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Autore: Kary91    24/07/2011    14 recensioni
“Non è vero, non ci sono i marsh-mallows!” ribattè infine Jeremy accasciandosi a terra e portandosi le braccia al petto con aria imbronciata.“C’è la medicina ed è cattiva e io non la voglio. Bevitela tu!”
“…Ma sentitelo come parla il nanetto!”
commentò Bonnie, stupita, mentre le due amiche stavano incominciando a perdere la pazienza.
“Jer, guarda che lo sciroppo ti fa bene. Vuoi continuare a tossire fino a quando non diventi grande?”
Domandò Caroline con pazienza appoggiando l’orecchio al legno della porta.
“Io non voglio diventare grande! Poi divento stupido come voi!”
Genere: Comico, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Bonnie Bennett, Caroline Forbes, Elena Gilbert, Jeremy Gilbert, Miranda Gilbert
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'How far we've come.'
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Scritta per il TVG!Fest con prompt child!Bonnie/child!Caroline/child!Elena/child!Jeremy -“Convincere Jeremy a prendere lo sciroppo per la tosse”.

Non ha nemmeno senso quindi Mary, ti prego, perdonami >.<

 

Catch that kid!

Jeremy, esci di !”

Elena bussò con insistenza alla porta del bagno sotto lo sguardo inquieto di Bonnie e Caroline.

“Uh uh!” si limitò a rispondere il fratellino, per nulla intenzionato a darle ascolto.

Caroline sbuffò; sia lei che Bonnie incominciarono a battere le nocche contro il legno, imitando l‘amica.

“…Dai, Jeremy!” lo supplicarono in coro, continuando a bussare.

“No che non esco!”

La vocina impertinente di Jeremy venne stroncata da un paio di colpi di tosse. Elena scoccò un’occhiata indecisa a Bonnie e prese a sbirciare dal buco della serratura. “Guarda che se non vieni fuori i marshmallow ce li mangiamo tutti noi!” rimbeccò il fratello, rigirandosi il flaconcino dello sciroppo fra le mani.

Un silenzio innaturale si sollevò nel corridoio.

“Non è vero, non ci sono i marshmallow!” ribatté infine Jeremy. Si acquattò a terra e si mise a braccia conserte, con espressione imbronciata. “C’è la medicina ed è cattiva, e io non la voglio: bevitela tu!”

“…Ma sentitelo come parla, il nanetto!” commentò Bonnie con stupore: lei ed Elena stavano incominciando ad innervosirsi.

Jer, guarda che lo sciroppo ti fa bene! Vuoi continuare a tossire fino a quando non diventi grande?”  domandò Caroline con pazienza, appoggiando l’orecchio alla porta.

“Io non voglio diventare grande! Poi divento stupido come voi!” ribatté il bambino, dando una manata al legno. Caroline trasalì e si scostò immediatamente.

“Tu! Piccolo mostro senza denti, vieni qui se hai il coraggio!” strillò indignata, tentando di costringersi a non avventarsi contro la porta. Jeremy non rispose, ma si lasciò sfuggire un secondo attacco di colpi di tosse.

“Esci subito fuori o dico alla mamma che sei stato tu a buttare il cappello dello zio John nella vasca dei pesciolini!” Lo minacciò Elena, ormai in preda all’esasperazione.

“Così non funziona…” commento invece Bonnie; la bambina scosse  il capo con aria grave.

“Dobbiamo inventarci qualcos…”

La porta del bagno si aprì di scatto. Elena, Bonnie e Caroline furono costrette a chinare lo sguardo per individuare il faccino vispo del piccolo Jeremy: il bambino sorrideva con le mani appoggiate sui fianchi.

 “Venitemi a prendere se ci riuscite!” cinguettò, prima di far loro la pernacchia e di fiondarsi rapido verso il corridoio, spingendo malamente la sorella.

“JEREMY!”

L’esclamazione di Elena lo rincorse lungo le scale, mentre le tre bambine si sforzavano di stargli dietro.

“Non mi prendete! Non mi prendete!”  cantilenò il bambino, interrompendosi per tossire quando raggiunse il salotto. Veloce come un fulmine, corse a rannicchiarsi dietro al divano. Jeremy si schiacciò la mano sulla bocca per bloccare le risate e i colpi di tosse, nell’avvertire le voci sempre più vicine delle tre bambine.

“Jeremy, se non prendi lo sciroppo giuro che ti strappo tutti i disegni!” lo minacciò ancora Elena, acquattandosi sul tappeto per raggiungere il fratellino.

“Se lo fai io, io dico a Matt che lo ami!” rispose il bambino, scalciando in direzione della sorella.

“Non è vero che lo amo!”

Elena arrossì violentemente. Con l’aiuto di Bonnie e Caroline, si sforzava di tenere fermo Jeremy, sedendosi sulle sue gambe.

“Bon, aprigli la bocca!” strillò in fretta Caroline, mentre Elena svitava il tappo dello sciroppo. Bonnie eseguì, ma il piccolo sfuggì alla sua presa, continuando a ridere.

 “Sì che lo ami! E te lo vuoi sbaciucchiare tutto! SmackSmack! Che schifo!”  cantilenò il bambino, scuotendo il capo con forza per evitare le mani di Bonnie che cercavano di tenerlo fermo.

“Ahi! Ma sei matto? Elena, mi ha morso!” strillò ad un certo punto la ragazzina, massaggiandosi il palmo della mano.

“Sei una peste!” dichiarò  Caroline con espressione indignata, dando al bambino uno scappellotto sulla nuca.

“Ahi!” si lamentò il piccolo Jeremy, prima di mettersi nuovamente a tossire. “Mi hai picchiato!” esclamò poi, con espressione improvvisamente offesa. Scalciò e si dimenò fino a quando non riuscì a liberarsi almeno di Elena, mentre Bonnie e Caroline continuavano a trattenerlo.

“Adesso chiamo il telefono azzurro!” annunciò il bambino, sforzandosi di strisciare sul tappeto per raggiungere il telefono in cucina.

“Che sta dicendo?” domandò una sbigottita Caroline, agganciandosi ai piedini scalzi di Jeremy.

“Non lo so, ma tu tienilo, adesso preparo lo sciroppo!” si raccomandò Elena, affrettandosi a versare un po’ del contenuto del flaconcino del cucchiaio. “Apri la bocca, Jer, da bravo…” supplicò il fratellino, avvicinando con mano tremante il cucchiaio al visetto del piccolo Gilbert.

“Lasciatemi! Lasciatemi!”

“Che cosa sta succedendo qui?”

L’esclamazione di Miranda li fece sobbalzare tutti e quattro. Jeremy approfittò del momento di sorpresa per sgusciare via dalla presa delle bambine.

“Cercavamo di fargli prendere lo sciroppo mamma!” tentò di spiegare Elena. Si sollevò da terra, subito imitata dalle due amiche.

“E c’è bisogno di fare tutta questa confusione per dare un cucchiaio di sciroppo a un bambino?” domandò la donna prima di lasciarsi sfuggire un sospiro, dandosi un’occhiata attorno.

“ Jeremy è un monello!” commentò Bonnie in loro difesa, acquattandosi sul divano. Il bambino le fece la linguaccia e corse a rifugiarsi dall’altra parte del soggiorno.

“Lo so che è un monello, ma avreste potuto chiamarmi al posto di combinare un pasticcio simile. Sicure che il vostro intento non fosse quello di torturarlo, uh?” chiese ancora Miranda. Prese posto sul divano e si passò con aria stanca una mano sul volto. Le tre bambine si scambiarono occhiate perplesse.

“Mamma, noi vogliamo bene a Jeremy...” si difese Elena, rivolgendole un’occhiata seria. “…è solo che ogni tanto è un po’…”

Cercò aiuto con lo sguardo, ma né Caroline né Bonnie riuscirono a trovare l’aggettivo adatto da affibbiare al piccolo Gilbert.

 “…agitato?” propose Miranda, prima di scoppiare a ridere; Elena le salto in braccio, sorridente.

“Agitato, sì!” confermò Caroline, sedendosi accanto a loro.

Agitato forse è anche un po’ pochino…” specificò Bonnie con aria critica, raccogliendo il cucchiaino sporco dal tappeto per porgerlo a Miranda.

“Un momento…” lo sguardo della donna si fece improvvisamente preoccupato. “… Dove è andato a cacciarsi, adesso?” domandò, depositando Elena a terra e affrettandosi ad abbandonare il salotto. “Jeremy?”

“Aiuto! Aiuto!”

La vocina del figlio confermò i suoi timori, non appena la donna mise piede in corridoio.

“Jeremy!”

Quando Miranda raggiunse la cucina trovò il suo secondogenito in piedi su una sedia, intento a conversare al telefono.

“La mia sorella cattiva vuole farmi prendere la medicina. Io non la voglio la medicina!”

“Oh santo cielo… Jeremy, vieni giù di lì!”

La donna lo prese in braccio e gli sfilò il telefono dalle mani. “Chiedo scusa…” farfugliò imbarazzata, allontanando le manine di Jeremy dal filo attorcigliato del telefono. “…Mio figlio ha cinque anni e detesta dover prendere lo sciroppo per la tosse. Mi sono allontanata un attimo e … Mi dispiace!” ripeté ancora una volta ,prima di chiudere la chiamata.

“Oh oh!” commentò a quel punto il bimbo, nascondendo l’espressione tratteggiata sul suo volto nella felpa della madre.

“…Beh?” domandò Miranda con aria severa, inarcando pericolosamente un sopracciglio. “Hai intenzione di chiedere scusa a me e alle bambine o vuoi essere mandato a letto senza cena?”

Jeremy valutò la proposta con aria pensierosa, esaminandosi attentamente le manine.

“Mamy…” mormorò infine prima di tossire ancora ,sotto lo sguardo preoccupato della donna.  “Mamy, se salto la cena, vuol dire che salto anche lo sciroppo?”

Note dell’autrice.

È forse la cosa più stupida che abbia mai scritto. Da piccola minacciavo spesso i miei genitori di chiamare il Telefono Azzurro ogni volta che mi riprendevano e immagino di non essere la sola. Ovviamente il telefono Azzurro negli Stati Uniti si chiama diversamente (“ Kids on line”), ma suonava male e avevo paura che non si capisse, perciò ho lasciato perdere e ho deciso di inserirlo comunque in italiano nella speranza che non risulti troppo forzato o fuori luogo. Con Jeremy in versione “monello” avevate già fatto amicizia in “Bonded

” e mi sono divertita un sacco a riprenderlo, perché adoro immaginarlo in queste vesti. Adesso posso metterlo a nanna nell’asilo assieme ai suoi compagni di gioco (li trovate tutti qui, dai piccoli Salvatore ai baby Originari).

Spero che le mie sparate non vi abbiano spaventato più di tanto.

Un abbraccio

Laura

 

 

   
 
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