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Autore: Violet Tyrell    27/07/2011    4 recensioni
Shaka sospirò. Era assurda quella situazione. Lui cercava di essere gentile - nei limiti del possibile - ma trovava difficile ricordare che Nefertari non era abituata a lui.
Spin Off de " La valle delle lacrime "
Genere: Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo Personaggio, Virgo Shaka
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Yin e Yang'
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Disclaimer
Shaka: Masami Kurumada
Nefertari: la sottoscritta e aresian
Loto e Pavone(quando compariranno): Masami Kurumada
Altri pg inventati: miei

Nota pre storia -
Si tratta dello spin off della long fic " La valle della Lacrime", scitta a quattro mani con aresian. Per chi volesse ugualmente leggerla, questa la trama riassunta: Nefertari è la figlia adottiva del Saint dei Ghiacci, che l'ha salvata dall'esplosione dell'orfanotrofio quando aveva nove anni. Durante gli anni l'ha cresciuta come sua figlia; Nefertari è metà israeliana e metà russa(israeliana di madre, che aveva parzialmente origini egiziane, e russa di padre), entrambi morti alla sua nascita. La madre viveva in Israele col marito violento, si innamorò di uno schiavo russo e rimase incinta; aiutata a fuggire approdò a Mosca, dove venne trucidata dopo la nascita della bambina.
Conosce Hyoga e Isaak, allievi del Saint, e cresce con loro come fratelli pur non legando mai troppo per via della sua timidezza; all'età di sedici anni il Gran Sacerdote convoca il padre adottivo al Santuario per sapere la sua posizione riguardo i bronze saint traditori. Nefertari viene quindi mandata ad Atene(il saint ignorava il motivo della convocazione, e lei moriva dalla voglia di visitare la patria di Atena) e affidata temporaneamente a Camus. Tuttavia Aphrodite dei Pesci, in accordo con Death Mask e Arles, fa trovare la giovane nuda nel suo letto, facendo intendere di avere passato una notte di sesso con lei per volontà della giovane. Il Sacerdote approfitta quindi della situazione per screditarla, e costringere il padre a venire al santuario; fingendo di seguire un ordine di Atena, Nefertari è costretta a sposare un cavaliere d'oro contro la sua volontà. Per quanto l'idea di Arles fosse quella di darla ai suoi due complici, alla fine per motivi non chiari le fa sposare Shaka, per nulla contento della scelta ma non può opporsi alla volontà del Sacerdote e, pensa lui, di Atena.
Da qui riprende la storia, ovvero dal capitolo 5, dove è stato celebrato il rito buddista del matrimonio.




Una di noi - capitolo 1 - La straniera


Si era rialzato da quel giaciglio già da un paio d'ore ed adesso, Shaka della Vergine, si stava chiedendo se Nefertari avesse deciso di dormire tutto il giorno. Non disse nulla ai monaci che lo stavano osservando, nella speranza di cogliere sul suo impassibile volto dagli occhi chiusi un segno della notte appena trascorsa - che loro avevano pronosticato pieno di passione. Una donna vestita con un sari bianco si inginocchiò vicino a lui, con movenze per nulla casuali. " Volete un altro pò di raita, maestro? " La soffice cadenza hindi di quella voce gli ricordò che avrebbe dovuto insegnare a Nefertari anche a parlare; ma perchè si era lasciato incastrare? Perchè lei non era stata più furba? Ora nessuno dei due sarebbe stato vincolato da quel legame non desiderato.
" No, grazie Indira. Il resto puoi lasciarlo per mia moglie. " Due parole che suonavano strane pronunciate dal potente asceta, e che infastidirono non poco la giovane apprendista. Quel matrimonio era stato un fulmine a ciel sereno, ed a stento la sera precedente era riuscita a rivolgersi a quella donna con rispetto; limitandosi ad assentire si rialzò, consapevole che il biondo non aveva neppure osservato la scollatura più sognata di tutto quel Tempio.
Era tutta colpa della straniera, se prima aveva avuto qualche flebile speranza che Shaka si interessasse a lei, ora era svanita; quando l'aveva vista però si era chiesta che cosa aveva attratto l'illuminato guerriero. Era persino scura di pelle, come lei e le sue compagne, ma era chiaro che non era indiana; non poteva dire però che fosse brutta anche se non ricordava - nei suoi quasi dieci anni di permanenza al tempio di Shaka - che l'uomo avesse mai solo pensato alla bellezza di qualcuno.
Proprio in quel momento lo sguardo di Shaka si sollevò, sorprendendola perchè sembrava diverso, persino interessato; per qualche istante si crogiolò in quell'insperata attenzione salvo ricredersi, vedendo che quelle iridi celate stavano puntando qualcosa oltre le sue spalle. Lo vide alzarsi e, seguendo la sua direzione, si rese conto che la figura di Nefertari faceva capolino sulla soglia, con fare timido e riservato. Shka sorprese tutti quando si alzò personalmente, per andare incontro alla ragazza, e conducendola personalmente al suo posto che era proprio di fianco al suo.
Indira ribolliva di rabbia repressa davanti a quelle attenzioni così premurose, gelosa che a lei non avesse mai riservato più che qualche parola. Si spostò, onde permettere che la giovane prendesse posto: dannazione, era troppo giovane per essere una moglie, perchè Shaka l'aveva sposata?
" Avete il sari chiuso male, signora. " Non aveva potuto resistere alla tentazione di umiliare la ragazza di fronte a tutti, anche se il tono usato poteva tranquillamente passare per preoccupato. Che Buddha la proteggesse, non era neppure capace di vestirsi come si conveniva alla moglie di un uomo come Shaka; ma Indira non aveva fatto i conti con i modi di fare dell'uomo più vicino agli Dei. Sorpresa, lo vide senza indugi aiutare la moglie, mostrandole come si doveva chiudere un vestito del genere. Nefertari indossava un sari azzurro cielo, splendido contrasto con quella pelle scura, ricamato con alcuni semplici motivi argentei. Era senza parole davanti a tanta gentilezza, non sembrava neppure lui se non fosse stato come al solito impassibile e silenzioso. " Il tuo maestro è arrivato, Indira. " Le parole fredde di Shaka colpirono la giovane apprendista, che volse lo sguardo cogliendo la figura dell'anziano sacerdote a cui era affidata; non era raro che il biondo la liquidasse ricordandole chi si occupava di insegnarle la loro dottrina, ma quel giorno la percepì come un'offesa: scoccò uno sguardo malevolo a quella sposa fortunata, per poi congedarsi dalla sala.

" Ti piace? E' parantha , ho pensato che potessi gradirlo col formaggio. " Disse Shaka, indicando alla ragazza il paneer e mostrandole come si mangiava; era proprio strano per lui mettersi a parlare di cibo ma davanti ai modi impacciati di Nefertari non aveva potuto rimanere a guardare. Lei annuì, timorosa di rivolgergli parola più del necessario, chiedendosi se pure lui si sentisse rigido come lei dopo quella notte in cui aveva cercato di non muoversi per non sfiorarlo senza volere. " Mi dispiace per il vestito, non volevo farvi fare brutta figura. " Abbassò lo sguardo, imbarazzata al pensiero che quella donna avesse apertamente fatto notare la sua totale incapacità a vestirsi secondo le usanze hindu.
" Non serve tanta formalità, chiamami Shaka e rivolgiti a me senza timori in maniera confidenziale. " Shaka sospirò. Era assurda quella situazione. Lui cercava di essere gentile - nei limiti del possibile - ma trovava difficile ricordare che Nefertari non era abituata a lui. Lo dimostrava l'episodio del sari che le aveva tolto la sera prima, accusandolo di volerla molestare, pur non avendolo detto direttamente; del resto Indira aveva avuto ragione a dire che non l'aveva chiuso bene, ma avrebbe dovuto farle capire che i suoi commenti non erano graditi. Non lo erano mai stati, così come quei gesti. Rimase seduto al fianco della ragazza attendendo che terminasse di mangiare, forse facendole involontariamente fretta perchè la vide lasciare metà del suo pasto nel piatto, con fare dispiaciuto. " Puoi finire, non abbiamo fretta "
O almeno non poteva fargliene; sentiva che lo temeva ed era quasi estenuante ricordarsi di non essere troppo diretto. Non voleva comunque che svenisse durante la giornata, in Siberia sicuramente era abituata a mangiare in maniera diversa. " Non devi preoccuparti per il sari, con il tempo imparerai. Non badare a Indira, è abituata a non essere contraddetta da altre donne ma mi aspetto che tu sappia importi. "
Lo sguardo curioso di Nefertari si spostò su quello inespressivo di Shaka, scontrandosi nuovamente con le palpebre chiuse. Già prima si era chiesta chi fosse quella fanciulla, ora credeva di saperlo ed era dispiaciuta: forse lei e Shaka stavano insieme, e lei gli aveva rovinato i piani. Non disse nulla e non toccò altro cibo, chiaro segno che era nervosa; il guerriero la osservò perplesso, poi la convinse a seguirlo sotto lo sguardo di approvazione dei monaci che avevano osservato con discrezione i due, convinti di avere di fronte una coppia teneramente innamorata.
Nefertari seguì Shaka in una delle ale del Tempio dedicate alla raccolta dei manoscritti, e lo ascoltò parlare delle otto vie del Buddha. Trascorse a quel modo le prime ore che precedevano il pasto serale, cercando di capire i mantra ma senza riuscirci; ad un certo punto uno dei monaci apparve, scusandomi per l'interruzione ma necessitava dell'aiuto personale di Shaka. Questi lo guardò impassibile, per poi seguirlo e raccomandare alla moglie di riposare prima di riprendere il loro giro del Tempio. Alcune apprendiste la accompagnarono nuovamente alla pagoda che era ormai la sua abitazione assieme al marito, e si lasciò ricadere sul letto sciogliendo la tensione con alcune lacrime. " Perchè mai la moglie di Shaka piangerebbe?"
Parole fredde come coltelli affilati scossero Nefertari, che si rese conto che la figura di Indira stava sulla soglia e la osservava, con uno sguardo duro. Si asciugò via quelle lacrime ma ormai erano state viste; la vide avanzare con movenze da gatta, e chiudersi la porta scorrevole alle spalle.
" Se fossi io la moglie di Shaka non lo lascerei da solo, ma d'altronde che diritto ho mai io? Dopo che mi avete rubato il mio uomo? " Nefertari percepì l'amara accusa in quelle parole, e arrossì rendendosi conto che quella mattina aveva avuto ragione a pensare di aver involontariamente interrotto un legame probabilmente profondo. Si sentiva schiacciata dall'ingiustizia di una vita che non era più sua; ah, se avesse almeno potuto dimostrare che le accuse di Aphrodite erano false, peccato che nessuno era parso disposto a crederle. Ora, di fronte a quella donna bella e sensuale, si sentiva insignificante e fuori posto.
" Io.. mi dispiace ma io.. io non sapevo.. " Che cosa dirle? Che erano stati costretti a sposarsi? Che non si amavano ma, anzi, che lei lo temeva quasi quanto il Gran Sacerdote? Ma pareva che fosse tutto dipinto sul suo volto; la vide posare ai suoi piedi alcuni gioielli hindu di rara magnificenza. " Se ve ne andate vi prometto che ne avrete altri, dovunque vogliate, purchè lasciate questo posto e mi restituiate il cuore di Shaka. Lo sapete che appartiene a me, non lo negate. "
Indira era perfettamente consapevole di mentire ma quello era un colpo di fortuna insperato; aveva supposto che la straniera avrebbe piagnucolato, ribellandosi alla sola idea di andarsene, eppure la vide sfiorare con sguardo reverente quei gioielli. Shaka l'avrebbe ringraziata, non appena avesse saputo che la moglie di cui aveva tanta cura non esitava neppure per un momento all'idea di essere comprata. Quello che l'indiana non sapeva era che Nefertari si sentiva offesa, e che ammirava quei gioielli solo perchè erano bellissimi, ma che l'intenzione di accettarli non c'era mai stata; non lo sapeva spiegare, rimaneva lì, incerta, ed impaurita all'idea di dire qualcosa di compromettente.
" Andate via! " All'improvviso Nefertari si mostrò aggressiva, e ricacciò i gioielli nelle mani di quella ragazza. Le era venuto un improvviso coraggio ricordando le parole di Shaka di quel mattino: di non farsi sottomettere. Erano servite, anche se le dispiaceva dare un dolore a quella ragazza che la guardava. " Credete di corrompermi con questi oggetti? Sono molto belli ma dubito che possiate riavere Shaka se io sparissi. "
In realtà non ne era certa, però non poteva lasciare credere di essere stata forzata, anche perchè lui era stato chiarissimo nell'insistere che solo loro dovevano esserne al corrente. E poi era invidiosa di Indira, che era semplicemente bella, e si sentiva totalmente sciatta, sopratutto rendendosi conto di essere estranea al mondo indiano. Tra le due donne passò un lampo d'odio, ma Nefertari non disse altro, alzandosi e facendo scorrere la porta con un chiaro intento di farla uscire.
Indira era sconvolta da tanta improvvisa determinazione; le passò davanti e poi sorrise, cattiva. " Non avete neppure il bindi, non siete altro che una prostituta. " E se ne andò, lasciando che l'offesa perpetrasse nella mente della straniera, facendola sentire insudiciata.
Shaka non ricomparve se non dopo qualche ora, quando lei già si era messa a dormire. Gli era stato detto che non aveva neppure mangiato e che era rimnasta chiusa nella loro stanza senza vedere nessuno; vedendo le tracce di quelle lacrime pensò che forse si era sfogata per quella situazione. Era estenuante ma almeno per quel primo giorno da marito non era successo nulla di particolare; le sfiorò la fronte con le dita, come sempre colpito dalla sua pelle color del cioccolato, in contrasto con la sua che sembrava porcellana raffinata. Perchè non riusciva a percepire in lei la depravazione di cui tanto parlava Pesci?
Posò su un mobile quanto aveva portato con sè, l'occorrente per dipingerle il tradizionale bindi sulla fronte, ma non aveva voglia di svegliarla: ci avrebbe pensato il giorno segente.
" Śubha rātri" le disse piano, prima di concentrarsi per poter finalmente meditare.





Come detto questo è uno spin-off de "La valle delle lacrime". Si tratta di una parte saltata nella long fic, il periodo iniziale subito dopo il matrimonio tra Shaka e Nefertari; non so quanto sarà lungo, di sicuro ha una sua mini trama che non andrà a cozzare con la storia che scrivo con aresian^^ a lei la dedico, e anche alla cara Lady Aquaria, GiòTanner, Elizabeth Tempest e a tutti i fedeli fans di questo pairing bizzarro e che pare piaccia^^ spero possa piacervi, attendo i vostri commenti e i nuovi lettori saranno ugualmente ben accetti^^
un bacione!

p.s. Se non è chiaro, Indira si fa solo delle pippe mentali, da Shaka non ha mai ottenuto nulla, e mai ci riuscirà u.u giusto se venisse il dubbio che fossero in qualche modo legati xd

Vio


Note - Ecco le spiegazioni di ciò che ho inserito come tradizione hindi, sperando di non avere sbagliato troppo XD

Paratha o parantha: dischi molto sottili di pasta fritta sulla tawa col ghee e fatti con farina integrale senza lievito con aggiunta di semi di sedano e di cipolla; hanno un aspetto croccante, leggero, friabile e una forma triangolare. La paratha si trova in vendita nelle bancarelle di strada e viene consumata a colazione, da sola o farcita con formaggio paneer. (nella storia li mangia Nefertari)


raita di menta e cetriolo: dadini di cetriolo ricoperti di yogurt sbattuto al quale è stato aggiunto sale, pepe e un trito di foglie di menta, foglie di coriandolo, zenzero grattugiato e peperoncini verdi.( nella storia li ha mangiati Shaka)

Bindi:Bindi: (dal sanscrito bindu, che vuol dire "goccia, particella, punto") è una decorazione per la fronte, indossata dalle donne dell'Asia del Sud (particolarmente in India) e Asia del sud-est. Tradizionalmente è un punto di colore rosso applicato al centro della fronte e vicino alle sopracciglia, ma può essere anche un pendente o un gioiello. nella storia Indira appella Nefertari prostituta perchè non ha il bindi in fronte. In realtà non ho idea se nella tradizione hindu l'assenza del bindi in una giovane moglie possa essere un disonore, si tratta solamente di una mia scelta per trama^^ per farla sentire diversa, insomma, e instillarle il dubbio che Shaka la possa effettivamente considerare inferiore alle altre.

sari:La sari ((साड़ी in hindi) è un tradizionale indumento femminile del subcontinente indiano[1], le cui origini risalgono al 100 a.C., ed è intuibilmente uno dei pochissimi indumenti ad essere stati tramandati per così tanti secoli. La sari consiste in una larga fascia di stoffa di circa un metro, la cui lunghezza può variare dai quattro ai nove metri, che viene avvolta intorno al corpo dell'indossatrice con metodi che variano a seconda della sua funzione. Lo stile più comune di indossare la sari consiste nell'avvolgerlo intorno alla vita, con un capo che gira intorno alla spalla lasciando scoperto la cintola

Indira è il nome dell'apprendista di un vecchio monaco, e significa " bella "

Nefertari - non l'avevo mai spiegato - è il nome appunto della principale pg e moglie di Shaka, e significa " la bella tra le belle" se non vado errando^^ nella tradizione egizia, sempre sperando di non sbagliare, è collegato al fiore di loto

Śubha rātri: dovrebbe voler dire buonanotte in hindi, ma la colpa va al traduttore XDDD
   
 
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