Fanfic su artisti musicali > KAT-TUN
Segui la storia  |       
Autore: Slits    26/07/2011    0 recensioni
« Sto facendo il possibile per divenire popolare. » ©} Cartoon KAT-TUN
#07. « I'm giving my all. » « In acting like a otaku? Yes, you're. » { Akanishi, Taguchi
« Comprare casa a meno di un chilometro dal quinto aeroporto più trafficato del mondo. Seriamente.
Decidere di abitare a seicento metri dal quinto aeroporto più trafficato del mondo.
No, seriamente. »
Genere: Comico, Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jin, Junnosuke, Kazuya, Koki, Un po' tutti
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

« Quell'uomo è inquietante; in camera tiene due suoi poster. E sono pure messi in un punto luce! »
Tanaka Koki su Taguchi Junnosuke /Cartoon KAT-TUN



Era ben in mostra sul fondo della parete, tutto impettito, teso e brillante, come se quello fosse sempre stato il suo posto.
Come se non avesse dovuto trovarsi da nessun’altra parte.
Tanaka Koki lo vide dopo essersi risollevato i pantaloni che avrebbero avuto bisogno di una cintura che è troppo spilorcio per comprare. Qualche volta bisogna imparare a saper leggere le situazioni.
Durante gli anni passati al fianco del proprio compagno di band aveva assistito ad alcuni dei suoi momenti peggiori ancor più del medico che ogni anno si offriva di fargli gratuitamente il controllo della prostata.  
Per oltre un decennio Taguchi Junnosuke non si era mai smentito e aveva continuato a farlo anche nel momento in cui il gruppo si era finalmente sciolto.
Ed il breakdancer, assorbito dall'assurdità di quel quotidiano, non si era mai premurato di imparare ad interpretare i perchè di determinate cose.
Un vero peccato.

Tanaka Koki aveva preso un lungo respiro, chiuso gli occhi e contato mentalmente fino a dieci.
Poi li aveva riaperti. E la scritta azzurrina di fianco al civico dell’abitazione gli era saettata nuovamente davanti. Iriguchi, deguchi, Taguchi desu!, diceva.
Chiunque con un briciolo di buon senso avrebbe girato le spalle pronto per andarsene.
Chiunque con un po’ d’amor per se stesso e per la società, prima di farlo, avrebbe cosparso di benzina casa e giardinetto e dato fuoco a tutto.
Ma Tanaka Koki non aveva mai fatto mistero di infischiarsene altamente dei bisogni del Paese. Per quanto riguardava l’amor proprio, invece, era abbastanza sicuro di averlo calpestato un discreto numero di volte sotto i piedi  dal momento in cui aveva deciso di entrare a far parte di quella manica di deficienti, meglio conosciuti come KAT-TUN.
Aveva dunque preso un lungo respiro ed aveva suonato. A lungo. Abbastanza da riuscire a coprire la voce del principe degli idioti che da dentro aveva gridato di averlo sentito e che si diceva ormai vicino al cancelletto pronto ad aprirgli.
Non importava. Sarebbe stato disposto perfino a staccarsi un dito ed attaccarlo a quel dannato aggeggio, pur di non sentirlo blaterare inutilmente mentre veniva trascinato dentro casa.

Si rese conto di essere in trappola quando la porta si chiuse alle sue spalle ed una sorta di limbo terreno fatto di pedane per il tip-tap, scarpe sproporzionate e vestiti sparsi in giro con lo stesso ordine che regola la teoria del caos lo circondò. La camera di Taguchi Junnosuke.
Koki aveva sentito di trincee tenute con molta più cura di quell’anfratto sinistro.
Ed in fondo, ben in mostra sulla parete al di sopra del badacchino, vi era quell’abominio.
Era rettangolare e di carta lucida.
Ed era un poster. Un suo poster, ammise malincuore ed anche vagamente schifato.
Posizionato perfettamente di lato agli altri che ritraevano il parassita proprietario di quella casa e che giacevano bellamente incorniciati e tenuti con la cura di un neonato.
- Bello, eh? – affermò il compagno, incrociando le braccia al petto, e sfoggiando un sorriso ormai prossimo a ricoprire per intero la circonferenza della sua testa.
- E’ un mio poster. – rispose l'altro laconico – Cosa ci fa nella tua stanza? E perché è incastrato fra due tue foto? -
Ancora prima che il buon senso gli imponesse di riportarla a toni umani, la sua voce era schizzata in un acuto simile all’urlo di una banshee ed i pantaloni, fino a quel momento tenuti su con l’ausilio della divina misericordia, erano scivolati nuovamente di una buona spanna.
Senza attendere una risposta, il rapper uscì dalla stanza prima che l’altro gli urlasse dietro, sorridente – Ma così anche senza la band staremo sempre assieme! -

Certe situazioni non hanno bisogno di esser lette. Soltanto di venire stroncate sul nascere.
Ed ora… dove diavolo aveva messo la tanica della benzina?



---
L
i ho scoperti, ancor prima che per la musica, per l'inquietante enormità di idiozie che hanno sparato in quel programma. Non sfruttarle per tirarci su qualcosa mi sarebbe parso quasi come un oltreggio.

Ragion per cui eccomi qui. Prima volta su questo fandom, prima volta a trattare di esseri umani piuttosto che ideazioni di mangaka.

Che l'invisibile unicorno rosa possa mandarcela buona.
   
 
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > KAT-TUN / Vai alla pagina dell'autore: Slits