Ringrazio anche solo chi legge.
Nemo
Due
innocenti farfalle
nere come la notte, bruciate prima di imparare a volare...
"Mi
amerai per sempre?"
domandò la bambina. Si passò il filo spinato
sull'addome, guardò la pelle
candida aprirsi in una serie di tagli e il sangue macchiarle il vestito
nero a
un pezzo.
"Per sempre" rispose il bambino. Si passò il sangue tra i
capelli,
sollevandoli in una serie di ciocche verso l'alto. Estrasse dalle
tasche un
accendino e diede fuoco a una ciocca, da cui si alzò del
fumo e puzza di bruciato.
La
bambina alzò lo sguardo e nelle sue
iridi dorate si riflette la luce della luna. Il manto argenteo
avvolgeva le
montagne e illuminava i rami secchi degli alberi della foresta intorno
a loro.
Si mise in piedi e saltò sopra un tronco spezzato,
utilizzando il filo spinato
come cintura. Danzò, girando su se stessa, e
calciò le ossa e il teschio posati
sopra il ceppo. Il sangue che macchiava le ossa le sporcò le
scarpe di bende
che le fasciavano i piedi.
Il
ragazzino si alzò in piedi e le
prese la mano nella propria, le catene che lo avvolgevano tintinnarono.
"L'infinito possedeva quei legacci… Ora sono tuoi.
È
quello il per sempre di cui
parlavi?" domandò la bambina. Si piegò in avanti
e il pugnale che teneva
con una corda al collo le sbatté sul petto.
Il
bambino negò con il capo e strinse
con più vigore la sua mano gelida nella propria, sorridendo.
"Il mio per sempre è quello di qualcuno che vivrà
prima dell'alba e non
sarà nessuno senza di te" mormorò.
"Così sia, senza di me tu sei nessuno" rispose la bimba. Si
piegò e
gli baciò la fronte.