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Autore: LaMicheCoria    26/07/2011    3 recensioni
-Tranquillo, Richmond, tranquillo! Nessuna Terza Guerra Mondiale!- aprì la porta trovandosi davanti il sorriso ghignante di Russia.
-Il
commie! Il commie!- urlò Arlington.
Ivan, comunque, non sembrò intenzionato a scomporsi, anzi: sollevò una mano e salutò con fare pacato e fanciullesco il bambino che, Alfred ne era sicuro, lo stava additando con foga.
-Che ci fai qui, Braginski?- America si appoggiò contro lo stipite della porta –Non ci sono cani da sparare nello spazio, negli Stati Uniti-

[Pairing: RusAme] [Personaggi: Ivan Braginski/Russia, Alfred F. Jones/America, OC!Virginia/Richmond Jones, OC!Contea di Arlington]
Genere: Drammatico, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: America/Alfred F. Jones, Russia/Ivan Braginski
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Cold War Pair [OTP]'
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hah

Titolo: Hold Another Hand
Autore:  Nemeryal
Fandom: Axis Power HetaliaRating: Arancione

Genere: Slice of Life, Drammatico, Introspettivo.
Avvertimenti: One-Shot, Shonen-Ai, Yaoi, Lime, Missing Moment
Personaggi: Ivan Braginski/Russia, Alfred F. Jones/America, OC!Virginia/Richmond Jones, OC!Contea di Arlington

Pairing: RusAme
Trama: -Tranquillo, Richmond, tranquillo! Nessuna Terza Guerra Mondiale!- aprì la porta trovandosi davanti il sorriso ghignante di Russia.
-Il commie! Il commie!- urlò Arlington.

Ivan, comunque, non sembrò intenzionato a scomporsi, anzi: sollevò una mano e salutò con fare pacato e fanciullesco il bambino che, Alfred ne era sicuro, lo stava additando con foga.
-Che ci fai qui,
Braginski?- America si appoggiò contro lo stipite della porta –Non ci sono cani da sparare nello spazio, negli Stati Uniti-
Musica: While Your Lips Are Still Red – Nightwish
Dedica: a Silentsky
Note: Sono immensamente in ritardo sia nel mettere le recensioni che rispondere a quelle splendide, meravigliose, che mi fanno commuovere ogni volta e che mi avete lasciato alle altre storie. Abbiate fede come nel fatto che il naso di Ivan è un transatlantico! Stasera rispondo!
E intanto vi lascio questa, ché avevo il bisogno di scrivere una RusAme con i Nightwish in sottofondo. (ottima motivazione!)
Il titolo è preso da un verso della canzone!
Spero che la fan fiction non faccia schifen, anche perché c’è un primo tentativo di Lime serio, per quanto piccolo et insignificante..e anche lì, mai che con questi due mi riesca qualcosa di fluffoloso. Non ci riesco, non ce li vedo a fare picci picci *smelensauggini varie etc etc*. Sono nati per punzecchiarsi fino alla fine dei tempi, punto. No, oggi al mare mi hanno affogato troppe volte, sto delirando.
Oh, bhè..Ah, ho il timore di aver reso Alfred decisamente OOC. Voi che dite?

I personaggi non mi appartengono, la fic non ha scopo lucro né messaggi politici di alcun genere, nascosti o alla luce del sole.

 

Hold Another Hand


-Shit, Braginski! Questo posto fa schifo!-  latra America, calciando via un po’ di fanghiglia che sì, no, forse, dovrebbe essere neve -It sucks! Ci credo che poi sei uscito completamente matto!-
Il ragazzo storce le labbra e sputa per terra -tanto, aggiungere schifo alla schifo-, passandosi poi una mano fra i capelli. Si lascia sfuggire un verso disgustato nell’incontrare, fra le ciocche, rimasugli non meglio identificati, secchi e di un colore che forse un tempo poteva essere classificato come rosso.
-Holy shit- si lagna America –Richmond1 mi farà una testa così quando vedrà questo casino- si guarda un po’ le mani, poi calcia ancora la fanghiglia –O forse no, sarà troppo occupato a festeggiare coi superalcolici-

 

-C’è lui alla porta-
Ad America non servì chiedere chi fosse il fantomatico lui: gli bastò vedere il volto non propriamente allegro di Richmond per capirlo.
Così si alzò, lasciando a malincuore i suoi adorati fumetti, e si trascinò fuori dalla camera; ancora prima di arrivare all’entrata, allungò una mano e afferrò il piccolo Arlington2 per la collottola.
-Go away, kid- ghignò Alfred, rispedendolo tra le braccia di Richmond.
-Ma io devo proteggerti dal commie3!- gnaulò il bambino, scalciando e gonfiando le guance –Papà, diglielo tu che devo proteggerlo dal  commie!-
Richmond preferì soprassedere e lanciare ad Alfred un’occhiata di quelle da far gelare il sangue nelle vene.
-
America- sibilòSe quel sovietico tenta un’altra volta di aggiungere la Vodka alla Coca cola, ci metto un attimo a dichiarare il disastro diplomatico-
Alfred gettò indietro la testa e rise, agitando una mano in direzione di Virginia.
-Tranquillo, Richmond, tranquillo! Nessuna Terza Guerra Mondiale!- aprì la porta trovandosi davanti il sorriso ghignante di Russia
.
-Il commie! Il commie!- urlò Arlington.

Ivan, comunque, non sembrò intenzionato a scomporsi, anzi: sollevò una mano e salutò con fare pacato e fanciullesco il bambino che, Alfred ne era sicuro, lo stava additando con foga.
-Che ci fai qui,
Braginski?- America si appoggiò contro lo stipite della porta –Non ci sono cani da sparare nello spazio, negli Stati Uniti4-
Anche se non poteva vederlo, Alfred seppe che Richmond si era appena schiacciato una mano sulla faccia, bestemmiando qualcosa tra le dita.
Russia rise e la sciarpa bianca gorgogliò sotto il mento.
-Come sei divertente,
malen’kaya Amerika5- gli occhi si fecero freddi d’improvviso-–No, niente cani. Un uomo, stavolta6-
America deglutì e cercò di non far trasparire nessuna emozione, anche se sapeva benissimo di essere sbiancato.
-Oh, ma guarda- Ivan gli toccò appena una guancia col dito e se lo  portò alle labbra, sfiorandolo con la punta della lingua –Sento ancora il sale della
Baia dei Porci7-
Alfred serrò la mascella, senza ribattere.

 

America si china a raccogliere la pistola e la squadra un attimo da dietro gli occhialetti, appannati dal nevischio: è lucida, nera di metallo e di sangue, ed è fredda come il ghiaccio su cui aveva riposato fino a qualche momento prima.
Il ragazzo scrolla le spalle e rimette l’arma nella fondina, poi fa qualche passo strascicato in avanti, fino al corpo disteso tra la neve, il fango, e il sangue.
-Stand up, Braginski- smozzica Alfred, chinandosi sulle ginocchia e piegando la testa di lato –Stand up-

 

-Fuck!- l’urlo di America rimbombò per tutta la stanza e di lì a poco fu il turno del telefono di scontrarsi contro le pareti bianche.
-Ti vedo un po’ su di giri, malen’kaya- Ivan intrecciò le dita sotto il mento e lo fissò con un sorriso talmente innocente da rendere palese la sua falsità.
-E tutta colpa tua!- Alfred si trattenne a stento dal saltargli addosso e stringerli la gola fino a soffocarlo –You and your fucking bitch!8-
Russia continuò a guardarlo con superiorità, con quel suo ghigno sornione che tanto faceva ribollire America per la rabbia e la frustrazione.
-Non ti abbattere,
malen’kaya Amerika- Ivan allargò le braccia e sollevò appena un angolo delle labbra –A quanto pare lo spazio non è posto per le aquile-

 

-What a drag- commenta America rimettendosi in piedi e stringendosi nel bomber –Certo che sei inutile forte, eh-
In quel momento non gliene frega proprio niente che il corpo sotto di lui non possa sentirlo, che sia solo un agglomerato di carne, ossa e muscoli vari. Parlare con Ivan, anche se ridotto ad una bambola di pezza e sangue, aiuta a coprire il rauco rantolare del vento.
-Dai, alzati- ripete ancora Alfred, colpendo con piccoli calci il naso del russo –Mi annoio, Braginski-

 

Le mani di Ivan affondarono tra i capelli di America, le labbra si posarono su quelle dell’altro, mentre i denti andavano a mordere quella bocca che sapeva in modo esagerato di hamburger e sparava troppe idiozie solo perché dotata di lingua.
Alfred non si lamentò, ma si allontanò un poco col viso, afferrando la nuca di Russia e ricambiando i morsi, partendo dalle labbra e arrivando al collo, dove andò a stringere la pelle gelida tra i denti, lappando via quel misero di rivolo di sangue che era riuscito a far uscire.
Ivan inarcò la schiena, strinse i capelli di America e lo staccò dal proprio collo, fissandolo con espressione indecifrabile, a metà tra il compiaciuto e l’incuriosito.
-Sei stranamente docile questa sera,
malen’kaya Amerika- commentò, mettendosi seduto e sfiorando con le labbra il collo di Alfred, passando la punta della lingua laddove sentiva il cuore battere più forte.
L’americano piegò la testa e ghignò
-Sarà la Vodka-
Russia sollevò la testa, inarcando un sopracciglio.
-Tu non bevi mai Vodka,
malen’kaya- gli fece notare e lo scintillio negli occhi viola non era certo dei più promettenti.
Alfred scrollò le spalle e spinse Ivan nuovamente contro il materasso.
-Allora sarà la Luna. È splendida questa sera, non trovi?-
Un istante.
Russia ringhiò, lo sguardo si fece di fiamma e la mano andò a colpire America in viso; questi si lasciò ricadere sul letto, ridendo di gusto con le lacrime agli occhi per lo schiaffo appena ricevuto.
E quando Ivan si gettò sul davanzale della finestra, gli occhi rivolti al cielo, Alfred scivolò via dalle lenzuola e si rimise con calma gli abiti che giacevano sparsi sul pavimento.
-Perché le aquile non dovrebbero spiegare le ali anche nello spazio?- chiese, uscendo dalla stanza –E’ solo un altro cielo9-

 

Bah, adesso può anche tornarsene a casa, tanto ha capito che quel corpo non si rialzerà più dalla fanghiglia.
Fine dei giochi. Peccato.
America sbuffa e guarda Russia in viso per l’ultima volta. Gli toglie una ciocca incrostata di sangue dagli occhi, giusto perché rovina il tutto, -quel tutto che è il premio tanto ambito da anni- e si posa il mento sul pugno chiuso.
Osserva il cadavere sotto di lui ancora un po’, poi fa spallucce, si china e gli sfiora le labbra livide con le proprie.
-Bad dreams, commie-
Si alza, mette le mani a coppa dietro la nuca, si gira e se ne va. Fischiettando.

 

***

 

-C’è forse qualcosa che non va, signor America?10-
-Hn. Niente, perché?-
-Mi stavate fissando-
-Che c’è? Non posso più guardare in faccia nessuno ora?-
-Vi sto forse infastidendo, signor America?-
-No e ora vattene-
-..-
-Bhè, che ci fai ancora qui? Il meeting è finito, no?-
-..Vi sto davvero infastidendo, signor America?-
-Sì, molto, grazie. Ora vai-
-..-
-Senti, vattene, okay? Che ne so, sgozza un agnello,
Mangia qualche bambino,
Sbronzati con la Vodka,
vai a coltivare le patate, fai quello che vuoi,
ma vattene!
Perché te ne stai ancora qui a infastidirmi?-
-Perché mi annoio..
malen’kaya Amerika-

 

 

{ ~*~ }

 

1 Richmond è il nome della capitale della Virginia e in Virginia ha sede il Pentagono

2 Contea della Virginia dove ha sede il Pentagono

3 Termine dispregiativo per “comunista”

4 Laika

5  Piccolo America” ho cercato di riprodurre in qualche modo l’”Amerika-kun”. Ovviamente, malen’kaya, anche quando usato da solo, nel corso della fan fiction, ha una valenza dispregiativa.

Jurij Gagarin

7 Baia dei Porci

8Valentina Vlamidirovna Tereskova (Il commento di Alfred, ovviamente, non rispecchia in alcun modo il mio pensiero su questa donna che, anzi, ammiro tantissimo)

9 Allunaggio

10 Questa scena si svolge avanti nel tempo, quando la Russia non è più URSS, ma Federazione Russa.

 

 

 

 

 

 

 

   
 
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