Era la sera del nostro ultimo spettacolo, durante il nostro ultimo duetto.
Ed ecco che partono le prime note di quella canzone, quella stessa canzone che esattamente quattro anni prima mi aveva fatto innamorare di lei.
Lei, l'unica donna della mia vita, dopo tante, che con un solo gesto era riuscita ad aprirmi gli occhi, era riuscita a d aprirmi il cuore.
Lei, l'unica donna che mi aveva fatto capire cos'era veramente l'amore, che mi aveva fatto comprendere che il vero significato del verbo amare non è solo la stupida definizione che si trova sul dizionario, ma un tutt'uno con altre sensazioni.
Lei, mi aveva fatto sentire amato, protetto, era riuscita ad allungarmi una mano per aiutarmi a risalire da quel baratro profondo in cui ero caduto.
Lei, in poche parole, era il mio sostegno, il mio muro portante, la mia roccia.
Lei è il mio essere.
Adesso, la vedo lì, di fronte a me, mentre scende quella scalinata in mezzo alla platea, mentre mi viene incontro con il sorriso sulle labbra.
Ad ogni scalino, mentre canta con la sua anima la strofa della nostra canzone, vedo i suoi occhi illuminarsi, sempre più, fino a quando quelle perle color nocciola non si incontrano con le mie.
E lì, noto uno strano bagliore che solo io riesco a percepire, è il simbolo di quella cosa che è chiamata Amore.
Le allungo la mano per aiutarla a salire sul palco e mentre il pubblico ci acclama, lei l'afferra.
Le sorrido.
Lei ricambia dolcemente.
Finalmente termina la canzone, il pubblico ci applaude, si alzano tutti in piedi, ma a me poco importa.
A me basta averla al mio fianco, per sempre.
Aspettiamo che entrano anche gli altri per il saluto finale e mentre gli altri si affiancano a noi, io continuo a tenere stretta quella fragile mano che appartiene alla mia donna.
Ed ecco che finalmente lo spettacolo è finito.
Il sipario è ancora aperto, ma io non resisto.
Incurante di tutto ciò che ci circonda, mi giro verso di lei.
La fisso negli occhi e le sussurro un dolce " Ti amo Lali. Ti amo VITA MIA".
Vedo i suoi occhi che si riempiono di lacrime.
La vedo felice.
Poggio delicatamente le mie mani sui suoi fianchi e l'attraggo a me.
La bacio.
Lì, in quel teatro, davanti a più di trecento persone, bacio la donna della mia vita dimostrandole tutto l'amore che contiene il mio cuore, dimostrandole che anche io sono e sarò, tutto ciò che lei era, è e sarà sempre per me.
E mentre noi continuiamo quel bacio, che ormai si era trasformato in un dolce e tenero intreccio creato dalle nostra lingue, il sipario si chiude.
Sento che lei dolcemente si stacca dalle mie labbra, ma non dal mio sguardo.
E mentre i suoi occhi rimangono fissi nei miei, con la sua voce sottile, a sua volta mi sussurra "Ti amo anch'io Peter, sei l'anima del mio essere."
Dopo quelle parole la ripiego dolcemente a me per unirci in un secondo bacio carico d'amore.
Ora ne sono certo.
Lei, quella donna con il vestito bianco che prende sempre di più le sembianze di un angelo, del mio angelo, quella donna che in questo momento si trova di fronte a me è e per sempre sarà: L'ESSENZA DEL MIO VIVERE.