Anime & Manga > Kuroshitsuji/Black Butler
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Autore: SilentWings    22/07/2011    3 recensioni
Joker non sembra accorgersi dei sentimenti di Beast per lui... oppure sì? Joker x Beast
Genere: Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Beast, Dagger, Joker, Sebastian Michaelis
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ok, lo ammetto. Sono irrimediabilmente pazza per Joker. u.u e vagamente gelosa di Beast in questa fanfic v.v. Frutto dell'ispirazione presami nel cuore della notte. ò_o Buona lettura! ;)


- Sorellona! Sorellona! Vieni ad abbracciarmi, sorellona!
Una frustata sulle mani fece immediatamente scattare Dagger all'indietro, con un'espressione contrariata sul volto.
-Sorellona, ma non è giusto! Perchè mi tratti così? Tu non mi vuoi per niente bene, ammettilo! Fosse per te potrei anche morire, vero?- si lamentò il ragazzo massaggiandosi le dita che la frustata aveva rigato di una sottile ma dolorosa striscia di sangue.
-Finiscila con la sceneggiata drammatica Dagger, non ho tempo da perdere con queste idiozie.- replicò secca Beast, stretta in un corsetto di pelle nera e brandendo ancora una lunga frusta.
La domatrice di belve feroci del Noah Ark Circus , forse per una sorta di deformazione professionale, usava con i suoi numerosi pretendenti lo stesso trattamento che riservava alle sue tigri durante le dure ore di addestramento.
Non di rado infatti, Joker e gli altri avevano visto scappare a gambe levate ragazzi e uomini di ogni età che avevano cercato di accattivarsi le grazie di quella splendida ragazza, portandosi dietro come ricordo il segno di qualche frustata.
A differenza dei suoi animali, infatti, Beast non era di certo una che si lasciava sottomettere facilmente, infrangendo spesso con il pugnale della passione il cuore di numerosi spasimanti. E a ragione.
Splendidi riccioli neri, occhi grandi del colore della liquirizia, labbra carnose, pelle morbida, corpo sinuoso, un seno prorompente. L'aspetto sensuale faceva decisamente a pugni con il suo carattere autoritario, severo, a volte addirittura violento o brutale.
Beast, come suggeriva il nome, era infatti preda di frequenti attacchi di furia cieca. Un'aria di strafottenza e un linguaggio decisamente colorito completavano questo singolare personaggio.
Eppure, nonostante l'armatura che si era costruita attorno, la domatrice era una persona estremamente fragile. L'aveva ben capito Sebastian Michaelis  che , pur di reperire informazioni per il suo padrone, l'aveva persuasa e corrotta con parole melliflue e l'aveva portata a letto con sè.
Era la prima volta che Beast si era concessa a un uomo in modo completamente spontaneo, forse rendendosi conto della solitudine che provava in quel momento. Le violenze e le umiliazioni subite durante il lungo tempo in cui aveva vissuto per le strade, l'avevano resa insensibile davanti a tutto.
Molte persone avevano approfittato indebitamente del suo corpo: era stata spesso stuprata da ragazzi, uomini maturi e persino anziani in cerca di esperienze originali. Lei, indifesa e debole, non aveva mai potuto opporsi, e piangendo in silenzio sotto le mani dei suoi aguzzini aveva sopportato ogni tipo di sadismo e tortura.
Aveva pensato che quell' uomo vestito di nero, dopotutto, non poteva essere molto diverso dagli altri.
L'aveva stordita con un infuso addolcito da parole piene di comprensione e complicità. "E allora?" aveva pensato Beast "Non cederò. Sono tutti uguali gli uomini."
E invece, mezz'ora dopo si trovavano l'una nelle braccia dell'altro. Il misterioso uomo vestito di nero, Black, come veniva chiamato al Noah Ark Circus, l'aveva trattata con estrema delicatezza e discrezione.
La ragazza era confusa. Avevano abusato di lei innumerevoli volte, mentre ora questo conosciuto, facendole qualche domanda ogni tanto, la trattava con riguardo. Perchè?
Per la prima volta si era sentita  un essere umano, con una dignità e una reputazione da difendere.
Eppure, quando Black si era rivestito e l'aveva lasciata da sola, lei si era pentita di essersi concessa così.
Aveva provato piacere, ma in quel momento catartico la sua mente non era per l'uomo che stava stringendo.
I suoi pensieri correvano tutti alla persona che, nei lunghi e duri mesi passati per strada tra le carcasse di topi  e rivoli d'acqua sporca e maleodorante, l'aveva protetta come avrebbe fatto un fratello maggiore. Lei lo aveva sempre amato.
Quei suoi occhi color del mare, i capelli rossi raccolti a tratti in minuscole treccine, le braccia forti nonostante la mancanza di una mano. Joker.
Colui che la stava ad ascoltare, stemperando i suoi momenti di rabbia con numeri improvvisati lì per lì, le prestava una coperta quando aveva freddo e le dava un pezzo di pane quando era affamata.
Joker era capace di tutto. Occultava il dolore che si portava dentro quando saliva sul palco, per fare divertire gli spettatori con giochi di prestigio e scenette comiche.
Nascondeva la sofferenza sperimentata nella vita dietro un sorriso e un velo di trucco.
Eppure, uscendo di nascosto nel cuore della notte, ed avvicinandosi alla sua tenda , Beast lo aveva spesso sentito singhiozzare lievemente.
Di certo quel ragazzo non amava farsi vedere debole, smarrito o triste. Per lui, sul palco e davanti alle altre persone, la vita non era altro che una recita, una squallida e farsesca distorsione della triste realtà.
Solo quando si sentiva protetto dal silenzio e dal buio, piangeva la sua frustrazione, la sua desolazione, il suo dolore per la solitudine patita durante gli anni della sua infanzia, senza una guida né una parola affettuosa.
Ripensando alla persona che più amava al mondo, Beast sospirò, si alzò dal letto nel quale aveva giaciuto con Sebastian, si vestì in silenzio ed uscì dalla tenda.
Camminò un po’ al freddo, tremando ma rifiutandosi di tornare al chiuso. Una boccata d’aria fresca le avrebbe fatto bene.
Qualche fiocco di neve cadeva ogni tanto sulla pelle nuda delle sue braccia, ma lei non ci faceva caso.
Arrivò ai limiti del campo e si sedette sul tronco usato dagli aspiranti circensi per migliorare il loro senso dell’equilibrio. Stanca, la domatrice si prese la testa tra le mani e chiuse gli occhi.
Dopo un tempo che non seppe definire, sentì qualcosa di morbido e caldo avvolgerla completamente.
-Beast, ma sei pazza? Come ti salta in mente di farti un pisolino qui fuori?-
La voce calda di Joker entrò come una brezza tiepida nelle orecchie di Beast, che come sempre al pensiero di averlo vicino, accelerò involontariamente la frequenza respiratoria.
-Scusa... non intendevo addormentarmi, mi stavo solo riposando un attimo.
Il ragazzo dai capelli rossi le sistemò meglio sulle spalle il mantello in cui l’aveva avvolta quando l’aveva vista addormentata sotto la neve.
Poi, senza preavviso, Joker si tolse la sciarpa di lana che portava al collo e fece per allacciarla alla gola di Beast, ma a metà dell’operazione tirò le estremità dell’indumento, facendo in modo che i loro visi si avvicinassero.
Come aveva fatto per molto tempo, la domatrice non si ribellò, anzi, si avvicinò a quel volto che tanto le piaceva e si lasciò stringere dall’abbraccio caldo dell’uomo che amava, assecondando i suoi desideri e baciandolo con passione.
Beast appoggiò il naso nell’incavo del collo di Joker, aspirando l’odore di cuoio e polvere della sua pelle.
Stavolta era diverso.
Si sedettero sul tronco, e, finalmente felice tra le braccia dell’uomo che più amava, la ragazza si sentì per la prima volta dopo lunghissimo tempo, felice di vivere.
Oh sì. Avrebbe vissuto di quei baci, del calore di quell’abbraccio, protetta da lui. Ora non sentivano nemmeno più il freddo. Non ci sarebbe mai più stato freddo, fame, dolore o paura, finché fossero stati insieme.
Beast, consolata da questa verità, finalmente sorrise leggermente e si strinse più forte a quell’abbraccio che da tanto tempo desiderava.
  
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