Scritta
per il TVG!Fest con prompt child!Bonnie/child!Caroline/child!Elena/child!Jeremy -“Convincere
Jeremy a prendere lo sciroppo per la tosse”.
Non ha
nemmeno senso quindi Mary, ti prego, perdonami >.<
Catch that kid!
“Jeremy, esci di lì!”
Elena bussò
con insistenza alla porta del bagno sotto lo sguardo inquieto di Bonnie e
Caroline.
“Uh uh!” si limitò a rispondere il fratellino, per nulla
intenzionato a darle ascolto.
Caroline
sbuffò; sia lei che Bonnie incominciarono a battere le nocche contro
il legno, imitando l‘amica.
“…Dai, Jeremy!”
lo supplicarono in coro, continuando a bussare.
“No che
non esco!”
La
vocina impertinente di Jeremy venne stroncata da un paio di colpi di
tosse. Elena scoccò un’occhiata indecisa a Bonnie e prese a sbirciare dal buco
della serratura. “Guarda che se non
vieni fuori i marshmallow ce li mangiamo tutti noi!” rimbeccò il
fratello, rigirandosi il flaconcino dello sciroppo fra le mani.
Un
silenzio innaturale si sollevò nel corridoio.
“Non è
vero, non ci sono i marshmallow!” ribatté infine Jeremy. Si acquattò a
terra e si mise a braccia conserte, con espressione imbronciata. “C’è la
medicina ed è cattiva, e io non la voglio: bevitela tu!”
“…Ma sentitelo
come parla, il nanetto!” commentò Bonnie con stupore: lei ed Elena stavano
incominciando ad innervosirsi.
“Jer, guarda che lo sciroppo ti fa bene! Vuoi continuare a
tossire fino a quando non diventi grande?”
domandò Caroline con pazienza, appoggiando l’orecchio alla porta.
“Io non
voglio diventare grande! Poi divento stupido come voi!” ribatté il bambino,
dando una manata al legno. Caroline trasalì e si scostò immediatamente.
“Tu!
Piccolo mostro senza denti, vieni qui se hai il coraggio!” strillò
indignata, tentando di costringersi a non avventarsi contro la porta. Jeremy
non rispose, ma si lasciò sfuggire un secondo attacco di colpi di tosse.
“Esci
subito fuori o dico alla mamma che sei stato tu a buttare il cappello
dello zio John nella vasca dei pesciolini!” Lo minacciò Elena, ormai in preda
all’esasperazione.
“Così
non funziona…” commento invece Bonnie; la bambina scosse il capo con aria grave.
“Dobbiamo
inventarci qualcos…”
La
porta del bagno si aprì di scatto. Elena, Bonnie e Caroline furono costrette a chinare
lo sguardo per individuare il faccino vispo del piccolo Jeremy: il bambino
sorrideva con le mani appoggiate sui fianchi.
“Venitemi a prendere se ci riuscite!”
cinguettò, prima di far loro la pernacchia e di fiondarsi rapido verso il corridoio,
spingendo malamente la sorella.
“JEREMY!”
L’esclamazione
di Elena lo rincorse lungo le scale, mentre le tre bambine si sforzavano di
stargli dietro.
“Non mi
prendete! Non mi prendete!” cantilenò
il bambino, interrompendosi per tossire quando raggiunse il salotto. Veloce
come un fulmine, corse a rannicchiarsi dietro al divano. Jeremy si schiacciò la mano
sulla bocca per bloccare le risate e i colpi di tosse, nell’avvertire le voci
sempre più vicine delle tre bambine.
“Jeremy,
se non prendi lo sciroppo giuro che ti strappo tutti i disegni!” lo minacciò ancora Elena,
acquattandosi sul tappeto per raggiungere il fratellino.
“Se lo
fai io, io dico a Matt che lo ami!” rispose il bambino, scalciando in direzione della sorella.
“Non è
vero che lo amo!”
Elena
arrossì violentemente. Con l’aiuto di Bonnie e Caroline, si sforzava di tenere
fermo Jeremy, sedendosi sulle sue gambe.
“Bon,
aprigli la bocca!” strillò in fretta Caroline, mentre Elena svitava il tappo
dello sciroppo. Bonnie eseguì, ma il piccolo sfuggì alla sua presa, continuando
a ridere.
“Sì
che lo ami! E te lo vuoi sbaciucchiare tutto! Smack, Smack! Che
schifo!” cantilenò il bambino, scuotendo
il capo con forza per evitare le mani di Bonnie che cercavano di tenerlo fermo.
“Ahi! Ma sei
matto? Elena, mi ha morso!” strillò ad un certo punto la ragazzina, massaggiandosi il
palmo della mano.
“Sei
una peste!” dichiarò Caroline con
espressione indignata, dando al bambino uno scappellotto sulla nuca.
“Ahi!” si lamentò il piccolo Jeremy,
prima di mettersi nuovamente a tossire. “Mi hai picchiato!” esclamò poi, con espressione improvvisamente offesa. Scalciò e si dimenò fino a quando
non riuscì a liberarsi almeno di Elena, mentre Bonnie e Caroline continuavano a
trattenerlo.
“Adesso
chiamo il telefono azzurro!” annunciò
il bambino, sforzandosi di strisciare sul tappeto per raggiungere il telefono
in cucina.
“Che
sta dicendo?” domandò una sbigottita Caroline, agganciandosi ai piedini scalzi
di Jeremy.
“Non lo
so, ma tu tienilo, adesso preparo lo sciroppo!” si raccomandò Elena, affrettandosi a versare un po’
del contenuto del flaconcino del cucchiaio. “Apri la bocca, Jer,
da bravo…” supplicò
il fratellino, avvicinando con mano tremante il cucchiaio al visetto del
piccolo Gilbert.
“Lasciatemi!
Lasciatemi!”
“Che cosa
sta succedendo qui?”
L’esclamazione
di Miranda li fece sobbalzare tutti e quattro. Jeremy approfittò del momento di
sorpresa per sgusciare via dalla presa delle bambine.
“Cercavamo di
fargli prendere lo sciroppo mamma!” tentò di spiegare Elena. Si sollevò da terra, subito
imitata dalle due amiche.
“E c’è
bisogno di fare tutta questa confusione per dare un cucchiaio di sciroppo a un
bambino?” domandò
la donna prima di lasciarsi sfuggire un sospiro, dandosi un’occhiata attorno.
“
Jeremy è un monello!” commentò
Bonnie in loro difesa, acquattandosi sul divano. Il bambino le fece la
linguaccia e corse a rifugiarsi dall’altra parte del soggiorno.
“Lo so
che è un monello, ma avreste potuto chiamarmi al posto di combinare un
pasticcio simile. Sicure che il vostro intento non fosse quello di torturarlo,
uh?” chiese ancora Miranda. Prese posto sul divano e si
passò con aria stanca una mano sul volto. Le tre bambine si scambiarono
occhiate perplesse.
“Mamma,
noi vogliamo bene a Jeremy...” si
difese Elena, rivolgendole un’occhiata seria. “…è solo che ogni tanto è un po’…”
Cercò
aiuto con lo sguardo, ma né Caroline né Bonnie riuscirono a trovare l’aggettivo
adatto da affibbiare al piccolo Gilbert.
“…agitato?” propose Miranda, prima di
scoppiare a ridere; Elena
le salto in braccio, sorridente.
“Agitato,
sì!” confermò
Caroline, sedendosi accanto a loro.
“Agitato forse è anche un po’ pochino…” specificò Bonnie con aria
critica, raccogliendo il cucchiaino sporco dal tappeto per porgerlo a Miranda.
“Un momento…” lo sguardo della donna si
fece improvvisamente preoccupato. “… Dove è andato a cacciarsi, adesso?” domandò, depositando Elena a
terra e affrettandosi ad abbandonare il salotto. “Jeremy?”
“Aiuto! Aiuto!”
La
vocina del figlio confermò i suoi timori, non appena la donna mise piede in
corridoio.
“Jeremy!”
Quando
Miranda raggiunse la cucina trovò il suo secondogenito in piedi su
una sedia, intento a conversare al telefono.
“La mia
sorella cattiva vuole farmi prendere la medicina. Io non la voglio la
medicina!”
“Oh santo cielo…
Jeremy, vieni giù di lì!”
La
donna lo prese in braccio e gli sfilò il telefono dalle mani. “Chiedo scusa…”
farfugliò imbarazzata, allontanando le manine di Jeremy dal filo attorcigliato
del telefono. “…Mio figlio ha cinque anni e detesta dover prendere lo
sciroppo per la tosse. Mi sono allontanata un attimo e … Mi dispiace!” ripeté
ancora una volta ,prima di chiudere la chiamata.
“Oh oh!” commentò a quel punto il bimbo, nascondendo l’espressione tratteggiata sul
suo volto nella felpa della madre.
“…Beh?” domandò Miranda con aria
severa, inarcando pericolosamente un sopracciglio. “Hai intenzione di chiedere
scusa a me e alle bambine o vuoi essere mandato a letto senza cena?”
Jeremy
valutò la proposta con aria pensierosa, esaminandosi attentamente le manine.
“Mamy…” mormorò infine prima di
tossire ancora ,sotto lo sguardo preoccupato della donna. “Mamy, se salto
la cena, vuol dire che salto anche lo sciroppo?”
Note dell’autrice.
È forse la cosa più stupida che abbia mai scritto. Da piccola minacciavo spesso i miei genitori di chiamare il Telefono Azzurro ogni volta che mi riprendevano e immagino di non essere la sola. Ovviamente il telefono Azzurro negli Stati Uniti si chiama diversamente (“ Kids on line”), ma suonava male e avevo paura che non si capisse, perciò ho lasciato perdere e ho deciso di inserirlo comunque in italiano nella speranza che non risulti troppo forzato o fuori luogo. Con Jeremy in versione “monello” avevate già fatto amicizia in “Bonded
” e mi sono divertita un sacco a riprenderlo, perché adoro immaginarlo in queste vesti. Adesso posso metterlo a nanna nell’asilo assieme ai suoi compagni di gioco (li trovate tutti qui, dai piccoli Salvatore ai baby Originari).Spero
che le mie sparate non vi abbiano spaventato più di tanto.
Un
abbraccio
Laura