Un
vecchio errore vuole inseguirmi
E incatenarmi e trascinarmi lì
davanti
Ad ogni specchio per dirmi: “guardati”
Io
non mi guardo, giro lo sguardo
La so a memoria fin troppo questa
storia
(Un vecchio errore, Paolo Conte)
Il tuo cuore di pietra di sangue
L'hai venduto per pochi denari
Per un pugno di polvere d'oro
Hai tradito gli amici di ieri
La sorella che piangeva
Nella cella d'un convento
La sentivi nella notte
Ma non eri più capace
Di pentirti
Di capire
Di tornare sui tuoi passi
Come un tempo
Di salvare quel sorriso
Sulle labbra della bimba
Che tenevi tra le braccia
Da ragazzo
E ti arrendevi
E hai dato il suo nome a tua figlia
Illudendoti che bastasse
E subivi l'arroganza
Degli sguardi
Della Rivoluzionaria
La fiammiferaia slava
Con il sangue sui capelli e sulle mani
Non credeva a una parola
Delle cose che giuravi
Era tua la mano che stringeva il coltello
Di quel ragazzo troppo amato
La cicatrice che aveva sul collo
Lacerante più del taglio, ricordava
E leggevi nei suoi occhi
Quelle frasi, quell'orrore
Il terrore di una vita
I sussurri della notte
Stretta a chi l'avrebbe difesa
E si difendeva da sola, lei
Con la neve sciolta
Di un inverno finito
Le poesie, le foglie
Dell'autunno inoltrato
Non aveva paura di guardarti
Non ancora, non così
Difendeva la giustizia
Col fiato che le rimaneva
I sorrisi tristi di periferia
Era lei che li inventava
E se la guardavi, poi,
Rincasare all'imbrunire
Se cercavi i suoi occhi
Il blu sfumava nel grigio,
Ancora,
Ma non mancava un passo
Continuava la sua strada
Esibendo sul suo viso
Un sorriso sfrontato
Scuotevi la testa
"Sciocca"
E fermavi con la forza
I battiti lenti del tuo cuore
"Tornassimo indietro,
Lo rifarei"
Ma a rivivere quel giorno, forse
Il pugnale del giovane greco
Nella tua gola l'avresti affondato
E cercavi tra le ombre
Gli occhi chiari del fratello
Di cui avevi fermato i passi
Sui gradini di casa
Con un colpo di pistola
Che sentivi nei tuoi sogni
Poco prima di svegliarti
E quella sorella fuggita
Per non sentire la tua mano
Sulla maniglia della porta
Ogni volta che tornavi
La vedevi nei ricordi
Ma distoglieva lo sguardo
E tua moglie l'hai sposata
Per inganno
Per illusione
Non è vero, le vuoi bene
Ma è quel bene che fa male
Che ti grida dentro al cuore
"Non è giusto, non è giusto"
Ma tu questo lo sapevi
Lo sapevi dall'inizio
Eppure non ti sei fermato
Torna il giorno in cui firmasti
Il patto con gli Egiziani
Grida ancora la tua voce
Dalla prua della nave
Tutti quei bambini greci
Ora schiavi
Ora soldati
Hai paura, è la prima volta
Ora l'hai visto
Il tuo cuore in catene
E adesso, Stephen,
Non sai ancora come dire
A tua figlia
Che nella vita
Puoi perdere, puoi morire,
Ma il cuore te lo devi tenere caro
Note
E questo è Stephen, Stephen Chantefleur.
Che sbaglia e sbaglia ancora.
Che forse cambierà.
Che forse la strada del suo cuore la ricorda, chi lo sa.
Alla prossima! ;)
Marty