GRAZIE
PAPA’.
Cinque anni.
Cinque dannatissimi anni.
Cinque anni senza di lei. Senza il
suo sorriso.
Avevano raccolto tutte le anime di
cui avevano bisogno e ormai lei e lui si erano dovuti separare;
perché?
Non lo sapevano nemmeno loro ma
quando avevano catturato l’anima della strega Tsubaki
e Black Star si erano detti addio. Lei era tornata a
casa e sarebbe stata richiamata, al momento opportuno, da Shinigami
quando avrebbe avuto bisogno di lei. Era un’arma molto potente in fondo.
E Black
Star? Bhe, lui aveva il compito di cercare una nuova
arma ma, alla fine, non ci era più riuscito.
Ci aveva provato ma senza successo. Nessuno
riusciva a legarsi alla sua anima; nessuno ne era capace.
Si chiedeva spesso del perché si fossero
separati. Si volevano bene no? Erano…amici giusto?
Si, amici certo…
Maka e Soul erano rimasti insieme così
come Liz Patty e Kid; lei
se ne era andata ma forse era anche colpa sua;
non aveva fatto nulla per impedirle
di andarsene; anzi l’aveva salutata e pregata di fare un buon viaggio!
Quanto poteva essere cretino…?
Anni prima quando si guardava allo
specchio l’assassino vedeva un grande, un Big; ora vedeva soltanto un ragazzo a
metà, senza più nessuno scopo.
Vuoto.
Inutile.
Aveva pensato decide e decine di
volte di chiamarla ma gli era mancato il coraggio…
Cosa gli avrebbe detto se lei avesse
risposto?! L’avrebbe pregata di tornare da lui?! Non avrebbe mai potuto farlo! Non
era big…
Già, ma ormai cos’era big? Nemmeno lui
lo sapeva.
***
Quella mattina
Black Star si alzò presto e guardò fuori; c’era un
aria strana, calda.
Stava arrivando l’estate.
Si alzò dal
letto e andò a farsi una doccia fredda che lo aiutava sempre a svegliarsi. Appena
la finì si vestì con il suo completo dì assassino e poi si guardò la stella sul
braccio destr, rimanendo fermo.
Forse, era arrivato il
momento…
Si sistemò
bene i guanti e poi guardò il suo riflesso. Ormai era diventato un uomo di 20
anni ed era diventato un bel ragazzo.
Un tempo si
sarebbe vantato fino allo spasmo del suo aspetto, ma ora non più.
Uscì dal
bagno e poi andò a bere un po’ di latte direttamente dal contenitore.
-Black Star ma cosa fai! Lo sai che non si beve il latte in quel modo! E poi è freddo!Rischi
di avere un bel mal di pancia!-
Il ragazzo
sgranò gli occhi e si voltò ma, guardando più volte, non trovò nessuno.
Non era possibile, non poteva aver
immaginato tutto!
Quella specie di miraggi l’avevano
smesso di tormentarlo da mesi ormai…
Chiuse con
forza il frigorifero e poi uscì di casa e si diresse alla Shibusen.
***
-Cosa? Scusami
ma sei sicuro di stare bene Black Star?-
-Certo Shinigami.-
-Ma vedi…-
disse il Dio della Morte grattandosi la nuca con la manona.-In
tutti gli anni che stai qui non hai mai chiesto una cosa del genere!-
-E’ vero ma
credo che ormai sia arrivato il momento.-
-Che strano
proprio oggi…- Lo Shinigami si interruppe di botto e
tossì qualche volta. Non doveva dire
nulla, aveva promesso!
-Cosa?-
-No, nulla…Sei
proprio sicuro di volerlo fare?-
Il ragazzo
annuì e lo guardò serio.
-Si,
sicuro.-
-Va bene
allora.- Shinigami tese una manona
e aprì un passaggio vicino alla porta d’ingresso. –Procedi lungo il tunnel. Quello
che cerchi è all’aperto, il suo nome è inciso nella roccia.-
-Bene. La ringrazio
Shinigami.-
-Emh…Black Star?-
-Mh?-
chiese il ragazzo, arrestando la sua camminata.
-Non dovresti
portare loro qualche fiore?-
Il ragazzo
ci pensò qualche secondo e poi annuì. –Forse dovrei.-
-Prendi.- il
Dio fece comparire un mazzo si fiori bianchi e glielo porse.
-Grazie
mille.- e, detto questo, l’assassino entrò nel tunnel che si chiuse alle sue
spalle.
-Bhe, avrà
una bella sorpresa quando arriverà lì dopotutto.- gongolò lo Shinigami tra se e se.
La galleria era
lunga e buia e i suoi passi rimbombavano tra le pareti. Metteva i brividi.
Non seppe
per quanto tempo camminò ma, ad un tratto, la luce quasi lo accecò e dovette
mettersi la mano davanti agli occhi per ripararsi.
Quando si
abituò alla luce, si guardò intorno: il cielo era grigio e il vento soffiava ;
le mura erano abbastanza alte e circolari; l’erba era tagliata e fresca. Davanti a lui si apriva un enorme distesa di
tombe grigie, sistemate ordinatamente e con i nomi incisi; su ogni lapide c’era
una stella.
Non immaginava che la Shibusen avesse trattato i membri del clan della Stella,
una banda di assassini della peggior specie, in quel modo; era…non aveva
parole, non sapeva cosa provava.
Camminò tra
le lapidi, lentamente, guardandosi intorno notando alcuni cespugli messi in
mezzo a qualche lapide; su ogni tomba c’erano dei fiori. Chissà chi li aveva messi.
Sapeva che
nessuna di quelle che, in quel momento, stava guardando apparteneva ai suoi
genitori.
Sapeva che lo avrebbe sentito a
momento debito.
Il cuore gli
batteva nel petto. C’erano troppo silenzio a parte il rumore del vento che
sembrava emettere gli ululati dei lupi.
Più si
avvicinava verso la fine del cimitero e più si sentiva agitato.
Cosa avrebbe fatto? Avrebbe pregato? Avrebbe
dedicato loro qualche parola oppure avrebbe spaccato le loro lapidi per la
rabbia?
Una parte di lui lo voleva.
Ma, appena,
si avvicinò alla tomba che sapeva essere di suo padre si bloccò di colpo.
Non era solo
come credeva. C’era qualcuno su quel sepolcro ed era china.
Chi poteva mai essere? Nessuno avrebbe
mai avuto quella pazza idea! Nessuno se non…
-Ehi! Chi c’è
là!-
Il vento
soffiava e gli faceva scuotere i capelli verdi.
Vide la figura irrigidirsi senza voltarsi.
-Ehi! Mi hai
sentito?-
Si avvicinò
di due passi e la vide più nitidamente. No,
era impossibile.
La figura si
alzò lentamente e rimase ancora girata e poi, con una punta di incertezza, si
voltò verso quello che una volta era il suo Meister.
-Ehi, Black Star…-
L’assassino
fece cadere i fiori a terra.
Avrebbe riconosciuto
quella voce ovunque. Lei, la sua buki, la ragazza che aveva lasciato un segno indelebile
dentro di lui, era lì davanti, bella come non mai, e gli sorrideva.
Era vestita
di bianco; era come un angelo.
-T-Tsubaki..?-
La vide arrossire
e il cuore gli batté furioso nel petto.
-Si…-
Il ragazzo
si avvicinò di qualche passo e fece cadere lo sguardo sulla lapide di suo
padre. Camelie.
Camelie rosso
ciliegia erano appoggiate su quella lapide fredda e Grigia.
-Sei …sei
stata tu?-
Lei annuì e
sorrise stringendosi le spalle. –Io venivo spesso qui a portare dei fiori
quando ero alla Shibusen, sai? E ora che sono tornata ho voluto venire a
salutare…-
-Non me lo
hai mai detto…- disse lui avvicinandosi di più finché non furono l’uno di
fronte l’altra.
-Lo so ma
pensavo che ti saresti arrabbiato…-
Black Star annuì,
incapace di distogliere lo sguardo dalla ragazza.
Credeva che sarebbe scomparsa da un
momento all’altro.
-Quando sei
tornata?-
-Questa
mattina.-
-Perché sei
tornata?-
La camelia distolse
lo sguardo, arrossendo di nuovo sulle guance e poi alzò lo sguardo. Ormai Black Star si era fatto un bel po’ più alto di lei.
-Questa
mattina; volevo fare una sorpresa a te a agli altri ma invece ho…!-
Il ragazzo,
mentre lei parlava, la guardava con un sorriso dolce, come mai lo aveva fatto,
e poi l’aveva interrotta mentre parlava per poterla, dopo anni di rimpianti,
finalmente baciare.
-Si…- sussurrò
lui con voce roca quando si separo. –Si! Tu non puoi capire quanto aspettavo
questo momento!- si sentiva pieno di energie, come un tempo; no, forse di più.
-B-Black
Star m-ma p-perché…?-
-Shh,
ancora ti prego!- l’assassino la strinse forte a se e la baciò con trasporto;
le lavorò le labbra , bramandole, e poi assaporò il sapore della ragazza i un
modo sempre più dolce, sempre più esigente;la sentiva rispondere con quella delicatezza che lo
faceva impazzire e sentì il sangue al cervello.
-Cosa mi
sono perso…-
Lei lo
guardò con le labbra gonfie dai baci e se le leccò, rossa. –Ma che ti prende? Non
è da te.-
-Sono passati
cinque lunghi anni, Tsubaki!
E ora davanti alla tomba di mio padre ti dico che ti amo!-
La strinse a
se sentì il cuore di lei battere velocissimo.
-Black Star…io…sono
tornata per te, volevo tornare da te…-
-Sarei
venuto io a cercarti, non ce la facevo più credevo di impazzire.-
Mentre la
stringeva forte a se vide la tomba di suo padre, accanto a loro, con sguardo
intenso.
Si poteva
dire che aveva fatto una cosa buona finalmente anche se da morto.
Le aveva fatto ritrovare la fonte del
suo benessere e , per questo, gliene era grato.
-Ti amo
anche io Black Star…- sussurrò la buki
con voce tenera stringendolo forte a se e , mentre i due restavano fermi per
assaporare il dolce momento del ritrovo, il ragazzo chiuse gli occhi,
finalmente completo.
Grazie papà.
-Angolo Autore-
Ciaoooooo
Ok oggi volevo fare una ff
Ed eccolaxD
La prossima sarà aggiornare ShS perché l’ho trascurata ma la voglia era troppo poca ‘-‘
credetemi
Non vi ho dimenticato xD
Vi amo tutti*____*
Ringrazio anche il mio DOOOLCE Black per avermi fatto pressione per scrivere questa ff xD
Contento xD?!
Va bhe, lo
sai che ti adoro da impazzire Caro Black , ti voglio
un casino di bene non so più quanto *-*
Bakaù_ù <3
E grazie anche a Vale, ce mi ispira
:DD
Bhe forse quello che ho scritto è tutta una cavolata immane, non so dove sono
finiti i suoi genitori e me lo sono inventata un posto così :D!
Bhe, un saluto a tutti^^
Ciao e grazie di cuore!!!
Trisha_Elric.