosa in acqua. I capelli le ricadevano in morbide ciocche dorate sulle spalle. Scese dalla coda del piano. Ancora il ritornello.

Vorrei essere il raggio di sole che

Ogni giorno ti viene a svegliare per

Farti respirare

Farti vivere di me;

Vorrei essere la prima stella che

Ogni sera vedi brillare perché

Così i tuoi occhi sanno che ti guardo e che sono sempre con te;

vorrei essere lo specchiò che ti parla

e che a ogni tua domanda ti risponda che al mondo tu sei …

Continuò a danzare. Lui era esterrefatto. L’aveva vista altre volte danzare, ma così mai. Lo aveva sorpreso. Ancora una volta. Danzava ancora. Si fermò. Gli andò vicino. Si inginocchiò alle sue spalle sullo sgabello e col le sue esili braccia cinse dolcemente il collo di lui. Avvicinò il volto ai capelli di lui. Profumavano di cocco. Lo adorava. Lui sentì un brivido percorrergli la schiena. Era felice ma agitato. Continuò a cantare …sempre la più bella.

Gli ultimi vocalizzi della canzone li cantarono all’unisono :

na na na na na na na na.

  
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