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Autore: Aine Walsh    25/07/2011    5 recensioni
Dopo pochi minuti passati a vagare velocemente tra le numerose lapidi scrutandone bene il nome incisovi sopra, l’uomo trovò ciò che cercava; quindi, si accovacciò accanto a quella fredda pietra biancastra e sussurrò piano: «Matthew O’Neil. Non potevano trovarti nome più diverso, eh, amico?».
Genere: Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Paul McCartney
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Gratitude

 
Era il crepuscolo. La sera iniziava a calare sul grande cimitero londinese.
Una sera fredda, ventosa; una tipica sera di Gennaio a Londra. Buia, gelida, sempre silenziosa all’inverosimile, tranne quando il vento prendeva a soffiare forte, ululando quasi, facendo accapponare la pelle alle poche persone che si trattenevano in giro per la città.
Di fatto, l’uomo, l’unico che errava ancora in quel calmo dormitorio, fatta eccezione che per il solo custode, si strinse maggiormente nel lungo cappotto nero che indossava.
L’anziano custode, vista l’ora tarda, aveva in un primo momento negato l’accesso al visitatore, ma, non appena lo vide in volto, balbettò delle scuse imbarazzate e gli permise di entrare, anche se solo per un quarto d’ora.
Dopo pochi minuti passati a vagare velocemente tra le numerose lapidi scrutandone bene il nome incisovi sopra, l’uomo trovò ciò che cercava; quindi, si accovacciò accanto a quella fredda pietra biancastra e sussurrò piano: «Matthew O’Neil. Non potevano trovarti nome più diverso, eh, amico?».
Proprio sotto il nome erano incise due date: 21/06/1942 e 09/11/1966.
L’uomo stette un po’ in silenzio, con gli occhi fissi al crepuscolo davanti a sé e la mano sinistra poggiata sulla lapide, prima di mormorare ancora: «Lo so, sono stato fortunato. Molto fortunato. Scommetto che mi starai odiando, non è vero? Però non è colpa mia. Sono stati loro. Ma non devi incolparli! L’hanno fatto per te, per mantenerti vivo. Immagina come l’avrebbe presa il resto del mondo… Io, dal canto mio, non farò mai nulla per screditarti o metterti in cattiva luce, te lo prometto. Mi eri simpatico, del resto», si interruppe bruscamente, sentendosi essere chiamato dal custode che gli chiedeva cortesemente di andare via.
«Arrivo subito – rispose di rimando. Poi, rivolto alla pietra muta, continuò – La gente ti ricorderà per sempre. Ci ricorderà per sempre. Io sono te, adesso. Sii felice e non arrabbiarti; sono molto dispiaciuto per quello che ti è successo».
E, detto ciò, passò una mano sulla lapide, come per accarezzarla, si tirò in piedi e, con un mezzo sorriso impresso sul volto, aggiunse: «E, Paul, grazie di essere morto».


Like walking into a dream...
(angolo autrice, per intenderci)

Salve salvino! :D
Spulciavo un po' tra i file del mio caro (si fa per dire) pc, quando mi sono imbattuta in questo... Ho controllato, ed ho visto che non l'avevo ancora pubblicata, motivo per cui (per la sfortuna di chi l'avrà letta) lo faccio adesso.
Non credo nel PID, anche se questa è la seconda volta che scrivo qualcosa al riguardo, e non lo farò mai, mai e poi mai.
Però devo dire che mi ispira parecchio, questo sì.
Comunque, spero di non aver offeso nessuno, tantomeno il povero Paul che deve sorbirsi questa leggenda dall'alba dei tempi...

Grazie a chiunque leggerà questa storia ;D

Vostra Alan
  
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