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Autore: CuoreDiTenebra    24/07/2011    4 recensioni
Dopo la fine delle guerre nella Terra di Mezzo, un evento inaspettato spiazzerà completamente Legolas costringendolo a tornare nel suo Regno... e a riportare alla mente ricordi meravigliosi.
Un omaggio al mio personaggio preferito del Signore degli Anelli. Ho fatto una specie di mix fra libro e film, dato che adoro tutti e due alla follia.. Ringrazio Enedhil e le sue splendide storie per avermi un po' incoraggiato a pubblicare qualcosa.
Siate buoni, è la mia prima storia qui su EFP.
"..Dopo mesi di morte e disperazione, passati nelle terre più buie di questo mondo sull'orlo della fine...la vita mi accoglie di nuovo nella mia casa, nella sua forma più meravigliosa e desiderata."
Genere: Erotico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Legolas, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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"..Dopo mesi di morte e disperazione, passati nelle terre più buie di questo mondo sull'orlo della fine...la vita mi accoglie di nuovo nella mia casa, nella sua forma più meravigliosa e desiderata."
 
“Grandi notizie.”
Due parole che avevano lo stesso effetto di una secchiata d’acqua gelida sul principe, che a ogni tentativo di distogliere il pensiero ricominciava a rabbrividire stizzito.
Gli elfi non avevano mai freddo, e in teoria non sarebbero dovuti essere nemmeno nervosi.

Ma Legolas, mentre regolava l’altezza delle staffe di Aroth nelle Stalle Reali di Minas Tirith, si sorprese a sbuffare,agitato da quella situazione così strana e imbarazzante.
Non era nemmeno sorto il sole e lui era già in piedi,dopo festeggiamenti continui per l’incoronazione e il matrimonio di Re Elessar e di Dama Arwen.
 
Con quale forza, non lo sapeva nemmeno lui: elfo o no,sentiva ancora addosso la fatica di tutto quello che aveva passato insieme a Gimli e al nuovo re di Gondor, andandoci giù davvero pesante con i brindisi al nuovo regno, alla nuova era, e almeno a un centinaio di figli augurati ad Aragorn, crollatogli addosso dopo il decimo boccale.
 
E dopo che il messaggero di Bosco Atro era arrivato a metà della serata, sparendo subito dopo, comunicandogli di tornare il più presto possibile nella sua terra, poiché suo padre aveva un estremo bisogno di riabbracciarlo, vivo e vegeto, e di dargli “grandi notizie”… lo aveva raggiunto sul pavimento, perdendo i sensi per pochi minuti.
 
Sospirò, al solo pensiero che Tiarel potesse rientrare nella faccenda.  E sudò freddo pensando che molto probabilmente c’entrava eccome, ma aveva sicuramente architettato qualcosa insieme a Thranduil per farlo innervosire, come sempre, ai limiti storici.
Brutta coppia quei due.
Eppure, non poté fare a meno di sorridere al pensiero di rivederli entrambi. In effetti erano un paio di giorni che si chiedeva perché nessuno non avesse ancora chiesto di lui dalla sua casa, e ora si sentiva di nuovo desiderato, amato, con il cuore in pace.
Sebbene il viaggio di ritorno fosse lungo e abbastanza impervio attraverso la Terra di Mezzo in via di rinascita, non era per nulla spaventato.

Solo galvanizzato da quelle grandi notizie, forse… No, impossibile. Scacciò immediatamente quel pensiero, arrossendo nel buio delle Stalle Reali.

Ogni marcia, ogni battaglia, ogni freccia scoccata dalle sue abili dita che per ben due mesi non avevano toccato nemmeno un’arma, stavano sistemando la guaina di un pugnale sulla sua cintura.

“Diffidente come al solito, amico mio”
Una voce allegra risuonò dalla porta dietro le sue spalle, a cui rispose con uno sbuffo e con un sorriso. “E’ solo per le emergenze, Vostra Maestà.”
Aragorn scoppiò a ridere, spostandosi al suo fianco “… si, come se ci fosse ancora del male in queste terre, dopo tutte le frecce scoccate dal più temibile degli arcieri elfici.”

Legolas abbassò lo sguardo e arrossì di nuovo, impacciato. “Talmente temibile che ha paura di rimettere piede nella propria casa per queste grandi notizie.”
 
Il re alzò un sopracciglio, ripensando al momento in cui il messaggero di Bosco Atro aveva pronunciato quelle due parole, ma era talmente ubriaco che aveva presente solo il peso dell’amico addosso, meno leggero di quello che ricordava.
“Non dirmi che te ne vai ai Rifugi Oscuri. Non posso governare senza  di…”
 “Oh,  per favore non dire sciocchezze!” Esclamò Legolas, scocciato, e subito dopo se ne pentì, vedendo il viso di Aragorn.
Che sicuramente era abituato alla situazione opposta, dove era lui a sbraitare e l’elfo a osservarlo, algido e divertito.
 
Si voltò di scatto, evitando lo sguardo dell’uomo. “Scusa, è che sono nervoso.”
“Nervoso? TU?” Scoppiò a ridere Aragorn, per poi interrompersi seriamente.
 “Conosco il rimedio perfetto, amico mio.”
Uno scatto, rapidissimo, seguito da un cozzare di lame improvviso dopo poche frazioni di secondo.
“Tentare di sorprendermi inutilmente mi innervosisce ancora di più.”
Mormorò Legolas, con Anduril premuta sul suo pugnale a pochi centimetri dal naso.
 
“Non puoi dire che l’altra sera, rotolandoti addosso, non ti abbia sorpreso a dovere.”
Restarono un istante  a scrutarsi attraverso le lame stridenti, per poi scoppiare a ridere, come due ragazzini, riprendendo a stento il respiro.

Si abbracciarono da bravi fratelli al momento della partenza definitiva di Legolas, poche ore dopo.
 
“Non sparire dopo aver saputo le grandi notizie che ti attendono a casa. Mi mancherai, amico mio.”
“Anche tu mi mancherai.. non sparirò, promesso.”

Un’ultima pacca sulla schiena di Gimli, che ridendo gli disse: “Anche perché se non ci aggiornerai, verremo a trovarti senza dirti una parola prima, principino.”
 
E dopo le ultime risate lì a Minas Tirith, era partito al galoppo verso Bosco Atro, dimentico anche del vento che accarezzava il suo viso teso e concentrato.
 
Tiarel…meleth nin..”

Pronunciò, mentre l’alba lo investì completamente nel suo calore delicato e meraviglioso, come il ricordo della giovane sposa, sempre più vicina a ogni passo.


 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
  
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