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Autore: SteppenWolf    26/07/2011    2 recensioni
Non sempre è necessario parlare delle grandi battaglie, di grandi personaggi e di grandi eventi. Questa è la storia della battaglia finale per la difesa di una città in cui sono coinvolti dei semplici Marines e qualche ODST, protagonisti di atti eroici e di una strenua difesa...
Genere: Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Il marine dell’UNSC Marshall “Smoker” Jones scrutò l’oscurità degli edifici circostanti, oltre il limite della sua buca da fuoco condivisa con il soldato Suzuki. Erano da 4 cazzo di giorni nelle rovine della città, combattevano accerchiati e tagliati fuori e ormai dai 600 effettivi del battaglione erano rimasti meno della metà. Ogni giorno, ogni fottuto giorno di quel dicembre del 2552, dovevano combattere per ogni metro quadrato di terra, per ogni singola buca di fuoco… combattevano corpo a corpo contro le truppe Covenant nel fango, nella pioggia, nella polvere e tra i cadaveri dei compagni caduti. Avevano ricevuto l’ordine di mantenere la posizione, di difendere la piazza principale e di fungere da testa di ponte per un’eventuale controffensiva mirata a riprendere la città… già, tutte cazzate per dire che non ci avrebbero tirato fuori e dovevamo restare a morire là. Ormai erano allo stremo: poche munizioni, cibo scarsissimo e morale sotto lo 0. l’unica cosa che faceva andare avanti i soldati a combattere era la consapevolezza che arrendersi era uguale alla morte. I Covenant non fanno prigionieri. Era notte. Non sapeva l’ora, sapeva solo che stava gelando mentre guardava gli edifici e le luci dei riflettori Covenant che si preparavano a un altro attacco. Una nuvoletta di vapore usciva dalla bocca ogni volta che espirava. Se stava a ascoltare per bene riusciva a sentire i grugniti dei Grunt, gli ordini degli Elite e i Jackal che borbottavano qualcosa di incomprensibile. Se sporgeva la testa riusciva a vedere al suo fianco le altre trincee posizionate a mezzaluna, dopo di lui venivano due buche con un paio di TALO armati di BR55 e poi una pesante calibro .50 usata da tre operatori (due addetti alla ricarica e un mitragliere); nelle altre buche c’erano un misto di assaltori armati MA5B e doppiette M90, pistole e fucili da battaglia BR55, anche qualche fucile di precisione nelle retrovie, un mortaio e una SAW (Squad Automatic Weapon). Alcuni decine di metri più indietro avevano anche un enorme carro armato Scorpion trincerato in un parcheggio. -Stanno arrivando. Li senti? E’ il giorno della redenzione!- sussurrò Suzuki all’orecchio di Marshall. Era un mezzo deficiente dedito al misticismo: un pazzo, agli occhi di Smoker. Per lui contava soltanto vivere e salvare più vite possibili, odiava a morte i Covenant e avrebbe fatto di tutto per ucciderne il più possibile. Jones stava per rispondere al suo compagno di buca quando una trasmissione arrivò al suo orecchio tramite la radio. -A tutte le unità della prima linea, prepararsi all’attacco. Ripeto: prepararsi all’attacco. I Covenant stanno per avanzare. Le unita di picchetto stanno rientrando ora, state bassi e preparatevi al fuoco di sbarramento. Combattete con tutto quello che avete. E’ stato un onore combattere insieme a voi, ragazzi. NON PASSERANNO! Passo e chiudo…- Queste parole, solo queste parole, bastarono a rincuorare i 300 soldati nelle trincee. Provenivano dal capitano Samuel J.K. Danwil. Nient’altro che lui. Un eroe del 4° battaglione. Aveva combattuto fianco a fianco con i soldati negli scontri più aspri, era una leggenda tra i marines. Lo sguardo di Jones era fisso su alcuni Wraith che si preparavano a far fuoco 200 metri più davanti quando la prima palla energetica solcò il cielo, fendette l’oscurità e si schiantò alcuni metri davanti alla buca alla sua sinistra, riversando schegge e terra sul suo visore. Dopo la prima palla di plasma altre cominciarono a cadere sulle buche della prima linea, non fecero molti danni materiali – a parte una che o due caddero dritte su un Warthog disintegrando l’artigliere e un’altra che cadde nella buca di due fucilieri che cessarono di esistere non appena la bomba toccò terra. Marshall era rannicchiato sul fondo della buca - quasi su Suzuki - pregando e imprecando e credendo di impazzire quando il bombardamento cessò di colpo, le truppe Covenant iniziarono ad avanzare, una canzone Metal si diffuse per gli altoparlanti per dare una carica psicologica ai militari e un ordine attraversò la frequenza di comando: “Fuoco!” Non aspettavano altro i soldati del 4° battaglione. Come un solo uomo si riversarono quasi contemporaneamente sul margine delle buche e, dopo aver mandato il primo colpo in canna nei loro MA5B o BR55 o la prima cartuccia nella camera di fuoco nelle doppiette, riversarono migliaia di colpi sulle truppe aliene che si avvicinavano. La .50 due buche più a in là emetteva un rumore sordo ogni volta che l’otturatore incamerava un nuovo colpo per spedirlo sui nemici. Un Elite fu colpito in piena faccia da un paio di colpi anticarro e il suo volto esplose in una nuvoletta di sangue. Tutti gli altri soldati sparavano all’unisono, la musica martellante delle chitarre e dei bassi nelle orecchie, i fucili in mano: la prima fila di Grunt fu spazzata via, una squadra di Jackal fu fatta a pezzi in seguito alla deflagrazione di alcune granate in un punto non coperto dai loro scudi e un veicolo d’assalto Ghost esplose quando una salva di due missili impattò a terra e sul muso del veicolo. Un rumore indescrivibile risuonò nell’aria quando il carro M808B Scorpion sparò un colpo, riducendo un Howercraft nemico che tentava di aggirare le forze UNSC sul fianco a una palla di fuoco e spazzando via il gruppo di fanti di supporto. Anche Marshall e Suzuki fecero fuoco con le loro armi standard, dopo aver esaurito il primo caricatore lo estrassero, inserirono quello nuovo e ricominciarono col loro fuoco di sbarramento. Nell’aria c’era polvere da sparo, terra, scintille… le gole degli umani erano secche, il fuoco si andò affievolendo quando la maggior parte dei Marines finì le munizioni o semplicemente fu uccisa. Una granata al plasma cadde nella buca della SAW, l’artigliere fece appena in tempo a urlare “NO, NO!” che la granata deflagrò incendiando la buca e i suoi occupanti che iniziarono a urlare e a contorcersi nelle fiamme. I soldati della buca accanto innescarono due granate e al tre le lanciarono nella trincea dei loro compagni ormai ridotti a torce umane. Questa scena non era la prima che si vedeva, era una specie di favore da fare agli ormai ex-compagni d’armi... La .50 smise di sparare, forse perché aveva terminato le munizioni, o forse perché era surriscaldata e gli addetti avevano finito l’acqua per raffreddarla, o ancora perché probabilmente si era inceppata; fatto sta che smise di sparare… i soldati tirarono fuori le loro M6D d’ordinanza e continuarono a sparare sui Covenant, alcuni minuti dopo però due soldati furono colpiti da sfere di energia, il terzo cercò di scappare ma fu falciato da una raffica sparata da un Ghost. Jones riuscì a vedere tutto questo prima che un bossolo del suo fucile standard si incastrasse nell’otturatore e una granata esplodesse due metri davanti la sua buca, stordendo Suzuki e Smoker. Quest’ultimo rimase a guardare stordito le stelle e la luna nella notte prima che Suzuki nella sua armatura verde si riuscisse ad alzare, sparare una raffica verso due Grunt che si erano avvicinati troppo e prendere il compagno per una spalla gridando: “Alzati, porca troia! Sono a ridosso delle nostre linee, dobbiamo tornare al carro, è la nostra ultima linea di difesa! ALZATI!”. Sfortunatamente una bomba di plasma lanciata da un Wraith atterrò proprio affianco al cinese, lanciando frammenti roventi dappertutto, ferendo due soldati e tagliando in due Suzuki. La visione del suo amico ucciso brutalmente risvegliò Marshall, che, mentre borbottava bestemmie e imprecazioni, si alzò in piedi a fatica – il visore a specchio fracassato in qualche modo – e si diresse zoppicando verso il resto del battaglione asserragliato nei pressi del carroarmato. Intorno a lui l’inferno, detonarono alcune granate, mentre un marine combatteva con la baionetta contro due Grunt… mentre un Elite dava il colpo finale a un soldato UNSC a terra… mentre lentamente i Covenant uccidevano ogni difensore umano intento nel disperato tentativo di mettersi in salvo e riorganizzarsi… A 50 metri di distanza le vampate delle armi leggere dei pochi marines che cercavano di tenere a bada l’orda di nemici, anche l’inconfondibile crack! crack! dei calibro 14,5mm da tiratore scelto, poi un esplosione e una fiammata molto più forte delle altre quando lo Scorpion sparò 90mm di tungsteno su un plotone assortito di Elite e Jackal, ponendo fine alla loro esistenza. Due secondi dopo un razzo si abbatte sul cingolo anteriore destro del veicolo, che esplose con un fragore. Jones si buttò a terra e vide altri due razzi abbattersi sulla postazione del mitragliere e sulla torretta, causando l’esplosione del veicolo UNSC in un festival di lamiere, scintille e fuoco. Per un attimo la notte si illuminò, creando ombre macabre sulle due dozzine di soldati umani sopravvissuti e permettendo loro di vedere i nemici avanzare sui cadaveri dei loro amici, calpestando coloro che un tempo erano stati padri e figli, gente con cui avevano combattuto insieme, con cui avevano pianto e scherzato, con cui avevano combattuto fianco a fianco e da cui erano stati salvati.. I guerrieri alieni, man mano che si avvicinavano, metro per metro sparavano un colpo alla testa di ognuno – morto o ferito. Molti soldati cercavano di strisciare nel fango per raggiungere i compagni shockati da quella visione ma venivano freddati da un colpo alla nuca, alcuni cercavano di difendersi o semplicemente rimanevano inermi davanti alla bocca del fucile che si illuminava. Un soldato riuscì ad abbattere un paio di Jackal prima di essere ucciso, un altro fece a pezzi un Elite innescando una granata … I Covenant, però, non fanno prigionieri… Questa visione diede la scarica morale ai soldati di dire “NO!” alla resa, di combattere. Marshall si unì all’ultima linea di difesa, fianco a fianco con i suoi compagni di circa cinque anni. Il capitano si mise davanti ai suoi soldati e gridò: “Montate le baionette, marines! Rispedite questi bastardi da dove sono venuti. Semper Fidelis, soldati! HOO-AH!” “HOO AH” gridarono all’unisono i 24 marines del 4° battaglione - 105° divisone corazzata, armata “Donesk” - montando le baionette. “Avanti!” urlò con rabbia il capitano Danwil, sanguinante dalla spalla ma tenendo ancora in mano la sua pistola d’ordinanza. Un secondo dopo due razzi sparati dai lati della formazione si abbatterono sulla prima fila di Covenant, tre secondi dopo il capitano si lanciò alla carica sparando contro le truppe dell’esercito invasore, seguito a pochi metri dai suoi fedeli soldati. Marshall Jones si unì alla carica disperata dei suoi commilitoni, però riuscì a sparare solo cinque colpi che perforarono la corazza di un Grunt all’altezza dei polmoni prima che un’altra esplosione, più forte stavolta, lo buttasse a terra bruscamente, sull’orlo di una buca che ormai era divenuta la tomba di tre soldati – uno dei quali armati con un fucile di precisione - e di due Elite un Jackal dall’espressione orribile. Con le ultime forze si trascinò all’interno della buca, sui cadaveri, e vide come il disperato contrattacco non aveva sortito effetto: i soldati venivano bruciati uno dopo l’altro dai colpi sparati dai Covenant, molti combattevano corpo a corpo – invano. Danwil fu spazzato via insieme a un altro paio di ufficiali e a una mezza dozzina di marines da una violenta esplosione blu elettrico. Smoker sentì gli intestini stringersi in una morsa assistendo alla morte del capitano. Nel frattempo un piccolo gruppo di alieni si stava avvicinando alla sua posizione; senza averlo ancora visto però. Il soldato – disperato quanto incazzato e rassegnato alla morte – raccolse un MA5B da sotto il braccio inerme di un ex-componente del battaglione e comincio a fare fuoco verso il drappello. I soldati nemici urlarono e si tuffarono per terra rispondendo al fuoco. Globi blu elettrico si schiantarono per terra vicino alla posizione del marine, facendo evaporare terra e acqua e facendo crescere vesciche sulla pelle scoperta dall’armatura nera del TALO. I traccianti rosso accesso continuarono ad uscire dalla canna del fucile di assalto, solcavano l’aria e spazzavano la terra vicino al nascondiglio dei Covenant. Alcuni colpi riuscirono a penetrare gli scudi da un Elite che barcollò all’indietro e cadde morto dopo che i 7,62 avevano perforato il visore del casco. Un altro proiettile perforò i polmoni di un Jackal, facendo cadere a terra e affogandolo nel suo sangue. Il marine riuscì a continuare però il suo fuoco con il fucile solo per alcuni minuti, prima che il fucile si scaricasse. A quel punto estrasse la pistola M6D con proiettili a punta cava e esplose due colpì verso alcuni Grunt; stava per sparare il terzo quando si accorse di un movimento alla sua destra: i rumori della battaglia si erano quasi del tutto affievoliti – a parte qualche sporadico sparo e qualche urlo – mentre Jones finiva di girarsi proprio quando una sfera di plasma atterrò nel punto preciso occupato dalla sua testa qualche frazione di secondo prima. Senti lo scricchiolio della terra che si vetrificava e un intenso calore che gli bruciava la faccia. Su di lui torreggiava a figura di un enorme Elite illuminata nella notte scura dalla sua arma in fase di caricamento. Era spettrale in quel bagliore blu elettrico: un fantasma che mieteva silenziosamente vittime. Un nemico da cui non c’era quasi scampo. Prima ancora di pensare Marshall mise in azione il suo addestramento da soldato della Marina: alzò il braccio rivestito nella corazza e nella camicia mimetica che stringeva la pistola e sparò due colpi a bruciapelo alla mano del Covenant, che gridò di dolore sentendo l’impatto dei proiettili attutito dagli scudi e lasciò cadere l’arma. Solo allora Smoker vide quello che stringeva nell’altra mano chiusa a pugno: l’elsa di una spada energia, che dopo qualche istante attivò con uno sfrigolio e calò sull’addome dell’umano. Quest’ultimo rotolò di lato mentre la spada si conficcava nel terreno e l’alieno lottava per riprenderne possesso. Il marinaio fece scattare il piede contro l’articolazione del braccio, bloccando l’armatura e poco dopo sparò gli ultimi 3 colpi nella faccia protetta dallo scudo dell’alieno. La protezione riuscì a malapena a assorbire i colpi, emettendo un bagliore e spegnendosi per ricaricarsi. Smok estrasse il coltello seghettato da combattimento dalla tasca in prossimità della clavicola e cercò di infilarlo – velocissimo – nel collo dell’alieno; che però bloccò il suo fendente con il braccio liberò e fece partire una testata sui denti del soldato terrestre. La testata non fu molto forte a causa della posizione del Covenant ma riuscì lo stesso a far perdere i sensi a Marshall per alcuni secondi. In quello spazio di tempo l’Elite riuscì a liberare l’articolazione bloccata e a sollevare lo sfortunato marine preso per il collo e a tenerlo sospeso con una sola mano ad alcuni metri da terra. Jones riuscì a vedere il bagliore e a sentire lo sfrigolio tipici di una Lama Energetica che si attiva. Il mostro gli mormorò qualcosa di incomprensibile in faccia mentre sollevava la mano armata della spada portandola all’altezza della sua faccia. Il Covenant bastardo si stava giusto preparando a vibrare il colpo finale dopo essersi fatto sputare in faccia da Smoker quando quest’ultimo raggiunse con le dita sempre più deboli e la vista offuscata la granata al plasma fissata alla corazza dell’alieno. Dopo un paio di tentativi riuscì a staccarla e a portarla nello spazio tra i due volti che si osservavano con rabbia – e anche un pò di rispetto verso il guerriero umano da parte dell’Elite. Il ghigno beffardo del Covenant sembrò spegnersi mentre guardava incredulo la sua granata in mano al soldato umano. -Insieme, stronzo. Che t’aspettavi?- riuscì a mormorare Marshall “Smoker” Jones con la sua bocca piena di sangue prima di attivare la granata con un solo movimento del dito. Un lampo e una violenta deflagrazione risuonarono nella notte di quel 22 dicembre 2554, in quella buca di fuoco scavata nel centro di quella città trasformatasi nella tomba dei 300 soldati del 4° battaglione, 105° divisione corazzata…
  
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