Let's start over again...
È
così stanca, ormai. Esausta.
Il sentiero che l'ha portata
fin qui è stato ispido, tortuoso e solitario.
Tanto da
farle prendere in considerazione più volte l'idea di
rinunciare. Tanto da chiedersi perché non spararsi un colpo in
testa. O accoltellarsi.
Eppure non l'ha fatto. Non poteva farlo.
Non stava combattendo soltanto per se stessa, ma anche per i suoi
figli. Per suo marito, Dom, che ora l'osserva come se fosse lei ad
avere perso il senno.
Si ricrederà, quando ricominceranno
tutto da capo.
Ne sarà valsa la pena, si ripete, prima di
lasciarsi cadere nel vuoto.
Why can't we start it over again?
Era
partito per Los Angeles con un'idea ben precisa di come si sarebbe
svolto il funerale del padre.
S'era immaginato l'ipocrita elogio
funebre, le vuote parole di conforto che gli avrebbero offerto. Loro
che neanche conoscevano Maurice Fischer; gente che avrebbe volentieri
preso a badilate.
Aveva visto se stesso, impettito ed
imperturbabile accanto al tumulo. Supponeva si sarebbe sentito
sollevato, allontanandosene, a fine giornata.
Quanto s'era
sbagliato: le lacrime scendevano copiose sulle sue guance e non c'era
sollievo nell'estremo saluto a quell'uomo. Soltanto rimpianto.
Per
aver cercato di essere una sua pallida imitazione. Per non aver
cercato di costruire nulla con le proprie mani, finora. Per averlo
deluso e non essersi nemmeno potuto scusare.
Posò la
girandola sulla tomba, mormorando un tardivo – nonché
inutile – 'Mi dispiace'
Perché non potevano
ricominciare tutto da capo?
Just let us start it over again
Ne
era uscita viva.
Ne era uscita con un compenso vertiginoso, che le
avrebbe consentito di vivere di rendita finché non avesse
aperto il proprio studio d'architettura.
Il buon senso le diceva
che avrebbe dovuto accontentarsi. Che era più di quanto
avrebbe potuto anche solo sognare sei mesi fa.
Avrebbe voluto
riuscirci. Davvero. Non provare più quell'immenso senso di
vuoto, ogni volta che osservava l'immutabilità di ciò
che la circondava.
Se solo le fosse stata concessa un’altra
occasione…
And we'll be good
Quest'anno
non siamo stati tanto bravi, ma l'anno prossimo lo saremo di sicuro.
Mangeremo le verdure e andremo a dormire presto senza capricci.
Faremo tutti i compiti e non c'inventeremo più scuse per non
andare a scuola quando non ne abbiamo voglia.
Io te lo posso
garantire e James me l'ha promesso e magari lui è un gran
rompiscatole come tutti i fratelli ed anche un piagnucolone ma quando
fa una promessa la mantiene...
Perciò, se proprio non
puoi ridarci la mamma almeno fa tornare il nostro papà. Lui fa
delle cose che non sono tanto buone, come dire le bugie, ma non è
un cattivo. Non ha fatto del male alla mamma. Io non ci credo e non
ci crede nemmeno James o il nonno. Nonna sì e a volte mi
verrebbe da darle un calcio per questo... Però sarò più
paziente anche con lei, davvero.
Forse ti abbiamo mandato la
letterina troppo tardi, caro Babbo. Forse non ce lo meritavamo, anche
perché abbiamo creduto a papà che diceva che non
esistevi. Te l'ho detto che dice le bugie, no?
Noi però gli
vogliamo bene lo stesso e vogliamo che torni a casa.
Stai a vedere
che ce lo meriteremo, il suo ritorno.
Saremo bravi.
This time we'll get it, get it right
Si
è trattato senz'altro di un brutto sogno. Di un promemoria del
suo subconscio.
Messo lì giusto per ricordargli, nel
peggior modo possibile, che potrebbe non avere infinite occasioni per
farsi chiarirsi vicendevolmente.
Lo farebbe già ora, ma
Eames non gli rende le cose facili. Fa il prezioso, lui. Non si fa
trovare. Né in casa né sul cellulare.
Si trova
quindi costretto a rimandare. Ad attenderlo, convinto che tornerà.
Perché mai non dovrebbe tornare?
No, non c'è
stata alcuna rissa tra ubriachi finita con una bottiglia conficcata
nell'addome di un lurido baro – e con tutti i nemici che si
erano fatti in anni di onorata carriera, c'erano
sicuramente modi più dignitosi di farsi ammazzare, suvvia! -
ed Arthur non è uscito dal bar soltanto per trovarlo
agonizzante sul marciapiede. Non l'ha sentito irrigidirsi fra le sue
braccia. Non ha poggiato le labbra sulla sua fronte, rabbrividendo
nell'accorgersi quanto la pelle fosse fredda.
No, nulla di tutto
questo è mai successo.
Da un momento all'altro aprirà
quella porta ed Arthur gli si getterà al collo e chi se ne
importa se è una scena da commediola romantica di
quart'ordine.
Avranno un'altra occasione e questa volta... Questa
volta non sbaglieranno.
It's the last chance to forgive ourselves
"Devo
tornare dai miei figli, il resto non conta." Si
dice Cobb, mettendo a tacere la propria coscienza. Il senso di colpa
è un lusso che non può permettersi, ora.
"Ho
bisogno di soldi per il mio laboratorio. Per i miei sognatori."
Si
ripete Yusuf, trovando piuttosto soddisfacente l'accordo preso con
Cobb. Tutti gli uomini hanno un prezzo, nel loro campo, quindi perché
mai dovrebbe farsi degli scrupoli proprio lui?
Non
sono perfetto, benché voi vogliate crederlo perché vi
fa comodo. Anche io posso sbagliare. Si
giustifica così Arthur, dimenticando per un attimo le proprie
responsabilità. Potrà anche essere colpa sua, lo sarà
sicuramente, ma non è che additargli l'errore commesso ripari
la situazione.
"Se
qualcuno m'avesse detto che quel mentecatto mi mandava al macello, me
ne sarei restato a Mombasa." Prova
ad illudersi Eames, ricordando poi di aver sempre saputo che sarebbe
finita così. Senza che ciò lo facesse desistere, perché
per assistere ad un innesto valeva la pena rischiare la pelle,
no?
"Sto
salvando il mondo da un monopolio energetico." Ama
pensare Saito, cercando di ammantare di nobiltà le proprie
azioni. Gli piace pensare di agire per un 'bene superiore'.
"Come
posso voltar loro le spalle?" Si
chiede Ariadne, ignorando quelle voci che le dicono che in fondo
quegli uomini sono perfetti sconosciuti – criminali - e certo
non valgono il rischio che correrebbe...
"Sarò
il figlio che avresti voluto, papà." Si
rammarica Fischer, intuendo solo ora le vere intenzioni del padre.
Quasi avesse avuto una rivelazione onirica. "Anche
se non posso dirmi dispiaciuto che tu sia morto..."
"Non
ci sarà redenzione. Per nessuno di noi."
Constata tristemente Mal, prima che l'ultima lacrima solchi il suo
viso. "Abbiamo
perso l'ultima occasione di perdonare noi stessi."