Anime & Manga > Tengen Toppa Gurren Lagann
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Autore: Hisa94    25/07/2011    1 recensioni
« Don... Don... E mi dicono, Dormi!
Mi cantano, Dormi! Sussurrano,
Dormi! Bisbigliano, Dormi!
Là, voci di tenebra azzurra...
Mi sembrano canti di culla,
che fanno ch'io torni com'era...
sentivo mia madre... poi nulla...
sul far della sera.. »
// Ispirata dai bellissimi versi di Giovanni Pascoli.
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kamina
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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La mia sera

 

« Il giorno fu pieno di lampi;
ma ora verranno le stelle,
le tacite stelle. Nei campi
c'è un breve gre gre di ranelle.
Le tremule foglie dei pioppi
trascorre una gioia leggera.
Nel giorno, che lampi! Che scoppi!
Che pace, la sera! »

 

Ti avevano mai parlato degli ultimi istanti di vita di un uomo, dei suoni sempre più lontani, le urla e le voci come appartenenti ad un altro universo?
E’ stata una lunga giornata, lampi e scoppi l’hanno riempita, urla e rumori hanno squarciato il silenzio della tranquilla valle rocciosa, luogo dove risiedono i vulcani capaci di emetter la lava, quella bollente materia tanto simile a te. Hai deciso di liberarti dalle catene in cui eri imprigionato, di giunger fino alla superficie scorta da bambino in compagnia di tuo padre. Oh, tuo padre... Chissà se un tuo pensiero lo tocca, sfiora la sua memoria e la scheletrica salma rinvenuta tempo addietro. Non ha fatto molta strada, forse in cuor tuo ancor speravi fosse vivo, forse no. Si socchiudono le palpebre, si china appena il capo in avanti. Fa male quella ferita, fa male, il dolore invade la tua mente, l’offusca, donando comunque ad essa la possibilità ancor di pensare, di ordinar agli occhi di alzarsi allo scuro cielo. Poche son le stelle, scure nubi iniziano or a coprirle.
Forse il cielo, con gli altri, piangerà la tua scomparsa.

 

« Si devono aprire le stelle
nel cielo sì tenero e vivo.
Là, presso le allegre ranelle,
singhiozza monotono un rivo.
Di tutto quel cupo tumulto,
di tutta quell'aspra bufera,
non resta che un dolce singulto
nell'umida sera. »

 

Si devono mostrare le stelle, vuoi vederle, argentei puntini accanto alla luna.
La natura non vuole però realizzare questo tuo ultimo desiderio, si scurisce sempre di più il cielo, afflitto dal dolore manifesta la sua tristezza. Hai combattuto fino all’ultimo, li hai salvati tutti, come potrebbe rimaner la volta celeste impassibile a ciò?
Finalmente è giunta la sera, quel duro dì si è concluso, non nel migliore dei modi. Tu sai che i tuoi amici son forti, non ti preoccupi di lasciarli soli, se la caveranno. Simon li guiderà, il vero spirito della brigata potrà brillar di luce propria dopo la tua scomparsa. Un sorriso appena accennato incurva le tue belle labbra, ignori l’odore di sangue che invade la cabina di Gurren. Caldo. Il tuo.
Loro ce la faranno, fino all’ultimo li hai aiutati, hai fatto tutto quel che hai potuto. E per  questo sempre ti ricorderanno, mai verrà dimenticato il primo leader della brigata, colui che ha sostenuto quella folle impresa.
Non restano che quelle lontane voci nell’umida sera, ti chiamano, troppo lontane per esser udite. Simon si rivolge a te, distante è la sua voce.

 

« È, quella infinita tempesta,
finita in un rivo canoro.
Dei fulmini fragili restano
cirri di porpora e d'oro.
O stanco dolore, riposa!
La nube del giorno più nera
fu quella che vedo più rosa
nell'ultima sera. »

 

Tutto è finito, vivranno meglio i tuoi compagni sulla nuova base conquistata, li stai lasciando dopo averli aiutati per l’ultima volta. Sorridi, non hai paura di ciò a cui stai andando incontro, un dì li rivedrai tutti, ne sei certo. Nel frattempo vivrai nei loro cuori, questo non è un addio, ciò nonostante la tua mente pensi il contrario.
Un arrivederci, è giusto definirlo così.
Scura è giunta l’ultima sera, il cielo è sempre più nuvoloso e nero, presto pioverà. Nessuno piangerà da solo, né i tuoi compagni, né la volta celeste. Nessuno potrà evitar di sentir del dolore nel proprio petto,.
Si indebolisce la presa delle mani sulle leve capaci di muover il grande Gurren, non le lasci però, le trattieni. In realtà non vuoi andare, il tuo cuore non mente, non vuoi lasciarli. L’ora però è giunta, sempre più debole è il respiro ed il battito del cuore. Sempre di meno son gli istanti che ti rimangono. Ed il cielo inizia a piangere.

 

« Che voli di rondini intorno!
Che gridi nell'aria serena!
La fame del povero giorno
prolunga la garrula cena. »

 

Una, due, tre lacrime rigano ora la facciata del robot in cui ancora siedi, le vedi scender lente, brillanti alla tenue luce della calma sera. Spariti sono i rumori che han invaso l’aria durante il giorno, tornata è la quiete nel luogo. Non però nei cuori dei tuoi compagni.
Lo senti? Ti sta ancora chiamando, ora con voce più alta. Rimbomba nella tua mente quel nome, “Aniki”, qualcuno che davvero ti ha voluto bene desidera che tu rimanga, così come l’ancor silenziosa Yoko.
Alla fine ce l’hai fatta, guarda quanti amici, quante anime così strettamente legate alla tua. Lasciarle creerà un grande vuoto dentro di loro, forse lo sai, forse semplicemente non vi pensi, concentrato a contemplar il pianto del cielo, sempre più intenso. Un vuoto, sì, un qualcosa che li farà crescere, che li farà giunger fino alla vittoria senza mai arrendersi.
Ce l’hai fatta, hai raggiunto il tuo obiettivo, finalmente puoi riposare. In pace.

 

« La parte, sì piccola, i nidi
nel giorno non l'ebbero intera.
Né io... e che voli, che gridi,
mia limpida sera! »

 

Sempre più lontano risuona quel nome nella tua mente, com’è bizzarra la sensazione che provi, le membra ogni istante più deboli. Sorridi ancora, non morirai con un’espressione triste o spaventata. Si serrano le palpebre, attendi la mesta signora, ti concentri sulla voce che bassa senti. Apri le labbra, desideri dire un’ultima cosa, salutar i tuoi amici prima dell’eterno sonno.

« Addio, compagni. »

Un sussurro si perde nell’aria, vien in parte coperto dalla pioggia che, ormai battente, bagna il tuo robot, colui che ti è stato a fianco in molte battaglie, così come gli altri. Manca poco, manca poco alla pace eterna, allo scorger la mai vecchia dimora in cui vivrai.
Scorgi tuo padre vestito di bianco, avvolto di luce ti attende, allargando le forti braccia.

 

« Don... Don... E mi dicono, Dormi!
Mi cantano, Dormi! Sussurrano,
Dormi! Bisbigliano, Dormi!
Là, voci di tenebra azzurra...
Mi sembrano canti di culla,
che fanno ch'io torni com'era...
sentivo mia madre... poi nulla...
sul far della sera.. »

 

Luce. Dormi, oh Eroe, riposa inerme in mezzo alle grida che sconvolgono l’aria, lontane voci.
Sorridente e sicuro te ne vai, brillante ti mostri nell’ultima sera nera.

 

~ The End ~
 

// Sperando vi sia piaciuta... si aspettano commenti xP
Alla prossima
Hisa94 <3

  
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