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Autore: _eco    26/07/2011    10 recensioni
{Spencer Hastings - Marzo 2001
“Avevo sette anni. Mia sorella Melissa e io avevamo litigato e i miei si erano schierati con lei..."
Genere: Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Nessuno se ne accorse

 

“Ti riporta via,
come la marea,
la felicità”
By La Bella e la Bestia, Gino Paoli e Amanda Sandrelli.

 
“- Avevo sette anni. Mia sorella Melissa e io avevamo litigato e i miei si erano schierati con lei -
 
<< Sei la sorella più cattiva che io abbia mai conosciuto! >>, gridò Spencer con tutta la rabbia che conservava in corpo.
<< Non è vero! Sei tu quella cattiva e dispettosa. Se la spazzola è mia è mia! >>, stridulò Melissa, spazzolandosi i capelli con il nuovo accessorio rosa confetto.
<< Io volevo solo provarla. Tu li provi i miei nuovi giocattoli >>, disse la più piccola, mentre sul viso si dipingeva un’espressione delusa.
<< Sono giocattoli per bambini: li provo solo per farti piacere >>, chiarì la maggiore, dandosi l’aria di chi sente importante.
<< No, non è vero! >>, replicò ferita la piccola Spencer, stropicciandosi gli occhi con le nocche.
<< Cosa succede qui? >>, s’intromise Veronica Hastings, sbucando dal bagno con un nuovo accappatoio verde mela.
Melissa lanciò uno sguardo di sfida alla sorella minore e cominciò a parlare: non importava ciò che avrebbe detto, ma in casa Hastings, chi parlava per primo aveva sempre ragione. Per questo, Spencer si rannicchiò contro la parete rassegnata alla sua bella punizione.
<< Spencer, quante volte ti ho detto che non devi toccare le cose di tua sorella? >>, la richiamò la madre, muovendo le mani a sferzare l’aria.
<< Ma io…>>, balbettò la bambina, mettendosi le mani davanti la faccia.
Gli schiaffi della mamma facevano male.
<<…volevo solo provarla >>, concluse in un sussurro impercettibile.
<< Chiedile scusa >>, impose la donna, con le mani sui fianchi.
Era già piuttosto infastidita che le sue due figlie l’avessero disturbata poco prima di entrare nella vasca idromassaggio. Ricordò quasi con nostalgia l’aroma di rose fresche che invadeva il bagno e l’acqua schiumosa.
<< No, non voglio! >>, protestò Spencer incrociando le braccia sul magro petto.
<< Fallo! >>, sillabò la donna a denti stretti.
<< No! >>, strillò la bambina.
<< Allora non farti più vedere per il resto della giornata >>, abbaiò Veronica, ritornando al suo bagno.
Spencer uscì dalla stanza e trotterellò sulle scale, facendo dondolare il suo magro corpo di qua e di là.
<< Me ne vado via! >>, urlò dal piano di sotto, facendo una pernacchia verso le scale.
 
-E così io andai in cucina, mi feci un bel panino al tonno e scappai via-
 
La bambina entrò in cucina e con piacevole sorpresa si accorse che era vuota. Nell’aria aleggiava ancora l’odore del detersivo al limone.
Si avvicinò al piano cottura e arrivò sino ad una schiera di cassetti in ciliegio. Li aprì, dando vita ad una sorta di piccola scala per arrivare in cima. Si arrampicò con agilità su tutti i gradini-cassetto e scrutò attentamente gli sportelli di legno in cima al mobile. Allungò la schiena e le braccia pur di poter arrivare a quello centrale ed aprirlo.
Un pomeriggio invernale aveva scoperto Peter Hastings, suo padre, frugare in quel mobiletto ed estrarre un grasso mazzo di banconote.
Ed eccole là, quelle banconote che riempivano metà del cassetto, appena dopo la scatola di cereali. Spencer estrasse una carta da venti e se la mise in tasca. Poi ridiscese e il suo sguardo si posò su un panino mangiucchiato per metà posto sul tavolo: era ciò che rimaneva del recente pranzo.
Lo afferrò, intristendosi un po’ nel constatare quanto fosse diventato duro in così poco tempo. Aprì un grande mobiletto in basso e afferrò la prima cosa che riuscì ad attirare la sua attenzione: una scatoletta di alluminio su cui troneggiava l’immagine di un pesce rosa chiaro con due grandi occhi blu. La aprì con un solo gesto e lasciò sgocciolare il contenuto sul lavandino.
Si tappò il naso, sorprendendosi di quanto potesse puzzare quella poltiglia compatta. Con un coltello spalmò alla meno peggio il suo tonno nel panino e lo chiuse.
<< Che fai? >>, irruppe una voce, facendola saltare per aria.
<< Un panino al tonno >>, rispose brusca la piccola Spencer, quando si accorse che si trattava di sua sorella.
<< Fa schifo il tonno >>, commentò stizzita la maggiore.
<< A me piace >>, affermò la più piccola, avvolgendo il suo magro pasto in un sottile foglio di carta stagnola.
<< Ecco perché sei scema >>, spiegò con ovvietà Melissa, cominciando a fare zapping sul divano.
Spencer scosse le spalle, tentando di scacciare via quelle parole pesanti che ogni giorno Melissa le rivolgeva. Nascose il suo panino in uno zainetto rosso e uscì di casa in punta di piedi.
 
-Dove sei andata? –
 
Cominciò a percorrere le strade che meglio conosceva, osservando con malinconia le case che si trovavano poco più in là dei marciapiedi.
C’era la vecchia e imponente casa dei DiLaurentis, quella piccola e insignificante dei Vanderwaal, quella sistematica dei Fields, quella fatiscente dei Cavanaugh, quella tutta bianca dei Marin e quella col tetto di legno dei Montgomery.
Si ritrovò davanti la sua scuola. Il cortile era deserto e risultava molto più triste di quando, la mattina, arrivava e si metteva  a giocare sull’altalena in attesa del suono della campanella.
 
 
-Al cinema. Ricordo ancora il film: c’era una principessa e poi tutti cantavano-
 
Decise che quel giorno, di scuola, non voleva saperne proprio niente e si voltò per cambiare strada. Entrò in un vicolo stretto dov’era stata altre poche volte con la sua famiglia. Ricordava la strada a memoria di lì al cinema: svolta a destra, tira dritto, svolta a sinistra.
E così, la fatiscente insegna del cinema le si parò davanti agli occhi. La parola “cinema” era scritta a caratteri cubitali sopra l’edificio color biscotto e si illuminava ad intermittenza, sotto la fioca luce del sole che impediva di potersi accorgere sin da subito dell’effetto luminoso.
Aprì con fatica la porta vetrata del cinema e si precipitò alla biglietteria, sfilandosi dai jeans la banconota da venti. Il suo sguardo corse lungo le diverse locandine e fu attratto da quella un po’ arretrata della “Bella e la bestia”.
Lo davano come occasione speciale, e siccome Spencer aveva un bel ricordo di quel cartone animato, chiese un biglietto per poterlo vedere.
 
-Mi sentivo sola così tornai a casa dopo aver mangiato il mio panino al tonno-
 
 
La sala era buia e lo schermo aveva cominciato a proiettare le prime pubblicità. La bambina prese posto nell’ultima fila, e si rannicchiò sul sedile.
Arrivati a metà film, durante la pausa, cominciò a sgranocchiare il suo panino al tonno, ingurgitando a forza i bocconi più duri.
Si guardò intorno: era un sabato pomeriggio e le famiglie solevano recarsi in quel cinema per accontentare gli infantili desideri dei più piccoli. Diede un ultimo morso al suo panino, e poi si limitò a conservarlo ancora per metà nella tasca esterna.
Percorse con le dita il bracciolo rosso del sedile, alla ricerca di una mano da stringere. Andava bene anche quella del papà, o della mamma, persino di Melissa o di quello svitato di Toby Cavanaugh. Bastava che fosse una mano.
E invece trovò la puzzolente maglietta di un nonno che era venuto lì con la nipotina.
<< Scusi >>, mormorò la bambina imbarazzata.
Si sentì improvvisamente sola.
Così uscì dal cinema prima ancora che il film terminasse, e, con le canzoni del cartone animato ancora in testa, si avviò verso casa.
Il sole era scomparso da un bel pezzo, e la luna aveva fatto capolino sul cielo. Con quell’atmosfera, l’insegna del cinema si notava molto di più.
Ritornò a casa in pochi istanti, ma che a lei sembrarono lunghi un’eternità. Non aveva mai avuto paura del buio, ma della solitudine sì. E in quella strada, tenebrosa e silenziosa, era sola per davvero.
 
 
-I tuoi erano preoccupati?-
 
Aprì la porta di casa, buttando giù un rumoroso sospiro. Pensava di trovare auto della polizia nel giardinetto, ma non fu così. Pensava anche che sua madre le sarebbe corsa incontro preoccupata, ma non fu così. Pensava che Melissa si fosse accorta della sua piccola fuga, ma non fu così.
L’atmosfera in casa era tranquilla: Melissa continuava a guardare la tv, e di sopra doveva essere appena arrivato il papà.
Spencer corse su per le scale, spiata dallo sguardo circospetto della sorella maggiore, che tornò a sgranocchiare i suoi pop corn, avvolta nella calda vestaglia azzurra.
La bambina si chiuse nella sua stanzetta e buttò per terra lo zainetto.
Rimase sul lettino a singhiozzare con la testa soffocata dai cuscini per quella che le sembrò un’ora.
<< E’ pronto a tavola! >>, annunciò la signora Hastings dal piano di sotto.
Spencer saltò giù dal letto, molleggiando verso la cucina. Tentò in tutti i modi di non far notare che avesse pianto.
Si sedette al suo solito posto e allontanò ai bordi del piatto la verdura, che non le era mai andata a genio.
<< Allora, bambine >>, esclamò Peter, << che avete fatto oggi? >>, chiese impacciato.
Spencer lanciò uno sguardo a Melissa e si affrettò a parlare prima di lei.
<< Io ho visto un film al cinema >>, raccontò sorridendo.
<< Con le tue amiche? >>, domandò Veronica, masticando il suo pane integrale.
<< No. Ero sola >>, rispose la bambina, ticchettando con la forchetta sul piatto di porcellana.
<< Sono scappata, oggi. Come volevi tu >>, le fece notare dopo.
<< Non dire sciocchezze >>, ridacchiò la madre, muovendo la mano.
<< Dico sul serio >>, ribatté con convinzione la bambina.
Poi rivolse uno sguardo speranzoso a Melissa.
<< Diglielo tu >>, la supplicò, << mi hai vista mentre facevo quel panino al tonno. L’ho mangiato al cinema >>.
<<  Sei proprio una bambina >>, la canzonò Melissa, tornando a mangiucchiare i suoi spinaci.
Spencer chinò il capo sul tavolo e allontanò il piatto ancora pieno: non aveva più fame.
<< Spencer >>, la chiamò la sorella.
La piccola alzò il capo e ritrovò un motivo per far illuminare i suoi occhi castani. Forse Melissa aveva deciso di parlare e difenderla.
<< Spostati, non vedo la tv >>, disse invece quella.
 
-Loro neanche se ne accorsero –"
(Tratto dal dialogo Spencer/Toby, S01E20)
 
Quella sera, come suo solito, Peter Hastings diede una controllata al suo tesoro nascosto nello sportello centrale. Si accorse con sorpresa che mancava una banconota da venti.
Sorrise amareggiato e si diede dello sciocco.
In qualche modo, quella povera bambina aveva dovuto pagarselo il biglietto del cinema.


 


_Lullaby_'s space: Ehilà, eccomi qui. Spero che la lettura sia stata piacevole e soprattutto che non vi abbia annoiati. Quando ho visto questo momento della puntata mi sono sciolta per la dolcezza. Povera, piccola Spence *-----------* Ed eccola qua, con la sua odiosa sorella Melissa, che dovrebbe avere all'incirca undici anni qui, visto che Spencer ne ha soltanto sette. Spero di averle caratterizzate bene.
Fatemi sapere la vostra :)
_Lullaby_

 

  
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