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Autore: Rainbone    27/07/2011    10 recensioni
"Conoscevi tanta musica.
Conoscevi tanti uomini.
Conoscevi tante ragioni per cui morire.
Vincendo."
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Matt/Mello
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ed anche quella sera giunse.

Ti trascinasti dentro la stanza semi-ubriaco e ti accasciasti sul divanetto di pancia.





Dopo alcuni minuti scarsi ho creduto ti fossi addormentato poi il tuo corpo magro si è issato sulle braccia e come se fosse sottoposto ad uno sforzo immane si è allontanato dondolante e credo dolorante nella doccia.

Il ticchettio dell’acqua sul quadro divenne man mano più intenso fino a poi ritornare pacato mentre lento il calore scorreva sul tuo corpo.

La consolle gemeva sotto il mio indelicato tocco.

Un’altra sigaretta si stava spegnendo.

Un’altra ancora scivolava via dal pacchetto .

E all’accendino veniva concesso l’onore di sfiorare quel cilindretto e infuocarlo.

Solo un istante.

Clack.

E la sigaretta era accesa.

Ricordo che come le altre sere anche  quella sera cantasti un motivetto sentito chissà dove.

Conoscevi tanta musica.

Conoscevi tanti uomini.

Conoscevi tante ragioni per cui morire.

Vincendo.

Anche quella notte come tutte le altre uscisti trionfante dal bagno dopo una calda doccia rinvigorente.

La tua pelle era lucida di vapore e i tuoi capelli che silenziosi gocciolavano sulle spalle erano umidi d’acqua.

Cercai di abbandonare lo sguardo dalla consolle come ogni sera.

Beh… come ogni volta si rivelò un’impresa ardua.

Mi dispiaceva sempre scostare l’attenzione dalla mia piccola.

I miei occhi si tuffarono sulla sua figura alta e snella.

Mello lo sapeva.

Mello riteneva rituale tutto quello.

Mello si aspettava sempre , ogni sera, che io alzassi a fatica il mio sguardo su di lui.

Per ammirarlo.

Eh si, diciamo così che lo am… ammiravo.

Già.

Il mio sguardo percorse i pettorali bagnati, l’ombelico , la lieve peluria alla base dell’addome.

Tristemente la mia escursione fu troncata da un poco candido asciugamano che oscurava ciò che veramente volevo vedere.

Un insulso straccio bianco che copriva le tue intimità fino a metà coscia.

Rassegnati i miei occhi trovarono come sempre un altro punto a cui appigliarsi.

Le gambe.

Ebbene sì.

Me ne uscivo sempre da queste situazioni.

I suoi arti inferiori erano già più o meno asciutti.

La muscolatura dell’interno coscia, per quel che riuscivo a vedere,  mi lasciava sognare i meandri di quella tua virilità che più e più volte avevo avuto il desiderio di accontentare.

Di appagare, solo per appagare me stesso.

Che egoista!

Anche quella notte Mello mi sorrise.

Eccitato come sempre da quel gioco di sguardi, di precisazioni.

Quel misterioso gioco che avevamo deciso  di condurre da quando lo avevo salvato dall’inferno.

Quel gioco che sempre mi faceva bramare tutto di te.

Quel gioco che sempre più mi faceva desiderare che tu non fossi il giocattolo di tutti quegli uomini.

-Ok ..hai guardato fin troppo stasera…A cuccia, bello.-

La tua figura si spostò verso il letto e vi si accomodò in modo che di elegante non aveva nulla.

Tsk!

Ghignai.

Ripresi tra le mani la consolle.

Mi facevano male i pollici.

Decisi di spegnerla e di prendere il pc.

Salvata.

Quella notte quando mi alzai decisi di voltare lo sguardo e di puntarlo su di te.

Le gambe divaricate lasciavano scoperto l’oggetto dei miei sogni mentre mi tu mi guardavi con un’ aria di sfida.

A questo punto mi chiesi se dovevo veramente accettare quell’esplicita richiesta.

Il punto era che tu… non mi avevi chiesto niente ed io avrei comunque potuto aver frainteso.

La tua mano pallida si accomodò sull’asciugamano portandola via.

Quella notte era diversa.

Quella notte me lo avresti permesso?

-Ehi… vieni qui, bello. Infondo domani morirai per colpa della mia testa di cazzo. Io te lo devo tutto questo.-

Accompagnasti quella frase da un colpo di reni che ti permise di farmi spazio sul letto a una piazza e mezza.

Percorsi esitante quello spazio che ci separava.

Attesi.

Con Mello non si sa cosa aspettare.

Mi appollaiai a gambe incrociate sul letto e ti guardai.

Negli occhi.

Nell’anima.

Dentro.

-Sicuro?- chiesi .

Sono sempre stato prudente, credo.

La sigaretta tra le mie labbra si finì e io la gettai sul pavimento pestandola con uno stivale.

-Si.Vieni qui.-

Le tue braccia magre mi circondarono  e le labbra sfiorarono le mie.

Quella notte era diversa perché il mattino che la seguiva sarebbe stato diverso.
 
 


Questo mattino precisamente.


Il mattino in cui soddisfatto attendo di morire.


Morire per l’uomo che tanto mi ha fatto esasperare.

Morire per l’uomo che degnamente e indegnamente si è fatto amare.

Morire per la giustizia che quasi mai ho preso in considerazione.

Morire per te Mello.

E sono felice.


Ti amo.





Note:

Rieccomi... già .
Credo di non poter stare senza scrivere e me ne sono uscita con una Matt x Mello.
Spero davvero vi piaccia.

Un bacio.
HK

  
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