Era
una normale giornata di metà luglio, avevo trascorso 12 ore su
un aereo e le seguenti 12 ore a dormire. Facendo i calcoli avevo perso
un giorno della mia vita. Non ero proprio tanto sicuro di voler
trascorrere due settimane a Los Angeles, ma già che c'ero non
potevo più scappare. Solo che io non ero abituato a tutto quel
sole, all'asfalto bollente, alle ragazze in bikini che camminano
tranquillamente davanti a me e a tutti quei ragazzi abbronzati con la
salsedine addosso e la tavola da surf sulle spalle. Ok, forse non ero
neppure abituato a tutti quei sorrisi e quelle risate, alla
spensieratezza di tutti quei ragazzi e ammetto che provai una punta
d'invidia. Erano tutti felici, tutti correvano verso le onde
dell'oceano come se non ne avessero mai viste di così belle e
travolgenti.
Si respirava un'aria totalmente diversa da quella che ero abituato a respirare io, ma prima o poi mi ci sarei abituato.
Decisi
di andare al mare, l'oceano immenso che si estendeva davanti ai miei
occhi aveva un qualcosa di invitante, la sabbia calda che si insinuava
tra le infradito e la pianta del mio piede mi procurava una sensazione
piacevole. Stesi il mio asciugamano, mi misi la crema e mi sdraiai.
Certo che essere un ragazzo bianco e gracilino non aiutava la mia
autostima o almeno non davanti a tutti quei ragazzi palestrati e
abbronzati!
Appoggiai la testa, chiusi gli occhi e diedi il permesso al sole di scaldare e colorare un po' la mia pelle.
Appoggiai la testa, chiusi gli occhi e diedi il permesso al sole di scaldare e colorare un po' la mia pelle.
Iniziai a pensare
alle due settimane che dovevo trascorrere lì in California,
magari io stavo vivendo il sogno di tanti, è risaputo che gli
USA sono il sogno che la maggior parte delle persone custodisce dentro
di sè, il Sogno Americano.
Ma forse quel sogno non apparteneva a me; perchè diciamocela tutta io venivo dall'Europa, da una parte molto fredda dell'Europa e forse quel clima gelido aveva ghiacciato anche il mio cuore. Non ho mai pensato di essere un ragazzo insensibile e senza sentimenti solo che dovevo ancora trovare la ragione o la persona che riuscisse a sciogliere il mio cuore. Sapevo amare e amavo amare, lo giuro.
Ma forse quel sogno non apparteneva a me; perchè diciamocela tutta io venivo dall'Europa, da una parte molto fredda dell'Europa e forse quel clima gelido aveva ghiacciato anche il mio cuore. Non ho mai pensato di essere un ragazzo insensibile e senza sentimenti solo che dovevo ancora trovare la ragione o la persona che riuscisse a sciogliere il mio cuore. Sapevo amare e amavo amare, lo giuro.
Probabilmente mi
assopii con tutti quei pensieri che mi passavano per la testa, ma una
sequenza, più o meno lenta, di gocce d'acqua gelida, che si
posò sulla mia faccia, ebbe la premura di svegliarmi.
'E' sicuro che stasera vinco io!'
'Senza dubbio Tom!'
'Non posso tornare a casa senza quel trofeo, non posso proprio'
Sentii la voce di
due ragazzi affianco a me e mi accorsi che le gocce provenivano dalla
tuta subacquea nera, che il ragazzo più vicino a me si stava
togliendo.
'Tom stai attento, stai per finire su quel ragazzo'
'Oh... scusami'
'Oh... scusami'
Si girò
verso di me con la tuta abbassata fino ai fianchi, un corpo scolpito e
abbronzato che partiva dai suoi occhi e finiva alla punta dei suoi
piedi. Aveva delle treccine nere e lunghe fino alle spalle, un piercing
al labbro e due piccoli estensori neri alle orecchie. Rimasi a fissarlo
partendo dal collo fine che lui piegò all'indietro strizzandosi
un po' le treccine per togliersi l'acqua in eccesso, scesi all'altezza
dei pettorali che si gonfiavano e sgonfiavano a ritmo del suo respiro,
continuai a fissarlo silenzioso percorrendo con gli occhi la linea dei
suoi addominali che si concludevano con delle fossette nella parte
inferiore dell'addome.
'Scusami, ti ho bagnato?' mi sorrise.
'No, solo qualche goccia sul viso'
'Ti conviene bagnarti un po', sei un tantino rosso'
Mi osservò partendo dal viso fino ai miei piedi.
'Perchè non vieni a farti un bagno? Ho un'altra tavola con me, se ti va.'
'Veramente no, grazie. Non ho molta confidenza con l'acqua'
'Hai paura dell'acqua?' fece un risatina.
'Un po', perchè?'
Fece per
rispondermi ma una ragazza dal bikini colorato si avvicinò
a Tom e appoggiò il gomito sulla sua spalla mettendosi in
punta di piedi. Era una tipa abbronzatissima piuttosto normale, capelli
castano chiaro e occhi castano scuro. Erano molto più scuri di
quelli di Tom.
Si voltò verso di lui sorridendogli e lui ricambiò.
'Bhè che
fai Thomas, importuni i ragazzi bianchicci che cercano di prendere
tranquillamente il sole? Quando la smetterai di flirtare con tutti?'
Scoppiò a ridere e Tom alzò gli occhi al cielo.
'Lascialo perdere,
non te lo consiglio' disse la ragazza dopo essersi abbassata
all'altezza del mio orecchio. Aveva uno strano sorriso sulle labbra,
allegro.
Tom la tirò su prendendola per un braccio, fece un sospiro e mettendole un braccio sulla pancia la spinse indietro.
'Scusala, lei è mia sorella Amber!'
Sorrisi.
'Io sono Thomas ma puoi chiamarmi semplicemente Tom.' Mi porse la sua mano.
'Piacere, io sono Will.' Gli porsi la mano a mia volta.
'Will
perchè non vieni stasera qui in spiaggia, Thomas ha un torneo
che deve assolutamente vincere. Così mostrerà le sue doti
anche a te. Sai è molto sexy quando fa surf ed è bello
deciso' Amber scoppiò di nuovo in una risata e diede di gomito
al ragazzo che era prima con Tom che ricambiò sorridendo.
'Amber!!' L'espressione di Tom si fece seria ma non durò a lungo davanti al sorriso divertito della sorella.
'Se ti va mi farebbe piacere vederti stasera. Le gare di surf sono bellissime, ti piaceranno.'
'Mmh... magari passo'
Gli sorrisi ma non
ne sono davvero sicuro, anzi sicuramente dovevo aver assunto
un'espressione da ebete davanti al suo sorriso perfetto.
Vidi la figura di Amber saltare e finire sulle spalle di Tom.
'Sei una rottura di palle sorella!'
Amber gli diede un bacio sulla guancia facendo schioccare le labbra.
'Allora Will, verrai stasera a vedere Thomas?'
Feci per rispondere ma fui interrotto da Tom.
Feci per rispondere ma fui interrotto da Tom.
'Se gli va viene, non rompere Amber! Ci si vede Will.'
Posizionò bene sua sorella sulle spalle, mi sorrise un'ultima volta e se andò.
***
Era ormai sera e
dopo aver pensato un po' a ciò che era successo di mattina
decisi di andare in spiaggia, essere sociale e amichevole con gli altri
non aveva mai fatto male a nessuno e non avrebbe fatto male neppure a
me. E poi Tom era stato più o meno gentile ad invitarmi anche se
era stata Amber a tirare fuori l'argomento, e ancora non so bene
perchè. Quella ragazza mi aveva dato l'impressione di essere un
po' invadente nella vita di Tom, ma tutto sommato mi sembrava
simpatica. Con questi pensieri nella testa arrivai in spiaggia e
ciò che vidi mi stupì. La spiaggia era colma di gente,
ragazze in costume, ragazzi che curavano la loro tavola da surf e altri
già in acqua a cavalcare qualche onda, musica ad alto volume,
stand che offrivano cibo e drink. Si respirava allegria. Presi la mia
macchina fotografica e feci una foto dall'alto, un momento così
non poteva essere immortalato solo dalla mia mente. Tutte quelle
persone con le mani in aria erano felici e mi sembrava di vedere il
sorriso di ciascuna di loro. Una strana sensazione s'impossessò
di me e affrettando il passo scesi direttamente sulla spiaggia. Iniziai
a muovermi tra tutta quella folla, ricevetti spinte, gocce di drink
addosso, fumo di sigarette e non solo in faccia. Non riuscivo
più a trovare il punto da cui ero partito e continuavo a
camminare senza capire, finché una mano non mi toccò il
braccio destro.
'Will, finalmente!'
Mi girai e vidi Amber che mi sorrideva.
'Hei!'
'Ma come mai sei arrivato così tardi? Non sai cosa ti sei perso!!'
'Oh no, non dirmi che..'
'Esatto, gara già conclusa e trofeo già nelle mani di Thomas'
Si mise le mani nei fianchi e mi sorrise.
'Merda! E lui dov'è? Dovrei chiedergli almeno scusa'
'Vieni con me'
Mi prese per mano
e facendosi spazio tra la gente arrivò in riva dove vidi Tom con
un drink in mano, il trofeo appoggiato per terra e un bel gruppo di
gente intorno che lo ammirava.
'Thomas! Guarda un
pò chi ho trovato.' Amber chiamò Tom agitando una mano e
indicandomi con l'altra, lui sorrise si fece strada tra il gruppo di
persone che aveva attorno e si avvicinò a noi.
'Ciao Will'
'Ciao Tom, scusami io'
Mi interruppe col gesto della mano voltandosi verso Amber.
'Amber porta il mio trofeo in un luogo sicuro, ok?'
'Certo campione!'
'Will andiamo in un posto più tranquillo di questo'
'Ok'
Mi sorrise, mi
prese la mano e andammo in un posto un po' più lontano da quella
spiaggia. C'era una specie di grotta, le onde che si infrangevano sugli
scogli e una lunghissima distesa di sabbia fine e bianca.
'Tutto bene Will?'
'Si, ti volevo chiedere scusa per non essere arrivato in tempo.'
'Due ore e mezza di ritardo sono notevoli ma io non ti avevo detto l'orario della gara quindi.. siamo pari no?'
'Certo'
Mi guardò dritto negli occhi e mi sorrise. Il mio cuore stava iniziando a sciogliersi.
'Riprendendo il discorso di questa mattina, hai paura dell'acqua?'
'Non proprio; è solo che non vado spesso al mare e allora ho un po' paura. E poi con queste onde'
Spostai i miei occhi dai suoi e li
puntai verso quelle onde blu e con la coda dell'occhio notai che Tom mi
stava fissando con un sorriso.
'Ti fanno paura le onde?'
'Un po', sono così alte e... scure?!' lo guardai un po' confuso. Fece un risatina.
'Sì, sono
altissime e scure, ti travolgono completamente e a volte ti tradiscono.
Ma se solo tu sapessi la sensazione di libertà e potere che si
prova quando riesci a cavalcarne una, wow. Non so neppure come
descriverti ciò che si prova. E' un istinto incontrollabile,
amore puro, è come se una volta dentro non fossi in grado di
abbandonare l'acqua. E' il mio ambiente naturale, mi fa sentire me
stesso e libero. Quando prendo la tavola sento una scarica di
adrenalina corrermi lungo la schiena, fisso l'onda e mi butto. Le onde
migliori sono quelle cavalcate dall'istinto. Capisci, lui predomina su
di me, l'unico ordine che riceve il mio cervello è quello di
cavalcare l'onda come se fosse la migliore di tutta la mia vita.
L'acqua limpida mi fissa ed è come se mi chiedesse di stare con
lei e io non riesco mai a rifiutare. Ahaha, credo che sia quasi come
una droga.'
Sorrise dolcemente e notai una luce nei suoi occhi. Era decisamente uno spettacolo e i miei occhi mi obbligavano a guardarlo.
'Ma come fai a capire qual è l'onda giusta?'
'Te l'ho detto,
è l'istinto che predomina sulla ragione e molte volte
quest'instinto incontrollabile ci porta a compiere delle azioni
più o meno giuste e non ci fa vivere di rimpianti. Non ho
mai perso un'onda, perchè so che ciascuna di esse mi può
dare qualcosa e non cavalcarla è un grosso errore. Certo a volte
si sbaglia, ma se non si rischia si vive di rimpianti e allora
preferisco rischiare e sbagliare.'
Mi
accarezzò lentamente il viso e con un dito iniziò a
seguire il contorno delle mie labbra. Sentivo il mio viso prendere
fuoco ma non volevo che lui si spostasse anche solo di un millimetro da
me. Mi mise anche l'altra mano sul viso, lo strinse un po' e poi si
avvicinò lentamente a me, sempre più vicino finchè
le sue labbra non sfiorarono lentamente e dolcemente le mie.
Dopo qualche secondo mollò la presa, mi guardo fisso negli occhi e mi sorrise.
'Ti va di superare
questa tua paura, Will?' Ero ancora un po' intontito ma riuscii a
rispondergli comunque. Mi leccai il labbro superiore per sentire il
sapore delle sue labbra, erano salate ma morbide.
Si alzò in
piedi, mi porse una mano e mi aiutò a sollevarmi. Una volta in
piedi mi prese la mano destra e iniziò a correre verso la riva.
Ci buttammo non appena i nostri piedi sfiorarono l'acqua, io continuavo
a stringergli la mano per paura di affogare o di perderlo. Forse
più per la seconda che per la prima.
Le onde erano alte
e ci avvolgevano completamente ma Tom non mollava mai la mia mano.
Questo mi fece sentire più al sicuro finchè un'onda nera
non ci travolse completamente e la mano di Tom lasciò la mia.
Iniziai a muovermi per cercare di sentire se era ancora vicino a me, ma
nulla. L'acqua era fin sopra la mia testa e io continuavo ad agitarmi
senza sosta anche dopo aver realizzato che mi mancava completamente il
respiro. Iniziai a muovermi verso l'alto per cercare di uscire
dall'onda che mi stava inghiottendo, chiusi gli occhi a causa
dell'acqua salata e iniziai a muovere le braccia circolarmente
finchè due mani non mi presero per gli avambracci sollevandomi e
riportandomi finalmente fuori dall'acqua. Ripresi a respirare piano e
aprii leggermente gli occhi rendendomi conto di essere aggrappato a Tom
che nuotava con un braccio solo fino a delle rocce lì vicino.
'Will, cazzo Will tutto bene?' Mi appoggiò lentamente su uno scoglio e mi mise una mano sulla guancia.
'S-sì, più o meno' risposi con l'affanno.
'Cazzo, sono un coglione scusa'
'Tranquillo Tom, sto b-bene' tossii e sputai un po' d'acqua.
'Sicuro? Vuoi andare via?' Si stava alzando in piedi ma lo bloccai prendendolo per un braccio.
'No, assolutamente. Voglio restare qui e buttarmi di nuovo in acqua.' Mi fissò un po' stupito.
'Magari tra un po' ' aggiunsi sorridendo.
Tom prese posto
vicino a me e così ci trovammo di nuovo seduti insieme e fissare
il mare. Mi lasciò qualche minuto per riprendermi e poi tornammo
a chiacchierare un po'.
'Tu non sei americano vero?'
'No, sono tedesco. Sono qui in vacanza e ci starò per due settimane.'
'Capisco.'
'Tu invece?'
'Io sono
australiano, sono venuto qui con Amber e il mio amico perchè
dovevo partecipare alla gara di stasera. Faccio parte di una scuola di
surf famosa in Australia e la gara di stasera era una delle più
importanti; non potevo assolutamente perdere' Sorrise soddisfatto.
'Mi dispiace non averti visto. Domani tornerai in spiaggia a fare surf?'
'Tranquillo, avrai la tua occasione prima o poi. Ma diciamo che tra circa otto ore parte il mio aereo per Sidney.'
Si sollevò
in piedi e mi tirò su per un braccio. Mise le sue mani nei miei
fianchi e mi avvicinò a lui fissandomi dritto negli occhi. Era
impossibile sfuggire al suo sguardo. Mi accarezzò i capelli e a
mia volta gli accarezzai le spalle, larghe e accoglienti.
'Will, ti vedo un po' rigido'
'Ho il cuore congelato'
'Posso aiutarti a scioglierlo un po'?'
'Se ci riesci'
Gli sorrisi e lui
riprese a baciarmi partendo dal collo fino alle mie labbra. Giocai un
po' con il suo piercing e lui fece lo stesso col mio alla lingua. Che Tom
fosse eccitante è stata la prima cosa che ho pensato dal primo
momento in cui l'ho visto. Mi strinse una mano e di nuovo corremmo
verso l'acqua, un tuffo nell'oceano sempre più blu, la sua mano
stretta nella mia.
Mi
abbracciò e riprese a baciarmi senza mai stancarsi. Le onde ci
avvolsero di nuovo ma questa volta la paura non c'era, era come se non
esistesse come sensazione. Lui non la smetteva di sorridermi mentre mi
baciava e questo mi mandava su di giri. Non ce la feci e mi avvinghiai
contro di lui, era una tentazione troppo forte per poter resistere. Ci
spostammo verso la riva per evitare altri problemi, Tom si mise sopra
di me e iniziò a baciarmi ancora, ogni volta sembrava come la
prima, ogni volta era come se stesse scoprendo qualcosa di nuovo che
gli piaceva. Gli piaceva e pure tanto, e io non ero da meno.
'Tom e se questo
è solo un sogno e poi ci svegliamo e BOM! Noi non ci siamo mai
visti e non ci ricordiamo l'uno dell'altro?!?'
'Mmh... facciamo
così scambiamoci il numero e se fra sei ore io non ti
avrò mandato nessun messaggio sarà stato solo un sogno e
tu dovrai dimenticarti di me. Anzi dovrai proprio pensare che io non
sia mai esistito se non nella tua mente. Se invece ti mando un
messaggio e mi ricordo di te vuol dire che questo non è un sogno
ma la realtà.'
'Promettimi che se mi scriverai non sarà solo un messaggio di circostanza ma che mi cercherai anche dopo.'
'Prometto. Ma tu promettimi che se non ti scriverò sarà come se io non fossi mai esistito per te. Ok Will?'
'Prometto.'
Ci scambiammo uno
sguardo lungo e intenso, interrotto da un sorriso e subito dopo da un
bacio. Da una lunga sequenza di baci e carezze sempre più
intense, sempre più frenetiche.
Ci ritrovammo
nudi, uno sopra l'altro. La nostra pelle ormai asciutta e piena di
salsedine era a stretto contatto, una strana sostanza chimica non ci
permetteva di staccarci. Facemmo l'amore, lì sulla spiaggia,
all'alba di un nuovo giorno, con delle parole da ricordare e delle
promesse da rispettare nel cuore.
***
Fu il tocco della
mano di Tom a svegliarmi, ero un po' frastornato e per la testa mi
passavano pensieri e immagini non ben definiti. Solo la sua figura mi
era ben chiara.
'Hei Will, lo so che è prestissimo e che hai sonno ma dobbiamo andare' Mi accarezzò il viso.
Eravamo ancora nudi ma vicini per produrre calore e scaldarci a vicenda. Iniziai a inquadrare bene la situazione e gli sorrisi.
'Certo, adiamo'
Una volta vestiti
tornammo indietro, lì nella spiaggia dove la festa si era
conclusa poche ore prima. Era pieno di gente che dormiva per terra
alcuni sugli asciugamani altri dentro delle tende. Trovammo anche
Amber, era sdraiata su un asciugamano alla sua destra una ragazza e
alla sua sinistra un ragazzo di colore affiancato dall'amico che era
con Tom la mattina precedente al mare.
Tom si
avvicinò lentamente ad Amber e la sollevò da terra
prendendola in braccio, svegliò anche il suo amico e ci avviammo
alla sua macchina. Io davanti affianco a lui, Amber e l'amico dietro a
dormire.
Erano circa le
sette del mattino e Tom era bellissimo. Forse anche più bello
della mattina precedente, forse più bello di sempre. Speravo
davvero nel suo messaggio, ma avrei dovuto aspettare circa le 12.00 per
sapere davvero cosa c'era stato tra noi quella notte.
Arrivai nella
villa che i miei avevano preso per le due settimane, Tom scese dalla
macchina e mi accompagnò fino alla porta.
Mi
abbracciò a lungo e poi mi bacio, ancora una volta, ancora come
la prima. Una volta assaggiati, i suoi baci erano impossibili da
rifiutare. Sciolse l'abbraccio e ci fissammo per qualche interminabile
secondo.
'Bhe, ora mancano
solo cinque ore al tuo volo per Sidney. A tra poco allora.' Azzardai
senza distogliere lo sguardo dai suoi occhi nocciola.
'Vedremo.'
Un ultimo bacio, un ultimo per davvero. Un bacio che conteneva le 48 ore più strane ma belle della mia vita.
Percorse il
vialetto fino alla sua macchina, salì, mi salutò
sorridendomi e mise in moto. Se ne andò e io rimasi lì
impalato a salutarlo con la mano per sei minuti buoni.
Presi le chiavi di
casa e, senza fare troppo rumore, aprii la porta e sgattaiolai nella
mia stanza. Misi la sveglia per le 12.00, almeno avrei scoperto subito
la verità.
Il ghiaccio si era
sciolto, ma non completamente. Ciò che ancora era gelido e
solido era il centro del mio cuore. Chissà se quel messaggio
l'avrebbe sciolto definitivamente o fatto congelare interamente
un'altra volta. Mi buttai sul letto, ancora col costume e la maglietta
del giorno prima e mi addormentai subito.
La sveglia suonò alle 12.00 precise, presi il telefono dopo circa un minuto e lo controllai. Nessun messaggio.
Lo appoggiai nel letto e richiusi gli occhi sentendo il mio cuore gelarsi fino alla punta.
Passarono circa 6 minuti quando squillò il telefono.
'12:07
6 hours after the Dream Wave: I remember. ♥'
Rimasi a fissare
quel messaggio per un bel po', almeno finchè il mio cuore non si
sciolse completamente. Strinsi il cellulare vicino al mio petto
accorgendomi solo in quel momento di portare la maglietta di Tom.
Sorrisi semplicemente.