Sotto l’ombrellone
E' una bella giornata di sole.
O almeno, lo è finora.
Perché da stamattina, verso est, il cielo è offuscato da certi nuvoloni grigi che fanno presagire pioggia, anche se non è ancora caduta nemmeno una gocciolina di acqua.
C'è vento.
Ma non è un vento fastidioso, è sopportabile. Uno di quei venti burloni che si accontentano di scompigliarti i capelli, quasi affettuosamente, come può fare un amico, un genitore o una nonna.
La sabbia è candida, chiarissima.
Mai vista sabbia più bianca in vita mia.
È calda, ma non eccessivamente. Se con i piedi la si sposta un po', diventa umida.
Il mare... E' incredibile.
E' come diviso in tre zone, ognuna con un proprio colore: verde, turchese e blu più al largo.
Peccato solo che sia abbastanza mosso e l'acqua sia gelida.
Ma, nonostante ciò, parecchia gente è immersa e fa il bagno, con qualche gridolino, sì, ma decisa ugualmente a bagnarsi.
Chi, invece, ha deciso di restare all'asciutto, si impegna in altra maniera.
C'è chi gioca a carte, chi legge, chi parla e chi ascolta, chi si guarda intorno, chi negozia con i venditori ambulanti, chi ride, chi gioca, chi costruisce castelli di sabbia che non dureranno oltre la prossima onda lunga con i propri figli, chi scatta foto, chi mangia, chi dorme, chi parla al telefono e chi, addirittura, ammira sognate il bagnino che, appollaiato sulla sua torretta in alto, scruta la distesa azzurra per evitare il succedere di qualcosa.
E poi ci sono io, stesa sotto il mio ombrellone arancio e magenta, intenta ad osservare tutto e tutti, in ogni singolo gesto.
Ma non certo per curiosità, no, no.
Solo per riuscire a fissarli bene nella mente nel tentativo di ricordare una bella giornata al mare.