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Autore: Fuyuchi    27/07/2011    2 recensioni
« Oh, dai, non mi dirai che ... » Inghilterra fece un sorrisetto. « Il grande Russia, colui che sconfitto la sedia Busby », ricorḍ con un certo rimpianto, « ... ha paura dell'acqua? »
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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« Non mi sembra una buona idea ».
« Oh, dai, non mi dirai che ... » Inghilterra fece un sorrisetto. « Il grande Russia, colui che sconfitto la sedia Busby », ricordò con un certo rimpianto, « ... ha paura dell'acqua? »
I due ragazzi erano in piedi sulla riva della grande piscina che si estendeva sul territorio del Lido Hetalia per oltre trenta metri di lunghezza, e almeno altri trenta di larghezza.
« Non ho paura dell'acqua », rispose uno stizzito Russia « sciocco d'un anglosassone. Semplicemente ... »
« Non sa nuotare » concluse sprezzante Bielorussia, avvicinandosi al fratello in un imbarazzante costume attillato. « Su, fratellone, diventiamo una cosa sola! » Ripetè quella frase fissa nella sua mente da quando era nata. Fece l'occhiolino a Inghilterra, mentre Russia la fissava terrorizzato.
« Manco morto! » Urlò, gettandosi in acqua. Un'onda - se così si può definire - anomala travolse i poveri bagnanti che già erano immersi nella gelida acqua della piscina.
« Dovresti fare più attenzione, russo » disse Prussia, evitando l'onda proteggendosi dietro Ungheria. « Il magnifico me non si può bagnare! »
« Il magnifico - su questo dobbiamo discutere, comunque - te dovrebbe notare che é immerso fino alla vita in acqua » Rispose di tutto rimando quella, estraendo dalla profonda tasca del costume una padella in acciaio Inox, inossidabile. « E dovrebbe notare che difendersi dietro una ragazza dolce e indifesa come me non è affatto consigliabile » Un sonoro sdeng! risuonò nella piscina e nello spazio circostante, segno che Ungheria aveva voluto testare - per l'ennesima volta - la resistenza delle proprie padelle sulla testa vuota di Prussia.
« Non capisco come faccia Russia ad aver paura di una ragazza dolce come te » rise sprezzante Inghilterra, fissando Bielorussia. Mai affermazione fu più sbagliata. Il ragazzo venne sbalzato in acqua dal colpo che Bielorussia abbattè su di lui con il manico del coltello. Tenendo il coltello per la lama.
« Quella donna non finirà mai di stupirmi » Disse Giappone, osservando la scena seduto su una sdraio vicino la piscina.
La piscina non era mai stata confusionaria come quel giorno. Germania lanciava ciambelle gonfiabili contro Austria, che di rimando si immergeva ed emergeva creando delle piccole onde che - naturalmente - travolgevano il già stordito Prussia. Ungheria e Bielorussia discutevano amabilmente su come conquistare i loro amati sedute sul bordo della piscina con i piedi a mollo, Russia le fissava da lontano tenendo una mano sulla testa di Lettonia, che così rischiava seriamente di affogare se Estonia e Lituania non lo stessero tenendo su tentando di contrastare la forza di Russia. America era seduto al bar della piscina e, incurante dei suoi compagni, si strafogava di hamburger e patatine fritte, sorseggiando la già decima lattina di Coca-Cola. Svezia giocava con - la sua mogliettina, ma non fatevi sentire da - Finlandia alla "battaglia dell'acqua", inondando così il povero gestore della piscina che si trovava sfortunatamente sul bordo proprio mentre loro combattevano. Inghilterra insegnava a uno spaventato Sealand a nuotare, immergendolo con malagrazia fino a farlo scoppiare a piangere, per poi fissarlo spaesato senza sapere che fare. Francia, con una pinna da squalo sulla schiena, tentava un agguato al povero Inghilterra, che beato tentava di salvare Sealand dall'affogamento e contemporaneamente cercava di smettere di farlo piangere. Liechtenstein chiacchierava con Ucraina sedute sulle sdraio, giornaletti di moda alla mano. Veneziano e Romano erano spariti verso il ristorante italiano all'angolo della strada. Grecia tentava di immergere un gattino nell'acqua della piscina, riuscendo solo a procurarsi una quantità esponenziale di graffi. Polonia aveva fatto la sua comparsa in scena con un imbarazzante costume rosa a fiori. Canada era sparito sott'acqua ormai da parecchi minuti, ma, come al solito, nessuno badava al poveretto. Un imbarazzato Cina nuotava alla ricerca di pesci dopo che un furbo Corea aveva convinto un'ingenua Taiwan che nella piscina vi fossero dei pesci, e che potevano essere catturati solo da un «grande», come per l'appunto Cina.
« Cina, Cina, trovami un pesce! » Aveva strepitato Taiwan, e al fratellone non era restato che scoccare un'occhiataccia a Corea e tuffarsi, fingendo di cercare dei pesci e in realtà escogitando: a, un modo per farla pagare a Corea, b, un modo per convincere Taiwan che nella vasca non vi erano pesci.
« Ragazzi, ragazzi, che ne dite di una partita a volley? » Propose un più che mai determinato Prussia. « Maschi contro femmine, che ne dite? »
Sdeng!. Mai fare affermazioni sbagliate quando si ha Ungheria vicino.
« Magnifico cretino » disse stizzita la ragazza, « non hai notato che siamo poche ragazze e tanti ragazzi? »
Alla fine si optò per una più equa divisione. Escludendo coloro che si erano rifiutati di giocare, le squadre erano composte da Prussia, Germania, Veneziano (Miracolosamente tornato dal ristorante piagnucolando qualcosa come «Non abbiamo soldi per mangiare!»), America (Tuffatosi appena concluso il sedicesimo piatto di patatine e la ventiduesima coca-cola. E tutt'ora gli amici si chiedono quale razza di stomaco possegga per non essere andato in congestione) e Russia. La squadra avversaria era composta da Bielorussia, Ungheria (Entrambe determinate a vincere, la prima motivata, fralaltro, da un patto segreto stilato da sola secondo il quale, se avesse vinto, Russia si sarebbe sposato con lei), Liechtenstein, Inghilterra (Ben poco felice di essere capitato in una squadra in maggioranza femminile) e Francia (Dopo aver concluso senza successo un attacco squalesco a Inghilterra - sventato da America - aveva accettato di giocare in squadra con il ragazzo). La partita ebbe inizio, con un lungo fischio dell'arbitro Austria, tutt'altro che imparziale.

« Non vale, l'arbitro era dalla vostra parte! » Prussia sbatté irritato un pugno sul tavolo, facendo sussultare il povero cameriere appena allontanatosi dopo aver preso le ordinazioni.
« Ma che dici! » Rispose Ungheria, fissando il ragazzo e sorridendo ad Austria. « Abbiamo vinto perché siamo forti ».
Prussia sbuffò. Non era certo felice di dover pagare la cena alle tre ragazze che avevano battuto la sua squadra.
La cena proseguì nel caos. Veneziano che piagnucolava perché non c'era pasta. Romano che si lamentava della pizza scadente. Germania che si lamentava della mancanza di wurstel. Ungheria che rideva sotto i baffi fissando Prussia. Prussia che si lamentava ad ogni boccone causando l'esasperazione del vicino Svizzera. Svizzera che, appunto, si lamentava dell'enorme costo del cibo in quel ristorante. America che chiamava il cameriere per ordinare l'ennesimo hamburger, Inghilterra che si lamentava perché «in quel ristorante non erano assolutamente in grado di cucinare, lui si che era capace!». Liechtenstein e Ucraina che, ormai stretta una salda amicizia, discutevano animatamente. Russia che cercava di cambiar posto con qualsiasi altra persona non avesse il posto che, sfortuna delle sfortune, gli era capitato vicino a quello di Bielorussia. Bielorussia che, d'altro canto, era felicissima di aver vinto, continuando a borbottare qualcosa su un patto segreto. Francia all'ormai ventesimo bicchiere di vino, pesantemente brillo. Svezia e Finlandia che mangiavano come una coppietta innamorata - anche se Finlandia non era dello stesso avviso -; Sealand che mangiava con gusto la sua pizza baby, lamentandosi di tutta l'acqua che aveva ingurgitato quel giorno. Lettonia, Estonia e Lituania che si erano seduti il più lontano possibile da Russia, e mangiavano nervosi. Polonia che mangiava un muffin rosa, unico suo cibo di quella cena. Grecia che si rifiutava di mangiare una bistecca sostenendo che quella era - a suo avviso - carne di gatto. Cina, Taiwan, Giappone e Corea mangiavano tranquilli, stranamente, nonostante il primo abbia dovuto tagliare la carne di tutti i suoi fratellini. Una serata tranquilla, insomma.
Era l'ultimo giorno d'estate, a quanto diceva il calendario. Il giorno successivo sarebbe rincominciata la scuola. Nessuno ne era felice - ovviamente -, ma nessuno era triste al pensiero di rincontrare ogni giorno quelli che ormai considerava come cari amici. Russia escluso, che tremava al pensiero di incontrare ogni giorno Bielorussia.
   
 
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